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Autore: Debby_Gatta_The_Best    14/11/2017    0 recensioni
-SPOILER SUL PREQUEL DEL FILM DEI MLP-
Una rivisitazione in chiave personale dei primi tre capitoli di un PREQUEL del Film di Mlp, basata sull'estratto del libro offerto dalla Hasbro sul passato di Tempest Shadow (una tra i main villains del film), "The Stormy Road to Canterlot".
SPOILER FREE riguardanti il film in sè pe sè, SPOILER sul prequel.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitoli di efp

Era un grigio pomeriggio quando la pony sentì qualcuno bussare alla porta. Sua madre era uscita da poco e quindi pensò che forse si era dimenticata qualcosa a casa. Scese dal letto sul quale si era messa a leggere un libro di narrativa e zampettò verso la porta in soggiorno. L’aprì senza pensarci due volte, ma quando vide chi si ritrovò davanti per poco non la richiuse di colpo dalla sorpresa.

«Hey… - borbottò Glitter Drops con un sorriso il più possibile sincero - come… come va?»

Lei si affacciò appena verso l’amica e l’amico che erano venuti a trovarla, evitando di guardarli in faccia.

«Be’, come al solito…»

«Abbiamo sentito che ieri è tornato il dottore a visitarti - provò ad iniziare Spring Rain - e… ci siamo chiesti se...»

«Non è cambiato nulla» tagliò bruscamente lei, accostando un po’ di più la porta.

«Emm, ma è ancora presto» continuò il puledro, ma Glitter Drops lo zittì con una gomitata prima che potesse continuare.

«Senti… ci chiedevamo se avessi voglia di venire a fare una passeggiata con noi...»

La giovane puledra indietreggiò, come per declinare silenziosamente l’invito, ma Spring Rain avanzò di un passo cercando di convincerla.

«Pensavamo che ti avrebbe fatto bene un po’ di aria fresca, sai, è un po’ che non esci...»

«E poi l’esonero da scuola durerà altre due settimane, giusto? - domandò la puledra dal manto acqua marina, senza aspettarsi una risposta - quindi magari non ti farebbe male uscire un po’ con noi…»

Lei non era sicura se volesse o no uscire. Dal giorno della caverna non era più messo piede fuori casa, e pochissimi pony nel villaggio sapevano della sua situazione e del suo handicap, e lei voleva che la notizia continuasse a non essere divulgata. Temeva più di ogni altra cosa che la diceria dell’unicorno-senza-corno si spargesse per tutto il paese.

«Non lo so… stavo studiando per non rimanere indietro… magari un’altra volta...» mentì, cercando di richiudere la porta, ma Glitter Drops le balzò dentro casa, seguita a ruota dall’amico.

«Andiamo, non puoi chiuderti per sempre in casa!»

Questa volta il suo tono era serio e il suo sguardo non lasciava spazio a risposte negative.

«Chiuderti in te stessa non ti farà bene… - procedette con tono più pacato il pony azzurro - finirai per isolarti e sentirti sempre triste.»

La giovane pony si trovò sotto la pressione dei due sguardi preoccupati dei suoi amici. Spostò lo sguardo verso il basso per non guardarli in volto, ma in cuor suo sentiva che stavano dicendono la verità.

Glitter Drops e Spring Rain erano venuti a trovarla spesso i primi giorni, ma poi lei aveva iniziato a mandarli via con delle scuse, troppo impaurita per confrontarsi con loro o con qualunque altro pony. Era diventata taciturna anche con i suoi genitori, nonostante questi fossero molto apprensivi e avessero cercato in ogni modo di farla stare meglio. All’idea di continuare a passare le giornate in camera sua per il resto della vita, la pony avvertì un brivido di disgusto, e prese la sua decisione.

«Va bene… vengo con voi...»

Spring Rain e Glitter Drops si guardarono in faccia allargando entrambi dei grandi sorrisi, emozionati per la riuscita della loro impresa.

«Bene! Anche perché conosco un posto magnifico dove mangiare dei dolci buonissimi! Non vedo l’ora di portarvici!» esclamò Spring Rain già degustando col pensiero qualche dolcetto autunnale.

