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Autore: Voglioungufo    12/11/2017    7 recensioni
Hogwarts!AU | SakuHina | NaruSasu | SaiIno
Sakura, brillante studentessa della Casa di Corvonero, non si sarebbe mai aspettata di prendersi una cotta mostruosa per la timida Tassorosso Hinata Hyuuga, di certo non si sarebbe mai aspetta di trovarsi a invidiare Naruto Uzumaki, scapestrato Grifondoro. Per questo non bisogna sorprendersi se quando si ritrova in mano una fiala di pozione polisucco il suo primo pensiero è quello di prendere le sembianze del ragazzo per conquistare Hinata.
Genere: Commedia, Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke, Sai/Ino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Ehilà!  Passato un buon week-end? Qui è scesa le nebbia c_c ma mi ha dato un buon motivo per scrivere queste pagine che tutti stavamo aspettando con ansia: finalmente si sciolgono gli intrighi e tutto torna al suo posto. Infatti siamo ormai alla fine, visto che questo è il penultimo capitolo e poi ci sarà l’epilogo <3
Ma non badiamo al triste futuro e pensiamo a cosa accadrà qui. Be’, scopriremo che le entrate in scena spettacolari con tanto di rivelazioni sconvolgenti sono un must di tutti i personaggi di Naruto xD Avremo un po’ di SaiIno, qualche pugno e verrà argomentata ancora una volta l’asessualità meno uno di Uchiha u.u teoria che sono sempre pronta a difendere a spada tratta hahah
Spero vi piaccia :3
Hatta
 
 
 
Cap. 8
Tutto è bene quello che finisce
con uno schiantesimo in faccia a Toneri


 
Svegliandosi, Ino notò di non trovarsi nella calda e colorata camera delle ragazze del settimo anno di Grifondoro, ma in una più piccola, con un solo letto matrimoniale e le pareti decorate in modo impersonale. Non se ne preoccupò, ricordando perché non si trovasse nel suo dormitorio, ma nella stanza dello stagista e gongolò.
Si rotolò tra le coperte, i capelli biondi sparpagliati attorno a lei e un sorriso soddisfatto sulle labbra. Dopo il racconto di Sai aveva pensato bene di controllare i passi da gigante che aveva fatto la magia nella riassegnazione chirurgica del sesso e, quindi, passare la notte con lui.
Per la scienza!
Be’, poteva dirsi assolutamente soddisfatta.
Le lenzuola trattenevano ancora l’odore del ragazzo, che sapeva d’inchiostro fresco e colori ad olio, e ci affondò dentro, sollevandole fin sopra la testa, per nulla intenzionata ad alzarsi. Quel letto era così morbido…
Da sotto gli strati del piumino avvertì una leggera risata divertita raggiungerla, seguita immediatamente dalla voce di Sai:
“Dovresti alzarti”
“Altri cinque minuti” borbottò senza emergere e restando nascosta dentro quella tana improvvisata. Subito dopo, però, avvertì Sai tirarle le coperte, scoprendole le testa.
“Altri cinque minuti e anche l’ultima lezione della giornata sarà finita” le fece notare, avvicinando il volto a baciarle una tempia.
Deliziata da quel gesto così intimo e dolce sorrise, non badando minimamente al significato di quelle parole, e se lo tirò contro, costringendolo a stendersi accanto a lei. I capelli corvini erano umidi, probabilmente doveva aver appena fatto la doccia. Lo abbracciò, stringendoselo contro e aggrappandosi anche con le gambe al suo corpo, come se fosse un pupazzo troppo grande.
Poi capì.
Si alzò di scatto, gettando le coperte giù dal materasso, rivelando le sue lunghe gambe magre. “Che ore sono?!” strillò spalancando gli occhi, completamente sveglia.
Sai, che nello scatto della ragazza si era beccato un gomito sullo zigomo, si imbronciò, massaggiando la zona lesa.
“Quasi le sei” borbottò.
