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Autore: Rohhh    19/11/2017    1 recensioni
La ventunenne Ashley, dopo essere stata cacciata via da casa da sua madre ed essersi ritrovata completamente sola in una città a lei sconosciuta, ha riscoperto la serenità che cercava nel suo nuovo gruppo di amici, conosciuto grazie al fortunato incontro con Terence, un ragazzo gentile e premuroso e sua sorella minore Michelle, che le ha offerto una stanza nell'appartamento che condivide con altre tre ragazze. Con un lavoro che le permette di mantenersi gli studi che ha sempre desiderato e la vicinanza delle amiche, tutto sembra procedere liscio per Ashley, ma il ricordo del suo triste passato arriva spesso a tormentarla e l'unico che misteriosamente riesce a darle sollievo da quei pensieri è Matt, un ragazzo odiato dai suoi nuovi amici per motivi non ben chiari e considerato da loro come un vero e proprio nemico da cui stare alla larga. Ashley, nonostante sia conscia della fama del ragazzo nel suo gruppo, in un momento di disperazione e debolezza, finisce per cedere e commettere con lui un errore che la perseguiterà e che presto finirà per pagare caro.
Ma, forse, non tutto ciò che sembra perduto per sempre lo è davvero...
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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Ciao care lettrici
Chiedo scusa per l'attesa ma come avevo accennato sono molto più impegnata adesso e fatico a trovare del tempo libero per rilassarmi e lasciarmi isipirare. Dipende anche dalle giornate quindi non escludo che magari la prossima volta invece possa aggiornare in pochi giorni, chissà!
La storia non la lascio comunque, questa è una super certezza!
Ultimi capitoli in cui cerco di appianare un po' le cose per prepararmi al seguito!
Ringrazio tantissimo tutte coloro che si sono aggiunte di recente e mando un grosso abbraccio alle altre, cerco sempre di curare i capitoli più che posso anche per voi che mi date fiducia seguendo!
Alla prossima ( spero presto)!

Cap. 33 Ghiaccio che si scioglie

 

«Grazie, torni a trovarci e buona giornata!» ripetè meccanicamente Ashley per la centesima volta in quella mattina di Dicembre, mentre porgeva con garbo un grazioso sacchetto rosso, adornato da una stellina di nastro verde, all'ultimo cliente di quella che le era sembrata una fila interminabile.

Riuscì a fatica a indossare l'ennesimo sorriso forzato, i muscoli stanchi del suo viso ne avevano abbastanza di simulare quell'espressione felice che tanto faceva a pugni con il suo reale stato d'animo ma a lavoro non c'era spazio per le proprie questioni personali, bisognava lasciare dietro i pensieri e i problemi e mostrarsi sempre sereni e cordiali con la clientela, anche se a volte era davvero l'impresa più difficile del mondo.

Soprattutto dopo la rivelazione bomba che le era piombata addosso la sera prima.

Ashley sospirò pesantemente e si lasciò andare sulla sedia, gettando indietro la testa e socchiudendo gli occhi per qualche secondo, giusto il tempo di concedersi un attimo di riposo.

Quel periodo dell'anno era terribile, l'avevano avvertita.

Il negozio, solitamente piuttosto tranquillo, si riempiva di un sacco di gente impegnata coi regali di Natale, dato che i libri erano spesso un articolo molto gettonato per quello scopo.

Lei stessa li adorava e in passato aveva esultato ogni volta che qualcuno gliene aveva fatto regalo, eppure in quel periodo ne aveva avuti così tanti tra le mani da arrivare quasi a provarne nausea solo alla vista.

Intrecciò le dita e provò a sgranchirsele, le dolevano tutte le articolazioni a furia di preparare confezioni regalo luccicanti, ritagliare carta, annodare nastrini e fare riccioli con la forbice.

Si voltò appena verso la sua collega Carol la quale, fresca come una rosa, stava ben dritta sul suo sgabello con il suo solito aspetto impeccabile, i capelli ben ordinati, il trucco perfetto sul viso e la nail art appariscente che sbrilluccicava sulle sue unghie curatissime.

Ashley portò allora lo sguardo sulle sue, semplici e corte, e si chiese come diamine riuscisse Carol a incartare regali alla velocità della luce con quella specie di artigli colorati.

Probabilmente era solo questione di abitudine, come tutto nella vita.

«Tranquilla, cara, il Natale è terribile per tutti ma col tempo ci prendi il ritmo!» ruppe il silenzio la voce cristallina della bionda, quasi le avesse letto nel pensiero.

«Sono esausta, mi scoppia la testa e ho un tremendo torcicollo» precisò Ashley con una smorfia di dolore sul viso mentre provava a procurarsi del sollievo stiracchiandosi le braccia senza ottenere però nessun miglioramento consistente.

«Oh, ero proprio come te e adesso guardami! - provò a consolarla la sua collega, indicandosi in tutta la sua perfezione – Se hai intenzione di continuare a lavorare qui dentro alla fine non ci farai più caso, diventerai una specie di robot capace di impacchettare regali ed elargire sorrisi ed auguri ed il tutto contemporaneamente!» affermò sicura.

«Wow, fantastico» commentò piatta la rossa, la prospettiva non era esaltante ma almeno Carol si era rivelata gentile nel cercare di incoraggiarla, così Ashley pensò bene di accennare un sorriso nonostante fosse l'ultima cosa che le andava di fare.

Spostò poi rassegnata lo sguardo dalla sua collega, indaffarata a frugare nella sua borsetta, e non fece in tempo a rilassarsi qualche minuto che si ricordò di una importante questione in sospeso.

Di scatto si sporse in avanti verso la scrivania e cercò freneticamente in mezzo a carte regalo, scartoffie e nastro adesivo, tastando con le mani per individuare dove diavolo fosse finito il suo cellulare, finchè finalmente non sollevò un foglio e lo trovò.

«Fanculo» mormorò tra sè e sè quando si accorse che non c'era nessuna novità, non una chiamata nè un messaggio a lampeggiare sullo schermo.

La sera prima aveva deciso di chiamare Matt per farsi spiegare per quale cavolo di importantissimo motivo avesse ben pensato di tenerla all'oscuro del fatto che Michelle, ai tempi del liceo, fosse stata innamorata di lui al punto da immaginarlo già come padre dei suoi figli e che invece avesse ricevuto un sonoro due di picche troppo difficile da digerire, la reale origine di tutto l'nferno che indirettamente si era ripiegato anche su Ashley.

La sua posizione già fin troppo disperata si sarebbe ulteriormente aggravata se solo Michelle avesse scoperto della loro strana relazione, praticamente vedeva già comparire dinanzi ai suoi occhi un quadro infernale nel quale lei era costretta a rinunciare alla sua nuova vita e ad abbandonare la città pur di evitare la furia della sua coinquilina.

No, probabilmente avrebbe dovuto cambiare pianeta, considerando quanto fosse restia la castana a dimenticare le offese subite.

Per non parlare della delusione che avrebbe letto sul volto delle sue amiche e soprattutto di Melissa, alla quale da poco si era affezionata e che si era dimostrata una vera amica con lei.

In ogni caso il cellulare di Matt era rimasto spento tutta la serata ed Ashley quella mattina, in mezzo alla frenesia generale, non aveva avuto nemmeno cinque minuti liberi per chiamarlo così era riuscita soltano a digitare velocemente un messaggio tra un cliente e l'altro.

