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Autore: queenjane    14/11/2017    0 recensioni
Riprendendo spunto da una mia vecchia storia, Beloved Immortal, ecco il ritorno di due amati personaggi, due sorelle, la loro storia, nella storia, sotto altre angolazioni. Le vicende sullo sfondo tormentato e sontuoso del regime zarista.. Dedicato alle assenze.. Dal prologo .." Il 15 novembre del 1895, la popolazione aspettava i 300 festosi scampanii previsti per la nascita dell’erede al trono, invece ve ne furono solo 101.. "
Era nata solo una bambina, ovvero te..
Chiamata Olga come una delle sorelle del poema di Puskin, Onegin ..
La prima figlia dello zar.
Io discendeva da un audace bastardo, il figlio illegittimo di un marchese, Felipe de Moguer, nato in Spagna, che alla corte di Caterina II acquistò titoli e fama, diventando principe Rostov e Raulov. Io come lui combattei contro la sorte, diventando baro e spia, una principessa rovesciata. Sono Catherine e questa è la mia storia." Catherine dalle iridi cangianti, le sue guerre, l'appassionata storia con Andres dei Fuentes, principe, baro e spia, picador senza timore, gli eroi di un mondo al crepuscolo" .... non avevamo idea,,, Il plotone di esecuzione...
Occhi di onice.
Occhi di zaffiro."
"Let those who remember me, know that I love them" Grand Duchess Olga Nikolaevna.
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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  “.. lo ho salutato, Andres, raccontandogli che avrebbe smesso di soffrire..  Potevamo rimanere, io e Catherine, quando lo abbattevamo, per non lasciarlo solo..” Mio marito gli passò un braccio intorno alle spalle, annottando che erano più ampie, era cresciuto davvero in quel lungo anno, se ripensava alla crisi che lo aveva quasi ammazzato, per il raffreddore era davvero un miracolo che fossero lì, ammaccati e lucidi e sempre loro, cercava di confortarlo.
“Perché non mi ha voluto..Mi ha fatto capire che non era il caso..”Scrollò le spalle “A casa abbiamo un cimitero per i nostri animali, sai cani e gatti.. Un piccolo angolo di un’isola artificiale, quella dei bambini, si chiama, con una casa, un ponte..Ma Castore.. direi qui, lui stava bene qui” ù
“Sulla spianata dove andavano ad allenarsi, è un bel posto Zarevic.”
“Lui era come quei cavalli da guerra.. Correva e saltava nel vento, era bello starli a vedere.. E mi dava retta, ci sono stato al passo, a volte al piccolo trotto..”Sorrise, nonostante la tristezza, era bravo e sapeva che era un segno, immenso, della fiducia che avevo in lui. “Poi Catherine è andata da Alexander.. credi che gliele darà?”
“No.. lei non alzerebbe mai le mani su un bambino, la violenza porta solo violenza.. “
“Ma ha fatto una cosa grave..”
“Cercherà di ..farlo riflettere, ne ha prese così tante quando era piccola, senza ragione, che non lo rifarebbe mai “ l’ultima frase in spagnolo, che Alessio non comprese. O finse, a quel punto non avrei saputo valutare. E capì un’altra faccenda “Andres, lo ha abbattuto Cat” disse  alla fine “Alessio, domandalo a lei” “Allora è un sì..” fiatò
“Zarevic, Aleksey.. ormai hai imparato a conoscerla”
“Sì e  no, ma fa male”
"Amare fa male, e ne vale la pena.."
"Allora sono grande, eh.."

“.. lo ho abbattuto io, Olenka, non ho voluto che lo Zarevic rimanesse lì, poi ho ordinato che fosse messo in una spianata poco distante dalla Stavka, dove andavamo ad allenarci, un prato che in primavera si riempie di fiori, luci ed erba. E sono rimasta fino alla partenza con mia madre, Sasha e mio zio, che andrà a svernare in Crimea, con gesso e sorella e nipote.. Lasciando ad Andres l’onere e l’onore di molti suoi compiti.. Ti scrivo, che, come un animale cerca la fuga, io la solitudine, il silenzio, come se fosse un disonore avere debolezze.. Già. Come fai a sopportarmi, Olga? A volte sono così fissata e insopportabile che non mi reggo io per prima, a tra poco che sta arrivando lo Zarevic”
“.. una piccola nota, non ho letto quello che ha scritto, mi dispiace così tanto, Olga..Ho abbracciato Cat da dietro, ho rievocato alcuni buffi episodi, sono riuscito a farla sorridere.. Per un poco, che le spiaceva,e ho visto i filmati, di quando era in Spagna, per la seconda e la terza volta.. E sono rimasto IO basito..le cose divertenti che ha fatto le so sempre a rate, mica lo sapevo che aveva ucciso un lupo o che a 14 anni filasse come una vera amazzone” come no, lo sapeva, incurante. “ A letto, zarevic, ti racconto qualcosa..” “ Certo”
Le bolle di sapone.
Una risata.
La gioia. Nonostante tutto.

