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Autore: Elly_46    21/11/2017    13 recensioni
Prima long su questo fandom (siate clementi). E' una Thiam, ragazzi. Quei due sono il massimo dell'ispirazione.
Tratto dal capitolo 3
"Dire che aveva corso era praticamente un eufemismo. Non guardò nemmeno se qualcuno potesse averlo visto, semplicemente i suoi occhi divennero gialli e a velocità mannara si lanciò nel bosco, dal momento della telefonata di Stiles non aveva nemmeno respirato, e se ne stava rendendo conto solo ora. Il suo lupo era irrequieto da giorni, non si spiegava il perchè, ma in quel momento si stava agitando come un matto, tanto da farlo incazzare. E la ragione era solo una. Liam".
Thiam!centric Accenni!Sterek
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Liam, Liam Dunbar, Stiles Stilinski, Theo Raeken
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era così arrabbiato con lui. Con lui e quelle dannatissime fossette. Era arrabbiato con gli altri, e soprattutto era arrabbiato con se stesso. Era un idiota, ecco cos'era. Theo gli mancava da morire, come ogni cosa che avesse mai voluto davvero. Era lì e non riusciva ad avvicinarsi. Ci aveva provato ad andare a parlarci, ma poi ogni volta tornava indietro. Diceva che era perchè non lo aveva ancora perdonato per avergli tenuta nascosta una cosa così importante come l'essere compagni. Ma la verità era un'altra. La verità era che aveva paura. Una volta che avrebbero parlato, non avrebbe più nascosto niente di ciò che provava, di quello che sentiva. Ogni cosa sarebbe venuta fuori, e lui non sapeva se fosse pronto a quello. Ormai era passata un'altra settimana e un paio di giorni dopo sarebbe stato Natale. Doveva ancora decidere cosa portare a casa di Mason, come al solito, le feste le avrebbe passate da lui, perchè i suoi genitori sarebbero stati fuori per lavoro. Si passò le dita tra i capelli, cercando quasi di tirarsi fuori i pensieri da solo, ma sembrava inutile. Theo era l'unica cosa che voleva in quel momento, sentiva il lupo fremere per la voglia di correre da lui e poterlo toccare. Se se lo fosse trovato davanti probabilmente non avrebbe retto, era per questo che aveva fatto di tutto per evitarlo, e stranamente ci era riuscito. Ma sapeva che l'unica ragione per cui era andata in quel modo, era che l'altro non voleva forzarlo. La cosa lo fece ribollire, perchè, si rese conto, anche in quel momento l'altro lo stava proteggendo, e a lui la sensazione e la consapevolezza gli stavano scaldando il cuore e il petto. Lo proteggeva anche da se stesso. Come poteva ignorare una cosa del genere? Era davvero così stupido? Probabilmente sì, e Mason aveva ragione ad essere arrabbiato con lui. Stava facendo un casino che poteva risolvere in meno di cinque minuti. Stava facendo un casino, perchè aveva paura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 



<< Amico, devi riprenderti >> gli diede uno scossone Stiles, ma il biondo scosse il capo facendolo accigliare. Possibile che tutti i lupi avessero una testaccia dura?

<< Non ne ho motivo >>

<< Theo . . >> iniziò Stiles, ma quello scosse nuovamente il capo.

<< E' arrabbiato, e ha ragione >> rispose la chimera.

<< Sì, poteva avere ragione, ma non più. Sono passate più di due settimane, e non è più il momento di essere arrabbiati. Dovete parlare >>

<< Lui non vuole >> disse Theo in un ringhio basso.

<< E allora va tu da lui >> continuò Stiles.

<< No, tu non capisci – rise amara la chimera – è il mio compagno, e faccio ciò che è meglio per lui. Se lui non vuole avermi intorno, io starò alla larga >>

<< Ma così state male entrambi >> sbottò l'umano.

<< Lo so >>

<< Dio, giuro che se Derek dovesse comportarsi come te potrei prenderlo a calci >> disse esasperato Stiles buttandosi a terra accanto al biondo, che a quelle parole si voltò a fissarlo con la bocca spalancata.

