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Autore: _Schwarz    23/11/2017    2 recensioni
Prima mia fanfiction nel mondo di Dragon Age, si basa sulla domanda che mi sono fatta mentre giocavo le origini dei nani: perché Duncan non avrebbe potuto essere ancora nelle Vie Profonde quando il nano nobile viene esiliato?
E quindi eccole, Nahir Brosca e Sereda Aeducan, due nane che stanno per insegnare agli umani come si combattono i Prole Oscura.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Alistair Therin, Altri, Custode, Leliana, Zevran Arainai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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In War, Victory

 

“Atrast nal tunsha” (May you always find your way in the dark”.
~ Paragon Caridin, Dragon Age Origins.
 
 


Orzammar era ancora più inospitale di quanto Nahir e Sereda la ricordassero e, visto che entrambe avevano trascorso le ultime loro ore in città in una prigione a un passo dalla morte, ciò non era confortante.
Le strade erano semideserte, solo pochi dei tanti mercanti avevano posizionato le loro bancarelle sfidando il caos; chi ci si avventurava si guardava intorno sospettoso ed erano quasi tutti chiaramente armati; bande di senza casta scorrazzavano tranquillamente in giro per il quartiere comune come se fossero i padroni e nessuna delle guardie pareva preoccuparsene; e i guerrieri di diverse case, un tempo alleati, si scontravano apertamente in città senza che nessuno potesse fare niente.
L’anarchia era totale.
“Spero che mio padre non debba vedere questo scempio, ovunque si trovi”, pensò Sereda guardandosi attorno, e poi vide una giovane con i capelli rossi correre verso di loro, e ci mise poco a riconoscerla come la senza casta che Bhelen portava spesso a palazzo.
«Nahir! Nahir, o grazie alla Pietra!» si buttò tra le braccia dell’altra Custode con le lacrime agli occhi e vedendole una affianco all’altra notarono tutti una somiglianza che altrimenti, tra i diversi colori dei capelli, della pelle e degli occhi, nessuno avrebbe facilmente visto.
Le due iniziarono a bisbigliare tra loro, e Sereda si allontanò di qualche passo, per lasciare loro un minimo d’intimità imitata dal resto del gruppo, quando notò in un angolo una sua vecchia conoscenza.
«Nerav? Nerav Helmi, sei proprio tu?» chiese, avvicinandosi a lei.
«Sono proprio io, ma al momento penso di star vedendo un fantasma. Sei stata esiliata nelle vie profonde, come fai ad essere ancora viva?» chiese l’altra giovane nobile, una delle poche in cui Sereda avesse mai riposto un minimo di fiducia.
«Ho trovato i Custodi Grigi e mi sono unita a loro mentre ero la sotto» rispose Sereda, per poi chiedere: «Nerav, cosa sai di mio padre?».
«Re Endrin è tornato alla Pietra, principessa, tutti dicono che è morto nel sonno, ma con Bhelen ancora a palazzo non sono in pochi a pensare che sia stato aiutato».
“No, è troppo anche per Bhelen, avvelenare il re. E avrebbe creato un precedente non troppo piacevole”, pensò lei, per poi domandare: «Chi si sta opponendo a mio fratello?».
«Il buon Lord Harrowmont, la Pietra lo benedica, sta cercando di fermarlo. Ma se voi siete tornata con i Custodi Grigi significa…».
«Sì, Nerav, è iniziato un nuovo Flagello» annuì Sereda, guardando la reazione sconvolta dell’altra.
«Un Flagello! E i nostri guerrieri si uccidono tra loro nelle strade! Se puoi fare qualcosa, principessa, ti prego falla! Dulin Forender, il secondo di Harrowmont sarà sicuramente fuori dall’Assemblea, trovalo e appellati a lui, o Orzammar non sopravvivrà stavolta».
Nerav si allontanò di fretta, e probabilmente prima di un’ora l’intera casta nobiliare di Orzammar sarebbe venuta a conoscenza del fatto che la principessa esiliata camminava di nuovo per la città in tutta tranquillità.
E lo avrebbe saputo Bhelen. Peccato che non avrebbe potuto assistere alla sua reazione.
Voltandosi stancamente Sereda notò principalmente gli strani sguardi che il suo variegato gruppo le rivolgeva, ma più di tutto notò quello di assoluta paura e disgusto che spiccava sul viso della senza casta – Rica, ricordò un momento dopo –, attaccata al braccio di Nahir.
«L’esiliata…? Ma com’è possibile? Dovresti essere…!» balbettò, stringendosi alla sorella.
«Morta? Sì, quello era il piano di Bhelen. I tuoi vestiti sono migliorati dall’ultima volta che ci siamo viste, Rica» rispose la bionda, e quella sussultò, «Evidentemente hai avuto il figlio di Bhelen, alla fine».
«Sì, mio figlio Endrin è un maschio ed è in buona salute» le rinfacciò lei, «e non parlare così del principe Bhelen, tu che hai commesso fratricidio…!».
«Silenzio» sibilò Sereda, e fu quasi contenta di vedere l’altra che ammutoliva di fronte a lei: «E ricordati una cosa, senza casta, il fatto che sei durata più delle altre che sono venute prima di te, o che hai avuto un maschio, non ti rendono intoccabile. Bhelen si stanca più in fretta di quanto pensi».
Poi si voltò verso Nahir e continuò: «Io mi appellerò a Lord Harrowmont, tu puoi fare quello che vuoi, però visto che stiamo tutti andando verso il quartiere di Diamante possiamo scortarci tua sorella».
L’altra Custode annuì e quando Sereda si mise in testa al gruppo, lei e Rica si posizionarono alla fine, continuando a confabulare sottovoce: pareva quasi che litigassero, ma non era un problema di Sereda, lei non avrebbe lasciato che suo fratello prendesse il trono, fosse anche l’ultima cosa che faceva.
Anche se ciò l’avesse messa in guerra con l’unica sorella che avesse mai avuto.
Nahir.
 