Gli aveva scritto semplicemente di dovergli parlare e se quindi quel pomeriggio avesse un'ora da dedicarle ma lui non si era ancora degnato di risponderle, facendole saltare gli ultimi nervi rimasti a posto.

Sbuffò agitata, lanciò il telefono sul tavolo con un brusco gesto e si rigettò di peso sulla sedia, incrociando le braccia con stizza e corrucciando lo sguardo.

Carol, distratta dal rumore, la guardò di soppiatto e inarcò un sopracciglio, sospettosa.

Ashley era particolarmente agitata e scontrosa in quegli ultimi giorni e lei temeva che avesse litigato con il suo bello e tenebroso spasimante.

Il suo sguardo si fece triste: le dispiaceva vederla in quelle condizioni, adorava il lieto fine in amore e aveva cominciato ad avere a cuore quella ragazza così diversa da lei, chiusa e un po' scostante, ma con un animo fragile nascosto sotto quella scorza dura.

«Ashley, c'è qualcosa che non va?» le chiese, esitando appena.

La testa rossa della ragazza si sollevò d'improvviso e i suoi occhi castani, esausti e bisognosi di aiuto, si puntarono sul viso di Carol.

«Ehm, no...è solo stanchezza, non ti preoccupare» mentì infine, per l'ennesima volta fu costretta a tenersi tutto dentro senza possibilità di sforgarsi e lasciare andare via tutte le preoccupazioni e i segreti che si accumulavano.

Un giorno sarebbe di sicuro esplosa se continuava così.

«Hai litigato col biondino?» non si arrese Carol, avvicinandosi con la sedia e sfoggiando un sorriso materno, quasi volesse trasformarsi nella sua terapista di coppia.

«Con chi?» domandò Ashley con voce stridula, sobbalzando sulla sedia e facendosi praticamente smascherare.

Carol ridacchiò soddisfatta. «Ma il tuo ragazzo! E chi altrimenti?» insistette con la sua solita vocina melodiosa.

«Quante volte devo ripeterti che non è il mio ragazzo?» sbottò Ashley arrossendo, impacciata e visibilmente a disagio.

«Oh, avanti, perché negare l'evidenza? Non sarà il tuo ragazzo ma è chiaro che c'è una certa tensione tra di voi, non so se mi spiego! - disse in tono allusivo e aggiugendo un occhiolino - Vi ho visti insieme e ti assicuro che si capisce» le bisbigliò poi all'orecchio dopo essersi sporta verso di lei rischiando persino di cadere.

Ashley rabbrividì e allo stesso tempo provò un insolito calore.

Tutti quei discorsi su loro due, su come apparivano all'esterno e su quale era invece la realtà dei fatti le mandavano in tilt il cervello e lei aveva ancora un'ora di lavoro da sostenere, non poteva certo permettersi di rimbecillirsi proprio alla fine.

«Sto passando un periodo abbastanza complicato e le cose non vanno nel migliore dei modi, diciamo così» si affrettò maldestramente a cambiare discorso, senza confermare nè smentire le impressioni di Carol.

Con sua grande sorpresa la bionda non mise sù il solito sorrisetto malizioso ma si rabbuiò in volto e abbassò lo sguardo, sembrò di colpo aver perso ogni entusiasmo dopo quelle parole.

«Già, è vero – commentò amaramente, incuriosendo Ashley che non l'aveva mai vista così giù – Alla fine il test di gravidanza era negativo» continuò dopo una piccola pausa, fissandola con un'espressione affranta.

Ashley drizzò le antenne e sobbalzò per la seconda volta, andando in totale confusione.

Com'era possibile che Carol fosse a conoscenza di quel dettaglio? Le ragazze avevano già sparso la voce in giro?

«Ah, ma...tu come fai...voglio dire...come fai a saperlo?» riuscì a chiedere nonostante balbettasse terribilmente e non riuscisse più a connettere per l'agitazione.

«Beh, non ci è voluto molto, è stato fin troppo semplice – rispose Carol, gettandola ancora di più nel pallone – e poi avevo preso uno dei più attendibili e dopo ho fatto anche altri accertamenti medici per sicurezza finchè non è arrivato quel maledetto ciclo a distruggere anche l'ultima speranza. Non ci sono dubbi, non sono incinta» concluse con un tono estremamente abbattuto, chiarendo subito l'equivoco.

Ashley fece un sospiro di sollievo: Carol stava parlando di lei, aveva quasi dimenticato della sua fissazione di avere un bambino a tutti i costi seguendo maniacalmente i consigli di quel libro terrificante e qualcosa doveva non essere andata nel verso giusto.

Era davvero buffo notare quanto quello stesso risultato del test avesse assunto un significato completamente diverso e opposto per loro, una tragedia per Carol e una bellissima notizia, al contrario, per Ashley.

«Oh, ma intendi il 'tuo' test!» esclamò la rossa, sollevata dopo aver sudato freddo in quei minuti.

Carol la guardò come si farebbe con un'aliena «Certo che parlavo del mio! Perchè, scusa, di chi altri doveva essere?» le domandò stranita, assottigliando gli occhi nel tentativo di capire cosa frullasse nella misteriosa testolina della sua bizzarra collega.

Ashley gesticolò furiosamente e sorrise nervosa «Ma no, di nessuno, infatti! Ovviamente era il tuo!» si corresse subito, cercando di apparire naturale e non un fascio di tremore, come in realtà si sentiva dentro.

Carol le riservò un'ultima, lunga occhiata sospettosa, poi tornò a occuparsi della sua delusione.

«Non capisco cosa sia andato storto! Ho seguito alla lettera tutto quello che diceva il libro, non ho saltato nemmeno una pagina o un rigo!» si lamentò, mettendo il broncio come una bambina.

«Scusa se mi permetto ma...secondo me devi prenderla diversamente! Lascia stare quel manuale, tutti quei calcoli sui giorni, sui periodi, cosa mangiare e cosa no...Siamo esseri umani e non macchine, è normalissimo che non tutto vada come programmiamo. Non fissarti, vivila spontaneamente e senza forzare e vedrai che la natura farà il resto! Non possiamo controllare tutto, ci sono cose che semplicemente hanno bisogno di fare il loro corso» provò a confortarla, carezzandole una spalla, il suo viso si fece improvvisamente assorto mentre rifletteva sulle sue stesse parole e soprattutto sull'ultima affermazione, che sentiva molto personale per motivi diversi da quelli che riguardavano Carol.

Non poteva avere il totale controllo del suoi sentimenti verso Matt, sentiva che stavano cambiando, si evolvevano, crescevano e scorrevano dentro di lei come un fiume che non riusciva più ad arrestare e la scelta più saggia era forse quella di assecondare la corrente e lasciarsi trasportare se non si voleva finire spezzati.

Tante volte aveva provato a combatterli e si era ritrovata a soffrire, spaccata in due in un'eterna lotta tra cuore e razionalità.

«Forse hai ragione – le sorrise nel frattempo Carol, il suo viso si era rasserenato ed appariva calmo e pacato – e poi stressarsi non fa bene alla salute e anche questo può incidere perciò...cercherò di seguire il tuo consiglio, grazie cara! Sei molto matura, sai?» disse Carol, il viso della ragazza, di nuovo luminoso, portò una ventata di buonumore anche ad Ashley, che si ritrovò a ricambiare il suo sorriso e stavolta in maniera sincera e spontanea.