<< Derek? Sei il suo compagno? >> fece Theo sbattendo più volte le palpebre. Stiles si ritrovò ad arrossire. Non ne aveva parlato ancora con nessuno, ma dopo ciò che era successo tra Theo e Liam, non avrebbe potuto nasconderlo ancora a lungo. Credeva fortemente che Lydia e Peter lo sapessero già, e Scott gli lanciava occhiate strane.

<< Sì, l'ho scoperto qualche giorno fa >>

<< E' fantastico, no? >>

<< Suppongo di sì. Io sono umano, è diverso. Non posso sentirmi legato come succede a voi. A meno che Derek non mi marchi >> disse Stiles stringendosi nelle spalle. Posò il capo sul muro alle loro spalle ed emise un sospiro profondo. Era una cosa che doveva capire bene prima di fare una scelta affrettata. Sapeva di amare Derek, lo aveva ammesso anche con lui, ma il lupo non glielo aveva detto. Non che non lo capisse, insomma, sapeva che Derek era uno costipato emotivamente, ma sentirlo sarebbe stato bello. Forse l'avrebbe aiutato a capire. Ma il fatto di essere il suo compagno, aveva già annientato la maggior parte dei dubbi.

<< Quando accadrà capirai cosa proviamo >> gli disse Theo facendolo tornare coi piedi a terra. Il moro gli rivolse uno sguardo carico di apprensione, prima di decidersi a parlare sul serio.

<< Se Liam dovesse dirti di non volerti, tu davvero andresti via? >> chiese alla fine Stiles deglutendo.

<< Stare lontano dal proprio compagno è una cosa abbastanza dolorosa, non so come spiegarti bene, ma è come se ti mancasse sempre un pezzo. Una mancanza che a volte diventa anche fisica. Ma il tuo compagno viene prima di qualunque altra cosa, e se per lui io fossi troppo, o non fossi ciò che avrebbe voluto, allora sì, me ne andrei >> disse la chimera, chiudendo gli occhi con un risolino amaro che gli risaliva lungo la gabbia toracica. Il cuore che sembrava strapparsi ogni minuto che passava. Era una sensazione logorante, gli sembrava di annegare continuamente.

<< Tu credi che Liam non ti voglia >> constatò Stiles alla fine leccandosi le labbra. Il biondo annuì, e il moro gli diede uno scappellotto che fece sobbalzare l'altro.

<< Ma sei cretino? – urlò l'umano – Liam ti muore dietro. E' come Scott, ci mette tempo a capire le cose e a notare i particolari. Magari l'avrà negato a se stesso per un po', ma è così. E poi sei il suo compagno, non può cacciarti via >>

<< Non dovevo essere io >> rispose Theo alzandosi in piedi e avvicinandosi al suo armadio aprendolo. Stiles si alzò subito dietro di lui, e lo seguì con lo sguardo. La camera dell'amico era molto grande, in realtà, dando un'occhiata al letto gli venne da pensare che Liam avesse dormito lì, e per certi versi si sentì un po' un intruso.

<< Il suo lupo ha scelto te >> disse ancora il moro con fare eloquente.

<< Sì, e ha fatto uno sbaglio. Non sarei dovuto essere io, Liam non merita di avere me >>

<< Theo, stai dicendo un mucchio di cazzate >> si alterò Stiles, ma quello ridacchiò, al tempo stesso amaro e divertito facendogli venire i brividi. Sembrava che stesse combattendo una guerra contro se stesso. Alla fine dopo tanto girare, la chimera tirò fuori una valigia e la posò sul letto aprendola. Stiles si accigliò, cercando di immaginare le mille ragioni per cui il biondo avrebbe dovuto fare quel gesto, ma per quanto si sforzasse, la risposta era una sola. Lui voleva andarsene. Theo voleva andare via.

<< Vuoi farlo sul serio? >> gli chiese l'umano con un groppo in gola.

<< Ho fatto un errore a tornare qui. Sono sempre stato da solo, e avrei dovuto continuare a fare così. Non sono fatto per vivere insieme agli altri. Liam non avrebbe avuto tutti questi casini se non fosse stato per me >> rispose la chimera in uno sbuffo, iniziando a tirare giù dalle grucce alcune giacche e camicie.

