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Autore: Ms Mary Santiago    11/11/2017    1 recensioni
[Riverdale]
Raccolta di OS dedicate alla coppia Sweet Pea/Flame (OC)
Linea temporale: Season 2
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Where the hell where you been?” “Having a trip in Neverland. Where do you think?”

 

Soffocò uno sbadiglio, sfilando il casco dalla testa e cercando le chiavi all’interno della tasca del giubbotto di pelle.

Trasalì quando la porta di casa venne spalancata e trovò ad attenderlo sulla soglia sua madre e, leggermente in disparte ma ugualmente furiosa, Flame.

Aveva fatto più tardi del solito al White Wyrm, ma non aveva avvisato perché era piuttosto sicuro di trovare sua madre già addormentata. Come se ciò non bastasse il cellulare era morto poco più di un’ora prima.

Insomma, da come lo guardavano quelle due sembrava pronto ad affrontare il plotone d’esecuzione.

- Lo so che … -

- Dove diavolo sei stato? – lo bloccò all’istante sua madre, le braccia incrociate al petto e l’espressione di chi avrebbe voluto incenerirlo con la sola forza del pensiero.

- Stavo facendo una gita sull’isola che non c’è. Dove pensi che fossi?

- Jordan … ah, lascia perdere, entra in casa – sospirò infine, facendosi da parte e dirigendosi verso la sua camera.

Era implicito quello che avrebbe voluto dirgli, ma si era trattenuta.

Sei tale e quale a tuo padre.

Si era sentito ripetere quelle semplici sette parole decine di volte e le aveva sempre considerate un motivo di vanto, ma forse per sua madre non lo erano poi così tanto.

- Tu che ci fai qui? –

Flame si strinse nelle spalle, afferrando giubbotto e casco.

- Mi ha chiamata tua madre per sapere dove fossi visto che non riusciva a contattarti. Era molto preoccupata così sono venuta qui a calmarla. –

Annuì, passandosi una mano tra le scomposte ciocche corvine.

- Non mi piace che giri da sola a quest’ora di notte … resta a dormire qui. –

Parve soppesare la sua proposta per una manciata di secondi, dopodichè accettò con un piccolo sorriso e lo seguì verso la sua camera.

Avevano dormito spesso insieme, ma mai su di un letto … per qualche strana ragione la cosa rendeva il tutto molto più intimo e decisamente più strano.

La vide calciare via gli anfibi e scegliere il lato del muro.

- Se vuoi dormo in salone. –

Flame scosse il capo, battendo sul materasso accanto a lei.

- Non essere sciocco e vieni a letto, sto morendo di sonno. –

Obbedì, scivolando sotto le coperte e sentendo all’istante il corpo di Flame che si modellava addosso al suo.

- Sei un cuscino molto comodo – bofonchiò la ragazza, poggiando il capo sul suo petto.

- Uhm … grazie o almeno credo. –

E adesso chi avrebbe più chiuso occhio.

 

 

 

 

[413 parole]

 

 

 

 

 

“Are you two fuckin’ insane?”

 

 

Si avvicinò al gruppo seduto al tavolo esterno, nel patio della scuola, incuriosita dal loro borbottare a mezza bocca.

Fangs sorrideva come un gatto che avesse appena mangiato un canarino e qualcosa le diceva che di qualsiasi cosa si trattasse l’idea era partita da lui.

Fece cenno al ragazzo più vicino di scalare lungo la panca e farle spazio di fronte a Sweet Pea.

- Di cosa parlate? –

Per tutta risposta le porse i fogli che stavano esaminando con attenzione.

Li scorse con la fronte corrucciata.

Non ne capiva molto di quelle cose, ma aveva tutta l’aria di essere il progetto di costruzione di una qualche bomba artigianale.

- È quello che penso che sia? –

Sweet annuì. – Il cugino di Fangs può mostrarci come prepararla. –

Non aveva alcun dubbio che Johnny l’avrebbe fatto, visto e considerato che il soprannome “El loco” non era certo nato per nulla, ma non riusciva a capacitarsi di quello che i suoi amici stavano anche solo considerando di fare.

- E cosa vorreste farci? –

- Chiudere il Register una volta per tutte. Hai visto cosa hanno scritto, no? –

- Un attacco dinamitardo al Register? Voi due siete diventati fottutamente fuori di testa? – sbottò, gettando sul tavolo gli incartamenti.

- Sono anni che ci danno la colpa di tutto. –

- E avete pensato di incentivarli ancora di più facendo saltare in aria posti a caso? Bel piano, complimenti. –

- Mi pare di capire che non sei dei nostri – considerò velatamente Fangs.

Sentì gli occhi di tutti puntati su di lei in attesa di una risposta.

- No, infatti. –

Si alzò dalla panca, ignorando palesemente tutti i presenti, e si allontanò a passi lunghi e decisi.

 

 

 

 

 

[279 parole]

 

 

 

 

 

 

 

“Sometimes we fight, we cry and we don’t talk to each other. But at the end we are still loving each other.”

 

 

Il bussare incessante alla porta della sua camera sovrastò per un brevissimo istante le note della musica che risuonava attorno a lei.

- Entra – urlò per tutta risposta, rimanendo saldamente sdraiata sul suo letto a osservare il soffitto.

Da quella discussione fuori scuola erano passati due giorni e da allora aveva accuratamente evitato Sweet Pea e i ragazzi.