Non ebbe però tempo di rilassarsi un attimo che un'orda famelica di clienti si fece avanti, pronta ad accalcarsi attorno alla scrivania come un mucchio di zombie ed Ashley scattò in piedi di malavoglia e sbuffò esasperata; Carol al suo fianco le lanciò un'occhiata divertita mentre pensava che quella stramba ragazza aveva ancora tanto da imparare.

Per quel giorno c'era un altro po' da faticare e solo dopo avrebbe potuto dedicarsi alle sue questioni in sospeso.

 

«E così le cose tra te e Melissa procedono a gonfie vele, a quanto pare» concluse Matt, chino davanti al computer, gli occhi fissi allo schermo e al suo lavoro.

Luke sorrise dall'alto dello sgabello sul quale era appollaiato e si aggiustò gli occhiali sul naso.

«Puoi dirlo forte!» esultò al settimo cielo, Matt si voltò verso l'amico e anche le sue labbra si piegarono per sorridere.

Luke a volte era decisamente insopportabile e il suo senso dell'umorismo spesso arrivava nei momenti meno opportuni, ma era stata la sua spalla ogni volta che ne aveva avuto bisogno, anche quando stargli lontano gli avrebbe risparmiato un sacco di rogne, primi fra tutti i problemi con Melissa solo perchè era il migliore amico del peggior incubo di Terence e Michelle.

Eppure lui non l'aveva mai abbandonato, si confermava giorno dopo giorno un sostegno fidato e leale, e vederlo finalmente felice con la ragazza che amava non poteva che fargli un enorme piacere.

«Beh, sono contento per te» gli disse calmo, poche semplici parole che riuscivano a racchiudere il valore della loro grande amicizia e Luke non ebbe bisogno di altro per percepirlo.

Annuì verso la sua direzione, poi rimase qualche secondo in silenzio prima di riempire di nuovo quella stanza con la sua voce allegra.

«Sai, non credevo di potermi innamorare di una ragazza come Melissa, siamo quanto di più lontano l'uno dall'altra caratterialmente ma...da quando sto con lei ho capito che prima guardavo le cose in maniera superficiale. Lei dà importanza ad ogni piccolo gesto ed io invece davo tutto per scontato...e poi sento che il nostro legame si sta rafforzando...ieri mi ha confidato una cosa molto personale – accennò Luke, senza entrare nello specifico per rispettare il pudore della sua ragazza – Si è fidata di me capisci? É così chiusa e timida ma ha deciso di rendermi partecipe di questo lato di sè e io mi sento quasi privilegiato, non so come spiegarlo! Può sembrare esagerato ma è come se fosse nata una confidenza diversa e più forte e tutto questo soltanto parlando! Hai presente quando una persona ti sceglie tra gli altri e si apre, ti mostra la parte più vulnerabile del suo cuore col rischio di poterne rimanere ferita...eppure se ne frega e lo fa lo stesso, se ne assume il rischio e si affida a te al cento per cento...» continuò poi, rivolgendosi a Matt.

Il biondo rimase colpito da quell'ultima parte del discorso, abbassò lo sguardo e i suoi occhi pungenti si addolcirono d'improvviso.

«Sì, ho presente...» rispose assorto, la sua mente viaggiò come un fulmine ad Ashley e si rese conto di quanto entrambi si fossero spogliati di ogni difesa, raccontandosi la parte peggiore della propria vita, quella che faceva male e che gli altri si affrettavano a giudicare.

Era successo presto, forse fin troppo, come se fossero stati sicuri che si trattasse della cosa giusta con la persona giusta.

Avevano affidato il loro dolore nelle mani di un quasi sconosciuto e senza pensarci troppo sù.

Le loro anime si erano fidate l'una dell'altra prima che il cuore e il cervello avessero avuto il tempo di farlo, si erano risconosciute come simili e cercate disperatamente.

«E non è una sensazione stupenda?» domandò Luke, fissando attentamente l'amico.

Ovviamente aveva capito che Matt provava le sue stesse emozioni anche se tirargliele fuori era un'impresa quasi impossibile.

«Sì, lo è» rispose Matt, breve e conciso ma lasciando trasparire dal suo tono di voce profondo e dallo sguardo pensoso tutto un universo di sensazioni che teneva gelosamente nascoste.

Seguì un insolito silenzio, come se entrambi fossero troppo impegnati ad analizzare i propri pensieri, poi Luke rialzò lo sguardo e ritrovò l'amico nuovamente immerso nel suo lavoro.

«Ehi, non starai esagerando lì davanti? Perchè non ti prendi una pausa o ti esploderanno gli occhi!» cambiò argomento, riportandolo a qualcosa di meno profondo e intimo.

«No grazie, vado avanti per un altro po', ho una valanga di arretrato e non posso fermarmi. Nei prossimi giorni sarò impegnatissimo, in questo periodo tra feste ed eventi c'è sempre un sacco da lavorare» obiettò Matt, spostandosi con un rapido gesto alcuni ciuffi capelli dalla fronte che gli ostacolavano la vista.

«A proposito di feste...- iniziò allora Luke, cogliendo la palla al balzo – pensi di poter passare il Natale a casa mia o hai intenzione di fare l'orso come al tuo solito e stare rinchiuso a casa da solo a bere birra scadente?» gli propose, guadagnandosi per una frazione di secondo l'attenzione di Matt, che si voltò per lanciargli uno sguardo contrariato.

«Ti ringrazio Luke ma preferisco rimanere qui. Avrò una tonnellata di lavoro da finire... e poi sai come sono fatto. Per me quella è solo una sera come tante quindi non mi impressionerò per nulla a restarmene a casa mia come per il resto dell'anno. Ne approfitterò per fare un salto da mio fratello in quei giorni, sta insistendo così tanto perchè torni a trovarlo e, a dire il vero, anche a me farebbe piacere rivedere mio nipote, perciò...mi dispiace ma sono costretto a rifiutare il tuo invito» disse, staccando un attimo e approfittandone per rinfrescarsi con un bicchiere d'acqua.

Luke scrollò le spalle, in fondo la risposta di Matt non lo aveva per niente meravigliato, ci provava ogni anno ma conosceva bene il punto di vista del biondo e contro la sua testaccia dura era inutile lottare.

E poi non era solo quello, le riunioni di famiglia erano un tasto delicato per lui, toccavano una ferita non ancora del tutto rimarginata nel cuore del suo amico e Luke ne era ben conscio e per questo non si era mai permesso di insistere, trascinandolo in situazioni che avrebbero potuto suscitargli alla mente dei ricordi amari e spiacevoli.

«Peccato, mia madre insiste sempre sul volerti rivedere dall'ultima volta che sei venuto a casa mia e mia sorella Lizzie non fa che chiedermi di te, credo proprio si sia presa una bella cotta...Ah, tranquillo, le ho già spiegato che ormai sei praticamente fuori dalla piazza – ,precisò Luke, con un tono provocatorio che non sfuggì a Matt, le sue iridi azzurre si piantarono minacciose su di lui, rivelando un certo disappunto che lo fece sghignazzare – Che cosa farai mai a queste donne, eh?» aggiunse il riccio, godendosi la faccia esasperata di Matt che si limitò però soltanto a sbuffare.