«Aspettate - chiarì però lei - non voglio farmi vedere...»

Non riuscì a finire la frase, sentendo dentro di sé il petto scuotersi in un mezzo singhiozzo che fece di tutto per mascherare.

«Non voglio mostrarmi… col corno in queste condizioni» ammise alla fine con molta fatica. Glitter Drops le si avvicinò per cingerla con uno zoccolo, dicendole che non doveva preoccuparsi.

«Ho un’idea. Basterà un bel cappellino, e nessuno noterà niente.»

«Sì, ci sono molti cappelli fantastici da indossare d’autunno!» confermò Spring Rain annuendo con fare meccanico.

«Uhm… penso che mia mamma abbia dei cappelli che non usa più...»

«Bene, andiamo a prenderne uno in prestito allora!»

La puledrina color prugna guidò i due amici in camera dei suoi, dove un grosso armadio in noce copriva la parete opposta al letto matrimoniale. La puledra aprì le ante, e con una scaletta Glitter Drops salì il più in alto possibile per cercare qualche cappello adatto.

Spring Rain si era invece avvicinato al letto di coperte rosse, adocchiando il libro che stava leggendo la sua amica.

«Ah, e questo sarebbe studiare?» commentò con malizia sfogliando un paio di pagine del romanzo.

«E’ ripasso della lingua!» si giustificò scherzando lei. Per la prima volta dopo giorni un sorriso spontaneo le era apparso sulle labbra, e sia lei che Spring Rain ridacchiarono per qualche secondo.

«Hey, voi due, laggiù! - la puledra dal manto acqua marina sventolò una zampa sopra le teste dei due amici, prima di prendere un cappello e lanciarlo sul letto - che ne dite di questo?»

Il cappello era di paglia, dipinto di un delicato rosa chiaro e adornato di fiorellini color pastello dalle varie forme e dimensioni.

«Non so… - la pony si tirò indietro i capelli dall’acconciatura focosa - dite che mi starebbe bene?»

«Provatelo, no?»

Spring Rain afferrò il cappello con la bocca e lo pose con gentilezza sulla testa della sua amica, che se lo aggiustò per coprire il corno spezzato.

«A parer mio ti sta d’incanto!» commentò estasiata Glitter Drops nel vederla.

«Come dice lei!» le diede man forte il ragazzo.

«Su, guardati allo specchio!»

L’amica, che era stata a casa sua un sacco di volte, la condusse allo specchio più vicino invitandola a specchiarsi. Lei ubbidì e alzò lo sguardo con una punta di timore. Si vide più convinta dell’ultima volta che aveva avuto il coraggio di guardarsi allo specchio, e con quel delizioso cappellino a coprirle il corno, non le venne neanche da piangere. Sembrava che il problema fosse sparito, o che non fosse mai esistito. L’unica testimonianza di quello che aveva passato rimaneva la lunga cicatrice sull’occhio destro, ma in cuor suo ci stava pian piano facendo l’abitudine.

«Vedi? Perfetta! Non si vede niente!»

Spring Rain trotterellò a fianco delle due amiche, impaziente di uscire di casa.

«Che dici - domandò con premura Glitter Drops guardandola negli occhi - ci proviamo?»

Lei annuì con convinzione.


Il paesino per fortuna era tranquillo e pieno di persone cordiali. Mentre attraversavano la via principale alcuni pony che conosceva di vista la salutarono con sincera allegria, e lei ricambiava con timidezza.

Non si sentiva molto più sè stessa. Fino a qualche settimana prima era stata il pony più coraggioso del villaggio, vivace e un po’ sfrontata alle volte, ma la situazione che stava passando la faceva sentire piccola e fragile. Peró i pony che vide non sembravano accorgersi di niente, e questo la tirò un po’ su. Non voleva mostrarsi debole di fronte agli altri.