“Le sei!” strillò Ino, scendendo dal letto “Se facciamo veloce, faremo in tempo”
Sai fissò la sua figura nuda con un sorriso soddisfatto, soprattutto per alcuni segni rossi che le sue labbra le avevano lasciato sul collo. Poi si riscosse:
“Non faremo mai in tempo, oggi hai perso le lezioni” disse con rammarico, gli dispiaceva di averle fatto perdere la giornata scolastica.
“Ma chi se ne frega delle lezioni!” fu la replica di Ino, mentre cercava di allacciarsi il reggiseno “Io sto parlando del duello di Naruto! Se Sakura non ha trovato una soluzione…”
“Ah” la interruppe Sai alzandosi a sedere sul materasso “Quindi era Sakura la conoscente del cugino di terzo grado della sorella del fidanzato della tua amica francese” appena terminò di dire la frase gli arrivarono i suoi boxer in faccia.
“Ma certo che sì!” disse Ino, saltellando su un piede solo per mettersi le calze.
“Quindi sono Naruto e Sasuke i due ragazzi che ha fatto lasciare” parve realizzare, poi corrucciò lo sguardo “Ma i duelli non sono proibiti a Hogwarts? Se non controllati da un docente?”
Quelle parole dovettero risvegliare qualcosa nella mentre della Yamanaka, visto come si voltò a guardarlo, colta da un’idea:
“Ma certo! Tu sei uno stagista, fai parte del corpo docenti!”
“Ehm… non proprio”
Ma lei non sentì minimamente il suo borbottio. “Fermerai il duello e manderai Toneri in punizione. Anzi, già che ci siamo toglierai anche punti a Serpeverde” quell’ultima idea parve entusiasmarla molto.
“Ma io non so…”
“Io lo so” lo interruppe abbottonandosi la camicetta sul petto, con suo grande dispiacere “Forza, vestiti. Voglio evitare che la squadra perda il suo cercatore, ci serve per la prossima partita”
Dopo una sommaria pettinata ai lunghi capelli biondi e una veloce passata di lucido sulle labbra (sia mai che Ino Yamanaka non si presenti al massimo della bellezza), i due erano corsi verso la Sala Grande, nella speranza di arrivare prima che succedesse il disastro. A dir la verità, Sai pareva ancora molto confuso.
Si fecero largo fra la folla di studenti che era accorsa per vedere il duello, mentre spiegava a Sai cosa dire e come dirlo.
“Devi essere minaccioso e inflessibile, devi far sentire Otsutsuki una merdina” arricciò il labbro infastidita spintonandolo in avanti.
Ma non fu Sai a urlare minacciosamente “FERMI!”, bensì Sakura, come realizzò girando la testa verso la rampa di scale.
Trillò deliziata. “E’ ancora viva!” Sasuke non l’aveva uccisa, che gioia.
Sai sbatté le palpebre confuso, mentre la Corvonero scendeva la rampa di scale di fretta, con la borsa appesa alla spalla che sbatteva contro il suo fianco. Gli occhi verdi mandavano lampi di avvertimento.
“Fermi!” continuò Sakura “Non è lui il tuo avversario, Otsutsuki!”
Il ragazzo pallidissimo fece una faccia schifata, molto infastidita. “Ah, no, Haruno?”
“No” confermò quella, intromettendosi fra i due e tirando al contempo dietro Naruto “Sono io!”
Sai si voltò verso Ino con la fronte aggrottata. “Adesso devo intervenire?”
Lei aveva gli occhi spalancati, che brillavano carichi di eccitazione. Si aggrappò al suo braccio, scuotendo forsennatamente la testa. “No, no! Voglio vedere che succede”
“Ma tu hai detto…”
“Shhht!” lo zittì “Oh, Sakura… Sakura… cosa hai intenzione di fare?”
Sembrava stesse guardando l’episodio finale di una lunghissima serie TV, di quelle che i babbani adoravano all’impazzita.
 
“Tu?” commentò Toneri, scoppiando a ridere freddamente “Uzumaki, sei così disperato che ti fai difendere da una donna?”
Sakura lo fulminò, facendosi ancora più minacciosa tirando fuori la bacchetta. “Lui non c’entra niente in questa faccenda”
“Ha baciato la mia donna!” sbottò allora il Serpeverde, indicandolo con la punta della bacchetta.