«Non fare l'idiota, piuttosto perché non ti rendi utile? Non riesco a trovare il mio cellulare, aspetto una chiamata da un cliente e non ricordo più dove l'ho lasciato» gli ordinò bonariamente mentre si affrettava a scrutare ogni angolo del suo disordinatissimo tavolo per cercare di rintracciarlo.

«Agli ordini, capo! - lo schernì Luke, scattando in piedi dallo sgabello e stiracchiando le braccia – se vuoi ti faccio uno squillo col mio così lo trovi subito!» disse, rovistando nella tasca per recuperare il telefono.

«Sarebbe inutile, l'ho lasciato col silenzioso!» ribattè Matt, con la testa infilata dentro uno scatolone.

«Sarà un'impresa allora, qui dentro sembra sia passato un uragano, cazzo!» esclamò Luke, guardandosi attorno terrorizzato e valutando anche di attuare una fuga strategica di fronte al proverbiale disordine di Matt.

«Dai, non fare il drammatico, se cerchiamo in due salterà fuori prima!» insistette Matt, senza sapere che le ricerche si sarebbero invece protratte per una buona mezzora finchè la voce esultante di Luke non pose fine a quell'agonia.

«L'ho trovato finalmente! Vorrei ucciderti Matt, che cazzo ci faceva il tuo telefono dentro l'armadietto del caffè?» sbraitò il ragazzo, esausto e coi capelli ancora più arruffati del solito.

«Era lì? Beh, deve esserci finito stamattina mentre cercavo di uscire dallo stato di coma tipico delle 6 del mattino, imbottendomi di caffeina. Sai, sono piuttosto rincoglionito a quell'ora» affermò pacato il biondo con un sorriso innocente sul volto mentre si avvicinava al suo amico, di sicuro molto meno tranquillo.

«Me ne sono accorto, accidenti a te! Tieni!» sbottò infatti Luke, porgendogli bruscamente il cellulare ritrovato.

Matt pulì con la manica della sua maglia lo schermo, ricoperto da qualche granello di caffè e zucchero, poi diede un'occhiata alle chiamate perse e ai messaggi e sbiancò.

Luke aggrottò le sopracciglia, l'espressione del suo amico era davvero insolita, pareva aver visto un fantasma o qualcosa di ugualmente spaventoso e la cosa ovviamente alimentò la sua curiosità.

«Che ti prende, adesso? Hai una faccia...» gli si rivolse, incrociando le braccia.

Matt esitò, il suo sguardo appariva corrucciato, poi si portò una mano dietro la nuca come se fosse confuso.

«Ah...niente è che...c'era un messaggio di Ashley di due ore fa, dice che ha bisogno di parlarmi e se potevamo vederci» decise di confessare al suo amico, dopotutto lui si era trovato più volte a dover risolvere i loro casini quindi mentirgli sarebbe stato abbastanza scorretto, stavolta.

Luke sudò freddo, l'ultima volta aveva quasi avuto un mezzo infarto per cercare di fare riappacificare quei due e il suo povero cuore non poteva reggere l'ennesima situazione assurda.

«Beh, che aspetti, chiamala allora! Parlatevi, e che diamine! Ti assicuro che non ho intenzione di perdere altri anni di vita per salvarvi il culo, l'ultima volta che è successo c'era il sospetto che tu potessi diventare padre e credo che non riuscirei a gestire un altro stress del genere, ti ho avvisato!» lo ammonì il ragazzo con aria tragi-comica, facendo sorridere involontariamente Matt.

«Tranquillo, lo faccio subito» disse il biondo, poi abbassò lo sguardo e fece per avviare la telefonata quando il display si illuminò proprio col nome di Ashley.

Luke lo esortò con alcuni gesti concitati a rispondere e il ragazzo non perse altro tempo.

«Pronto» pronunciò, cercando di apparire calmo anche se non poteva negare di essere alquanto preoccupato.

Il loro rapporto faceva sù e giù come un'altalena pericolante e, anche se stava imparando a tenere l'equilibrio, il tono del messaggio di Ashley sembrava piuttosto freddo e non lasciava presagire nulla di buono.

«Finalmente rispondi! - esordì lei, senza nemmeno salutarlo, Matt rabbrividì ma non ebbe tempo di replicare che la rossa incalzò – senti, sei in studio?» chiese diretta.

«Sì, certo» rispose Matt, altrettanto schietto.

«Bene...e sei solo?» aggiunse subito, dei rumori di automobili in sottofondo fecero intuire a Matt che Ashley dovesse già trovarsi per strada.

«Veramente no...c'è Luke qui»

«Luke non è un problema, ti dispiace se passo?» continuò lei, con voce sicura e determinata.

La presenza del migliore amico di Matt non la intimoriva, il ragazzo la conosceva ed era al corrente della loro situazione e al momento le importava molto di più chiarire quella faccenda piuttosto che preoccuparsi dei commenti sarcastici del riccio.

«Certo che no, vieni pure!» le accordò, Ashley si spicciò a salutarlo e chiuse in fretta il telefono, lasciando Matt basito e spiazzato.

Doveva avere una grande urgenza di parlargli se non aveva nemmeno fatto caso a Luke e la cosa non era per niente rassicurante.

«Allora?» domandò intanto Luke, curioso.

«Ehm, Ashley sta arrivando» balbettò confuso, abbassando il telefono lentamente e facendo attenzione stavolta di infilarlo in tasca e non in qualche anfratto della stanza.

Il suo amico lo fissò di soppiatto, sforzandosi di non sorridere: vedere Matt così in difficoltà era uno spettacolo a cui non si assisteva tanto spesso e, il fatto che quella ragazza fosse riuscita nell'impresa con solo qualche frase spiccicata al telefono, significava che lui era ormai cotto a puntino e nemmeno se ne rendeva conto.

«Avanti, non fare quell'espressione da catastrofe imminente, magari ha solo una gran voglia di saltarti addosso!» disse il moro, dando anche una sonora pacca sulla spalla dell'amico per fargli intendere ciò che aveva pensato.

Peccato che Matt non fosse dello stesso avviso.

«Sì, credo anche io che voglia saltarmi addosso...per uccidermi, probabilmente» lo corresse mentre mentalmente cercava di ripassare le azioni compiute in quei giorni per capire che diavolo avesse fatto di sbagliato, stavolta.

«Beh, in entrambi i casi non mi va di assistere allo spettacolo, quindi adesso tolgo il disturbo!» disse Luke, indossando rapidamente il giubbotto e avvolgendo la sciarpa intorno al collo.

Non fece in tempo ad aprire la porta che spuntò davanti a lui la figura di Ashley, il suo viso, contornato da alcuni ciuffi rossi e reso ancora più pallido dal freddo, spuntava da sotto il cappuccio del suo parka blu, le labbra della ragazza erano coperte da una grande sciarpa ma gli occhi castani infuocati lasciavano intendere alla perfezione la sua espressione non proprio amichevole.

Luke ammise che la rossa era davvero inquietante, realizzò che forse la previsione del suo amico non era stata tanto sbagliata e in quel momento non avrebbe voluto per niente essere al suo posto.

