Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: momoallaseconda    24/11/2017    3 recensioni
Zoro scosse il capo. “Il sesso risolve qualsiasi problema! Un atto fisico puro e semplice senza complicazioni fa stare subito meglio! Pensi che se mi si presenti l'occasione io non la colga? Diavolo Sanji, ho visto dozzine di ragazze farti il filo negli anni, palesemente interessate anche solo ad una botta e via, ma tu lasciarle sempre perdere solo perché già impegnato o perché il tuo manuale da gentleman ti impone di portare una donna fuori a cena almeno tre volte prima di fartela! Se una mi si presenta davanti visibilmente interessata ad accompagnarmi sul tetto, sarei un idiota a non approfittare della cosa, ti pare?”
Sanji si appoggiò alla parete sbuffando piano. “Già mi stupisco che tu riesca a trovare la strada verso il letto di una ragazza, con il senso dell'orientamento che ti ritrovi... ma il sesso non risolve sempre tutto!”
Zoro ghignò sadico. “Si vede che non ne fai abbastanza...”
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Una volta varcata la soglia del locale per Zoro fu chiaro e lampante come il sole il motivo per il quale Iva aveva insistito tanto per andarci e, allo stesso tempo, perché Izou aveva ripetuto fino allo sfinimento quanto fosse una cattiva idea.

L'insegna luminescente all'ingresso gli aveva già messo addosso parecchia ansia (un piccolo procione in fattezze umane oscenamente truccato che ammiccava agli avventori con la faccia di uno che è pronto a farti tutto quello che vuoi) ma la parte peggiore arrivò solo una volta entrati.
Nonostante si atteggiasse da grande uomo non aveva molta esperienza in materia di spogliarelli e non credeva nemmeno di averne così bisogno, poi. L'ambiente era tipico di uno strip club o per lo meno assomigliava all'unico altro che aveva visto in vita sua, quando ce lo avevano portato a forza per festeggiare i suoi diciotto anni, e Zoro non si aspettava nulla di diverso. Luci soffuse, tonalità di tende e tavoli tendenti per lo più al nero e al viola, cameriere e camerieri che veleggiavano silenziosi tra i vari tavolini disseminati per la stanza, un angolo bar in penombra in piena attività, separé sparsi in giro a nascondere chissà che depravazioni e ovviamente il palco al centro della sala dove davano mostra di sé non uno ma ben cinque pali di acciaio spesso, ancorati saldamente al pavimento e talmente alti da arrivare al soffitto, ma questo Zoro poteva solo supporlo dal momento che non si vedeva un accidente là dentro! Era già tanto che fosse riuscito ad inquadrare il palco onde non andarci a sbattere con le ginocchia e seguiva cauto i pon pon da cigno che aveva in testa Von Clay, unico modo per non perdersi tra i molti clienti che stavano pian piano invadendo il locale per gli spettacoli serali.
Già, i clienti... personaggi che di più strani non avrebbe potuto trovare e lui si accompagnava ad uno che indossava calze a rete, parrucca viola e body di pelle rosso! Per lo più erano anche loro travestiti ma scorgeva pure gente che all'apparenza sembrava il classico uomo d'affari ma se lo guardavi da vicino ti accorgevi che portava rossetto e unghie finte.
Gli sembrava di essere tornato al Gay Pride del giorno prima, solo che invece dell'atmosfera di festa e amicizia che aveva respirato là, qui avvertiva solo lussuria e una buona dose di perversione aleggiare nell'aria. Ecco, era quello che l'aveva convinto ancor di più che di Iva non ci si doveva fidare! Il nodo allo stomaco in realtà non era per Nami e Sanji, ma per la sua stessa incolumità! Non si sentiva per nulla a suo agio e non gli interessava nemmeno più vedere le spogliarelliste all'opera, sempre che si trattasse di donne, ormai non si stupiva più di niente.
Zoro si fece largo tra gli avventori, scansando un paio di tizi che ridevano sguaiati e cercando di non perdere di vista il suo vecchio amico di penna, grugnendo contrariato. Se non fosse stato per Rufy che era schizzato l'interno non appena aveva capito che erano arrivati, probabilmente Zoro avrebbe girato i tacchi immediatamente e se ne sarebbe andato mollando tutti là. Ma, accidenti a lui, non poteva permettersi di sparire senza Rufy. Primo perché nonostante tutto gli voleva un po' di bene e gli spiaceva lasciarlo lì senza scorta. Secondo perché Nami e Sanji lo avrebbe scuoiato vivo se non fossero riusciti a partire l'indomani. Terzo perché... beh forse aveva bisogno di un po' di aiuto anche lui per orientarsi in quella città labirintica!