“Hinata non è la tua donna” ringhiò in risposta Sakura “E non è stato lui a baciarla” fece una pausa, raccogliendo il fiato e il coraggio “Sono stata io”
L’intera sala sussultò per la sorpresa, sospirando pesantemente.  Dopo un momento di silenzio, un sussurrato parlottio invase l’aria, mentre gli studenti bisbigliavano fra loro stupiti e scettici.
Ino si aggrappò con ancora più forza al braccio di Sai. “Oddio, lo sta facendo sul serio” mormorò con un inquietante sorriso sulle labbra. Sembrava estremamente elettrizzata, faticava palesemente a trattenere l’entusiasmo.
Toneri aveva messo su una faccia sconvolto e confusa, identica a quella di Naruto, infatti entrambi si scambiarono uno sguardo perplesso.
“Cosa?” si arrischiò alla fine di chiedere “Ma non dire baggianate, abbiamo la foto!”
Sakura avvertì le proprie guance diventare incandescenti, così tanto che era certa che avrebbe fatto concorrenza al Sarah, e strinse più saldamente la bacchetta, sforzandosi di non abbassare lo sguardo.
“Sono stati io” ripeté “Ero io, ad Hosgmeade, con lei. Io… io ho preso una pozione polisucco per fingermi Naruto e invitarla ad uscire”
Sentiva lo sguardo di Naruto bucarle la nuca e non osava volgere gli occhi per incontrare quelli chiari di Hinata – li immaginava spalancati e inorriditi – poco distante da loro. Continuò a guardare Toneri con fare minaccioso anche quando disse:
“Perché la verità è che… è che io sono innamorata di Hinata!”
La sala sobbalzò una seconda volta per la sorpresa, ma questa volta nessuno bisbiglio: stavano tutti trattenendo il fiato.
Quel silenzio improvviso e gelido fece quasi vacillare Sakura, ma poi si arrischiò ad alzare lo sguardo verso Hinata. Lei la stava guardando con gli occhi chiarissimi spalancati, la bocca socchiusa e gli zigomi arrossati, i ciuffi della frangia che le ricadeva composti sulla frangia, sembrava aver incastrata fra le labbra una parola che non riusciva a dire.  E, per qualche motivo, le tornarono in mente le parole che Sasuke le aveva rivolto, la rabbia e la paura che aveva scorso in quegli occhi neri – come di qualcosa di troppo grande da sopportare.
Io non sono patetica.
Riportò gli occhi verdi su Toneri, tornando sicura di sé. “Sono innamorata di Hinata” ripeté con voce salda, decisa, quasi lo sfidasse a contraddirla “E ho fatto una grande cazzata per questo, ma non è giusto che sia qualcun altro a pagarla. Quindi, se proprio ti senti offeso nell’animo” non riuscì non trattenersi dall’alzare gli occhi al cielo “Combatti con me. Non con Naruto, lui non c’entra niente”
Finalmente, Toneri parve riprendersi dallo shock della rivelazione, perché cambiò espressione, diventando schifato. “Ma siete due donne. Che sei? Una frocia?” e appena lo disse i suoi scagnozzi cominciarono a ridere con scherno, cercando di coinvolgere anche il resto dei presenti nella sale, dei quali qualcuno si aggiunse nervosamente.
Strinse le labbra in una linea sottilissima davanti a quell’insulto, quelle risate le ferirono davvero le orecchie e dovette sforzarsi per non lanciare uno schiantesimo contro Toneri.
“Che importanza ha?” sbottò fra i denti, cercando di controllare la rabbia “Mi innamoro delle persone, non di quello che hanno fra le gambe”
Quella risposta non parve scalfire per nulla l’espressione schifata di Toneri, che anzi arricciò ancor di più le labbra.
“Tu sei malata” decretò “E ti conviene stare alla larga dalla mia Hinata, non…” si bloccò, notando che Hinata si era spostata, andando a posizionarsi al fianco di Sakura.
Aveva la schiena dritta, anche se tremava e aveva il respiro accelerato, la vide stringere le mani a pugno come per fermare il fremito.