<< Non puoi andartene >> disse Stiles, balbettando incredulo che l'altro facesse sul serio.

<< E' quello che sto facendo. Ho aspettato che si calmasse, ma sono passate settimane, Stiles. Settimane, e io....io non ne posso più. Fa male, ok? Fa schifosamente male. Quindi, se deciderai di legarti a Derek pensaci bene. Non è così piacevole come sembra >> fece in un ringhio Theo.

<< Dici così perchè sei arrabbiato >> ribeccò l'altro.

<< Sì, sono incazzato a morte. Ma è colpa mia. Non avrei dovuto avvicinarmi a lui. Non si sarebbe mai reso conto del perchè avesse di nuovo problemi a controllarsi, e io sarei dovuto andarmene appena l'avevo capito >>

<< E pensi che questo avrebbe risolto le cose? Un giorno o l'altro Liam l'avrebbe capito >> disse l'umano.

<< Ma nel frattempo avrebbe trovato qualcuno >> rispose la chimera lanciando i jeans nella valigia con fare alterato.

<< Non gli sarebbe mai bastato qualcuno – disse Stiles sconcertato – solo tu puoi bastargli. E' arrabbiato, ma sta male anche lui. Tornerà da te >>

<< Non sono abbastanza per lui >> mormorò Theo continuando a mettere cose a caso nella valigia. Stiles emise un sospiro.

<< Te ne vai sul serio? >> chiese il moro vedendo l'altro girare avanti e dietro come una trottola. Theo si limitò ad annuire, non voleva più stare lì, non voleva più sentire tutto quello. Lui non soffriva, non si sentiva in quel modo. Non prima di Liam. Più tempo restava lì così vicino a lui, ma senza poterlo realmente avere, più sentiva il cuore e lo stomaco lacerarsi. Per non parlare di come il suo lupo stesse graffiando. Un minimo di controllo lo doveva al coyote. Si passò una mano tra i capelli, ed emise un respiro sommesso. Stiles era ancora lì, a guardarlo incredulo e scioccato.

<< Credevo che volessi questo – mormorò il moro – un branco. Una famiglia >>

<< Lo credevo anch'io >> rispose il biondo scuotendo il capo.

<< Te ne vai ora? >>

<< Domani >> disse in un ringhio leggero.

<< Dillo a Liam. Digli che te ne stai andando, o meglio, che stai scappando >>

<< Non sto scappando. Sono stanco di aspettare qualcuno che non ha interesse nei miei confronti >> ringhiò Theo. In quello stesso momento, Peter entrò nella stanza, lanciando un'occhiata stralunata alla valigia chiusa sul letto e ai due chiaramente interrotti nel mezzo di una discussione.

<< Menomale che sei qui – sbottò Stiles – vediamo se riesci a convincerlo a non partire >>

<< Cosa? >> fece Peter lanciando un'occhiata alla chimera che la ricambiò, e il lupo vi lesse tutto in quegli occhi, emettendo un sospiro fin troppo comprensivo a detta di Stiles.

<< Perchè? >> chiese solamente il lupo.

<< Lo sai perchè >> rispose Theo avvicinandosi alla porta scansando Peter e dirigendosi al piano di sotto. Stiles si scambiò un'occhiata infinitamente preoccupata con il lupo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



<< Che cos'è questa storia? >> urlò Lydia perforandogli i timpani e facendolo saltare giù dal divano per lo spavento. Insieme a lei, uno Scott con una faccia allucinata che sembrava essere stato trascinato giù dal letto. E conoscendo Lydia, non era poi una cosa così improbabile.

<< Stiles >> ringhiò Theo tra i denti.

<< Già, Stiles. Ringrazia il cielo che mi sia portata Scott perchè avevo davvero intenzione di perforarti il cervello a suon di urla >> continuò la banshee.

<< Non sono affari che vi riguardano >> rispose la chimera.

<< Sono diventati affari nostri nel momento in cui ti ho ammesso nel branco >> intervenne Scott.

<< Lo so, e ti ringrazio per questa possibilità, ma ho già fatto abbastanza casini >> disse il biondo.

<< Quello che c'è tra te e Liam non è un casino. E' una cosa bellissima >> urlò la rosso fragola.

