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Autore: orchidee    21/11/2017    2 recensioni
Ciao a tutte. Questa è la mia seconda FF. completa e da le risposte alla precedente, Besame. E' una storia forse un po' pazza e l'ho immaginata in due parti, in due momenti distinti. La prima si ricollega alla mia prima storia, la seconda è il seguito, ma si discosta e molto per temi e atmosfere. Spero possa piacervi e possa darvi magari qualche emozione. Grazie in anticipo a chi vorrà dedicare un po' del proprio tempo alla lettura.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 15
 
L'aveva chiamata, quello che Betty gli aveva consigliato non aveva senso! Non poteva aspettare. Era stato stupido, crudele e cieco, aveva sbagliato. Doveva dirglielo subito. Era convinto che sarebbe bastato parlarle come aveva fatto lei. Lui aveva capito e per lei sarebbe stata la stessa cosa! Sapeva che non aveva smesso di amarlo. E lui l'amava, più di prima! Avrebbe passato la sua vita rendendo quella di sua moglie meravigliosa! Si sarebbe dedicato a lei e alla sua famiglia. E sarebbero tornati ad essere felici. Doveva solo vederla. Ma lei non gli rispondeva al telefono, né ai messaggi. Non poteva fare altro che andare da lei. Quella mattina si presentò all'ora in cui erano soliti uscire lei e i bambini
“Papà!”
Giulio e Francesca gli corsero incontro felici
“Nicola... Bambini per favore, vedrete vostro padre dopo la scuola, ora è tardi!” I bambini salutarono il padre con un bacio ed ubbidirono alla madre
“Perché non mi rispondi? Dobbiamo parlare!”
“Non è il momento giusto, ti prego... Non ora” lo supplicò Marcella indicandogli con lo sguardo il sedile dove erano seduti i figli.
“Lo so! Ma ti giuro che se non parliamo, mi troverai qui ogni mattina!”
“E va bene! Ci vediamo a pranzo!”
“No, dobbiamo parlare da soli!”
“È tardi, devo andare...”
“Ti raggiungo in ufficio!”
“No, possiamo vederci a casa... A casa mia, per pranzo! I bambini saranno a scuola e potremo parlare soli...”
“Grazie! A più tardi!”
Era felice Nicola, era riuscito a trovare il modo per parlare con lei! Ora gli sembrava tutto semplice.
 
“Cosa credi che voglia dirmi...”
“Vuoi che venga con te?”
“No, figurati! Betty, tu sai perché voglia parlarmi?”
“Sì, qualche giorno fa abbiamo parlato! L'ho pregato di lasciarti in pace, ma non riconosco più l'uomo che era...”
“Cosa deve dirmi?”
“Non sono io a dovertene parlare! Sarebbe un errore da aggiungere a tutto il resto! Ascoltalo perché non si fermerà fino a quando non ti avrà detto tutto. Poi rifletti sui tuoi sentimenti, sui suoi! Prenditi tempo... Ascoltare ciò che ha da dirti non sarà facile. Ma servirà a tutti e due. Almeno credo!”
“Non voglio continuare ad odiarlo...”
“Forse non sarà così...”
 