“.e’ stato dolcissimo, senza essere lezioso, sapeva che ero triste, le proiezioni cinematografiche una idea di Andres, una copia che ci ha mandato Marianna, mia cognata, giuro che non le avevo mai viste..In effetti, sono rimasta spiazzata .. 1909, 1910.. Io e la marchesa Cepeuda andavamo in giro, di tutto un poco, esplorando i dintorni (.. diciamo che giravo molto da sola, una libertà incredibile, che ho ben apprezzato..).. Il torrente, il capanno di caccia, una radura in cui crescevano i melograni.. l’ospitalità della gente, poche parole e ti offrivano un bicchiere di vino e pane e prosciutto.. Nulla del lusso di quando vi era la regina Ena e il re Alfonso, alla grande caccia.. E il branco di cavalli inselvatichiti che corrono sul prato, io che mi avvicino ad uno.. mah.. la mia attuale cognata non mi ha trucidato per miracolo..Pensieri sconnessi, come me stasera Olga.. Nonostante il dolore rido, ora vado a mettere a letto lo zarevic, è tardi e siamo stanchi. “ tardi era per Alessio, per la cronaca le undici di sera, ignoravo il resto, la perdita, le ulteriori disfatte. Che il giorno dopo, senza saperlo, era l’ultimo che passava al Quartiere Generale, la mattina non si voleva alzare. “Va bene..rimaniamo così.. tranne che alle otto  ti butto giù, ti vesto anche se non vuoi” “Sono stanco.. mettiti qui” scherzando“Solo un poco” Alla fine ci alzammo, abitudini consolidate, la colazione, il bagno, studiare.. Sono contenta di non essere stata brusca, impaziente, come un presagio.
E di averlo portato a passeggio nei prati, il fiato che diventava ghiaccio e condensa,  per sparare ai bersagli, accogliendo la sua gentilezza, un braccio passato sulla vita, lui una carezza sui corti capelli castani, reciproca concessione una foto, le stelle diventavano blu, come la mia gonna, lui ride di non so cosa, ci hanno immortalato così, allegri e tranquilli.
La sera gli feci le mie famose patate francesi, ovvero patatine fritte, ridemmo, la quieta prima del disastro.

“.. curiosa di vederle, in quella foto dove hai 14 anni e sei di profilo, tenendo le redini sei radiosa, assorta, una Fuentes in fieri. E sei venuta davvero bene, che non ti ha chiesto di metterti in posa. Chissà a cosa pensi.. Forse all’epidemia di proposte di matrimonio di cui eri stata oggetto, che si rinnovarono la volta successiva.. Davvero, Catherine, portavi i capelli sciolti, eri solo una ragazza, che non aveva ancora compiuto il suo ingresso in società e .. Od, ancora, riflettevi sul lupo che avevi abbattuto..??La Spagna ti è piaciuta, sempre, altro che storie, ora occorre vedere come è Ahumada e dintorni, quando venite?..Ti voglio tanto bene, Kitty Cat. Al diavolo quando sei insopportabile, sei sempre troppo dura, difetti ne hai, se fossi perfetta non saresti tu..” lessi, attribuendo le lacrime alla stanchezza e alla commozione, per scritto ritrovavo le battute dello zarevic, era  rimasto per l’ennesima volta da me, a cena, dopo no, purtroppo.
 “..che storia è che R. è sparito? Lo zar ha letto i telegrammi di Tua Mamma, che chiedevano di ritornare, Alessio era scocciato di lasciare la Stavka, spera di ritornare presto, che ora ha preso il via, tra studio, ispezioni e quanto altro.. Sarà splendido, una volta grande, quando vestirà l’uniforme..” intanto lo avevo messo a letto nel vagone del treno imperiale,
“Cat..”gli avevo rimboccato le coperte, tralasciando che mi si era stretto addosso
“  Alexei.. domani sei al Palazzo di Alessandro, torni  a casa per il natale ortodosso, e anche prima . Rivedi la tua mamma e le tue sorelle, saranno contente.”
“ Voi cattolici avete già festeggiato..”un massaggio sulla schiena, tra le scapole, a volte fosse diventato un angelo ansioso
“ E tu dietro, con mezzo calice di champagne..”
“ Ci troviamo, vero ? “ la voce incerta, i toni rotti in bilico tra l’infanzia e l’adolescenza
“Certo, che pensi.. mica ti liberi di me.”.
“Prometti che non mi lasci..”
“Alexei, ora che hai l’ansia....Certo che non ti lascio. Vengo quando vuoi. Promesso.”
“Va bene.. mettimi il pannolino, per favore, per sicurezza”
“Alessio, no..”
“Sì, ti prego”
“No, sei grande” tacendo che a volte glielo avevo messo per sicurezza, quando era esausto e lo avevo cambiato senza rilievi.
“Tanto poi me lo mettono, che credi, fallo te, per piacere, hanno ancora paura che cada nell’andare in bagno e ..me lo mettono ancora, sei la sola che la notte si alza per accompagnarmi in bagno ” una pausa straziante, non lo feci supplicare oltre, alla fine rotolò sulla schiena, mi tese le braccia, lo raccolsi contro di me.
E piccoli sussurri, la neve cadeva leggera, un attimo incantato, mi baciò, si fidava, aspettai che si addormentasse, gli lasciai un biglietto sotto il cuscino Ciao, zarevic.. un pensiero, per dirti buongiorno, ti ho dato un bacio, prima di venire via, fai conto che sia quello del buongiorno, appunto Un abbraccio Catherine ps Mi manchi già da ora” . Lo avevo scrutato per un pezzo, prima che il treno partisse, eri il mio bambino zarevic, guai a chi ti faceva qualcosa.