<< Credo che lui la veda in maniera diversa >> borbottò Theo.

<< Sì, perchè è un babbeo come il suo alpha >> fece quella.

<< Ehi, io sono qui >> disse Scott oltraggiato, facendo scappare un risolino incredulo agli altri due.

<< Lyds, senti. Io ho aspettato, ok? Ma stare qui fa male. Voi non potete capire come. . . – si bloccò Theo voltando il capo in un sospiro sommesso – non capite come ci si sente >>

<< Liam ragionerà. Non è uno stupido >> gli disse l'alpha.

<< E se non ragiona lo vado a prendere per le sue orecchie pelose >> sbottò Lydia. A Theo scappò una risata. Era una sensazione estremamente calda sentirsi parte di qualcosa in quel modo. Avere qualcuno che in un certo senso ti protegge anche quando non è un suo dovere. Qualcuno a cui importa di te perchè lo vuole.

<< Io vi ringrazio, ragazzi. Ma davvero, ho bisogno di allontanarmi da qui >> sospirò Theo.

<< Scott, sei il suo alpha, ordinagli di rimanere qui >> disse la ragazza impuntandosi e facendo spalancare gli occhi agli altri due.

<< Non posso ordinargli di rimanere se non vuole, Lydia >> mormorò Scott mordendosi il labbro.

<< Beh, grazie >> disse la chimera all'indirizzo dell'alpha.

<< Vuoi lasciare il branco? >> balbettò Lydia, mentre Scott gli rivolgeva uno sguardo incredulo non sapendo nemmeno cosa poter dire per fargli cambiare idea. Sembrava così dannatamente deciso. E l'unica persona in grado di fermarlo non era lì.

<< No, io . . . ho solo bisogno di starmene un po' lontano da qui. Tornerò, se vuoi >> rispose la chimera a Scott.

<< Certo che sì >> fece l'alpha deglutendo.

<< Liam lo sa che te ne vuoi andare? Gliel'hai detto? >> chiese la banshee a raffica, e la chimera scuotette il capo in segno di diniego.

<< Così rifai lo stesso errore >> disse Scott.

<< Io capisco perchè tu non gliel'abbia detto subito della faccenda dei compagni, ma questa cosa, questo tuo voler andare via. Non puoi non dirglielo >> fece Lydia.

<< Credo che lo sappia. Lo avete saputo voi in meno di due ore. >> mormorò il biondo.

<< Stiles lo ha detto a noi – fece l'alpha – non penso abbia chiamato Liam >>

<< Devi essere tu a dirglielo >> continuò la banshee.

<< Io. . . ci penserò, ok? >> fece la chimera alzando gli occhi al cielo.

<< Non puoi andare via domani. E' la vigilia di Natale >> balbettò Lydia con un nodo in gola.

<< Quanto hai intenzione di stare via? >> chiese Scott torturandosi le mani. Theo sorrise amaro. Si strinse nelle spalle. Non lo sapeva, non sapeva quanto avrebbe resistito lontano da Liam, sebbene, volesse solo scappare via in quel momento. Stava lottando contro se stesso. La sua parte razionale che lo aveva spinto a fare le valigie, e quella animale che premeva continuamente per andare a cercare il suo compagno e stritolarselo contro. Lydia si avvicinò a lui abbracciandolo e lasciandolo sorpreso e di stucco. Ricambiò l'abbraccio sentendola respirare piano contro di lui.

<< Devi rimanere qui. Devi prenderti quello che è tuo >> gli sussurrò così piano, apposta per non far sentire Scott. Lui sorrise. Era davvero unica.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 





<< Peter mi ha detto che Theo vuole andarsene >> buttò lì Derek. Stiles accanto a lui si irrigidì, e il lupo lo percepì chiaramente inarcando le sopracciglia.

<< Sì, lui . . dice di avere bisogno di un po' di spazio >> rispose l'umano.

<< Ci vuole fegato >> fece il lupo guardando l'altro.

<< Perchè dici questo? >>

<< Non puoi staccarti così dal tuo compagno. Anche se non sei ancora legato, sarebbe lo stesso una sofferenza >> spiegò Derek. Stiles non rispose, semplicemente parve perdersi nei suoi pensieri per l'ennesima volta. Non che a Derek dispiacessero quei momenti di silenzio insieme a lui, ma quella sera era diverso, e lui poteva percepirlo.

