#6 Perdita
Carta: Sei di picche
Significato:
Tradizionalmente rappresenta un
completamento, la fine di una fase e l'inizio di una fase nuova. Può indicare
qualcosa che termina in modo definitivo, la necessità di liberarsi di qualcosa
che non funziona come dovrebbe.
Fandom: Legends of Tomorrow
Episodio: 1x 06 – Il mio nome è Connor
Hawake
Personaggi:
Leonard Snart
Tutti pensano che Mick sia solo muscoli. Tutti pensano
che tu sia la mente, e lui il braccio. E ti fa comodo, ti piace, lasciarlo
credere. Ma Mick non è uno stupido; o non lo avresti scelto come complice. A
questo però nessuno ci pensa.
Ecco perché fa male vederlo così bene, re di una città
distrutta che brucia. Ecco perché non ti puoi permettere di restartene lì e
nemmeno di lasciarcelo.
Stronzate che lo fai per lui o per la squadra. Lo fai
per te. Perché hai già perso troppo nella tua vita. E non vuoi perdere anche
Mick.
Che Snat è egoista orami
l’ho detto fino alla nausea.
Posso solo sottolinearlo ancora e ancora. Ma ripeterlo
no. Chè le ripetizioni stufano. Quindi: anche se in
questa drabble più che altrove forse si vede il
Leonard egoista, ma davvero davvero egoista, voglio
parlare di altro. Voglio parlare di Mick. Di quest’uomo grande e grosso e
cattivo (perché sì, Mick è “cattivo”. E benedetto sia il rovesciamento del
punto di vista che ci fa amare anche un piromane. Oltre a un ladro di banche.
Occasionalmente assassino) e che in fondo in fondo è molto più umano di quanto
lui stesso voglia ammettere.
Mi è sempre piaciuto immaginare che, in un qualche
modo, Mick rappresenti la parte umana di Snat. Non
perché Len, di umanità, non ne abbia; assolutamente!
Solo. Mi piace immaginare che per Snart Mick sia la
personificazione del bisogno di ricordarsi di essere umani. Che è, che sono,
anche esseri umani.
E sì: nessuno mi toglierà dalla testa l’idea che Mick
non è uno stupido. Fa solo finta di esserlo. Perché il miele attira più dell’aceto.
E sembrare stupidi è più efficace che sembrare intelligenti. Avvicina più gente
uno stupido che un cervellone. Di certo.
Quindi. Quindi quando nel sesto episodio si ventila la
possibilità che Mick abbia trovato la sua dimensione, in una Star City distopica e apocalittica, mi piace immaginare che Snart abbia avuto paura. Ma paura vera: terrore. Di perdere
l’amico, il complice, l’umanità (il ricordo personificato dell’umanità) che per
lui è Mick.
E per favore, no: non parlatemi di manie di controllo.
Len le avrà anche; ma utilizzarle come scusa per il
rapporto fra Snart e Rory è
riduttivo. E semplicistico. E non ci sta. Punto.