«Ciao Ashley, è un po' che non ci si vede! Tutto bene?» la salutò con un tono pimpante, ottenendo in cambio un'occhiata poco rassicurante.

«Ciao Luke, più o meno...e tu?» rispose gelida, poi il suo sguardo si diresse in un lampo verso quello del biondo, che nel frattempo la fissava immobile come una statua e apparentemente imperturbabile.

«Io sto bene, grazie» rispose ma si accorse che Ashley non lo degnava più di un briciolo attenzione, era tutta concentrata sul suo amico e adesso tra i due aleggiava una tensione evidente.

«Matt» disse, accennando un sorriso tirato.

«Ashley» ricambiò lui, inarcando lievemente un sopracciglio.

I due si studiarono come animali selvatici che si preparano a un furioso combattimento e Luke capì che doveva tagliare la corda il più presto possibile se non voleva rischiare di rimanere coinvolto in qualche guaio.

«Beh, allora io andrei! Buon pomeriggio! - si sbrigò a salutare, rivolgendosi ad Ashley che ricambiò con un cenno del capo, senza perdere di vista la sua vera preda – Ci sentiamo, Matt!» disse invece all'amico, poi, dopo aver sorpassato con cautela la ragazza, si voltò poco prima di varcare la soglia e mimò con le labbra un 'buona fortuna' a Matt.

Ashley si voltò di scatto, facendolo sobbalzare, Luke impacciato finse di grattarsi i capelli e li scompigliò tutti, rendendosi ridicolo.

«E tu, cerca di non fare soffrire Melissa o te la vedrai con me, chiaro?» lo minacciò, puntandolo con un dito, Luke deglutì a fatica.

Quella ragazza era terribile quando si ci metteva e somigliava incredibilmente a Matt certe volte, ecco perchè quei due facevano scintille praticamente ogni volta che si incontravano.

«Messaggio ricevuto!» le rispose sollevando i pollici, sperava di essere simpatico ma quando capì che Ashley non avrebbe mutato la sua espressione astiosa preferì indietreggiare in fretta, fare un velocissimo cenno di saluto con la mano e sparire lungo la strada.

Di sicuro quella sera avrebbe dovuto telefonare a Matt per accertarsi che fosse ancora vivo.

La porta si richiuse alle spalle di Ashley con un tonfo e quello fu l'ultimo rumore che si udì nella stanza, subito invasa da un gelido silenzio.

Matt si schiarì la voce, mosse qualche passo verso di lei, scrutandola con attenzione per carpire qualcosa di ciò che le passava per la mente, poi si fermò alla distanza di circa un metro.

Ashley si allentò la sciarpa con lentezza e tolse il cappuccio, liberando i capelli e lisciandoli con le mani per ordinarli, poi abbassò la cerniera del cappotto e lo sfilò dalle braccia, il tutto con gli occhi incatenati a quelli di Matt.

Ce l'aveva con lui per non averle detto la verità ma non riusciva comunque a rimanere totalmente indifferente davanti al suo sguardo penetrante, capace di sciogliere anche un ghiacciaio.

Vide il torace del ragazzo sollevarsi e poi abbassarsi in maniera evidente, probabilmente aveva sospirato e intuì che dovesse essere nervoso per via della sua visita inaspettata.

«Scusami, ho letto il messaggio solo poco fa...non trovavo più il telefono, in questi giorni sono pieno di lavoro e ho la testa totalmente incasinata» iniziò Matt, rompendo quell'assurdo gioco del silenzio.

Ashley tremò, dischiuse le labbra, fino a quel momento serrate per l'ansia, e prese fiato.

«Lo so, avevo provato a chiamarti ieri sera ma era spento» disse, la sua voce era seria ma leggermente roca e incerta.

«Ieri? É successo qualcosa di grave? Dal tono del messaggio e dalla tua faccia non mi sembra che tu sia venuta qui per fare una semplice visita di cortesia» dichiarò Matt, appoggiandosi con la schiena contro una parete.

Lo sguardo di Ashley si fece ancora più scuro, compì qualche passo in avanti e si posizionò accanto a lui.

«Senti Matt, tu sei sicuro di avermi detto proprio tutto sulla questione di Terence e Michelle?» domandò senza mezzi termini, arrivando quasi al nocciolo del problema.

Matt contrasse la fronte e la fissò ancora più stranito. «Sì...perchè? Non capisco» mormorò, senza riuscire a comprendere a cosa facesse riferimento.

Ashley incrociò le braccia al petto e cominciò a ticchettare nervosamente le dita, o Colleen aveva sparato una grossa cavolata per attuare qualche losco piano insieme a Michelle e smascherarla, o Matt le aveva tenuto nascosto quel dettaglio e lei era determinata a scoprirlo.

«Beh, magari ti ilustro io la questione. Ieri stavo cenando a casa e, dopo qualche occhiata assassina di Michelle e l'ennesima crisi isterica provocata dal solo nominarti, sono rimasta da sola con Colleen» cominciò a raccontare, Matt accanto a lei non fece una piega.

«Dunque? Fin qua mi sembra tutto normale» commentò lui piatto.

«Già...Solo che a quel punto lei mi ha raccontato una storia molto interessante sul vostro passato...- aggiunse, facendosi misteriosa, Matt piantò i suoi occhi di ghiaccio su Ashley e lei si accorse che erano velati da una certa preoccupazione, adesso – A quanto pare, Michelle ce l'avrebbe con te per qualcosa che non riguarda suo fratello – continuò, portando il suo viso vicino a quello del biondo, il quale, avendo ormai intuito di quale faccenda si trattasse, cominciò a sudare freddo – qualcosa che ha a che fare con il fatto che fosse pazzamente innamorata di te, forse?» sbottò, senza riuscire più a tenersi dentro quella terribile verità, rossa in volto mentre afferrava la maglia di Matt e lo tirava a sè per guardarlo dritto negli occhi.

Lui deglutì, poi sospirò rassegnato.

Non aveva nascosto di proposito quella storia ad Ashley anzi, per la precisione, all'inizio le era sembrato inutile rivelarglielo, la conosceva da poco e non sapeva come si sarebbero evolute le cose tra loro mentre dopo, quando la situazione si era aggravata, aveva pensato che farlo non avrebbe avuto altro risultato che aumentare l'ansia della rossa.

«Ascoltami, io non intendevo...» provò a giustificarsi ma la ragazza lo bloccò.

«Matt non voglio scuse, voglio sapere se è la verità» sibilò, a due passi dalle sue labbra.

Lui si perse ancora una volta nei suoi grandi occhi color nocciola, poi non potè fare altro che ammettere la sua colpa.

«Sì, è vero» confessò, Ashley sciolse la presa sul suo maglione e si portò le mani a coprire il viso, sconvolta come se quella conferma le avesse fatto raddoppiato l'angoscia della sera prima.

«Ok, sono morta!» dichiarò tremante, allontanandosi da lui.

«Ti prego, lascia che ti spieghi prima di trarre conclusioni affrettate...non pensavo fosse un dettaglio rilevante, insomma...è una storia vecchissima!» ribattè lui nel tentativo di calmarla , non ottenendo però l'effetto sperato.

L'espressione di Ashley non cambiò, si fece quasi più agguerrita.