 
***
 
 
Suddetta Nahir non aveva idea di cosa fare: da una parte c’era sua sorella, la sua sorella di sangue, e sua madre che finalmente non si trovavano a un passo dal morire di fame, e questo solo per grazia di Bhelen Aeducan.
Dall’altra c’era l’altra sorella, quella donatale dai Custodi Grigi, e che se le cose fossero andate diversamente – se Duncan non l’avesse vista combattere e reclutata; se Sereda non fosse stata esiliata, o se non li avesse trovati nelle vie profonde, le possibilità erano infinite – non avrebbe né conosciuto né considerato tale.
Ma Sereda Aeducan era sua sorella tanto quanto Rica, e Nahir non sapeva cosa fare.
Per sangue doveva la sua fedeltà a Rica e suo figlio, ma non aveva alcuna fiducia nel principe Bhelen – e come averla, dopo ciò che aveva fatto ai suoi stessi fratello e sorella -, mentre per i giuramenti fatti la doveva all’altra custode, che di certo non avrebbe lasciato che il trono finisse in mano all’ultimogenito di Endrin Aeducan.
«Certo che, per gente tanto piccola, i nani costruiscono edifici molto altri» la distrasse in quel momento la voce di Morrigan, che si guardava attorno interessata: si trovavano nel centro del quartiere di Diamante, in uno dei tanti terrazzi che davano sul quartiere comune e il mare di lava.
«Si, si, spettacolare, ma a me interessa un’altra cosa; anzi, probabilmente a tutti noi» interruppe Leliana, le braccia incrociate al petto e lo sguardo puntato su Sereda, che ricambiava con una espressione tutt’altro che cordiale, quasi a sfidarla.
La barda – la vita interessante di Leliana era stato giusto l’ultimo dei loro innumerevoli problemi, e Nahir ancora ricordava il corpo senza vita di Marjolane riverso sul pavimento della sua catapecchia a Denerim – non si fece intimidire, forse forte anche del recente rapporto che cresceva tra lei e la nana, e chiese: «Sereda, hai qualcosa che vorresti dirci?».
«Cosa dovrei dire esattamente, Leliana? Sì, sono la figlia di Re Endrin Aeducan, ma no, non sono la principessa di Orzammar» sbottò l’altra, alzando gli occhi al cielo.
«Avresti anche potuto dirlo prima che ce lo dicesse la guardia all’ingresso!» rispose piccata Leliana, per nulla preoccupata dal crescente furore negli occhi della nana.
«Oh, certo, è così facile dire “ah, mi sono unita ai custodi grigi perché sono stata esiliata per fratricidio”!» ringhiò Sereda.
Un mare di domande sommerse la giovane che però si limitò a chiedere: «Ma perché improvvisamente siete così interessati? Viaggiamo insieme da quasi un anno e solo ora chiedete?» quello parve tacitare il gruppo per qualche secondo e Nahir interruppe prima che potessero ricominciare con l’interrogatorio: «Basta così, abbiamo cose più importanti a cui pensare! Ci serve un piano se vogliamo mettere un re sul trono di Orzammar».
«Non mi piace questa cosa» disse Alistair, «i Custodi Grigi non fanno politica, è una regola che c’è dalla nostra fondazione, e questo è un precedente che preferirei non creare».
«Vai a dirlo a Sophia Dryden, e comunque non abbiamo scelta, se non risolviamo questo conflitto non avremo il supporto del popolo nanico, e senza i nani avremo parecchi problemi contro i Darkspawn» rispose Sereda, avvicinandosi a Nahir.