“Entra!”
Nicola varcò la soglia di quella che un tempo era la sua casa. Sentì l'odore del caffè della colazione e del profumo di Marcella. Si guardò in giro e gli sembrò che quella casa non fosse cambiata, c'erano i giochi dei bambini sul tavolino del soggiorno, i libri, i dischi. Ma non vide le loro foto
“Siamo qui, ti ascolto!”
Nicola si girò verso di lei e la guardò. Era bellissima, la sua donna. Le si avvicinò e le accarezzò il collo. Marcella si spostò di scatto 
“Non toccarmi! Non farlo!”
“Io ti amo!”
Marcella lo guardò e gli sorrise
“Davvero?”
“Non ho mai smesso di amarti! Ero confuso! Ma ora mi devi ascoltare...”
Nicola gli disse quello che aveva provato la sera dell'incidente, della paura di perderla, di come si sentisse in colpa nei sui confronti. Le chiese scusa per non averla ascoltata. Tra loro c'era stato un equivoco. Il dolore li aveva allontanati, e lui aveva commesso tanti errori! Le chiese di perdonarlo perché sapeva che anche lei lo amava ancora. Le si era avvicinato e le accarezzava i capelli.
Marcella non si mosse, era sconvolta da quello che le era appena stato rivelato. Era vero il suo matrimonio era finito perché non erano riusciti a superare il dolore. Li aveva divisi, era grande quel dolore e non erano riusciti a condividerlo. Forse sarebbe bastato poco, una parola magari. 
“Amore mio, dimmi qualcosa! Dimmi che comprendi...”
Lei lo guardò negli occhi e le parve di rivedere gli stessi occhi di cui si era innamorata, una lacrima le scese sulla guancia e lui con il pollice gliela asciugò. Senza muoversi gli disse
“Hai ragione. Il dolore ci ha reso ciechi l'una nei confronti dell'altro! Ti perdono per tutto! Come spero tu abbia perdonato me per averti escluso, per i silenzi e per ciò che non ti ho detto.”
“Amore mio! Grazie! Giuro che ti renderò felice!”
Nicola le prese il viso tra le mani e le diede un bacio sfiorandole le labbra, ma lei si spostò e si alzò. Non si girò a guardarlo mentre gli diceva
“Ti perdono, ma non posso dimenticare! Non dimenticherò mai il dolore, fa parte di me!”
“Lo so! Anche io non potrò dimenticare quello che è successo, ma possiamo ricostruire tutto, Marcella! Io voglio te! Sei l'unica donna che io abbia mai amato! Sei tutto!”
“Nicola, va via! Ora!”
“Non posso! Non lascerò inascoltato il tuo silenzio oggi!”
“Ti sbagli! Non è un silenzio! Ti dirò molto sinceramente e chiaramente quello che provo. Io non ti voglio qui! Non voglio che mi tocchi! Non voglio che tu creda che basti chiedere scusa per cancellare tutte le umiliazioni che mi hai inflitto! La tua indifferenza... Anzi il sollievo che hai provato quando ho scoperto di te e quella donna! Hai smesso di amarmi! Hai smesso di rispettarmi! Tra noi è finito tutto perché sei cambiato, e io posso perdonare i nostri errori dopo l'incidente, non quello che sei diventato! Io non conosco l'uomo che sei oggi. L'uomo che amavo non avrebbe mai condotto una vita come quella che hai vissuto tu.”
“Ho sbagliato! Credevo di non amarti più! Che tra noi fosse finito tutto! Ma non è così!”
“Stai sbagliando ora! Perché tra noi è finito tutto! Non mi interessa quello che credevi! Non mi interessa se ora credi di amarmi! E non importa nemmeno quello che provo. Perché il disgusto che mi susciti è più grande di qualsiasi cosa! Non ti permetterò mai più di toccarmi! Non dopo aver messo le mani su metà delle donne di Bogotà! Vai via! Io devo tornare al lavoro!” 
Nicola era distrutto da quelle parole. Credeva che sarebbe bastato parlarle, ma Betty aveva ragione... No, non era così!
“Non smetterò mai di sperare! Non smetterò di cercarti! Sei mia moglie! E torneremo insieme! Te lo giuro, Marcella! Tu sei la mia donna e questo non cambierà mai! Io ti amo e tu ami me”
“No! Non è così! Ora ti prego vattene via!”
Nicola uscì dall'appartamento e rimase fermò dietro la parta qualche istante. Lei sarebbe tornata la sua donna, sapeva che il suo amore non era finito. Doveva solo dimostrargli che era ancora l'uomo che aveva sposato.
 