<< Stiles >> lo chiamò infatti e quello si voltò a fissarlo confuso, come se si fosse perso un passaggio.

<< Sì? >> chiese il figlio dello sceriffo.

<< Mi dici che hai? Sembra che questa cosa di Theo ti abbia sconvolto >> disse il ragazzo dagli occhi verdi cercando quelli scuri dell'altro.

<< Tu faresti lo stesso? Andresti via anche tu? >>

<< Perchè me lo chiedi? >> deglutì Derek guardando altrove, e quello per Stiles fu abbastanza. Si alzò dal divano del loft afferrando il giubbotto, mentre il licantropo lo afferrò per un polso.

<< Stiles, aspetta >> disse, ma l'umano si scostò da lui bruscamente voltandosi a fulminarlo con lo sguardo.

<< Quando? Dimmi solo quando hai capito che ero il tuo compagno, e come diavolo hai fatto ad andartene lo stesso per due anni senza nemmeno una parola. Una parola, Derek! >> urlò Stiles.

<< Se mi lasciassi spieg . .>>

<< No! Dimmi quando >> mormorò il più piccolo piantando gli occhi ora lucidi di rabbia in quelli del più grande.

<< Quando non sono riuscito a colpirti. Il nogitsune aveva preso possesso di te, e anche se non eri tu, io non sono riuscito a colpirlo. Ho lasciato che mi colpissi, ma non ti avrei mai toccato >> ammise Derek dopo qualche secondo, mentre gli occhi del più piccolo si allargavano a dismisura divenendo lucidi e sconvolti.

<< Lo hai capito in quel momento? E non hai mai detto niente, hai pensato che fosse una cosa che riguardasse solamente te. Io ti amavo, Derek. Centravo anche io, sono parte della situazione e tu sei riuscito addirittura ad andare via >> disse Stiles deluso. Il lupo deglutì scuotendo il capo.

<< Non è come sembra. Volevo solo proteggerti >>

<< Ci sono in mezzo dall'inizio. Te ne sei andato e io sono rimasto qui nei casini. Non è un modo di proteggere questo >> ribeccò l'umano incazzato.

<< Volevo proteggerti da me >> ammise Derek in un sospiro facendo sentire Stiles ancora peggio. L'odore di delusione, rabbia, e tristezza lo avvolsero facendolo sentire maledettamente in colpa.

<< Non era una scelta solo tua >>

<< Non voglio obbligarti a me, tu puoi ancora scegliere, Stiles >> disse il lupo.

<< Non sta a te decidere della mia vita >> urlò Stiles.

<< Faccio quello che posso >> respirò piano Derek tornando a sedersi sul divano. Non voleva fermarlo, o meglio, sentiva che lui non voleva essere fermato e allora lo lasciava andare. Theo aveva ragione, essere legati in quel modo ancora prima di solidificare il legame stesso era un supplizio. Dio, se era incazzato. Gli aveva mentivo, e non importava che l'avesse fatto per proteggerlo, gli aveva mentito per anni. Anni che lui aveva speso a darsi dell'idiota nel provare quelle cose per lui. Il fatto era che per quanto arrabbiato fosse, non poteva andare via e lasciare Derek in quello stato. Il lupo era seduto sul divano. La testa tra le mani, quasi aspettasse il momento in cui avrebbe sentito il rumore della porta sbattere. Doveva essere così asfissiante che non riusciva nemmeno a respirare se provava a mettersi al suo posto. Lui lo amava, amava Derek da anni. Lui era andato via, ma era anche tornato. Era tornato ed era lì per lui, perchè alla fine era quello che contava, il fatto che fosse tornato da lui. Lasciò andare il giubbotto a terra che collise con il pavimento, e si avvicinò al lupo, che scostò le mani dal volto sentendolo avvicinarsi. Stiles deglutì, Dio, se amava quegli occhi così verdi.