“L-lei non è m-malata. Perché… perché se lo è l-lei” la vide deglutire, la voce resa leggermente soffocata dall’ansia “A-allora lo sono… lo sono a-anch’io!” l’ultima parola quasi la strillò.
Toneri parve sul punto di svenire e non disse niente, motivo per cui decise di continuare a parlare
“Che importa di chi amiamo, se lo amiamo e ci ama a sua volta?” mormorò “L’amore non dovrebbe mai essere limitato, è ciò che ci dà forza, non è vero? Ma allora… allora perché quando si ama, spesso si viene odiati per questo? Non è giusto! Io voglio essere libera di amare senza temere il giudizio di gente b-bigotta come te, che ha p-aura delle diversità”
 “Lo sapevo, ti ha contagiata” bisbigliò terreo, poi scosse la testa tornando a mettere sul volto la faccia di schifato disprezzo e cominciò a imprecare verso la Corvonero “Questa cosa è assurda! Non ti vergogni?! Dovresti venire espulsa dalla scuola Haruno! Già teniamo i mezzosangue, adesso dobbiamo sopportare anche gli invertiti! Mi fate schifo, siete solo delle luride troie che…”
Non riuscì a finire la frase, perché Naruto gli si scagliò contro. Letteralmente.
Sakura non capì subito cosa fosse successo, visto che vide qualcosa di giallo e rosso scattare al suo fianco per poi atterrare direttamente sopra Toneri. Capì che si trattava di Naruto quando lo sentì sbraitare contro il serpeverde, colpendolo alla faccia con dei pugni fortissimi.
“Non t’azzardare a rivolgerti mai più a lei in quel modo” gridò furioso, alzando un altro pugno per colpirlo alla mascella, mentre teneva l’altra mano ben stretta al suo colletto “Non azzardarti mai più”
“Stupido mezzosangue” fu la replica di Toneri cercando di reagire, ma nella caduta aveva perso la bacchetta.
Hinata trattenne il fiato, portandosi le mani davanti alla bocca. Un po’ come il resto della sala, che non si era minimamente aspettata tutti quei colpi di scena.
Sai guardò Ino. “Devo intervenire?” chiese preoccupato. Toneri aveva cominciato a perdere sangue dal naso.
Ino scosse la testa. “Ma no, che un po’ di pugni non possono fargli che bene”
Annuì, convinto da quella argomentazione, e tornò a concentrarsi sulla scena. In soccorso del loro capo, erano arrivati anche gli scagnozzi di Toneri che stavano cercando in ogni modo di togliergli Naruto di dosso.
Sia Sakura che Hinata cercarono di intervenire, aggiungendosi alla baraonda e la corvonero non si risparmiò sui pugni e sugli insulti, mentre Hinata cercava di mitigare la situazione.
“Ok…” considerò Ino vedendo come la cosa stava degenerando “Forse è il caso di intervenire…”
Ma, ancora una volta, Sai non ebbe l’opportunità di mettere in pratica la propria autorità come stagista, perché qualcuno intervenne prima di lui: improvvisamente tutti i corpi dei litiganti si misero a volteggiare in aria, come se qualcuno avesse lanciato un levi corpus su di loro.
“Tsk”
Tutta la sala si voltò davanti alla grandiosa entrata in scena di Sasuke, la bacchetta tesa davanti a se in un posa elegante della mano e i capelli perfettamente tirati all’indietro con il gel.
“Era questo il tuo piano, Haruno?” commentò con la sua voce gelida, godendosi il momento di silenzio stupefatto che aveva fatto scendere nella sala con la sua apparizione.
Solo Toneri lo spezzò:
“Fammi scendere, Uchiha!” strepitò agitando goffamente le braccia attorno a sé.
Sasuke lo ignorò totalmente, piazzandosi nello spazio vuoto che avevano lasciato sotto di sé e alzò lo sguardo, facendo cadere un ciuffo nero sulla fronte.
“Credevo volessi spargere amore nel mondo, non picchiare qualche idiota sfigato”
“Chi sarebbe l’idiota sfigato, Uchiha?!” strillò ancora con indignazione Toneri “Fammi scendere subito!”