«Serve a qualcosa far notare che a causa di Sophia Dryden i Custodi Grigi sono stati esiliati dal Ferelden per secoli?» chiese Alistair, e al no collettivo del gruppo scosse la testa sconfitto.
Zevran sfiorò Nahir leggermente quando questa fece segno al gruppo di stringersi tra loro per poter abbassare la voce e far sì che nessun altro sentisse e lei arrossì vistosamente, cosa che tutti notarono, ma fortunatamente nessuno commentò: «Penso che la scelta migliore sia dividersi e lavorare per entrambi».
«Cosa? Perché mai?» domandò Alistair.
«Sono d’accordo con Nahir» disse Sereda, «lavorare per entrambi ci darà modo di controllare i loro movimenti, cosicché non ci facciano qualche brutto scherzo».
«Pensate davvero che farebbero una cosa del genere? Attaccare i Custodi Grigi?» chiese Leliana piuttosto preoccupata.
«I giochi di Orlais sono scherzi da bambini, rispetto a ciò che facciamo a Orzammar, Leliana. Io sono stata condannata a morire nelle vie profonde perché ho sbagliato, non posso permettere che succeda qualcosa anche a voi» rispose l’ex principessa dei nani.
«Bene, ci dividiamo. Chi va con chi?» chiese Zevran, guardando verso la senza casta, la quale a sua volta si voltò verso la principessa, che sbuffò e si guardò intorno: «Con me vengono Lady, Leliana, Sten, Wynne e Shale» scelse, e si mise a camminare verso il palazzo dell’Assemblea senza aspettare nessuno.
“Speriamo bene…”, pregò silenziosamente Nahir, incamminandosi dietro di lei, Zevran sempre vicino a lei.
“E speriamo non mi venga un infarto prima di stasera”.
 
 
***
 
 
Combattere nuovamente nelle Prove, di fronte alla sua gente, solo per onore e gloria, era stato un toccasana: aveva scordato l’adrenalina che scorreva nelle vene in quei momenti; si era dimenticata di come ci si sentiva, mentre la folla gridava il tuo nome, il cuore che batteva forte nel petto e l’avversario a terra, sconfitto.
Allo stesso tempo, ricordarsi che l’ultima volta che aveva lottato in quell’arena, era stato per il proprio onore, e non per impedire al suo fratellino fratricida di mettere il suo sedere lardoso sul trono di suo padre, non era il migliore dei pensieri.
Dopo che Wynne aveva curato le loro ferite – suo cugino Piotin era ancora lo stesso mostro di sempre, con quella sua maledetta ascia – si erano diretti verso l’uscita, e lì avevano trovato Vartag Gavorn: «Non so come tu abbia fatto a sopravvivere, ma non mi stupisce che anche la Pietra non ti abbia accettata, esiliata, però stai facendo un grosso errore a metterti in mezzo. Persino gli altri due Custodi si sono rivoltati contro di te, e sostengono il vero re di Orzammar, arrenditi all’evidenza, hai perso» le ringhiò contro, gli occhi stretti in due fessure.
«Se fosse così non saresti qui a parlare con me, Gavorn» rispose Sereda, sfoderando il suo tono e sorriso più dolce, «e se mi arrendessi così in fretta, ora sarei morta nelle vie profonde, come Bhelen voleva. Ah, ti dispiace portare un messaggio al mio adorato fratellino? Digli che il suo errore è stato non uccidermi quando poteva, non si devono mai lasciare cose così cruciali alla fortuna, è una delle prime lezioni che nostro padre ci ha dato».
Continuò a camminare soddisfatta nel sentire il ringhio infuriato che uscì prepotentemente dalla gola di Vartag, e si rese conto che il gioco vero iniziava solo ora.
 