«Certo, così vecchia e insignificante che Michelle continua tuttora ad odiare a morte te e chiunque ti stia vicino anche per sbaglio e non si può fare il tuo nome senza che rischi un esaurimento nervoso!» strillò, in preda al panico più totale.

La storia raccontata da Colleen era vera e questo significava solo una cosa: adesso era davvero fottuta!

«Andiamo Ashley, cerca di ragionare! - provò a riscuoterla Matt, raggiungendola e afferrandole le mani – Stiamo parlando di sei anni fa! Converrai anche tu che è ridicolo che Michelle stia ancora lì a covare rancore e comunque non credo che questo cambi le cose!»

«Non le cambia? - esclamò Ashley con gli occhi spalancati per lo sconcerto – Quindi tu hai ritenuto superfluo avvertirmi che Michelle, la ragazza grazie alla quale ho un tetto sopra la testa in questa città e famosa per il suo dannatissimo orgoglio... - si fermò un attimo, le parole parevano morirle in gola e il fiato quasi le mancava - del fatto che lei ti odi perchè innamorata e respinta da te, il ragazzo col quale io ho continuato ignara a vedermi e con il quale ho fatto anche sesso, proprio in questa stanza, sopra quel tavolo!» sbraitò senza controllo, gesticolando in preda a una crisi nervosa e camminando avanti e indietro come un leone in gabbia.

«Quindi non l'avresti fatto? - chiese lui di getto, Ashley si immobilizzò e lo fissò mentre si avvicinava – Se io ti avessi rivelato quel dettaglio fin dall'inizio...non ci sarebbe stato niente di tutto questo, di noi...non ci saremmo mai confidati, aiutati, baciati e...» esitò per poi però tacere.

Stava per dire 'innamorati' ma il suo lato razionale lo bloccò in tempo, evitando che si esponesse in qualcosa che, di fronte agli occhi severi e arrabbiati di Ashley, non si sentiva ancora in grado di confessare.

«Io non...- balbettò Ashley, piombando in stato confusionale quando si rese conto che la prospettiva dell'assenza di Matt e del loro rapporto era più orribile della sua situazione disperata – io non lo so, che cavolo...come faccio a risponderti?» sbottò nervosa, la sua voce adesso non era più dura ma solo spezzata da un principio di pianto.

Se avesse saputo in tempo che Michelle era stata innamorata di lui- e forse lo era ancora- ...avrebbe evitato di intrecciare la sua esistenza con quella di Matt? Sarebbe riuscita a resistere alla fortissima attrazione mentale e fisica che l'aveva spinta verso di lui, avrebbe avuto il coraggio di sacrificare quel rapporto così turbolento ma sempre più indispensabile, in nome dell'amicizia con Michelle per una questione che riguardava un amore non corrisposto vecchio di oltre cinque anni?

In fondo Matt non era mai stato un ex di Michelle, tra loro non era successo nulla se non quell'episodio spiacevole che aveva decretato l'inizio dell'odio della ragazza nei suoi confronti.

Erano domande troppo difficili a cui rispondere e ragionare con i 'se' e con i 'ma' al momento sembrava la cosa più stupida e inutile del mondo e non avrebbe portato a nessuna soluzione, su questo doveva dare ragione a Matt.

Si ammorbidì, abbassò lo sguardo e fissò le mattonelle del pavimento, con le braccia rigide lungo i fianchi, senza riuscire a fare altro.

Rimase pietrificata finchè non sentì il calore del corpo di Matt che lentamente la avvolgeva, strappandola alle lacrime e al gelo, e la consistenza delle sue braccia che le circondavano la schiena e la accarezzavano dolcemente.

Lui la stava abbracciando – la stava salvando - ancora una volta.

I suoi muscoli, tesi e doloranti per i nervi accumulati e per quella giornata tremenda a lavoro, di colpo di sciolsero e si rilassarono, abbandonandosi a quella sensazione confortante.

Era di nuovo leggera e, nonostante sapesse che era sbagliato, affondò la testa sul suo petto come fosse l'unico rifugio rimastole e ricambiò l'abbraccio, cingendogli i fianchi.

Un brivido dolce la attraversò quando avvertì il viso di Matt premere delicatamente sul suo collo e solleticarla col naso e con le labbra, una mano del ragazzo le si posò sulla nuca e le sue dita cominciarono a tracciare delle linee circolari tra i capelli di Ashley, facendola affondare istantaneamente in una sensazione di benessere profondo e di pace.

«Camati, Ashley, va tutto bene – le sussurrò all'orecchio, lei serrò per riflesso la stoffa della sua maglia tra le dita e capì che a lui ormai non poteva rinunciare – Ascolta, mi dispiace tanto...credimi non ti ho nascosto quella storia perchè avevo doppi fini o volevo ingannarti nè perchè avevo paura che ti saresti allontanata...quello che è nato tra noi...non ha sconvolto solo te...nemmeno io l'avevo programmato, non è stato tutto calcolato...ci ho provato, sai...a combatterlo, a evitarlo... ma la verità è che...io lontano da te non so starci» ammise di colpo, Ashley sussultò, poi una lacrima le rigò il viso e sprofondò ancora di più tra le sue braccia, fino a sentire il battito del cuore di Matt, vicino, confortante...suo.

Quelle parole, semplici ma forti, e la sua dannata paura di amare di nuovo, si scontrarono ancora e stavolta sentì prevalere la voglia di abbandonarsi a quel sentimento, di fargli vincere quella battaglia.

Per vincere la guerra, forse, era ancora troppo presto, ma quella sera nessuna paura fu più forte dell' amore che sentì bussare al suo cuore.

Si staccò piano da lui, poi sorrise e si perse ad ammirare il suo viso, così bello e disteso, capace di infonderle la forza che spesso le mancava.

Senza esitare poggiò le mani tremanti sulle guance di lui e lo trascinò a sè per baciarlo.

Le labbra di Matt accolsero quelle di Ashley più che volentieri e lei, nonostante il piacere che le annebbiava la mente, si rese conto che stavolta era più che consapevole di baciare il ragazzo che probabilmente aveva spezzato il cuore della sua amica e del quale forse lei era ancora innamorata. Eppure non si fermò, andò avanti, lo assaporò fino alla fine, giocò con la sua lingua, si beò di quella languida morbidezza che le portava via ogni dispiacere e dolore.

Adesso non aveva nessuna scusa, non poteva dire di non saperlo, non poteva incolpare nessuno per quello sbaglio tremendo se non sè stessa, ma non gliene fregava nulla di smettere.

Capì che quella verità era solo un'ulteriore condanna sopra la sua testa ma non sarebbe servita a fermarla...perché, non solo Michelle...anche lei adesso se ne era innamorata e poteva sentirlo chiaramente in ogni cellula del suo corpo schiacciato contro quello di lui, come se riuscisse a trarre ossigeno ed energia solo da quel contatto.

Era egoista, come l'amore.

Dopo un ultimo bacio, stavolta leggero e quasi a fior di labbra, i due si separarono, Matt si rilassò nel vedere finalmente il volto di Ashley calmo e roseo, senza traccia di rabbia o terrore.

«Scusami Matt...non volevo fare una delle mie solite scenate...è che questa notizia ieri mi ha destabilizzato. É come se la sfiga si fosse abbattuta di colpo su di me, non so se ho reso l'idea! Mi manca una nuvoletta con la pioggia a seguirmi ovunque e siamo al completo!» esclamò, stizzita e seriamente incazzata con quella serie di coincidenze sfortunate.