“.. Carskoe Selo, 1 gennaio 1917, 14 pomeridiane. Al volo, Cat, ti scrivo al volo. Come sai il 30 dicembre abbiamo saputo che R. era sparito, che la sera precedente era stato a palazzo Jussopov, per una visita a Irina.. [moglie di F. Jussupov] e si erano sentiti degli spari ed aveva detto che si sarebbe recato lì alla nostra cara V. Mamma si è allarmata nel  corso del giorno seguente, che a metà pomeriggio la polizia ha trovato macchie rosso scuro vicino al ponte Petrovskij sulla Malaja Nevka,  un punto in cui il ghiaccio è sottile e ben può sparire un cadavere. Vicino una soprascarpa marrone, che una delle figlie di R. ha riconosciuto come sua. Allo Yacht club non si parlava di altro, che era morto, che vi erano implicati Jussupov, marito di mia cugina Irina, e Dimitri, il nostro amato cugino, che è apparso pallido e provato. Jussopov ha negato ogni presunto addebito, ha spiegato che gli spari uditi erano dovuti agli eccessi di una festa, che avevano ucciso un cane e lo avevano buttato nella Neva.. Dimitri negli ultimi tempi aveva fatto spesso visita a R., ora ne capisco il motivo.. Papa è tornato con Alessio a Carskoe Selo, la situazione è difficile, Mamma e Anna V. piangono..(..) Hanno ritrovato il corpo all’alba, congelato e mutilato.. “
“… Olga .. mi spiace”
.. Mamma ha chiesto che la polizia le consegnasse tutto quanto trovato addosso al corpo, la camicia insanguinata, un braccialetto di platino con il monogramma imperiale, una piccola croce d’oro che portava al collo, sarà seppellito il 3 gennaio in un angolo del parco di Carskoe, ove la V. vuole fare costruire una chiesa.. Mi sento così egoista, distante, vedo il dolore di mia Mamma e della V. e mi pare tanto artefatto, teatrale..“
“Cat, puoi venire a Carskoe Selo per favore con Andres? Mi manchi tanto. Alexei”
“Siamo già in viaggio, Altezza imperiale, mi mancate”


Quando arrivai aspettai di essere in privato per abbracciarlo, mi misi in ginocchio e lo raccolsi addosso
“Cat”
“Alessio, io per te, te per me, ci teniamo al sicuro a vicenda”
“Certo” mi accarezzò i capelli raccolti in un morbido chignon, tenero e dolce
“Meglio che possiamo”
“Sicuro” feci una pausa, avessi avuto un metaforico specchio mi sarei rivista nel passato cercando di essere migliore, i ricordi non erano più un tormento “Sempre”
“Cat.. dammi fiducia”
“Certo, ripeto” gli posai una mano sulla guancia, me la baciò e ci rialzammo, in mutuo accordo decidemmo che sarebbe rimasto tra noi.
Mi porse il braccio, splendido e garbato, la sua uniforme perfetta contro il mio vestito di seta crepe de Chine color zaffiro, facevamo un figurone.
“Olenka ti aspetta, è triste” triste per sua madre, le altre ragazze avevano il viso gonfio, era morto un “santo”, un martire, il profeta che parlava del mare e delle nuvole e peccava come un sibarita. Mm ..

“Catherine. Amica mia”
“Sorella mia”, mi scappò di bocca
“Alla fine siamo sorelle onorarie” Olga mi cullò tra le braccia, ero corsa verso di lei, il mio rifugio, mi sfiorò il naso contro il suo, la punta era sempre fredda “Come state? Tu e il mio nipotino, onorario”
“Affamati, ma ce la caviamo..Tu?” mi serrò la schiena con un braccio “Ora ti racconto, è orribile” nel suo salottino privato, quello che divideva con Tata, sedetti sul divano a fiori, il fuoco crepitava, un libro era sul bracciolo, la scrivania piena di fogli, pareva una tranquilla scena e aveva il viso livido per le occhiaie.
Olga.. 
   
 
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