Serie TV > Sherlock (BBC)
Segui la storia  |       
Autore: marea_lunare    12/11/2017    2 recensioni
La razza umana è ormai estinta da migliaia di anni, la Terra è stata conquistata da angeli e demoni, i quali ne sono entrati in possesso combattendo tra di loro una feroce battaglia, conclusa con un armistizio.
Tra le popolazioni vige l'obbligo di non fare del male a nessuno della razza opposta o di intrattenere un qualsiasi tipo di rapporto, per il timore di poter compromettere la pace.
John Watson però non è come tutti gli angeli: lui crede in un possibile legame tra i popoli. Sarà proprio lui, infatti, a conoscere un demone particolarmente acido ma geniale, che lo affascinerà fin da subito. Sa bene però, che la loro amicizia potrebbe compromettere gravemente la situazione di stallo che permane tra le loro razze.
I dubbi sono tanti, le speranze diminuiscono giorno dopo giorno.
Tra una divinità potente e sconosciuta e due mondi opposti ma al contempo simili, si sviluppa la storia di John Watson e Sherlock Holmes, coloro che potrebbero cambiare o distruggere il loro mondo.
Genere: Drammatico, Fantasy, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Quasi tutti, Rosamund Mary Watson, Sherlock Holmes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

III – Reietto                                                                                                                                                                       I’m not the only one – Sam Smith


 

“John…”

You and me we made a vow
For better or for worse
I can't believe you let me down
But the proof is in the way it hurts

Mary sussurra il mio nome, osservandomi con apprensione appoggiata allo stipite della porta.

Guardo fuori dalla finestra senza dire una parola.

“John…”

Mi volto verso di lei: vedermi così arrabbiato la spaventa.

“John, tesoro, ignora ciò che pensano gli altri” mormora avvicinandosi di qualche passo.

Serro le labbra e la osservo.

“Posso ignorare ciò che pensano gli altri, ma non ciò che pensi tu”

Lei spalanca gli occhi, sorpresa.

“Che cosa stai dicendo?” mi domanda.

“Che cosa sto dicendo?” ribatto “La verità, Mary. Mi guardavi nel loro stesso modo. Anche tu mi credi diverso, esattamente come tutti gli altri”
 

For months on end I've had my doubts
Denying every tear
I wish this would be over now
But I know that I still need you here

“John, andiamo, non dire fesserie” ride lei.

“Fesserie? Credevo tu fossi la mia forza, Mary”

“E lo sono ancora!” esclama mia moglie.

“No. Perché tu mi credi un mostro” dico, iniziando ad alzare la voce.

“I mostri sono i demoni, John, non tu”

Alzo gli occhi al cielo, esasperato.

“Ti prego Mary, non di nuovo!” sbotto “È esattamente di questo che parlo! Sono stanco di tutta questa storia. Nessuno di voi riesce a capire che vivendo così separati non otterremo niente. La nostra vita sarebbe migliore se provassimo a collaborare. C’è una possibilità e io ci credo! Perché questo dovrebbe rendermi diverso?”

“Collaborare? Uno di loro ti ha aggredito per aver salvato la vita ad un suo amico!”

“Quel demone non aveva la minima idea di che cosa fosse accaduto! Per quanto ne sapeva, avrei potuto veramente fargli del male”

“Lo stai giustificando per caso?” mi chiede sconcertata.

“Non lo sto giustificando, ti sto semplicemente spiegando che la colpa non è sua”

“Oh ma per favore”

You say I'm crazy
Cause you don't think I know what you've done
But when you call me baby
I know I'm not the only one

Sono al limite della sopportazione.

“Perché mi credete tutti un pazzo? Tutto ciò che desidero è poter vivere una vita tranquilla. In queste condizioni non andremo avanti per molto, Mary. È una situazione sempre più tesa, ho la costante sensazione che a momenti scoppierà una nuova guerra!”

Mi ritrovo a gridare, stanco di ripetere per la milionesima volta lo stesso discorso che, puntualmente, non viene ascoltato.