«Benvenuta nel club» replicò Matt, rassegnato ma con un accenno di sorriso, mentre la invitava a sedersi con un cenno e si dirigeva a prepararle qualcosa di caldo da bere.

Ashley si arrampicò sullo sgabello, incrociò le braccia sul tavolo e sbuffò.

«Quante possibilità c'erano che, oltre a quello che già ho dovuto sopportare, mi meritassi anche di essere stata col ragazzo che Michelle considerava l'uomo della sua vita e il padre dei suoi figli?» continuò a sfogarsi, facendo scoppiare a ridere Matt.

«Beh, peccato che lo pensava solo lei! Ti assicuro che, anche se avessi voluto provarci, io e Michelle non saremmo durati più di una settimana, siamo completamente diversi e vediamo il mondo da punti di vista troppo distanti – precisò lui, mentre versava dell'acqua bollente in una tazza – Comunque ti capisco benissimo e la tua reazione è stata più che legittima, so che la situazione non è delle migliori» ammise, facendole assumere un'espressione affranta.

«Non è delle migliori? Diciamo anche che sono rovinata!» piagnucolò, portandosi le mani alla testa come se le stesse per esplodere.

«Beh, vedila dal lato positivo...almeno andremo all'inferno insieme... - le soffiò all'orecchio, sensuale e provocante, lasciandole un bacio all'angolo delle labbra mentre le porgeva la tazza – Adesso però bevi questa tisana e cerca di rilassarti.» la ordinò premuroso, portandole alcuni ciuffi di capelli dietro l'orecchio. Ashley annuì, ancora stordita dal suo bacio e dagli occhi di Matt, quella sera più dolci e intriganti del solito.

Aveva l'aspetto di un angelo ma la tentava come un diavolo e questo la mandava in confusione.

«Grazie» disse a bassa voce, poi si portò la tazza alle labbra e ne respirò il vapore profumato, sentendosi già ristorata.

«Io volevo un gran bene a Michelle – iniziò Matt all'improvviso, con lo sguardo perso nel vuoto, facendole sollevare la testa di scatto – la conosco da quando era alta meno di un metro e per me è sempre stata la sorellina che non avevo mai avuto» disse, destando l'attenzione di Ashley, che rimase immobile a fissarlo con le labbra dischiuse per la sorpresa.

«Lei è sempre stata così, non è mai cambiata...ostinata, cocciuta e terribilmente orgogliosa...fin da piccola...se doveva ottenere qualcosa si impegnava, faceva di tutto pur di averla e odiava perdere. Voleva sempre primeggiare, stare al centro dell'attenzione e, quando non succedeva, era difficile consolarla. Sono sempre stato convinto che tutte le sue smanie di perfezione nascondessero in realtà soltanto una forte insicurezza e la paura di deludere le aspettative della sua famiglia. - continuò lui, scavando nei cassetti dei suoi ricordi – non permetteva a molti di vederla così fragile, succedeva con Terence...e anche con me. Tante volte l'ho ascoltata e le sono stato vicino ma...non la amavo, non l'ho mai fatto e...quando quel giorno si è presentata da me, lanciandosi tra le mie braccia e dicendo che voleva fare l'amore con me, per la prima volta...l'ho respinta perché io non riuscivo a vederla in altro modo che come una sorella. Se avessi fatto ciò che voleva l'avrei soltanto ferita...più di quanto le ha fatto il mio rifiuto. Era troppo giovane e presa per prevedere le conseguenze delle sue azioni...ma lei questo non l'ha mai capito perchè il suo orgoglio glielo ha sempre impedito. Michelle non è cattiva, il rancore e la sua ostinazione l'hanno trasformata...io non la riconosco più e mi dispiace tanto vedere cosa è diventata. Ecco, adesso sai tutto» terminò, abbassando lo sguardo e lasciando che i capelli gli coprissero in parte gli occhi, adesso più tristi.

Rivangare il passato non era mai un'operazione piacevole per lui ed Ashley, che lo comprendeva perfettamente, raggiunse la sua mano e gliela strinse forte.

«Non sapevo foste così legati...è incredibile e anche molto triste vedere come stanno le cose, ora» asserì, calma.

Le appariva tutto molto più chiaro adesso, anche certi comportamenti di Michelle che lei non riusciva a spiegarsi, e in un certo senso provò anche a mettersi nei suoi panni e scoprì che c'era solo molto dolore dietro tutta la sicurezza che sfoggiava sempre.

In ogni caso aveva ragione Matt, le cose non sarebbero comunque cambiate.

«Già - rispose lui, poi scosse la testa come a voler scacciare via i pensieri e si alzò per riporre alcune cose – tu piuttosto, si può sapere come mai tutto questo nervosismo? Capisco la bomba che ti è scoppiata ieri ma non credo sia solo per quello. Non è che hai le tue cose?» domandò come niente fosse.

«Matt...» lo ammonì lei, facendogli capire che si stava addentrando in un argomento che non voleva affrontare.

«Beh, sarebbe una cosa positiva, visto i nostri precedenti!» azzardò, beccandosi un'occhiataccia ancora più allarmata.

«Matt! - esclamò allora Ashley, aumentando il volume della voce e inarcando un sopracciglio – non credo proprio di volerne parlare con te, se permetti!» ribattè, lievemente imbarazzata e squadrandolo con sospetto mentre lui le si avvicinava alle spalle.

«E allora cosa c'è che non va?» chiese, abbracciandola da dietro mentre stava ancora seduta sullo sgabello e intrecciando le mani sulla sua pancia, poi si abbassò e sporse il viso oltre la spalla di lei, sfiorandole la guancia.

Sembrava tutto così strano...intimo. Loro due, in quella stanza, a parlare di stress quotidiano e problemi, con una tazza fumante e qualche coccola.

Come una vera coppia.

«Ma niente...le solite cose...e poi a lavoro è un incubo in questo periodo, la gente si precipita a scegliere i regali di Natale e io sono distrutta, ho un torcicollo assurdo» si lamentò lei, addolcendo la voce grazie alle carezze del biondo, che le fecero socchiudere gli occhi stanchi.

«Allora ci penso io a te - le sussurrò piano, poi le sue mani risalirono sui fianchi di Ashley e si fermarono sulle spalle, ai lati del collo – Ti faccio un massaggio, vedrai che dopo ti sentirai molto meglio, sono piuttosto bravo» si vantó, incominciando già a muovere delicatamente le mani sul suo collo, con dei lenti movimenti circolari.

Ashley si rilassò all'istante e portò indietro la testa per abbandonarsi a quello speciale trattamento, ancora più piacevole visto che a farlo c'era lui.

«Ti sarai esercitato su molte ragazze per arrivare a questi risultati, suppongo» mormorò poco dopo, con una vena di gelosia a incresparle la voce.

«Ti dà fastidio? Non sarai gelosa?» soffiò Matt sul suo collo, abbassandosi e interrompendo il massaggio per un attimo.

«No, era solo una constatazione» si difese subito, fredda come il ghiaccio ma col sangue che le ribolliva nelle vene.

Matt sorrise, Ashley era davvero poco credibile.

