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Autore: Anwa_Turwen    23/11/2017    1 recensioni
1995.
La seconda Guerra Magica sta per iniziare.
La sicurezza degli studenti di Hogwarts è a rischio, mentre il Ministero stesso fa involontariamente il gioco del nemico.
Anche a Evelyn, sedicenne dall'infanzia tutt'altro che tranquilla, la vita offre una seconda possibilità. Deve dimenticare gli anni trascorsi a piangersi addosso, far pace con il passato, prendere coscienza di sé e del mondo a cui appartiene.
Accompagnata da suo severo professione di pozioni, riuscirà la ragazza a superare le sue paure e, finalmente, a crescere?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Devi aiutarla a proteggersi


La serata non era neanche a metà, e già il Professor Piton si sentiva incline a lasciar andare la pazienza. Guardò senza interesse il suo piatto e socchiuse gli occhi, domandandosi cosa mai lo rendesse tanto nervoso. I tempi davvero peggioravano di anno in anno, o stava forse invecchiando?

Come se la risposta non fosse ovvia. Eccola lì, a un paio di metri da lui.

Era una risposta dalla faccia larga e dal sorrisino infantile, dai grandi occhi rotondi e dall'orrendo cardigan rosa, che si era permessa di interrompere il preside con i suoi futili discorsetti da ministeriale, tutta quella roba sul progresso per il progresso che andava scoraggiato, sulle tradizioni, eccetera.

Una cosa era chiara: era un'infiltrata inviata dal Ministero per spiare gli affari di Silente, per impedire che ai ragazzi venissero trasmesse idee e conoscenze "pericolose", un bastone tra le ruote dell'autodifesa, che a breve sarebbe diventato più potente delle stesso preside!

Idiota di un Fudge, non conosci il male che ti stai attirando addosso con tutte queste perdite di tempo. Non sai di star giocando col fuoco!

E Silente? Come aveva potuto permettere che un tale individuo introducesse la sua flaccida persona attraverso i cancelli della scuola?!

Ah già. L'avevano anche licenziato dal Wizengamot. E il Ministro era più in alto di tutti.

Forse poteva consolarsi, in genere gli insegnanti di Difesa non resistevano più di un anno: capitava sempre loro qualche sciagura. Ma un anno di tempo perso era davvero troppo, e poteva solo sperare che non tutti là dentro fossero dei totali deficienti, e che non si lasciassero rammollire dalle balle che scriveva Il Profeta, o dalle paroline leziose della professoressa Umbridge. 

Per fortuna, il Cappello di Godric stesso aveva lanciato un avvertimento, e chi aveva orecchie avrebbe inteso.

Scrutando la sala, gli tornò all'occhio la seconda anormalità della sera: Evelyn Smyth sedeva al tavolo di Serpeverde, finendo la sua cena con apparente tranquillità. 

Di solito Hogwarts mandava la lettera di ammissione al compiersi degli undici anni, ma lei ne aveva almeno cinque di più.

Eppure era arrivata con i primi e sie era sottoposta allo Smistamento, e Piton era certo di non averla mai vista prima nella scuola.

Ne avrebbe parlato al Preside. Ora che era nella sua Casa, aveva il diritto di sapere.

Quando i piatti furono vuoti e gli appetiti saziati - non il suo, aveva più di una buona ragione per averlo perso del tutto -, dopo che il preside ebbe congedato  e la sala si fu riempita del comune subbuglio post-pranzo (in cui i nuovi alunni facevano di tutto per non venire schiacciati, e i Prefetti si adoperavano più o meno inutilmente ad attirare l'attenzione), anche i professori poterono alzarsi. I capi delle Case preferivano lasciar fare esperienza ai nuovi designati, e non si intromettevano bella guida dei primi anni.

Li avrebbe attesi in sala comune.

 

*** 

 

Fare il capo della Casa di Serpeverde rivelato un onere eccessivamente faticoso da sostenere.

In effetti, essere il professor Severus Piton portava i suoi vantaggi. Otteneva il silenzio semplicemente guardandosi attorno, rischiava molto poco, e si divertiva un bel po' alle spalle dei Grifondoro. I suoi alunni lo rispettavano, e forse, poteva dire di esercitare il tipo di fascino e che attecchisce sul genere Serpeverde.

Se i colleghi gli rinfacciavano di essere parziale, sapeva per rispondere che lui aveva nel suo interesse il bene della sua Casa perché nessun altro le badava.

E non era falso. Era da sempre Il dormitorio più odiato e sottoposto a pregiudizi.

Perciò, quando si concesse di godere della tranquillità dei suoi appartamenti, un bicchiere di Whiskey Incendiario a smaltire l'odiosa presenza di quella vocina da bambola che ancora aleggiava all'altezza dello stomaco, credette di aver già assolto in larga misura tutto il lavoro necessario per il primo giorno.

Aveva detto due parole ai novellini su come era loro dovere comportarsi, che se li avesse colti a trasgredire sarebbe stato costretto a togliere dei punti, e che non dovevano necessariamente maledire ogni Grifondoro - perché a volte le semplici parole potevano essere più taglienti di un Diffindo - di obbedire ai Prefetti, su per giù le cose di ogni anno. Aveva poi intimato loro di non uscire dopo il coprifuoco, tanto avrebbe fatto presto ad accorgersene, e se ne era tornato nel suo salotto.