«Quando sei uscita dalle porte sotterranee per il tuo esilio, di certo non mi sarei mai aspettato di rivederti qui, ma non ne sono meno grato. Se solo re Endrin fosse qui…» disse Harrowmont voltandosi verso di lei.
«Nemmeno io, se devo essere sincera» rispose Sereda, per poi avvicinarglisi e prendere una delle sue mani vecchie e rugose tra le sue, «Lord Harrowmont, ho trovato Gorim a Denerim e letto la lettera di mio padre. Com’è morto?».
«Tuo padre è morto di dolore, Sereda, la morte di Trian e il sapere che sei stata condannata da innocente lo hanno ucciso» le rispose lui sincero, «Molti dicono che sia stato avvelenato da Bhelen, ma io non ho mai lasciato il suo fianco, e non vedo come avrebbe fatto».
Lacrime pungenti si affacciarono agli occhi della ragazza, che però le trattenne: non poteva piangere, non era il momento, prima doveva sistemare i problemi di Orzammar, poi avrebbe potuto sfogarsi in pace in un angolo del campo.
«Immagino che il mio combattimento nelle prove non sia stato sufficiente a battere mio fratello» disse quindi, guardando verso Harrowmont.
«No, se fosse così facile non saremmo mai arrivati a questo punto» sorrise lievemente lui, per poi continuare: «sono certo che hai notato i senza casta che creano problemi per tutto il quartiere comune: hanno un nuovo capo, una donna di nome Jarvia. Ho bisogno che tu la faccia sparire in mio nome».
«Molto bene, mi dirigerò subito verso Dust Town» rispose Sereda, ma venne bloccata da Harrowmont che disse: «Probabilmente anche Bhelen cercherà di fare la stessa cosa, chiunque mandi puoi occupartene come più ritieni opportuno. Un’ultima cosa: quando sei lì, cerca prove del fatto che Bhelen ha organizzato l’omicidio di Trian. Ho scoperto che ad occuparsene è stata proprio la banda di Jarvia».
Sereda annuì senza voltarsi, e si diresse con il suo gruppo verso il quartiere dei senza casta certa di due cose: anche Nahir sarebbe stata lì, e probabilmente avrebbero dovuto litigarsi la preda, per la prima volta da quando lottavano insieme.