“Signora Marcella, sono arrivati questi fiori per lei...”
“Chi li manda? C'è un biglietto?”
“Sì, ma ovviamente non l'ho letto! Signora Marcella, sono bellissimi!”
Erano bellissimi e Marcella sapeva che li aveva mandati lui, prese il biglietto e lo lesse. Non sbagliava era stato Nicola a mandarglieli. Strappò il biglietto
“Mariana, se le piacciono li tenga pure lei!”
Ogni mattina i fiori arrivavano puntuali. Come i messaggi.
“Mariana, la prego di rimandarli indietro! Non voglio più vederli! Quando il fattorino domattina verrà a consegnarli la prego di non accettarli! Che li butti o li regali alla sua fidanzata.”
“Come vuole, signora!”
Marcella aveva risolto il problema dei fiori. Nicola però era sempre presente e non solo con fiori e messaggi. Riportava i bambini sempre la sera quando sapeva di trovarla! Per fortuna però non li usava per avvicinarsi a lei. Era un padre premuroso e amava i suoi figli, era una cosa che non aveva mai messo in dubbio. 
“Betty, non so davvero cosa fare per evitare di vederlo... Mi ha sommersa di fiori, di messaggi...”
“Cosa provi per lui?”
“Perché me lo chiedi? Sai ciò che mi ha fatto!”
“Sì, lo so bene. Ma ti ho chiesto se lo ami.”
“L'amore non basta! La fiducia che avevo in lui, non esiste più! Rimangono solo delusione e disgusto... Pensare di farmi toccare da lui mi fa schifo! È andato a letto con ogni donna che gliene abbia dato occasione! In questi mesi era sui giornali ubriaco, senza alcun ritegno si faceva fotografare mentre le toccava, le baciava! Non ha pensato ai bambini che avrebbero potuto vedere i giornali, né ha pensato alle chiacchiere che la gente ha fatto anche su di me!”
“So bene quello che provi...”
“No! No puoi saperlo! Non del tutto! Nessuno ha mai fatto pettegolezzi su di te! Quando Armando appariva sui giornali, tu eri lontana, sposata. So che soffrivi! Che ogni foto era dolorosa, ma nessuno ha mai associato quelle foto a te! Io ho letto quello che scrivevano... Per i giornalisti io ero la donna fredda che evidentemente non dava al proprio marito emozioni e che quel pover uomo era rinato dopo la nostra separazione! Qualcuno ha anche insinuato che lui mi abbia lasciato perché ero più occupata con il lavoro che con lui... Che lo trascuravo, che non dovevo poi essere granché come amante! Tu hai mai letto qualcosa del genere sul tuo conto?”
“Scusami! Hai ragione! La gente è cattiva!”
“Lui lo è stato! Perché avrebbe potuto essere più discreto o smentire quelle voci! Non l'ha fatto perché non gli importava nulla di me!”
“Marcella, lo ami?”
“No! Non lo amo! Lo odio! E lo odierò per sempre! Mi toglie il fiato l'odio che nutro nei suoi confronti! A volte mi sembra di annegare nell'odio! Vorrei trovare la pace!”
“Forse se ne farà una ragione. Ti lascerà in pace...”
“Non lo farà mai! È convinto che tutto tornerà come prima!”
“E non è così?”
“Betty, pensi davvero che mi meriti un uomo del genere?”
“Io so che vi siete amati tanto. So che tra voi c'era una magia e so che avete sofferto! So che a volte l'odio nasconde amore...”
“Betty! Nicola è... Nicola era l'uomo che amavo...”
“Va bene amica mia! Non posso non comprendere le tue ragioni! Ma non potete restare fermi. Dovete andare avanti tutti e due!”
 