Sakura si dimenò per aria, leggermente infastidita. “La cosa mi è sfuggita di mano e poi non sono stata io a iniziare” ghignò.
Naruto incrociò le braccia al petto, sbuffando imbronciato. “Stava insultando Sakura, cosa dovevo fare?”
Hinata cercò di tenersi la gonna, impedendole di sollevarsi e mostrare le mutandine. Era diventata rossa come un pomodoro, completamente imbarazzata da quella situazione. “F-facci s-scendere”
“Esatto!” sbraitò ancora Toneri “Tu non c’entri niente in questa faccenda, Uchiha. Tornatene in biblioteca!”
Gli occhi neri del serpeverde saettarono verso di lui, così tanto minacciosi e gelidi che lo zittirono di colpo.
“C’entro, per due motivi” indicò Naruto con fare annoiato “Tanto per cominciare, hai tirato in mezzo il mio fidanzato”
Ancora una volta, tutti i presenti nella sala sobbalzarono sul posto, lanciando gridolini di sorpresa. Alcune ragazze svennero davanti a quella notizia shock.
Sasuke finse indifferenza a quelle reazione, anche se le orecchie si arrossarono un poco.
“Secondo” riprese comunque con voce ferma “Sono il Caposcuola e non vorrei togliere punti alla mia stessa casata perché un ragazzino viziato non ha fatto collegare i suoi due e unici neuroni. Duello non autorizzato, insulti razzisti verso altri propri compagni di classe, incitamento alla violenza… credo che questo sia sufficiente non solo a far scendere Serpeverde in fondo alla classifica, ma anche a una seria punizione” assottigliò gli occhi, mentre un ghigno allungava inquietantemente le sue labbra fini “Lo sai che da quando Voldemort è stato sconfitto usare la parola mezzosangue come insulto è un reato penale?”
Toneri impallidì, spalancando gli occhi. “Non oserai…” sibilò.
Con un colpo elegante del polso, Sasuke interruppe l’incantesimo che li faceva galleggiare in aria. Ma se Naruto, Sakura e Hinata atterrarono lentamente, Toneri e i suoi compagni si schiantarono sul pavimento disastrosamente, proprio ai piedi dell’Uchiha.
“Sfidami” lo provocò il Caposcuola, fissandolo dall’alto al basso.
Toneri digrignò i denti, nemmeno lui era troppo stupido da voler iniziare una guerra che avrebbe sicuramente perso.
Umiliato, si alzò da terra, macinando rabbia, ma ancora non del tutto deciso a non perdere l’ultimo briciolo di dignità.
“Andiamocene” disse ai suoi scagnozzi, gli occhi chiari che brillavano di rabbia “Lasciamo perdere questi frocetti del…”
Fu scaraventato contro la parete con una forza tale che dal muro crollò qualche calcinaccio. Tutti si voltarono sorpresi verso la folla, verso Ino con la bacchetta ancora davanti a sé e la bocca aperta nel formulare schianto.
Scosse la testa, agitando i capelli biondi, tornando ad avere un’aria composta. “Insulta ancora i miei amici e passerai il resto della vita a desiderare un pene, perché tu non ne avrai più uno” tuonò, terribilmente meravigliosa.
Fu così splendida che qualcuno, dalla folla, non riuscì ad evitare di applaudire.
 
**

Finalmente, Sai riuscì a intervenire e a far valere la sua autorità di stagista. In realtà, richiamati dal terribile schiantesimo di Ino che aveva fatto tremare i muri, erano finalmente accorsi i professori, trovando un Toneri svenuto ancora spiaccicato al muro e mezza scuola nella Sala Grande. Immediatamente, nel vedere i docenti, la maggior degli alunni aveva ben pensato di darsela a gambe per non essere coinvolta in qualche punizione di gruppo.  
Sai era, appunto, andato a spiegare ai professori la situazione, spalleggiato da Ino che con voce acuta e vibrante faceva ben valere le loro ragioni, spiegando con indignazione di come fosse tutta colpa di Toneri. Era così agguerrita che molti professori avevano fatto un passo indietro, tranne Kakashi che aveva alzato gli occhi al cielo, desiderando ancora una volta la meritata pensione.