Scosse la testa e, con questi tre punti fissi in mente, si apprestò a sedersi con Von Clay al tavolino libero che Iva e Rufy avevano appena occupato entusiasti.
Zoro si strinse nella sedia, prendendo a guardarsi attorno con cipiglio infastidito, desideroso di scomparire nella penombra e non essere notato, aspirazione che con Iva al tavolo con lui si rivelò decisamente impraticabile.
Ciao tesoro, come stai? Ohhhh si, anch'io ti trovo in forma! Ci vediamo dopo, amore! Certo anche con te carissima!”
La violetta sembrava conoscere mezzo locale.
Il verde si grattò la testa con disagio crescente vedendola dispensare amore in lungo e in largo. Forse sarebbe stato meglio se lui e Rufy si fossero diretti subito al coffe shop accanto invece di entrare prima nel locale! Zoro lanciò un'occhiata al moro, interessato solo al menu che aveva di fronte e ben deciso a provare le specialità locali, intuendo che non si sarebbe mosso da lì fino a pasto concluso e solo allora avrebbe potuto prendere in considerazione la sua proposta di fuga. Rufy era tranquillo, non sembrava fare caso all'ambiente circostante e Zoro per un attimo pensò se non si stesse preoccupando troppo.
Che cosa prendi?” gli chiese Von Clay avvicinandosi al suo orecchio per farsi sentire nel trambusto.
Rum.” rispose lapidario. “E due panini.”
L'altro sorrise affabile. “Ti consiglio di provare anche la torta della casa, ti farà andare fuori di testa...” commentò complice.
Io invece prendo tutto quello che c'è scritto qui!” si intromise Rufy indicando l'intera pagina del menu con un gran sorriso.
Zoro scosse il capo, accorgendosi all'improvviso di un particolare. “Dov'è finito Izou?”
Von Clay si strinse nelle spalle. “Deve essere qui da qualche parte...” rispose prima che Iva lo chiamasse a sé dal centro del locale. “Perdonami un istante, mio caro!”
Zoro annuì distrattamente cercando con lo sguardo un cameriere senza dare troppo nell'occhio, bramoso di ordinare, consumare ed andarsene relativamente in tempi rapidi non necessariamente in quest'ordine.
Ehi, bel fustacchione...” una voce melliflua alle sue spalle, decisamente troppo vicina al suo orecchio, lo gelò sul posto mentre un innato brivido di panico prese a scendergli lento lungo la colonna vertebrale. Se c'era una cosa che aveva imparato in quei due giorni circondato da gay era che quella definizione riferita a lui non portava mai a belle situazioni.
Girò il viso di tre quarti trovando in piedi dietro di sé la fisionomia robusta di una donna, o meglio di un uomo chiaramente vestito da donna con tanto di parrucca bionda, che sbatteva le lunghe ciglia finte squadrandolo famelico, il pomo d'Adamo che si mostrava fiero e una gamba pelosa e muscolosa che usciva sensuale dallo spacco vertiginoso della gonna che indossava.
Zoro deglutì pietrificato mentre quello prendeva ad accarezzargli lascivo i capelli.
Che ci fa qui tutto imbronciato questo bell'ometto? Perché non vieni a fare un giretto con Uholicia, tesoro?”
Zoro la fissava catatonico, incapace di muovere un muscolo.
Su andiamo... Ti farò rilassare io, vedrai...”
Uholicia!”
Zoro batté gli occhi risvegliandosi un po' dal torpore quando sentì la presa del travestito allontanarsi dai suoi capelli per lanciare un urletto isterico dietro di sé, in direzione del suo vecchio amico che corse ad abbracciarla con trasporto.
Come stai mia cara? Non ci vediamo da una vita, sei splendida come al solito!”
Bentham, tesoro, sei sempre troppo galante!”
Comparendo dal nulla con la sua solita calma, Izou si sedette elegantemente sulla sedia lasciata libera da Von Clay, squadrando Zoro, ancora in modalità statua di sale, con un sorrisetto saputo.
Tutto bene?” azzardò.
Zoro si riscosse del tutto con un brivido di sollievo. “Tecnicamente si. Dignitosamente no...”
Quello rise indicando gli altri due con un gesto del capo. “È una amica di Von Clay, un tipo decisamente insistente, ci prova sempre anche con me è difficile farle capire quando non si è interessati. Per fortuna me ne sono accorto e ho chiamato Von Clay in tempo. Avresti passato un brutto quarto d'ora, è alla ricerca del ventiseiesimo marito e ti aveva già puntato.”
