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Autore: Vera_D_Winters    20/11/2017    1 recensioni
Sto per cimentarmi nell'ennesima Long (giuro che appena tornerà l'ispirazione ultimerò anche la kozaxbibi) e come sempre ringrazio i ragazzi del gdr onepiece caffè per la profonda ispirazione che mi regalano.
La storia come avrete intuito dal titolo è un crossover au, dove i nostri pirati preferiti saranno scolari alle prese con l'ultimo anno di liceo
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi | Personaggi: ASL, Ciurma di Barbabianca, Nami, Nefertari Bibi, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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'𝓒𝓪𝓾𝓼𝒆 𝓷𝓸𝔀 𝒆𝓿𝒆𝓷 𝓘 𝓬𝓪𝓷 𝓽𝒆𝓵𝓵
𝓣𝓱𝓪𝓽 𝓘 𝓬𝓸𝓷𝒇𝓾𝓼𝒆𝓭 𝓶𝔂 𝒇𝒆𝒆𝓵𝓲𝓷𝓰𝓼 𝔀𝓲𝓽𝓱 𝓽𝓱𝒆 𝓽𝓻𝓾𝓽𝓱
ℬ𝒆𝓬𝓪𝓾𝓼𝒆 𝓘 𝓵𝓲𝓴𝒆𝓭 𝓽𝓱𝒆 𝓿𝓲𝒆𝔀
𝓦𝓱𝒆𝓷 𝓽𝓱𝒆𝓻𝒆 𝔀𝓪𝓼 𝓶𝒆 𝓪𝓷𝓭 𝔂𝓸𝓾


I provini furono un bagno di sangue, Pudding mise tutta la sua furia e il suo talento, ma non fu abbastanza, ed i peggiori presagi si avverarono tutti in una volta sola: Violet venne scelta per il ruolo di Christine, Sanji ottenne il ruolo del fantasma e la parte del bel visconte che completava quel triangolo amoroso venne assegnata ad un Sabo più che mai orripilato, tra le risate generali.
Nemmeno Koala era felicissima di quell'ultima scelta, ma in quella settimana di prove aveva imparato ad apprezzare e conoscere la mora, e sapeva di poter dormire sonni tranquilli. Il peggio comunque restava di Pudding che doveva vedere il suo ragazzo sbaciucchiarsi Violet ed in più era stata relegata quasi a comparsa nel ruolo di Carlotta Giudicelli, cantante affermate dell'Opera, ma ormai in declino contro la bravura e il talento prorompente di Christine.
Nessuno ad ogni modo osò opporsi al giudizio del professor Emporio, anche se lontano dalle sue orecchie probabilmente si sarebbe accesa una guerra senza pari.
Sanji si comportò da signore dopo l'avvenuta conferma dei ruoli ed andò a complimentarsi con la mora senza sbavare come il suo solito. Tutti furono colpiti dal suo limitarsi a stringerle la mano con un sorriso, ma probabilmente tutto era atto a tenere tranquilla la sua fidanzata isterica.
Il brusio dei ragazzi dell'ultimo anno che usciva dall'aula magna si propagò presto a tutto il resto della scuola e ci volle molto poco affinchè la notizia della disfatta di Pudding divennisse di dominio pubblico.
La ragazza a metà pomeriggio si fece accompagnare a casa lamentando un forte mal di testa e tutti ebbero la certezza che non si sarebbe fatta vedere fino a dopo le vacanze di Natale.
Con la strega fuori gioco comunque, "il gruppo" aveva ottenuto il risultato sperato e la voglia di andare a fare merenda tutti insieme per festeggiare sia la vittoria che la fine della scuola per il periodo natalizio era alle stelle, tanto che persino Sanji venne invitato, proprio come ai vecchi tempi. Il biondo regalò loro un sorriso mesto e declinò l'invito per andare a controllare la sua ragazza però, e questo smorzò leggermente l'entusiasmo di Nami e company.
Dannato cavaliere...
Ovviamente non fu il solo a dire di no.
Il cameratismo di Law si era spento nel momento esatto in cui tutta quella dannata storia era finita, ed il moro non era disposto oltre a fare branco.
Senza nemmeno salutare si diresse per la sua strada, seguito da Bonney, che per qualche strano motivo oscuro a tutti gli altri ci teneva a stargli dietro.
  « Ci vediamo sabato sera al ballo! »  
Si accomiatò così dagli altri e poi corse verso il moro, assalendolo di peso e travolgendolo tra le risate generali.
« Allora andiamo? »  
Domandò Ace impaziente di mangiare.
« Aspettate... manca Perona.»  
Fece notare Sabo che ormai aveva preso la ragazza come presenza fissa tra loro visto che durante le prove era stata proprio la casa di lei a fare da base per il progetto.
Un sorriso gentile e malizioso al tempo stesso comparve sul viso di Robin a quelle parole, come se lei in quel momento la sapesse più lunga di tutti.
« Perona ci raggiungerà più tardi, quando Zoro e Rufy avranno finito gli allenamenti. »  
A quelle parole Nami e Koala si scambiarono un sorrisino d'intesa, mentre si avviavano verso la sala da tea.
Alla fine non era stato Sabo a fare da cupido come si era prefissato, ma Robin con i suoi consigli maturi e materni.
Anche se in effetti Ace non aveva ancora chiesto a Bibi nulla per il ballo... che cosa aspettava? Ormai mancavano solo tre giorni.