In tutto quello, Sasuke aveva afferrato malamente Naruto per un lembo del mantello per trascinarlo via.
“Muoviti, usuratonkachi”
E nel dirlo incrociò brevemente lo sguardo verde di Sakura. Fu un moto incoraggiamento e un muto scusarsi.
Naruto si agitò, cercando di non cadere malamente a terra per quello sbilanciamento. “Sas’ke!” sbottò, sfuggendo alla sua presa, poi allargò la bocca in un enorme sorriso. “Eh, hai visto che avevo ragione io, eh, uomo di malafede!” gongolò affiancandolo mentre uscivano velocemente dalla Sala Grande.
Sasuke sbuffò. “Sì, ne sono stato informato da Sakura ieri”
Naruto si bloccò, spalancando la bocca. “Ieri? Cioè, tu lo sapevi già e se comparso solo adesso?!” ringhiò le ultime parole “Sul serio, Sas’ke?”
Lui deviò lo sguardo, avendo la decenza di mostrarsi almeno imbarazzato. “Dovevo… dovevo pensare se ne valesse la pene”
“Che cosa, esattamente?!” si scaldò “Se valesse la pena ammettere per una sola e benedetta volta di esserti sbagliato?! Se io ne valesse la pena? Cos’è, valgo meno del tuo orgoglio adesso, dattebayo?”  stizzito voltò il capo, serrando le mani a pugno, e a testa bassa lo superò, deciso a mettere più distanza possibile fra loro due prima che potesse fare qualcosa di cui pentirsi.
Ma non fece molta strada, perché Sasuke lo afferrò al braccio, bloccandolo.
“…se valesse la pene accettare una realtà dove non sono libero di amarti”
Naruto si voltò subito a guardarlo, le labbra socchiuse per la sorpresa e gli occhi spalancati. Sasuke teneva lo sguardo basso, lasciando che i ciuffi tirati all’indietro sfuggissero al gel per cadergli sulla fronte.
Alzò lentamente lo sguardo, gli occhi neri brillavano di imbarazzo.
“No” mormorò “La risposta è stata no, non ne vale la pena” aumentò la presa sul suo braccio, tirando per avvicinarlo.
Naruto si affrettò a richiudere la bocca, sentendosi ridicolo per l’improvviso rovesciamento di stomaco che gli avevano causato quelle parole, come se stesse andando sulle montagne russe.
“Eh, eh” cercò di sdrammatizzare, anche se non riuscì a non impedirsi di sorridere “Meglio tardi che mai, dico io. Ma, in fondo, sei sempre stato abbastanza stupido…”
Si bloccò di colpo non appena Sasuke fece avvicinare pericolosamente i loro volti.
“Chiusi il becco, usuratonkachi” disse infatti, prima di baciarlo. Naruto, che ormai lo aveva perdonato completamente, gli gettò le braccia al collo per stringerselo più contro e cercare di prendere prepotentemente il controllo su quel gioco di labbra e lingue. Merlino, gli era mancato da morire baciarlo.
Si staccarono che avevano entrambi le gote rosse e la temperatura corporea altissima.
“Come farai con tuo padre?” Naruto ebbe quasi paura a chiederlo, ripensò alla nonchalance con cui aveva rivelato davanti a tutta quella folla della loro relazione.
Sasuke strinse le labbra, facendosi di cattivo umore. “Un modo troverò”
“Sicuramente andrà bene, è tuo padre e ti vuole bene…”
“Mio padre” disse fra i denti “Non è una persona facile. Ma non importa, ho fatto la mia scelta e lui non avrà diritto di mettersi in mezzo. Il massimo che può fare è buttarmi fuori di casa e a quel punto mi arrangerò. Cercherò un lavoro con cui pagarmi a un affitto a Nocturn Alley… andrà bene, dovrò solo rimandare di qualche anno la mia ambizione” non poté non dirlo con un tono di voce amaro.