«Ti ho già detto una volta che non sai mentire – le ricordò, passando ad accarezzarle la zona delle scapole – e poi tranquilla, sono state pochissime quelle che hanno goduto di questo trattamento» riprese, con tono ironico e provocatorio.

Ashley fece uno sbuffo sonoro con le labbra, infastidita, poi assecondò i movimenti di Matt, inarcando la schiena.

«E io ti ho già detto che non mi importa» si ostinò a voler cadere in piedi.

«Certo, come no! Guarda che non mi inganni...e poi, se vogliamo dirla tutta, anche tu non sei stata esattamente molto carina con me, in passato – insinuò, Ashley si voltò con aria interrogativa, così lui pensò bene di rinfrescarle la memoria - Una volta mi hai detto che quando salivi sul mio scooter ti ricordavi dei bei momenti passati da ragazzina col tuo primo amore. Cosa avrei dovuto dire io, allora?» le obiettò, fingendo di essere offeso, Ashley rise.

Adesso ricordava benissimo quell'episodio e ricordava ancora di più quanto iavesse vinto Matt da quel paragone.

«É vero, ma...ho anche pensato che, alla fine, con te era meglio» confessò, mordendosi poi la lingua perché forse si era lasciata andare un po' troppo con le confidenze, quella sera.

Si irrigidì appena quando avvertì le mani di Matt fermarsi e abbandonare la sua schiena e dai movimenti intuì che stava raggirando lo sgabello per portarsi di fronte a lei.

L'avrebbe scoperta, non aveva di certo una scritta lampeggiante 'MI PIACI DA MORIRE' sulla fronte ma Matt era fin troppo abile a leggere dentro di lei e non ci avrebbe messo molto a smascherarla.

Lui nel frattempo era già davanti a lei, si abbassò, piegandosi sulle ginocchia e posò le braccia sopra le sue cosce per portare il viso all'altezza di quello della ragazza.

Ashley lo fissò, il cuore a mille, le guance arrossate e un caldo improvviso che la invadeva tutta.

«Stà tranquilla, comunque – parlò piano Matt, sorridendo, poi tornò serio e si fece più vicino – ci sei solo tu» disse con un filo di voce ma così intensamente da farle perdere un paio di battiti quasi fino a svenire.

Se non era quella una sorta di confessione non sapeva proprio che altro significato dargli.

Boccheggiò qualche secondo, il fiato corto e un nodo alla gola, stavolta non di dolore ma di felicità, poi accennò un sorriso e con le dita sfiorò l'ovale del volto di Matt.

«Non dire sciocchezze» mormorò, con la voce tremolante e imbarazzata, dicendo la prima scemenza che le fosse venuta alla mente.

Perchè, in realtà, quello che voleva dirgli davvero era talmente forte e intimo da faticare a venire fuori.

«Oh, è la verità! - ribadì il biondo, poi una risata scappò dalle sue labbra – All'inizio mi ero convinto che fossi una specie di strega o qualcosa del genere e che mi avessi lanciato un incantensimo che non mi facesse più notare le altre» le confessò, Ashley strabuzzò gli occhi, confusa e divertita.

«Io, una strega? Ma come ti è saltato in mente?» chiese, ridendo per l'assurdità di quel pensiero.

«Lo so, è proprio una stronzata ma... poi ho capito che non eri tu a fare le magie...era qualcosa che riguardava me...e quello che tu significhi per me» ammise, lasciandola senza parole.

Ashley sentì di non volersi più trattenere, si gettò fra le sue braccia, facendogli perdere l'equilibrio e finendo per terra con lui, stretti insieme.

«Sei uno stupido – gli disse all'orecchio, ancora abbracciata a lui sul pavimento freddo – però capisco cosa intendi» aggiunse, suggerendogli che quello strano fenomeno succedeva anche a lei.

Matt sorrise sulla guancia di Ashley, poi le depositò un bacio sulle labbra e l'aiutò a rialzarsi, porgendogli la mano.

Quando si precipitava era più facile rialzarsi se c'era qualcuno disposto a dare un aiuto ed Ashley si chiese se avrebbe trovato la forza o qualche mano sicura alla quale appigliarsi per risalire anche nel momento in cui tutta quella situazione, che pendeva ormai appesa ad un filo fragilissimo, l'avrebbe schiacciata inevitabilmente.

Intanto afferrò quella di Matt senza imbarazzo, si mise in piedi e si spazzolò i jeans, mentre insieme presero a ridere e a prendersi in giro a vicenda per quella caduta.

«Io adesso vado, si è fatto tardissimo e poi sono davvero stanca, non vedo l'ora di sdraiarmi e dormire!» disse quasi sbadigliando mentre guardava l'orologio, poi cercò il viso di Matt, che trovò sereno.

Non c'era più traccia del nervosismo che l'aveva accompagnata tutto il giorno e ringraziò il cielo che la sua ansia non avesse rovinato tutto come al solito.

Si pentì persino di aver trattato di merda Luke, minacciandolo per la sua storia con Melissa e, a quel punto, le venne in mente un'ultima cosa.

«Ah, Melissa mi ha invitata a stare da lei qualche giorno per Natale – si rivolse al biondo, poi abbassò lo sguardo, come se le dispiacesse parlarne – Tu cosa farai? Resterai qui da solo?» chiese quasi mortificata, sperando che il ragazzo non le confermasse il suo sospetto.

Una volta avevano scherzosamente detto che, se si fossero ritrovati da soli, avrebbero passato insieme quella notte ma poi erano succese così tante cose e lei non se l'era sentita di rifiutare l'invito della sua amica.

«Sì, starò a casa mia – rispose ma quando vide il volto di Ashley rabbuiarsi si sbrigò a spiegarle la situazione – Non fare quella faccia, non starò in un angolo a sbronzarmi e deprimermi se è quello che stai pensando... é stata una mia scelta, Luke mi aveva invitato ma...non mi importa tanto del Natale e ho un mare di lavoro da finire. Tu divertiti, piuttosto...mi fa piacere che passerai quella sera in compagnia, sono sicuro che i genitori di Melissa siano delle brave persone, proprio come lei.»

«Già, si è rivelata una cara amica...spero tanto che le cose tra lei e Luke vadano sempre bene, se lo meritano!» aggiunse Ashley e Matt annuì con un cenno del capo.

E loro? Avrebbero mai raggiunto la felicità che si meritavano?

Di sicuro dovevano ancora arrivare giorni duri, per Luke, per Melissa, per Matt e anche per lei e ne erano tutti consapevoli.

«Ci sentiamo, allora, passa delle buone vacanze – le augurò lui, conscio che per via degli impegni di entrambi non sarebbe stato possibile vedersi prima che Ashley fosse partita – E stai attenta, ok?» le raccomandò poi, riferendosi a Michelle e al rischio che ormai correva anche dentro le mura di casa.

«Ci proverò - disse Ashley prima di sporgersi e baciarlo – e tu non lavorare troppo, non voglio ritrovarti ridotto a un vegetale quando ritorno...buone feste anche a te, Matt» lo salutò, poi sollevò il cappuccio sulla testa, avvolse la sciarpa perché nessuno potesse vederla bene in volto e riconoscerla e si allontanò in fretta.

Mancava poco ormai all'arrivo di un nuovo anno che avrebbe portato con sè tanti pericoli e stravolgimenti...ma forse anche un po' di speranza.

 

 

  
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