I ragazzi non fecero in tempo ad uscire dagli spogliatoi che Rufy fu accecato da un lampo azzurro che lo trascinò via lontano dal resto dei compagni di squadra.
A Zoro parve che quel luccichio di capelli turchesi fosse Bibi, ma non ne era certo. Perchè la loro compagna avrebbe dovuto rapire Rufy? Era assai perplesso, ma questo non gli impedì di imbronciarsi quando udì le parole del moro che urlava:
« Noooo se lo lasciamo Zoro si perderà anche solo per uscire dalla scuolaaaaaaaa.»
Stupido babbuino di un Rufy.
« Io non mi perdo!!!» 
Sbraitò agitando il pugno in aria con fare minaccioso, anche se ormai i due erano lontani.
Ripreso il controllo di sè Zoro cacciò un sospiro e tirò dritto, stringendosi nel giubbotto di pelle che non teneva sufficientemente caldo ora che la neve aveva appena cominciato a scendere in piccoli fiocchi vorticanti, sciogliendosi sul selciato.
Lo sguardo dell'adolescente non venne tuttavia attirato dalla magica atmosfera, bensì da una figura ormai conosciuta, poggiata ad uno dei faggi che costeggiava il vialetto che portava all'uscita della scuola.
Benchè fosse un ragazzo e per di più uno di quelli che si impegnavano a fare i macho a tutti i costi, le sue guance divennero impunemente rosee nel momento in cui la sua mente richiamò la conversazione avuta con Rufy proprio qualche giorno prima.
Lui non voleva invitarla al ballo, non sapeva nemmeno ballare, che diamine.
Però ormai erano amici e a lui non andava di passarle davanti ignorandola completamente, dunque arrestò la sua spavalda camminata a spalle larghe e le rivolse il suo miglior tono burbero di sempre.
« Ehi, che ci fai qui?»   
Fu quello il suo saluto mentre riprendeva il controllo di sè, osservando dall'alto la ragazza che sebbene avesse un anno in più di lui sembrava molto più piccola sia di statura e corporatura sia nei modi di fare.
La vide tormentarsi il labbro inferiore a suon di morsi, incontrò i suoi occhi scuri e la vide tentennare, ma non gli venne in mente che forse lei voleva chiedergli qualcosa, almeno fino a che quelle parole imbarazzanti non lasciarono la sua bocca.
« Ti stavo aspettando. Sai... pensavo... cioè. Volevo sapere...  volevo sapere se vai con qualcuno al ballo.»  
« No, non ci vado.»  
Rispose ovviamente di getto lui nell'onestà più totale, perchè ancora non aveva fatto due più due.
Perona ovviamente divenne ancora più paonazza mentre balbettante alzava il viso per non cedere alla voglia di abbassare lo sguardo e fuggire via.
« A...allora ci...ci verresti con me? »  
Il giovane si bloccò lì su due piedi, incapace di dare una risposta.
Istintivamente fece un passo indietro mentre un'espressione atterrita gli colorava il volto dalla mascella squadrata, come se volesse mettere più distanza possibile da quegli occhioni lacrimosi che lo guardavano colmi di romantiche aspettative.
Non aveva il coraggio di dire no, lui che non aveva paura di nulla e che non aveva peli sulla lingua, in quel momento non riusciva a rispondere con la sua solita verve.
E ovviamente non sapeva che Robin aveva previsto tutto e aveva convinto Perona a fare la sua mossa.
Se lo avesse saputo probabilmente le avrebbe urlato dietro, ma non c'era nessuno lì pronto ad essere insultato, erano solo lui e Perona, e i ragazzi che ridacchiando li fissavano sfilando alle loro spalle.
Fu troppo per lui.
Afferrando saldamente la mano della ragazza, le guance più scarlatte di quelle di lei, la trascinò via lontano da tutti quegli occhi che avevano addosso.
« Si va bene ci vengo. Adesso però andiamocene da qui.»  
Alla fine la sua risposta era stata rude e sbrigativa, ma aveva comunque acconsentito. Si sarebbe maledetto per questo in un secondo momento.
Intanto Perona si lasciava felicemente trascinare in una nuvola di fiori, felice di quel piccolo passo avanti.
E non ebbe cuore di dire al ragazzo che stavano andando nella direzione sbagliata.
A lei andava benissimo così.