Naruto annuì, afferrandogli la mano per intrecciare le loro dita. “Potresti venire a stare da me. Sono sicuro che a mio cugino Nagato andrà bene e magari… poi potremmo cercare qualcosa… insieme… per entrambi”
Ricevette uno schiaffetto scherzoso fra i capelli, che lo fece allontanare un poco. “Dobe. Ora non correre troppo, abbiamo solo diciassette anni” gli fece notare, ma facendo un sorrisetto.
Anche Naruto sorrise. “E dai, lasciami sognare. Sono una adolescente, non ammorbarmi con le tue paranoie da vecchio”
“Chi sarebbe vecchio?” si indignò e Naruto rise, alzandosi a baciare di nuovo quelle labbra costrette in una smorfia offesa, che si sciolse subito, non appena approfondirono quel contatto.
“Oh, per la barba di Merlino”
Si staccarono, presi in contropiede da quel sospiro sconvolto, e voltarono entrambi il capo verso la voce.
Delle ragazzine, probabilmente dei primi anni, li guardavano con tanto di occhi, una di loro perfino in lacrime.
“Ma allora è vero?” disse con la voce tremante “A Sasuke Uchiha piacciono i ragazzi?”
Senza lasciarsi impietosire, Sasuke le fulminò tutte e cinque con lo sguardo, afferrando malamente Naruto per mano.
“No” disse acido, infuriato per essere stato interrotto “A me le persone fanno schifo, ad eccezione di questo dobe qui”
Detto ciò le superò, deciso di andare in un luogo più appartato a completare quella rappacificazione.
 
**

Nel frattempo che i due sfortunati amanti gettavano alle spalle i passati malintesi e gli antichi dissapori, anche l’eroina di questa storia si accingeva a compiere il grande passo.
Il grande passo che avrebbe dovuto far fin dal prologo, appena capito che la tecnica fissarla finché non si innamorerà di me era fallita, invece di scatenare questo gran casino.
Nel mentre che Ino e Sai spiegavano cosa era appena accaduto, lei si avvicinò ad Hinata, con un sorriso di scuse.
“Stai bene?” le chiese indicandole un livido che aveva cominciato a formarsi sullo zigomi, evidentemente uno degli scagnozzi di Toneri doveva averla colpita.
Quella annuì, appoggiando una mano sulla guancia e fece un sorriso. “Sono sicura che con una lozione di Shizune passerà subito”
“Mi dispiace” sospirò alla fine Sakura, abbassando lo sguardo “Ho combinato un casino e non so come scusarmi. Se solo avessi una giratempo…”
Sussultò quando Hinata le prese le mani, stringendole con le proprie. “Tu hai già rimediato” le assicurò “E io ti ho già perdonata, anzi: non mi sono proprio arrabbiata” e socchiuse gli occhi, inclinando un poco il capo.
Fece un sorriso impacciato. “Sei troppo buona, Hinata”
“Avresti affrontato da sola Toneri e hai avuto il coraggio di farlo anche davanti a tutta la scuola” sorrise anche lei, dolcemente “E hai dato anche a me il coraggio di affrontarlo”
“Mi dispiace di averti ingannato” continuò Sakura, perché nonostante tutto continuava a sentirsi in colpa “E’ stata la peggior idea della storia”
“Di questo dovresti scusarti con Naruto, che con me” le suggerì “E, davvero, non devi preoccuparti. È tutto apposto”
Sakura rimase in silenzio, ancora mortificata, ma poi puntò con decisione le iridi verdi su quelle chiare. Ricambiò la stretta delle mani con forza.
“So che probabilmente non ho più il diritto di pretenderlo, ma io sono innamorata di te” disse con fermezza, facendo arrossire la tassorosso per quella schiettezza così diretta “Sono innamorata di te e non ho intenzione di rinunciare a te, per questo… per questo…” prese fiato “Alla prossima uscita ad Hogsmeade, andiamoci insieme! Ti prometto che non te ne pentirai”
“I-insieme… come un appuntamento?” domandò a voce bassa.
Annuì. “Sì, come un appuntamento. Anzi, sarà un appuntamento” deglutì “Vuoi uscire con me, Hinata?”
E lei si aprì in un sorriso dolce, pieno di calore. “V-va bene” acconsentì.
 
  
 
   
 
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