«Allora, non so se siete mai stati in questa pasticceria, vi assicuro che è la fine del mondo!» annunciò ad un certo punto il puledro indicando un piccolo edificio. Fuori aveva dei tavolini che lo facevano assomigliare ad un grazioso ristorante, e dalle porte usciva un meraviglioso profumo di dolci. La giovane unicorno avanzò qualche passo, guidata dal magnifico aroma, dimenticandosi per un attimo la sua sofferenza e pensando invece a cosa avrebbe potuto mangiare per merenda.

«Sembra carino!» commentò Glitter Drops sedendosi ad un tavolino.

«Ci mettiamo qua fuori? Sta uscendo anche il sole!»

«Per me va bene.»

«Anche per me - si intromise Spring Rain - che ne dite, vi posso offrire qualcosa a sorpresa?»

«Non so se fidarmi di te...»

Glitter Drops gli lanciò un mezzo sguardo malizioso, ma lui si mise a ridere.

«Dai su, lo sapete che sono un buon gustaio, vi prendo qualcosa di delizioso!»

«Basta che non sia qualcosa alle more - ammonì la giovane puledra - sai bene che non le sopporto.»

Spring Rain posò al tavolo lo zainetto che si stava portando dietro e corse dentro alla pasticceria.

Glitter Drops si voltò verso la sua amica, sforzandosi di farla sorridere.

«Non è una bella giornata? Io adoro il venticello autunnale e le foglie che cadono! Hanno tanti bei colori… sai, un anno mi piacerebbe partecipare alla Corsa delle Foglie!»

«Sarebbe una bella esperienza immagino. Io farò il tifo per te per tutto il tempo!»

Glitter Drops ridacchiò, per poi spiegarle che non si trattava di una competizione e non le interessava arrivare prima.

«Sarebbe comunque qualcosa di cui andare fieri...» cercò di convincerla lei.

«Sai invece una cosa di cui dovresti andare tu fiera?» la interrogò l’amica, guardandola negli occhi.

«Di cosa?»

«Di quella.»

Glitter Drops indicó con lo zoccolo l’occhio dell’amica, riferendosi alla cicatrice.

Lei si sentí un attimo a disagio, e si abbassò ulteriormente il cappello sulla faccia.

«Non credo che sia qualcosa di cui vantarsi...» borbottò ferita, distogliendo lo sguardo.

«Non è una bella cosa, ma puoi sfoggiarla come ferita di guerra!»

La giovane unicorno osservò l’amica che stava dicendo cavolate, ma credette di intuire che lo stava facendo per tirarla su di morale.

«Devo ammettere che non ti sta troppo male.»

«Tu… dici?»

Istintivamente se la toccò, e la sentì bruciare appena. Si stava ancora rimarginando per bene.

Glitter Drops annuì.

«Certo, non averla sarebbe stato meglio… ma ora che ce l’hai, puoi vantarti del tuo coraggio e del tuo eroismo sfoggiandola. A livello estetico è una bella cicatrice.»

Forse la sua amica era diventata stupida, pensò lei, o forse semplicemente continuava ad essere troppo pesante e priva di tatto quando provava a consolare qualcuno, come era sempre stata. Ma nonostante tutto, i suoi discorsi riuscirono a strapparle un sorriso. Forse la sua amica aveva ragione. Forse doveva solo riuscire ad accettare la cosa e a convertirla in un vantaggio.

Ma mai avrebbe accettato di aver perso il suo corno.

Ricordandosene, si rabbuiò e abbassò lo sguardo, sospirando.

Spring Rain tornò da loro facendo levitare con la sua magia azzurra un vassoio pieno di leccornie.

«Che ne pensate? Vi assicuro che sono buonissimi!»

Afferrò un bignè e se lo divorò in un sol boccone.

«Tutta questa roba ti sarà costata una fortuna!»

«Non puoi offrircela tutta, lascia che ti paghi la mia parte!»

Ma il giovane declinò le offerte.

«Tranquille, il pasticcere è un mio amico e mi ha offerto questo delizioso vassoio! Ringraziate lui se dovete ringraziare qualcuno!»