« Mi terrai il muso ancora per molto, Law?»   
Nessuna risposta.
« Law.»    
Silenzio.
« Tua sorella sarebbe contenta di sapere che ti sei fatto degli amici.»   
Questo finalmente lo fece voltare.
Il volto di Law sembrava ancora più pallido con i piccoli fiocchi di neve che gli danzavano intorno, ma i suoi occhi neri e profondi erano più accesi che mai.
« Quando mi hai detto che da grande avresti voluto fare l'investigatrice segreta, non credevo che saresti partita a fare ricerche su di me per allenarti.» 
La sua voce era tanto misurata quanto feroce. La rabbia celata dietro quel gelo era percepibile anche da chi non lo conosceva tanto quanto lo conosceva Bonney.
« Non era mia intenzione in realtà. Tua madre mi ha detto che tua sorella era malata di sua spontanea volontà. Mi ha detto che è per questo che vuoi fare il medico. Come una sorta di vendetta... ma io credo che almeno su quest'ultima parte si sbagli. La tua è l'espiazione di una colpa che non hai.»    
«Stai zitta!»    
« Eri solo un bambino, non avresti potuto salvarla comunque.»    
« Taci ho detto!»   
« Non hai deciso tu di non avere un rene compatibile.» 
« Basta!»   
La schiena di Bonney urtò il muro dietro di lei mentre le mani tatuate di Law le stringevano convulsamente le spalle. Chi lo avrebbe mai detto? Era forte per quella corporatura piuttosto esile.
Ma la giovane dai capelli rosa non abbassò lo sguardo nemmeno per un secondo, anzi, continuò a guardarlo dritto negli occhi senza accenno di ansia o fastidio.
«Perchè invece di continuare  a fare il martire non provi ad essere felice anche per lei? Per tutto ciò che non ha mai potuto fare, per tutto ciò che non ha mai potuto vedere... vivi Law. Vivi.»   
Il compagno di classe abbassò il capo.
Tremava.
Sembrava che il freddo delle vento che aveva cominciato a sferzare i loro volti arrossati per la bassa temperatura si fosse impossessato di lui.
Bonney lo sentì affondare il viso contro il suo collo ed inspirare il proprio profumo di mughetto e giglio, come se quella fragranza potesse in qualche modo calmarlo.
Per un attimo si beò di quel pensiero, ritrovandosi a sperare che fosse così.
« Non so come si fa.»    
Bisbigliò al suo orecchio, la voce tremante di una disperazione troppo a lungo trattenuta.
« Nessun problema idiota di un secchione. Ti insegno io come si fa.»    

 

 

- To be continued -
- Coming next: Can I have this dance? -

   
 
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