<< Sei stato un idiota ad andartene via senza dirmi nulla. E sono incazzato, lo sono così tanto che ti prenderei a calci, razza di sourwolf musone. Ma ti amo. Ti amo così tanto, e da così tanto tempo che il pensiero di allontanarmi da te di nuovo mi terrorizza >> disse Stiles tutto d'un fiato facendo spalancare gli occhi di Derek che lo afferrò tirandoselo addosso in un bacio che gli fece fermare il cuore più volte. Era così bello baciarlo che ci sarebbe potuto rimanere tutta la vita in quella posizione.

<< Mi dispiace >> gli sussurrò Derek sulle labbra, e lui sorrise piano.

<< E' ok. Ma d'ora in avanti le cose le decidiamo assieme >> disse Stiles vedendo l'altro annuire.

<< Ti amo >> sentì poi soffiare a Derek nel suo orecchio. E questa volta ebbe davvero dei micro infarti, perchè poteva solo averlo sognato che quel sourwolf gli avesse appena detto di amarlo.

<< Derek >> sussurrò con il fiato spezzato cercando i suoi occhi, quello sorrise. Uno di quei sorrisi che a Stiles facevano venir voglia di piangere per quanto fossero belli.

<< Ho detto che ti amo. Ti amo, Stiles >> disse di nuovo il lupo passandogli una carezza sul volto, e l'altro per poco non scoppiò sul serio a piangere dalla gioia.

<< Ti amo anch'io >> disse Stiles stringendo il suo lupo in un abbraccio che di delicato non aveva nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



<< Liam, ti prego >> fece Mason per la decima volta in cinque minuti.

<< No >>

<< Dio, Liam. Non potete andare avanti così. Per quanto tempo credi che riuscirai a controllarti, prima di presentarti da lui come un martire? >> fece il moro scocciato e distrutto.

<< Non riesco a pensarci, perchè non faccio che arrabbiarmi di nuovo >> disse Liam alzando gli occhi azzurri al cielo.

<< Ti arrabbi perchè lui ti manca. E' il tuo lupo che cerca di fartelo capire >> lo riprese il suo migliore amico.

<< Lo so benissimo, Mason. Mi manca, ok? Sei contento che l'ho detto? >>

<< Sarei contento se ti decidessi ad andare da lui >> rispose il moro duramente.

<< Lo avevo capito, sai? Avevo appena capito quello che provavo per lui e scopro che non ha fatto altro che mentirmi >>

<< Questo non è vero – disse Mason duro – lui non sapeva che foste compagni. L'ha capito da poco, e ha preferito non dirtelo perchè eri già stato male per il rapimento >>

<< Non sono una donzella, Mas >>

<< Lo so, ma Cristo, Liam. Hai avuto un crollo. Non voleva complicare le cose ulteriormente. Ma adesso tu stai esagerando >> urlò Mason facendogli spalancare gli occhi.

<< Che diavolo ti prende? >>

<< Cerco di farti ragionare, razza di imbecille >> fece il moro. Il lupo lo fissò sconcertato, ma l'altro non gli diede il tempo di dire niente che riprese a tartassarlo.

<< Lui ti ha cambiato, anche se non vuoi ammetterlo, ma è così. Sei più tranquillo e meno impulsivo quando Theo è nei dintorni. Hayden non ti ha mai fatto nascere un sorriso con la sua sola presenza, non ti ho mai visto in quel modo con nessuno. Sei felice quando lui ti gira attorno, e a lui succede esattamente la stessa cosa. Vi seguite con lo sguardo senza rendervene nemmeno conto. Adesso è tutto amplificato perchè sai che i vostri lupi si sono scelti, ma Dio, Liam. Quante persone possono dire di avere qualcosa del genere? Hai la certezza che nella tua vita ci sarà qualcuno che ti amerà per sempre senza mai stancarsi di te. E' tutto ciò che ognuno di noi vorrebbe, ma che non può avere. E voi lo state sprecando per cosa? >> fece Mason cercando di farlo ragionare, e il groppo che Liam aveva in gola si sciolse a quelle parole. Theo. Theo lo avrebbe voluto sempre, e lui avrebbe sempre voluto la chimera. Theo era suo, non era una sensazione qualunque di appartenenza quella che provava quando era vicino a lui, era reale. Lui apparteneva a quel ragazzo dai sorrisini impertinenti, e quello stesso ragazzo apparteneva a lui, in una maniera così viscerale da sconvolgerlo.