“Questa mentalità così chiusa mi manda in bestia, perché non capite” dico dirigendomi in cucina con Mary al seguito.

“Noi non capiamo, John? O magari sei tu che ti lasci andare troppo alle fantasie? Questa è solo un’utopia. Uno stupido mondo tutto tuo che tu stesso ti sei creato pur di ignorare la realtà. Ora capisco perché ti chiamano reietto!”

Quelle parole mi mozzano il fiato. Di botto, mi fermo in mezzo alla stanza.

Mary si tappa la bocca con una mano.

“John… Mi dispiace, io non-”

“‘Reietto? È questo il mio nome ora?”

La delusione si fa largo in me. Una macchia di petrolio nero che sommerge i polmoni e si incolla al cuore, bruciando come una ferita aperta ricoperta di sale.

“Dimentica ciò che ho detto, va bene? Non vale la pena di discutere per una cosa del genere. Siamo stati cresciuti così e così cresceremo i nostri figli”

“Sicura di volere un figlio da uno come me?” le chiedo, cercando di nascondere il tremolio nella voce.

Per anni avrei voluto farle quella domanda che mi premeva così tanto, spaventato dalla possibile risposta.

Risposta che non arriva, perché Mary esita.

La guardo negli occhi, pregando che dica qualcosa.

Eppure non apre bocca, semplicemente mi guarda dispiaciuta.

Ha compassione di me. Le faccio pena.

 

You've been so unavailable
Now sadly I know why
Your heart is unobtainable
Even though Lord knows you kept mine

“Da quanto tempo non mi ami più, Mary?” domando aridamente.

“John, io ti amo ancora…” bisbiglia lei.

“Ne sei così certa?” sibilo furioso “Anche se mi credi diverso?”

“Non ho mai detto una cosa del genere”

“Eppure non hai mai ritenuto necessario raccontarmi cosa dicono i nostri simili di me, giusto?”

“Perché sapevo che poi ne avresti sofferto!”

“Soffrire? Perché mai dovrei dispiacermi per ciò che un branco di idioti pensa di me?”

“Come puoi parlare così della tua gente?!” mi risponde lei, sconvolta.

“Questa non è la mia gente. Se lo fosse, non mi avrebbero dato quel soprannome. Da quando ti conosco, Mary, tu sei stata l’unica a cui sentivo di appartenere, o almeno lo credevo. Ne ho abbastanza di bugie e prese in giro!” grido tutto d’un fiato.

“Prese in giro? Ma di che diavolo stai parlando?”

Non rispondo. Riesco solo a fissare il pavimento, in balia di emozioni che da tanto non provavo più. Senza neanche rendermene conto, torno verso la camera da letto e apro l’armadio. Recupero un vecchio borsone da sotto il letto, riempiendolo di vestiti gettati alla rinfusa.

“Cosa stai facendo? Hai davvero intenzione di andartene?”

Percepisco nettamente dell’indignazione nel suo tono di voce.

“Oh, giusto. Capisco” mormoro, fermandomi “È più facile lasciarmi per uno dei tuoi amanti piuttosto che vedermi andare via”

 

You say I'm crazy
Cause you don't think I know what you've done
But when you call me baby
I know I'm not the only one

Mary rimane gelata da quella frecciatina, fissandomi con i suoi occhi da cerbiatto.

“Pensavo avessimo risolto questa questione…”

“Certo, l’abbiamo risolta con me che come un povero imbecille mi sono fatto raggirare, credendo alle tue lacrime. Questa è stata l’ultima goccia, Mary”

Metto il borsone in spalla ed esco dalla camera da letto, dirigendomi verso la porta di quella che a breve non sarà più casa mia.

“Dove andrai, John? Non sei benvoluto da nessuno”

“Non credo ti interessi. Hai già distrutto tutto una volta, cerca di non mandare in mille pezzi anche quel poco che cercherò di ricostruire”

Sento quelle parole velenose bruciarmi sulla lingua. Questo non sono io. Che cosa mi sta succedendo?