“Dottor Santamaria, buongiorno! Come mai mi ha convocato nel suo ufficio?”
“Signora Mora, che piacere vederla...”
“Valencia!”
“Ha ragione, mi scusi! Credevo che il dottor Mora l'avesse avvertita...”
“Io e il dottor Mora non parliamo molto...”
“Oh, beh ecco l'ho convocata per sottoporle la documentazione del nuovo assetto societario dell'Ecomoda!”
“Non capisco di cosa stia parlando...”
“Ecco suo ma... Il suo ex marito le ha intestato le sue quote della compagnia, credevo si trattasse di un accordo aggiuntivo a quelli concordati durante il divorzio...”
“Io non ne sapevo niente! Non voglio nulla che non fosse entro i nostri accordi...”
“Vede, signora Marcella, io ho solo eseguito le indicazioni del dottor Mora. Lei ora è la proprietaria del suo 15%...”
“Perché l'ha fatto?”
“Come le dicevo pensavo ne fosse a conoscenza! Ma forse il dottore non voleva più occuparsi della vostra compagnia. So che la TerraModa ha iniziato da poco una collaborazione con alcune società estere e...”
Marcella era confusa. Forse Nicola si era liberato delle sue quote perché deciso a buttarsi il passato alle spalle. Nelle ultime settimane era stato stranamente silenzioso... Aveva deciso di farsene una ragione!
“Molto bene... Dove devo firmare?”
“Aspetti solo un momento per favore...”
L'avvocato chiamò uno dei collaboratori che poco dopo entrò con i documenti necessari
“Signora Valencia, le presento il mio socio, il dottor Molina”
“Molto piac...”
“Marcella! Sei tu? Ci avevo sperato sai?”
“Luca? Luca Molina?”
Marcella era sinceramente felice di vedere quell'uomo. Erano stati amici da ragazzini e avevano frequentato l'università insieme. Ai tempi lui era molto amico di Armando e di Mario Calderon ma era molto diverso. Era sempre gentile e disponibile. Armando lo prendeva in giro perché era convinto che avesse una cotta per lei.
“Sono davvero contento di vederti! Sei sempre bellissima!”
“E tu sempre gentile! Sapevo ti fossi trasferito a Città del Messico...”
“Infatti ho passato gli ultimi dieci anni lì, ma sono tornato qualche mese fa...”
“Mi ha fatto piacere rivederti...”
“Marcella, perché non ci vediamo per un caffè?”
“Come? Ecco... Io sono molto impegnata con il lavoro e con i bambini... Mi scusi, dottor Santamaria, dove devo firmare?”
 
“Nicola cosa significa?”
“Le cose non cambieranno. L'Ecomoda appartiene alle vostre famiglie e quando ho acquistato le quote di Daniele l'ho fatto per lei!”
“Perché l'hai fatto? Non sei più interessato a questa compagnia?”
“Io sono interessato a Marcella! Le ho ceduto le mie quote perché spero che capisca che tutto ciò che è mio è suo! Se volesse gli regalerei anche la TerraModa!”
“Cosa ti ha detto? Intendo quando ha saputo delle tue intenzioni?”
“Beh ho voluto fosse una sorpresa!”
“Una sorpresa? Non sarebbe stato meglio un fiore?”
“Gliene ho mandati tanti ma non hanno avuto l'effetto sperato... Ho pensato che se le avessi dato qualcosa a cui tiene da sempre forse avrebbe accettato il mio cambiamento! Spero capisca che lei è tutto per me!”
“Scusa, ma questo gesto non mi sembra dimostri il tuo cambiamento! Le hai semplicemente dato qualcosa di materiale!”
“Le ho dato l'azienda della sua famiglia! Vale milioni di dollari!”
“Sì, infatti, sembra tu voglia quasi comprarla!”
“Non è così... Lei lo capirà...”
“Lo spero!”
“Stasera voglio portarla fuori a cena...”
“Lei lo sa?”
“Non ancora! Ma sarà come il giorno in cui le ho chiesto di sposarmi. Fu la sera in cui le dissi che avevo il capitale per acquistare le quote del fratello. Oggi sono sue! Avrei dovuto darle a lei quel giorno...”
“Non capisco se tu sia stupido o romantico...”
“Da quando abbiamo parlato non sono più uscito con nessuna donna! Mi interessa solo lei! Voglio riconquistarla! E se stasera non riuscissi a convincerla, sarà domani o fra una settimana, ma lei tornerà da me!”
“Da te o con te?”
“Io ho bisogno di lei!”
“E lei? Ti sei chiesto lei di cosa abbia bisogno?”
“Crede di odiarmi, crede che tra noi sia finita, ma non è così!”
“Ne parli come se fosse una tua proprietà!”
“Lei è mia! Smettila di insinuare dei dubbi!”
“Scusa... Forse sarebbe la cosa migliore se tornaste insieme!”
“Sarà così!”
   
 
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