<< Liam? >> lo richiamò alla realtà Mason.

<< Sono un coglione >> disse il beta sconsolato. Mason ridacchiò, prendendo un sospiro di sollievo. Era finalmente riuscito a far ragionare quella testa di rapa di migliore amico che si ritrovava.

<< Meglio tardi che mai >> borbottò il moro.

<< A che ora è la cena stasera? >> chiese Liam.

<< Oh, giusto. Credo alle nove. La mamma ha preparato una miriade di dolci, verrà anche Corey >> disse l'umano.

<< Non posso credere che domani sia già Natale >> borbottò il biondo. Mason annuì, strofinandosi poi le mani sulle braccia. Nonostante la casa di Liam fosse ben riscaldata, il solo guardare fuori gli faceva sentire il freddo addosso. Il campanello suonò all'improvviso facendo sobbalzare Mason e accigliare Liam che non aspettava nessuno. I suoi erano fuori, ed era la vigilia di Natale. Il pensiero che potesse essere la chimera gli fece saltellare il cuore contro la gabbia toracica e andò ad aprire di corsa. Quando si ritrovò il volto scuro di rabbia di Peter Hale davanti, deglutì più confuso di prima. Peter entrò senza chiedergli il permesso andando dritto in cucina dove c'era Mason, che proprio come Liam, alla vista dell'uomo si accigliò.

<< Che ci fai qui? >> urlò Peter facendo sbiancare Liam e tappare le orecchie a Mason.

<< Se sei venuto a cercare di convincerlo, ci sono appena riuscito >> gli rispose l'umano.

<< Bene, e allora perchè sei ancora qui? >> continuò il lupo.

<< Domani andrò a parlare con Theo, ok? >> disse Liam stringendosi nelle spalle. Peter si accigliò.

<< Domani non troverai nessuno – disse il licantropo – Theo parte tra un'ora >>

<< Che vuol dire che parte? >> deglutì Liam di colpo agitato fissando il lupo dinnanzi a lui con un groppo in gola.

<< Se ne va, e non ho idea di quando tornerà, o se lo farà – spiegò Peter, mentre Mason all'improvviso sembrava un morto, che fissava Liam in attesa di una reazione violenta – Se ne va perchè tu ti ostini a fare l'idiota non facendo altro che far star male entrambi. E se adesso non muovi il culo e vai lì a fermarlo, giuro su Dio, che ti ci porto io a calci in culo >>

<< Ma perchè? Cioè, perchè ti importa? >> fece Mason, mentre Liam sembrava una statua di ghiaccio, non stava nemmeno respirando, gli occhi vuoti. Gli faceva paura.

<< Quel ragazzo è come me. E se gli fai del male ti strappo i connotati >> ringhiò Peter a Liam, che in quel momento sembrò tornare alla realtà, gli occhi spalancati e pieni di terrore, come Mason non glieli aveva mai visti. Se Theo se ne fosse andato, niente avrebbe potuto risollevare Liam.

<< Va >> fece Mason, e Liam annuì prima di raggiungere la porta d'ingresso e iniziare a correre più veloce che poteva, dimenticando persino la giacca.

<< Spero per lui che faccia in tempo >> borbottò il lupo.

<< E così ti rivedi in Theo? >> fece il moro curioso, osservando il lupo ridacchiare divertito.

 

 

 

 







No, tranquilli, non sono impazzita (FORSE) Ahahaha, ok, no, forse sì xD

Dovevo aggiornare sabato, ma dato che ho un bel po' di capitoli già pronti, ho deciso di smaltire un po' il mio povero pc, e quindi eccovi un doppio aggiornamento. Che dire? Un capitolo un po' ricco di tensione, direi . . .ma nulla dura in eterno!

Spero che anche questo vi piaccia, e vi ringrazio ancora per le bellissime recensioni, anche se a volte mi minacciate, ma me lo merito mi sa xD

Un grazie ai nuovi lettori, e a voi che l'avete aggiunta tra le seguite, ricordate e preferite. Ci becchiamo sabato, un bacio

Elly

  
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