Zoro lo ringraziò con un cenno prima di rendersi conto di ciò che aveva detto. “Quella si è sposata venticinque volte??”
Izou annuì distrattamente agli occhi fuori dalle orbite del verde, lasciando vagare lo sguardo annoiato per tutta la sala. Rufy intanto aveva fermato una cameriera e le stava elencando il suo chilometrico ordine, ricevendo al contempo maliziose e civettuole occhiate di eloquente interessamento dalla stessa. Zoro sbuffò esasperato, come al solito Rufy aveva attirato le attenzioni della probabilmente unica vera donna etero del locale ed era contento non ci fosse Sanji lì, avrebbe dato di matto e attirato fin troppi sguardi su di loro e lui ne aveva già abbastanza, non voleva ripetere l'esperienza con quella Uholicia! Zoro ravvibridì al pensiero di Sanji che lo vedeva alle prese con quella, sicuro l'avrebbe preso in giro fino alla fine dei suoi giorni, per non parlare di cosa avrebbe detto Nami nel vederlo terrorizzato come un agnello davanti al lupo!
Riuscì per il rotto della cuffia ad infilare anche il suo ordine tra quello infinito di Rufy e seguì con indifferenza l'ancheggiare prorompente della cameriera indirizzato chiaramente al suo migliore amico che non si accorse di nulla, impegnato com'era a chiacchierare con Izou.
Tra un'ora inizia lo spettacolo più eclatante della giornata.” stava dicendo il moretto con un sorriso indicando il palco. “È per questo che è pieno di gente, in altri orari è più tranquillo. Non aspettatevi il solito striptease però, questo è un locale un po' diverso dagli altri ma per lo meno ci si divertente parecchio!”
Zoro si voltò verso Izou. “Immagino che non ci saranno donne...”
Quello ridacchiò legandosi i capelli sciolti in una crocchia complicata con la stessa manovra che aveva tanto affascinato lo stesso Zoro il giorno prima. “Immagini bene, biologicamente parlando s'intende!”
Il verde annuì, tanto non era più nemmeno interessato alla cosa. Aveva da poco deciso che non appena finito di cenare avrebbe preso Rufy e telefonato a Sanji per farsi venire a prendere seduta stante! Non sarebbe mai riuscito a mimetizzarsi con le tende e aveva presto capito che i muscoli guadagnati in anni di allenamenti con la spada potevano diventare pericolosi in quel contesto.
L'arrivo del loro ordine combaciò con il ritorno trotterellante e chiassoso di Von Clay e Iva al loro tavolo. Troppo concentrato a difendere la sua cena dalle mani lunghe del proprio migliore amico, nemmeno si accorse di aver perso i contatti con Izou per diversi minuti e se ne rese conto solo quando lo sorprese a fissare estasiato un punto preciso in fondo al locale, il bicchiere di vino bianco tenuto a mezz'aria nella sua mano. Zoro seguì curioso il suo sguardo, ritrovandosi a guardare il bancone del bar, dove un biondino alto e atletico se ne stava tranquillo ad asciugare alcuni bicchieri, apparentemente indifferente a tutto quello che gli accadeva attorno.
Zoro riportò allora lo sguardo su Izou che si accorse della sua occhiata e si affettò ad abbassare il viso portandosi nervosamente il bicchiere alle labbra, chiaramente imbarazzato per essere stato colto sul fatto. Zoro ghignò attaccandosi direttamente alla bottiglia di rum.
Perché non vai a parlarci?”
Izou sobbalzò. “Co-cosa? A che ti riferisci, n-non capisco di che parli, Zoro!” balbettò a disagio, tentando di celare il rossore che gli si diffondeva sulle guance a macchia d'olio.
Il verde ridacchiò sapendo che il moretto era perfettamente conscio di essere un libro aperto.
Parlo di quel tale laggiù!” lo indicò con un cenno del capo. “Si vede lontano un miglio che il barista non ti sta indifferente!”
Izou si morse nervosamente le labbra scuotendo piano la testa. “Uno così non potrebbe mai calcolarmi... insomma, guarda dove lavora! Chissà quante ne ha viste, non sarò di certo io a suscitare il suo interesse!”
Zoro si accigliò. “Che ne sai? Magari invece...”
Izou lo interruppe con un'occhiata eloquente. “No, lascia stare Zoro. Sei gentile ma so bene quali sono i miei limiti e non avrò mai una chance con un ragazzo del genere! Non vale la pena nemmeno che ci pensi.”