“Sei tu che hai rovinato la mia di vita!”

I have loved you for many years
Maybe I am just not enough
You've made me realise my deepest fear
By lying and tearing us up

 

Mary sputa quell’affermazione, rinfacciandomi tutti gli anni in cui ha dovuto sopportare il continuo vociferare sul mio conto. Ha sempre ascoltato tutto, ogni critica e diceria, trovando solo poche e sincere amiche nell’arco di tutto quel tempo.

Tutto quel rancore da entrambe le parti ha distrutto il nostro matrimonio. Un disastro a cui so di dover porre fine.

Mi sfilo la fede dal dito e l’appoggio sul piccolo mobile all’ingresso.

La osservo un momento, realizzando ciò che sto per fare.

Aspetto qualche altro secondo, immerso nel silenzio della casa. Poi esco, richiudendo la porta senza dire una parola. Non mi volto nemmeno per dare un ultimo sguardo a Mary, conscio di aver perso per la seconda volta tutto ciò che avevo di più caro nella mia misera vita.

 

You say I'm crazy
Cause you don't think I know what you've done
But when you call me baby
I know I'm not the only one

Procedo lentamente, cercando di prendere più tempo possibile.

A ormai sera inoltrata, cammino tra le aiuole incolte del giardino di Greg.

Vive in una piccola casa solitaria, semplice ma elegante.

Trascino i piedi sull’erba, sentendo un terribile peso gravarmi sulla schiena. Spero che Gregory avrà pietà di me e si risparmi quante più domande possibili.

Raggiungo la porta e alzo una mano per bussare, esitando improvvisamente.

Più ci penso più è assurdo. Che cosa diavolo ho combinato? Cosa dirò al mio amico?

Appoggio la fronte contro il legno bianco, cercando di farmi coraggio.

Alla fine, busso. Una voce profonda borbotta qualcosa dall’altra parte della casa, mentre dei passi pesanti si avvicinano all’ingresso.

Quando Greg finalmente apre, uno sguardo sorpreso gli compare in viso.

“John! Che ci fai qui?” mi chiede preoccupato “È successo qualcosa?”

“Greg…”

Non appena lancia un’occhiata al borsone che ho con me, vedo balenargli negli occhi un lampo di panico.

Non chiede, non ce n’è bisogno.

“Me ne sono andato”

Di nuovo, Greg tace.

Sposto il peso da un piede all’altro, nervoso.

Ho la terribile sensazione che presto inizierà ad urlarmi contro, dandomi dell’idiota e del visionario.

Eppure non lo fa. Si avvicina di un passo e mi abbraccia.


 

You say I'm crazy
Cause you don't think I know what you've done
But when you call me baby
I know I'm not the only one
I know I'm not the only one
I know I'm not the only one
And I know.And I know.And I know.And I know.And I know...
I know I'm not the only one


 


 

Mi da delle pacche sulla schiena con le sue mani vigorose, mentre la barba incolta mi pizzica la guancia.

Non riesco a trattenere una risata e ricambio l’abbraccio.

“Non ti preoccupare, puoi rimanere quanto vuoi. Questa è anche casa tua”

 

 




















 

 

Note dell’autrice: Rieccoci! Okay, magari quella descritta un questo capitolo potrebbe sembrarvi una svolta un po’ brusca. Ho cercato di rendere al meglio possibile il crescendo di rabbia ed esasperazione che si percepisce nel litigio tra John e Mary. Qui John ha raggiunto il limite, è scoppiato. Sentirsi definire come “reietto” e lo sguardo di Mary del capitolo prima sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il suo amore per Mary è, o era, reale, ma non può convivere con qualcuno che sa, o crede, non lo ama sinceramente.

Spero di aver reso bene il tutto. Fatemi sapere cosa ne pensate, se vi va! A presto ❤️

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: marea_lunare