I tre puledri passarono una buona mezz’oretta a degustare le crostate di fichi, le mele caramellate, i bignè alla crema, i tortini alla frutta… parlarono del più e del meno, dell’autunno, di cosa stavano facendo a scuola i due amici, della Corsa delle Foglie di quell’anno… parlarono di molte cose, ma non toccarono l’argomento corno-spezzato della loro amica, e questo a lei non dispiacque affatto.


Finita la merenda, i giovani pony si incamminarono verso il centro.

«Oh cara, che bel cappello!» notò la fioraia nel voltarsi verso la puledra.

«La ringrazio Moonglow!» rispose lei alzando uno zoccolo in segno di saluto.

«Sapete… - confessò ad un certo punto - in effetti… uscire un po’ mi sta facendo bene… mi sento più tranquilla.»

«Sono felice che tu stia meglio.»

Spring Rain e Glitter Drops le sorrisero, mentre la stavano pian piano scortando verso uno degli spazi verdi del paese.

Un sofficee venticello le accarezzò la criniera, e il sole che dei pegasus pony avevano liberato dalle nuvole la stava adesso riscaldando coi suoi tiepidi raggi autunnali. Fuori dal borgo di case a trullo del suo paese, molte morbide colline deliziavano lo sguardo degli abitanti. Nella stessa cittadina si trovavano dei lotti verdi, piccoli parchi pubblici dove solitamente i giovani pony andavano a giocare o chi ne aveva portava i propri animali domestici a fare una passeggiata. Glitter Drops e Spring Rain indirizzarono la loro amica proprio in uno di questi.

«Qui al parco?»

Domandò lei sorpresa, guardandosi intorno. Sembrava che non ci fosse altro pony nel parco a quell’ora del giorno.

«Sì - Spring Rain le fece strada verso il centro del prato - non c’è nessuno, vedi?»

«Ho notato...»

«Ecco - iniziò Glitter Drops - io e Spring stavamo pensando ad una cosa...»

Il puledro azzurro accese il corno ed estrasse dal proprio zaino una palla verde e gialla, grande quanto le loro teste.

«Che ne dici di provare?»

Glitter Drops e Spring Rain la guardarono con serietà, aspettandosi una sua risposta.

Dapprima lei non capì, ma dopo qualche secondo realizzò che stavano parlando del suo corno.

«Cosa...!? No… non credo che sarebbe una buona idea...»

Iniziò a scuotere la testa, indietreggiando come per allontanarsi da quell’offerta.

«Hey… - cercò di tranquillizzarla la sua amica - tentar non nuoce, no?»

«Non uso il mio corno dal giorno dell’incidente - cercò di difendersi lei - non so neanche se funzionerà! Probabilmente non riuscirò neanche ad accenderlo...»

Sentì la sua gola bruciare mentre pronunciava queste parole, come se fossero state affilate come lamette e l’avessero graffiata nell’uscire. Sentì una lacrima affiorarle all’occhio destro, ma se la asciugò prima che i suoi amici potessero notarla.

«Non ricordi il nostro patto?» provò allora Spring Rain avanzando di qualche passo.

«Sì, il nostro patto - ribadì Glitter Drops sfoggiando un mesto sorriso - un giorno tutti e tre saremo andati alla Scuola per Unicorni Dotati di Princess Celestia!»

Lei abbassò la testa, sentendo una morsa di delusione stringerle il cuore. Avrebbero dovuto provare ad entrare quello stesso anno, si erano ripromessi più volte. Ogni autunno si svolgevano dei test d’ingresso a Canterlot, che avrebbero potuto garantire l’accesso alla Scuola ai piccoli unicorni prodigi. Lei, Spring Rain e in seguito Glitter Drops avevano deciso che sarebbero entrati in quella Scuola, ad ogni costo, e dal giorno in cui avevano stipulato il patto si erano allenati costantemente con la magia, migliorando di giorno in giorno.

L’ultima volta che si erano allenati, però, nel loro posto segreto - una radura rigogliosa nel mezzo della scura Evefree Forset - era successo il disastro, e da quel giorno l’argomento non era più saltato fuori. Fino ad ora.