«Uccidi Jarvia in mio nome, e blocca i successi dell’esiliata: quella per vendetta sarebbe capace di far mettere a morte anche Rica e il piccolo Endrin».
Le parole di Bhelen risuonavano nella sua testa, e non per la prima volta si chiese come faceva quell’uomo a vedere il mondo e la gente in maniera così distorta: Sereda non avrebbe torto un capello a un bambino nemmeno se l’avessero torturata, e non avrebbe toccato Rica anche se si fosse scoperto che era coinvolta nella morte di Trian, anche se solo perché era sua sorella.
“Orzammar deve cambiare, è vero, ma davvero è lui l’uomo adatto? Possibile che non ci sia nessun altro?” si chiese Nahir, riflettendo su quanto aveva detto l’ex principessa di Orzammar riguardo le donne “venute prima di Rica”.
Non poteva lasciare sua sorella nelle mani di un uomo così, c’era qualcosa che non andava in Bhelen Aeducan.
Ma quelli erano pensieri per dopo, per ora doveva continuare a danzare al ritmo deciso dall’ultimo erede di Endrin Aeducan, e sperare che Sereda arrivasse con un altro dei suoi piani geniali per salvare la situazione; da quando combatteva fianco a fianco con lei capiva perché era la figlia preferita del re e la principessa del popolo: quella giovane donna era gentile, sveglia e forte; aveva un qualcosa che ispirava il prossimo a seguirla e a fare sempre meglio per tentare di compiacerla e stare al passo con lei.
Non aveva lo stesso senso di superiorità che aveva il resto della loro razza, e non vedeva il suo prossimo come inferiore a prescindere per via della sua nobiltà: lei giudicava solo per le capacità e l’attitudine che chiunque dimostrava.
Sarebbe stata una grande regina, se Bhelen e Trian non avessero rovinato tutto, il primo con i suoi piani fratricidi e il secondo essendo così stupido da credergli.
A scuoterla da quei pensieri fu la vista del portale che conduceva a Dust Town: quella zona della città era ancora sporca, buia e umida come la ricordava, l’unica cosa fuori posto nel mezzo di tutta quella povertà e fame era Sereda e il suo gruppo che parlavano con una senza casta nel mezzo della piazza: Nahir si avvicinò a loro, incurante di essere vista, perché nessuno a Dust Town guardava né parlava con le autorità se non voleva problemi, e soprattutto nessuno parlava delle sorelle Brosca, perché anche se la vita di Nahir valeva poco, lei uccideva pur di tenersela stretta.
Vide la mano della principessa esiliata allungarsi verso la senza casta e farci cadere diverse monete d’argento, e quella sorridere quasi estasiata alla vista.
Nahir sapeva bene cosa stava pensando, perché parecchie volte nella sua vita aveva condiviso quei pensieri, ossia che almeno quella notte avrebbe avuto qualcosa nello stomaco.
Il gruppo si riunì, e visto che avevano ricevuto la stessa missione, decisero di entrare nel nascondiglio di Jarvia tutti insieme, e poi di reclamare entrambe la vittoria: non ci sarebbe stato alcun modo di provare che avevano collaborato, né chi delle due esattamente avesse “vinto”, e sia Bhelen che Harrowmont sarebbero stati soddisfatti.
 
Sereda, seguendo Nahir verso la vecchia casa della ragazza, non disse nulla riguardo la ricerca delle prove contro Bhelen, e notò gli occhi di Sten e Leliana su di sé, ma li tacitò con uno sguardo, prima che potessero anche solo pensare di obiettare: non sapeva da che parte stesse Nahir, non sapeva cosa pensasse di Bhelen o cosa aveva intenzione di fare quando fosse arrivato il momento di scegliere il re, ma lei non poteva lasciare che vincesse suo fratello, non poteva proprio.
Sapeva che Harrowmont non sarebbe stato né il più illuminato né il più forte dei Re che Orzammar aveva avuto, ma era un uomo anziano e non sarebbe durato ancora abbastanza da fare danni permanenti; nel frattempo forse la casa di Aeducan avrebbe avuto nuovo sangue e si sarebbe rialzata dal tradimento di Bhelen.
O almeno quello era ciò che Sereda pregava succedesse.


 





Note autrice:
Hey! Terzo capitolo, non pensavo ci sarei arrivata xD
Questo capitolo è il più lungo di quelli che ho scritto fino ad ora, spero di riuscire a rimanere su questa lunghezza anche nei prossimi!
E sì, la principessa esiliata e la senza casta sono tornate ad Orzammar per trovarla nell'anarchia totale, oltre che con parecchie differenze, tipo un nipote in comune lol

E lavorano per due candidati diversi in lotta per lo stesso trono: Nahir ha dubbi su suo cognato, mentre Sereda ha dubbi su Harrowmont e Nahir. Porteranno problemi? Sì, probabilmente si, o non sarebbe Dragon Age.
Cosa succederà da Jarvia? Nahir si accorgerà della "missione segreta" di Sereda? E come la prenderà? Lo scoprirete solo continuando a leggere! Ci sentiamo la prossima settimana!
Buon fine settimana :D
_Schwarz
 
   
 
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