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Autore: bahir    20/11/2017    1 recensioni
Ormai Harry e Draco sono ai ferri corti: gli incidenti sul campo da Quidditch sono all'ordine del giorno e nessuno ha il coraggio di dividerli quando scoppia una rissa. Harry realizza che la rabbia che cova nei confronti di Draco è solo una copertura per un sentimento ben più scomodo.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Mattino. Harry fissava Draco che si stava lavando i denti. Tre anni insieme, condividendo ogni pasto, ogni momento di pausa, dormendo uno accanto all'altro e ancora non poteva fare a meno di guardarlo come quando erano a scuola e l'idea di passare una mano nell'oro dei suoi capelli era fantascienza.
Quanto sarebbe durato un simile slancio? In certi momenti Harry pregava di arrivare in fretta al momento in cui quella sete irragionevole si sarebbe placata, almeno in parte. Ma in fondo gli bastava arrivare alla sera, quando si sarebe sdraiato sul letto con la testa chiara di Draco sul suo torace e la sua voce brillante nell'orecchio. 
"Draco, quanto tempo ci vorrà prima che mi passi la voglia di baciarti anche mentre ti lavi i denti?"
Draco si fermò un momento, gli gettò una occhiata in tralice e gli rispose sorridendo: "...Purtroppo per te sono bello da far schifo. Proprio da ricredersi sulla clonazione. Approssimativamente ti ci potrebbe volere mezzo secolo"
Harry gli sorrise nello specchio e sussurrò: "...Overconfidence?"
Draco si girò a guardarlo, gli si avvicinò pericolosamente e gli disse, con le labbra così vicine da sentire chiaramente l'odore di menta della sua bocca: "Non credo di aver sentito bene, puoi ripetere?"
Harry per un secondo pensò davvero di rispondere, poi si rese conto di avere l'acquolina in bocca. Le pulsazioni cardiache improssivamente accelerarono, e percepì la pelle del viso scaldarsi. Appoggiò la mano sulla nuca di Draco, che tentò una rapida manovra diversiva, fallendo rovinosamente. 
"Harry" disse Draco, che a quel punto si trovava tra Harry ed il muro ed aveva già il respiro accelerato "Mi aspettano in ospedale".
"Draco" rispose Harry, sfilandogli la maglietta "Potranno fare a meno di te ancora per una decina di minuti?"
"Una decina di minuti?!" sghignazzò Draco
"Quanto tempo mi dai?" chiese Harry, carezzandogli la schiena
Draco si rigirò e diede al compagno uno di quei baci che troncano qualsiasi discussione, anche e sopratutto per mancanza di ossigeno. Ma Harry, campione indiscusso in immersioni suicide, anche dopo diversi minuti non dava segni di impazienza. Anzi cercava di togliere a Draco i pochi indumenti che gli restavano addosso.
Alla fine il biondo terminò la pazienza ed il fiato e diede ad Harry una gomitata che lo abbattè al suolo. 
"Continuiamo stasera" disse uscendo dal bagno mentre il compagno mugolava sul pavimento. 
La sera Harry accolse Draco senza apparente risentimento. Mentre Draco si cambiava, notò che il suo innamorato aveva persino apparecchiato la tavola. 
"Davvero sinistro" pensò Draco sovrappensiero. 
Raggiunse Harry in cucina e gli accarezzò il costato nel punto che quel mattino aveva colpito senza pietà. Il ragazzo si irrigidì senza smettere di sorridere metre tagliava dei pomodori. Draco, a cui non era sfuggito nulla, gli sollevò la maglia sul torace, scoprendo un vistoso livido che si allargava ad abbracciare le ultime tre coste. 
Draco si scurì in volto. Non pensava di aver fatto un simile danno. 
"Stasera mi faccio perdonare, piccolo" gli disse, baciandogli la nuca
Detto questo gli prese il coltello dallle mani e finì di preparare la cena. Draco si muoveva con eleganza anche mentre faceva le cose meno importanti. Harry si appoggiò al frigo, osservando il busto asciutto e slanciato del suo biondissimo compagno. Curioso come il corpo di Draco, per quanto longilineo, non desse affatto una impressione di debolezza. 
A tavola Draco chiese ad Harry notizie delle ultime trovate dei Mangiamorte. In ospedale arrivavano pazienti aggrediti, shockati e catatonici, completamente incontattabili. In reparto non avevano ancora trovato il modo di sbloccarli. 
Harry sorrise, sapendo che il suo ragazzo colore del grano lo avrebbe tartassato nelle settimane seguenti per avere novità. 
Nel letto Draco baciò il torace di Harry e gli palpò le costole.
"Stai visitandomi?"chiese Harry, che iniziava a divertirsi
"Togliti quel sorriso idiota dalla faccia, hai un ematoma qui" disse  Draco, che si era messo a cavalcioni sopra di lui
"Lo so, i miei colleghi mi hanno chiesto se sono stato caricato da un cinghiale"
Al che Draco sorrise e percepì il corpo di Harry irrigidirsi sotto di sè.
"Ovviamente la minima pressione mi provoca un dolore intollerabile"
"Ah, davvero?" chiese Draco con tono innocente
"Precauzionalmente sarebbe meglio che stasera dormissi io sopra di te"
"Hai scoperto le delizie della medicina difensiva? Guarda qui invece" disse Draco, allungando ad Harry un disegno che aveva recuperato dal cassetto del comodino
"Cosa è questo sgorbio?"
"La mia personale rappresentazione della teoria del cancello: uno stimolo doloroso messo in competizione con uno stimolo meccanico è destinato a non venire trasmesso perchè il secondo ha sempre la precedenza sulle vie di conduzione nervosa che sono simili per i due impulsi. Traduzione: è meglio che stanotte tu abbia un pò di pressione sul tuo costato dolorante. Approssimativamente una settantina di kili potrebbero essere sufficienti"
"Il fatto che tu pesi settanta kili è una pura casualità, giusto?" disse Harry con un sorriso
"Assolutamente" e con un lungo bacio mise fine ad ogni ulteriore discussione.
   
 
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