«Comunque il tuo corno ricrescerà - la cercava di convincere l’amico - ma nel frattempo, magari, funziona lo stesso!»

«Andiamo, cosa potrebbe succedere?»

Lei rimase a guardare in basso per un po’, poi alzò la testa e si guardò intorno. Non c’era nessuno nei dintorni. Nessuno che avrebbe potuto vederla col corno spezzato, nessuno che avrebbe potuto ridere di lei.

Gonfiò il petto, cercando di farsi coraggio, e poi rispose.

«...va bene. Ci proverò.»

I suoi due amici esultarono di gioia, scambiandosi occhiate entusiaste. Glitter Drops scivolò alla sinistra dell’amica e Spring Rain le posò la palla davanti, prima di indietreggiare di qualche passo.

«Quando ti senti pronta, prova a sollevarla.»

La giovane unicorno inspirò profondamente, poi si tolse il cappello a fiori che l’aveva protetta da sguardi indiscreti fino a quel momento.

Piantò gli zoccoli ben nel terreno, puntanto il moncone del corno verso la palla, dopodiché provò ad accenderlo.

Erano passate alcune settimane dall’incidente, e quando riprovò a farlo brillare sentì solo un forte bruciore.

«...non sta succedendo niente...» borbottò, delusa.

In cuor suo aveva sperato di riuscire almeno ad accenderlo.

«Hey, non buttarti giù così! Sei solo un po’ fuori allenamento, prova a metterci più grinta!»

Il volto speranzoso del suo amico riuscì a riaccenderle la speranza. Annuì, con più decisione, e riprovò. Si sforzò non come se avesse dovuto sollevare una palla, ma come se volesse sollevare un grosso e pesante macigno. Ad occhi chiusi, sentì il suo corno iniziare a bruciare, ma oltre a questo avvertì qualcos’altro. Come una scossa, che percorse la leggera frattura alla base del moncone. Rabbrividì, sforzandosi di aprire gli occhi, ma non volle spegnere il corno. Stava succedendo qualcosa, e forse se si fosse sforzata ancora di più sarebbe riuscita a farlo rifunzionare. Si concentrò mettendoci l’anima, con lo sguardo fisso verso la palla che sbeffaggemente la stava come sfidando. Intensificò il flusso magico, e sentì una scintilla scaturire dal pezzo di corno. Poi un’altra. Poi un’altra ancora.

«Vai, continua così!» esultò la sua amica al suo fianco.

«Ci stai riuscendo!»

Ma c’era qualcosa che non andava. Quelle scintille bruciavano, il suo corno bruciava, e soprattutto erano azzurre, non viola. La sua magia era viola, questa era celeste e molto più brillante.

«Non… non riesco a indirizzarla… - ansimò - non riesco a...»

Ma in quel momento sentì uno scoppio. I suoi amici urlarono dallo spavento, indietreggiando, quando un fascio di scintille e fulmini investì il pallone e tutto il terreno lì attorno, bruciando l’erba e le foglie secche cosparse per terra.

«Non posso fermarla!» urlò, presa dal panico, mentre saette azzurre continuavano ininterrottamente a esplodere  davanti a lei e ai suoi amici. Glitter Drops si voltò e corse via, verso gli alberi che circondavano il parco, mentre Spring Rain rimase immobile a fissarla per qualche altro secondo.

Lei sentiva il proprio moncone bruciare terribilmente, e la testa iniziò a girarle violentemente. Cercò di allontanarsi dai suoi amici, ma inciampò e cadde. Sentì una voce urlare, e il cuore le balzò in petto per la paura di aver urtato uno dei suoi due amici. Cercava di spegnere quel maledetto corno in tutti i modi, ma senza riuscirsi da sola alla fine conficcò la faccia dentro il terriccio del parco, sperando che il terreno le potesse venire in soccorso. Nonostante sembrasse strano, funzionò.

La scarica si estinse, il suo corno iniziò a pulsare dal dolore, ma smise di bruciare. Con gli occhi chiusi, il volto rigato dalle lacrime, rimase ferma in quella scomoda posizione per qualche secondo.