Non sapeva se c’era stato un qualche risvolto in quella storia, ma Toni le aveva raccontato con una punta d’orgoglio malcelato che Jughead aveva deciso di diventare uno di loro a tutti gli effetti e non solo “a metà” come ripetevano spesso i ragazzi.

C’era stato qualcosa nello sguardo della ragazza che non le era piaciuto quando aveva detto quella frase. Era quasi come se lei non avesse aspettato altro da quando Jug aveva messo piede per la prima volta alla Southside High.

Sua madre fece capolino sull’uscio.

Non avevano parlato di ciò che era successo ma dal suo sguardo le era perfettamente chiaro che sapesse cosa c’era sotto.

- Hai visite. –

- Chi è? –

- Jordan. –

Si sollevò su di un gomito, sospirando profondamente.

Era pronta allo scontro.

- Fallo entrare. –

La vide affacciarsi in corridoio e bofonchiare qualcosa a Jordan prima di permettergli di entrare nella sua stanza e richiudere la porta dietro di sé.

- Dice di rimanere chiusi qui se proprio dobbiamo litigare … almeno non rompiamo nulla a cui è sentimentalmente legata – disse in risposta alla sua muta domanda.

Sentì le labbra incresparsi appena, divertite.

Sua madre sembrava leggerle nella mente certe volte perché sentiva un improvviso desiderio di lanciare oggetti e disintegrarli sul pavimento.

- Sei sparita in questi giorni, non hai neppure pranzato con noi. –

- Credo che il motivo sia evidente. –

- Non l’abbiamo fatto -, la informò, - Jughead ha persino accettato di sottoporsi all’iniziazione pur di fermarci. Devo ammettere che forse non è poi così debole come pensavo. –

Inarcò un sopracciglio. – Ovvio che non è debole. È il figlio di FP, è mio cugino … discende da una lunga linea di gente dura a morire. –

- Non sembri molto sorpresa dall’iniziazione – considerò.

- Me l’aveva già detto Toni. –

Il profilo deciso della sua mascella si serrò a quelle parole. – Quindi con lei hai parlato. –

C’era un’implicita accusa nelle sue parole, ma decise di non mostrarsi troppo turbata dalla cosa.

- Toni non mi ha fatta incazzare. –

- Era solo un modo per vendicarci di quello a cui siamo stati sottoposti per anni da quelli del North side. –

- Era un’idea stupida e pericolosa. Non riesco nemmeno a immaginare come tu possa aver seriamente pensato che fosse una buona mossa – replicò, mettendosi finalmente seduta e serrando le mani sui fianchi con espressione di sfida.

- Sono stanco di essere trattato come feccia, come se tutto quello che succede a Riverdale fosse in un modo o nell’altro colpa mia. –

- Anche io lo sono, ma non progetto attentati dinamitardi. –

- Beh, allora evidentemente tu sei meglio di tutti noi –, sbottò con una punta di esasperazione mescolata a gelida rabbia, - Quindi mi domando perché ti abbassi a frequentarci. –

Accusò il colpo con una fitta al cuore.

Sentiva le lacrime lottare contro di lei per sgorgare, ma non avrebbe mai permesso che accadesse.

Serrò i pugni, imponendosi di mantenere la calma.

- Sai, me lo domando anche io. –

Lo vide trasalire, colpito a sua volta nel profondo da quelle parole.

- Bene, allora immagino che sia meglio che me ne vada. –

- Bene. –

- Benissimo. –

Rimasero in silenzio, continuando a fissarsi negli occhi.

Flame inarcò un sopracciglio, imponendosi di suonare il più glaciale possibile.

Non avrebbe mai permesso a nessuno di vederla piangere.

- Sei ancora qui? –

Sweet Pea fece per voltarsi ed uscire, ma quando aveva ancora la mano sulla maniglia si voltò nuovamente.

Sotto l’espressione cupa le iridi castano scure erano contornate da una sospetta ombreggiatura rosa.

- Non intendevo dire quelle cose. Lo so che non pensi davvero di essere migliore di noi – mormorò.

- Non lo penso … e non voglio nemmeno che te ne vada – ammise sottovoce, fissando il pavimento, imbarazzata.

Fino a quel momento non si era mai resa conto di quanto effettivamente tenesse a Jordan.

Sedette accanto a lei, prendendole una mano tra le sue.

- Non voglio andarmene neanche io. –

- Sai … una volta mia madre mi ha detto una cosa su di lei e mio padre. Non ci avevo mai pensato prima, ma credo che per noi due sia la stessa cosa. –

- Cosa? –

- Alcune volte litighiamo, piangiamo, non ci parliamo. Però alla fine di tutto ci amiamo ancora –, ripetè, - Ecco io credo che per noi sia lo stesso. Indipendentemente da quello che succede tra di noi non possiamo fare a meno di volerci bene. Fa parte di noi. –

Rimase in silenzio quando sentì Jordan spostarsi per fronteggiarla e avvicinarlesi.

Sembrava quasi volesse darle modo di fermarlo tanto si muoveva con lentezza esasperante. Però lei non voleva fermarlo, anzi tutt’altro.

Passò le mani attorno al suo collo, attirandolo a sé con decisione, e finalmente le loro labbra s’incontrarono.

 

 

 

 

 

 

[847 parole]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve!

Per questa sesta parte ho deciso d’inserire solo tre prompt line, perché l’ultima è decisamente più lunga del solito.

Finalmente c’è il primo bacio tra questi due capoccioni.

Spero che vi sia piaciuta.

Al prossimo aggiornamento.

Stay tuned.

XO XO,

Mary

 

 

 

   
 
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