HOPELESSLY TOGETHER

Aveva pensato molto all’incontro con Billie, con la Morte.
Dean sapeva bene quello che provava, quello che sentiva, sapeva di essere distrutto dalle emozioni e il suo unico desiderio era quello di farle in qualche modo smettere e non poteva negare di non averlo pensato a volte. Non aveva cercato in alcun modo un compromesso per tornare in vita, non credeva più in nulla, si sentiva inutile, la morte definitiva sembrava quasi una consolazione in quel momento, l’unica cosa sicura che aveva.

Perdere sua madre, perdere Castiel era semplicemente troppo per lui. Al lutto per Mary ci era quasi abituato, non c’era stata per gran parte della sua vita, ma l’angelo era stata la sua costante per anni e l’idea che era morto per proteggerli era un peso troppo grande, un’altra responsabilità da aggiungere alla massa di avvenimenti per cui si sentiva irrimediabilmente responsabile.

Il viaggio in macchina gli serviva per schiarirgli la mente, per scaricare la tensione accumulata col caso, ma la chiamata era stata inaspettata e sentire la voce di Castiel era stata una doccia fredda per lui.

***

Dean aveva la sensazione di essere in macchina da una vita, il tempo aveva iniziato a scorrere lentamente, riusciva a sentire la tensione di Sam, lui invece sentiva poco, se non il suono assordante dei suoi battiti accelerati. Non voleva sperare, non voleva rimanerne deluso, poteva essere una trappola, ma sembrava così reale ed era la cosa di cui aveva più bisogno in quel momento.

Gli ci vogliono quelli che a lui sembrano essere anni per aprire lo sportello della macchina, per avere la forza di uscire.

Respiro, passo, respiro, alza lo sguardo, respiro, passo, respiro.
Castiel si gira verso di lui, una rotazione minima, ma che permette a Dean di riconoscerlo.

Dean a stento riesce a reggersi sulle ginocchia.

L’unica cosa che riesce a fare è guardarlo, fissa i suoi occhi su quelli blu dell’angelo e sente un tremito partire dal cuore che si propaga fino alla punta delle sue dita. Apre la bocca per dire qualcosa, qualunque cosa, ma si sente soffocare e non ha la minima idea di come reagire, di cosa dire.

Cas, inaspettatamente, è quello che si muove per primo.

Si avvicina al cacciatore con passi decisi, il nuovo trench gli calza a pennello e ondeggia teatralmente insieme alla sua andatura. Dean lo osserva per quella che gli pare un’eternità, sente delle lacrime rigargli le guance e manda a fanculo l’orgoglio, non ha mai provato emozioni del genere.

“Cas…”

L’angelo semplicemente lo abbraccia, lo stringe e Dean non può fare a meno di abbracciarlo a sua volta, aggrappandosi al bavero del trench. Sente tutte le preoccupazioni scivolare in quell’abbraccio e non gli interessa se quel Castiel sia reale o meno, se sia vero o una trappola, in quel caso sarebbe morto felice, felice come non si sentiva da mesi.

Come se sia un’ondata in pieno volto, sente il profumo e il calore di Cas avvolgerlo completamente, le guance ruvide si scontrano con le sue, il cuore dell’angelo sembra aver cominciato a battere in sincronia con quello di Dean, i respiri sono quasi affannosi.

Quel preciso momento era la vittoria più grande che Dean potesse desiderare e semplicemente lo bacia.

È un bacio veloce, desiderato, bagnato e disperato da parte di entrambi e a Dean non interessa che ci sia Sam a guardarli, rimanda a dopo le spiegazioni perché in quel momento l’unica cosa importante è Castiel.

L’angelo è come un uragano alla sua massima intensità, cattura le labbra di Dean in modo disordinato, bisognoso e al cacciatore fa quasi tenerezza. I loro corpi sono bollenti, riescono a sentirsi attraverso le decine di strati di vestiti e Dean mugugna in protesta quando Castiel si stacca leggermente da lui e si riavvicina per dargli un leggero bacio a stampo, un bacio che significa sei qui, sei tornato, sei reale e forse è anche più travolgente del primo, è un bacio di realizzazione.

Castiel appoggia la fronte su quella di Dean e non può fare a meno di sorridere, un sorriso leggero che gli scopre leggermente i denti e il cacciatore non riesce a trattenere la tentazione di poggiare la mano sulla sua guancia e delineare e fossette e gli zigomi con il pollice, mentre con l’altra gli stringe il fianco.

Dean sorride di rimando e chiude gli occhi, sente i loro respiri fondersi e vorrebbe che quell’attimo durasse per l’eternità. Si sente così pieno che teme che il cuore possa esplodergli da un momento all’altro e Cas lo percepisce, alza il braccio e gli accarezza dolcemente il collo.

Entrambi alzano lo sguardo e si guardano, blu nel verde, verde nel blu. Di nuovo insieme.

“Ciao, Dean.”

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Angolino di tutto fuorchè di un'autrice (?)
E nulla, questa è una cosetta nata ieri dopo una giornata passata a pensare alla 13x05.
Ne avevo davvero troppo bisogno e dopo un pomeriggio passato a piangere su tumblr mi sono decisa a mettere giù qualche frase e questo è il risultato! Non scrivevo nulla dalla mia ultima OS -sempre su questo fandom- pubblicata circa due mesi fa "Cursed to not be enough", quindi spero davvero che vi piaccia, i pareri sono sempre molto graditi. <3
Un ringraziamento speciale a MJBlack, che sopporta sempre i miei scleri e che legge in anteprima le cose per sapere quanto fanno schifo, è la mia cavia AHAHAH. <3

Adios, Mishamigos!
*vola verso l'orizzonte sulla sua nuvola speedy*