Quando finalmente si decise ad alzare lo sguardo,  si ritrovò di fronte ad uno spettacolo spaventoso: un cerchio d’erba completamente bruciato, con qualche filo scuro che spuntava qua e là; la palla era stata sbalzata lontano. Di fronte al luogo del delitto, il suo giovane amico giaceva a qualche metro di distanza, sull’erba. Immobile.

“L’ho ucciso!” fu il suo primo pensiero. Una ragnatela di orrore iniziò ad espandersi per ogni cellula del suo corpo, sentiva il petto scuoterlese di singhiozzi confusi, impauriti, le gambe tremarle come non mai. Provò ad avvicinarsi. Lo vide muoversi, mugolare. Ma ormai era terrorizzata e troppo scossa per potersi calmare.

«Non volevo! Mi dispiace, non volevo!» mugolò tra un singhiozzo e l’altro, mentre lacrime salate le scorrevano lungo il giovane muso.

«Non era quello che volevo… mi dispiace… non so cosa sia successo...»

Cercò di offrire uno zoccolo tremante all’amico, che però si alzò senza accettare il suo aiuto, guardandola per un attimo con gli occhi colmi di paura. Aveva indietreggiato di qualche passo, guardandole il corno come per accertarsi che fosse veramente spento.

«Non… non è stata colpa tua...» ma nonostante cercasse di farla star meglio, il tono di Spring Rain tradiva la paura che stava ancora provando.

«Spring! - urlò Glitter Drops uscendo dal suo nascondiglio - Stai bene? E’ stato un bel volo!»

“Un bel volo?” si chiese lei, col terrore di scoprire cosa significasse. Aveva sbalzato via il suo amico con un fulmine?

«Sì… sì, sto bene… è stato spaventoso, più che altro...»

Glitter Drops abbracciò il suo amico, e poi voltò lo sguardo verso di lei.

«Mi dispiace così tanto… è… qualcosa nel mio corno… non funziona più come dovrebbe, non riuscivo a controllarlo e...»

«Non importa - la interruppe con un certo distacco Glitter Drops - è meglio se torniamo a casa adesso.»

La giovane unicorno ci asciugò le lacrime, cercando di smettere di tremare. La testa le faceva ancora male, ma la cosa più dolorosa era vedere i suoi amici guardarla in quel modo, guardarla come se fosse una sorta di belva pericolosa. Mentre seguiva a distanza i due pony, sentiva dentro di lei sfilacciarsi, passo dopo passo, l’amicizia che l’aveva legata sin dall’infanzia ai suoi due migliori amici.

Li sentiva distanti, come se una coltre di nebbia fosse scesa tra lei e Glitter Drops e Spring Rain.

Mentre avanzava a testa bassa, con il cappello calato sul viso, sentiva che niente sarebbe stato più come prima. Se fino a quel giorno aveva segretamente coltivato la speranza che il suo corno potesse tornare a funzionare, potesse ricrescere… adesso, come schiacciata da un pesante macigno, anche la sua ultima speranza era andata in pezzi. E oltre a quella, anche il legame che l’aveva legata teneramente ai suoi amici si stava incrinando, lo poteva quasi avvertire fisicamente.

Il vuoto dentro di lei continuava ad allargarsi, inesorabilmente.





https://gyazo.com/b4992a3fe3afe4823757ebad72f337c9 ----------------------------
Commento d'autore
Il secondo capitolo della fan fiction basata sull'estratto di "The Stormy Road to Canterlot". Mi farebbe molto piacere sentire dei vostri pareri con delle recensioni!

Spero che la storia sia di vostro gradimento. Qui allego il link del libro da cui ho tratto ispirazione, un estratto offerto dalla Hasbro sulla storia di questa magnifica villain:

 https://www.hasbro.com/common/assets/image/Printables/f0c7980050569047f5de28496ca8092b/99141fe650569047f5a192596fd00d7b/991A025850569047F5CFEE3FE09E84AD.pdf


  
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