Diede una ripassata mentale a l'orario per il giorno dopo.

Aveva giusto un'ora libera prima di lasciare che l'aula di Pozioni venisse intossicata dai venefici tentativi delle teste di legno, poi avrebbe sopportato l'urtante e montata presenza di Potter e dei suoi inseparabili compari per almeno metà della mattinata.

Oh, ma si sarebbe divertito.

Non fece in tempo a decidere se fosse opportuno andarsene a letto, che un bagliore verde fiammeggiò dal camino fino ad allora spento, e in mezzo al fuoco apparve l'anziana testa del preside.

"Severus? Perdona il disturbo".

Il professore sussultò leggermente. Aveva già incontrato Silente prima che i ragazzi arrivassero, che cosa voleva ancora il vecchio?

"Albus".

"Mi chiedevo se non avessi qualche altro minuto libero. Ti sarebbe utile fare un salto nel mio ufficio prima di domani mattina".

L'uomo più giovane non ribattè, ma lasciato andare dal naso lungo sospiro, si alzò ed entrò nelle fiamme.

Il preside lo stava aspettando seduto come al solito dietro la scrivania, con una bottiglia di idromele e due eleganti bicchieri pieni, nessuna traccia dell'impazienza che invece, seppur ben mascherata, si agitava nel professor Piton.

"Accomodati, Severus".

Affabile come sempre. 

Piton sedette.

"Prendi da bere".

"Grazie, no. Ho già bevuto". Sapeva di essere scortese.

Silente sorrise di sbieco avvicinandogli il bicchiere.

"Credo, Severus, che sia necessario spendere qualche parola su un caso particolare che abbiamo quest'anno e che, come sospettavo, si è ritrovato sotto la tua responsabilità. Certamente ti sarai accorto della signorina Smyth".

Piccola pausa.

"Non c'è nulla che desideri chiedermi?"

Piton ghignò. 

"Non c'è nulla che desideri spiegarmi? O devo tirare a indovinare?" 

"Molto bene, Severus".

Perché continuava a chiamarlo per nome? Lo infastidiva. Cosa si aspettava da lui, ridicole manifestazione di incontenibile curiosità, o fiumi di inarrestabili domande solo perché un'alunna si trovava per la prima volta Hogwarts con cinque anni più del dovuto?

Il preside non si spiegava, perfetto. Avrebbe dovuto domandare.

"Come mai è qui? Così tardi. Non ha ricevuto la sua Lettera quando era il tempo?"

Il più anziano si prese una pausa prima di rispondere.

"La signorina Smyth ha ricevuto la sua Lettera come tutti i ragazzini magici della Gran bretagna. Ma la sua adolescenza non è stata esattamente... tranquilla".

Altra piccola pausa.

"Ciò di cui volevo avvisarti, Severus, è di fare molta attenzione a lei. Ha sedici anni compiuti, e abbiamo deciso di provare a inserirla nei corsi del G.U.F.O., ma è assai indietro con gli studi. Nonostante io abbia ragione di credere che si impegnerà per recuperare, i professori non possono rallentare il programma a causa di un solo studente. Tu sei il suo capo Casa, e un insegnante molto competente, perciò oso gentilmente pregarti di provare a darle, durante il tempo libero, una mano d'aiuto".

"Cioè deve prendere... ripetizioni?" Come se la parola fosse un oltraggio. "Quanto le manca?"

"Non è solo questo, Severus" aggiunse il suo interlocutore con fare misterioso.

"Oh. Corre forse qualche terribile pericolo? Abbiamo un altro amorevole Potter versione femminile?" Sapeva che il ghigno sulle sue labbra era tutt'altro che rispettoso. In fin dei conti, non gli importava granché, era il suo modo di prendersi una piccola vendetta per essere stato tenuto all'oscuro di tutto e per continuare ad essere trattato così enigmaticamente riguardo ai suoi studenti. Visto che l'altro non ribatteva, giunse, un poco più seriamente: "Occlumanzia?"

"Anche. Tu devi insegnarle a proteggersi".

"Proteggersi?! E da cosa, che non sia un rischio comune?"

"Prima di tutto da sé stessa" fu la risposta alquanto misteriosa di Silente.

Lunga pausa. 

"Perché non me ne hai parlato prima". Era una domanda o un'intimidazione?  

"Siamo stati molto occupati con l'Ordine, tu lo sai, Severus, e problemi di questo tipo potrebbero sembrare bazzecole in confronto. Lo avrei fatto, comunque, con il capo della sua Casa, e ora sono certo che nessuno può esser meglio di te. Confido che farai un buon lavoro."

E quindi? Non aveva più intenzione di spiegargli niente? Il passato, i problemi avuti, cose che lo avrebbero aiutato a capire come prenderla?

Ora sembrava davvero il bambino curioso che aveva tanto evitato di impersonare, e di sicuro era proprio questo l'intento del preside. Farlo incuriosire e dirgli il meno possibile perché gli venisse voglia di scoprire da solo. Perché prendesse a cuore l'argomento.

Oh, non gliel' avrebbe data vinta.

 

   
 
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