Il verde non riusciva a credere alle proprie orecchie. Si parlava dello stesso Izou che era riuscito con un solo movimento dei capelli ed un occhiolino ad ammaliare Nami e (con un certo sconcerto doveva ammetterlo) pure lui, non meno di ventiquattr'ore prima?? Davvero era convinto di non avere alcun tipo di fascino? Veramente si sottovalutava così tanto? A quanto pareva si, ne era convinto. Zoro provò un improvviso moto di tenerezza per quel ragazzino, nemmeno così tanto più giovane di lui a dirla tutta, che a prima vista potevi scambiare per grande uomo di mondo ma che, sotto sotto, temeva il giudizio altrui come chiunque altro. Gli ricordava tremendamente qualcuno...
Il verde lo vide lanciare un'altra occhiata furtiva verso il bancone, incapace di resistere, prima di abbassare lo sguardo amareggiato.
La cosa più assurda non era tanto il pensiero che non si rendesse conto di possedere un carisma incredibile, ma che non si fosse ancora accorto che quello stesso barista che ammirava da lontano a sua volta non gli staccava gli occhi di dosso! Zoro scosse il capo rimuginando tra sé e sé. Solitamente non amava intromettersi nelle faccende degli altri, ma in quel caso gli sarebbe dispiaciuto che un ragazzo intelligente e simpatico come Izou continuasse a credere di non valere nulla, come poteva farglielo capire?
Stava ancora riflettendo, indeciso su come affrontare l'argomento, quando un cameriere, che nessuno aveva chiamato, arrivò al loro tavolo con un sorriso smagliante in viso ed cocktail colorato in mano. Senza una parola lo poggiò deciso davanti ad Izou che alzò un sopracciglio, confuso.
Ci deve essere un errore, io non ho ordin...”
Oh, lo so, signore. È con gli omaggi del nostro barman. Spera che il cocktail sia di suo gradimento! Si è adoperato alacremente per inventare questa nuova miscela apposta per lei!”
Izou diventò bordeaux a quelle parole mentre Zoro scoppiava a ridere.
Direi che ora non hai più scuse!” lo incitò. “Vai a ringraziarlo, su!”
I-io...” balbettò ancora il moro, sempre più confuso, guardando dritto verso il bancone dove il suddetto barista biondo lo fissava in evidente attesa di una risposta con i gomiti poggiati al ripiano, ignorando i richiami dei clienti attorno a sé.
M-ma andiamo! De-deve esserci per forza uno sbaglio...!”
Zoro sbuffò. “Io non credo proprio! Ti sta mangiando con gli occhi...”
Il barista sorrise salutandolo con la mano e Izou prese definitivamente fuoco.
No-non so neanche come si chiama... pe-perchè dovrei...”
Si chiama Marco.”
Izou quasi si strozzò con la saliva, staccando a fatica gli occhi dal biondo. “Co-come fai a saperlo??”
È scritto qui.” Zoro indicò il fazzolettino che il cameriere aveva messo sotto al cocktail per contenere le gocce d'acqua. Era ancora perfettamente visibile una scritta a penna. “Per togliere dubbi ha disegnato un piccolo ananas accanto al suo numero di telefono. È pure spiritoso!” esclamò colpito con un ghigno storto.
Izou strabuzzò gli occhi incredulo, afferrando il fazzolettino per avvicinarlo al viso. “I-io... io...”
Tu ora la pianti di tergiversare e vai a conoscerlo!” si impuntò il verde, alzandolo di peso dalla sedia e spingendolo delicatamente ma con fermezza nella direzione giusta.
Ma che gli dico??”
Zoro alzò gli occhi al cielo, non pensava che Izou fosse uno che andava in panico per cose del genere!
Perchè non cominci con un 'ciao, mi chiamo Izou, grazie per il cocktail'?” propose pratico.
Izou annuì piano ma, fatti due passi, deglutì e lanciò un'ultima occhiata nervosa al verde che gli fece nuovamente cenno di andare con un sorriso convinto. Il moro si fece coraggio e, fazzolettino alla mano, si avviò esitante al bancone. Zoro non lo perse mai di vista e ghignò quando lo vide strabuzzare gli occhi per il galante baciamano di quel Marco.
Stasera almeno qualcuno ha combinato...” mormorò a sé stesso con un sorrisetto.
Uhm? Parlavi con me?” gli chiese Rufy ripulendo l'ultimo piatto con la lingua.
Zoro si voltò verso di lui scuotendo piano la testa e notò un particolare. “Ma Iva e Von Clay non erano tornati al tavolo?”
Rufy si massaggiò la pancia piena stringendosi nelle spalle. “È arrivato un tale poco fa, Inazuqualcosa, li ha portati via dicendo che dovevano assolutamente conoscere il suo nuovo fidanzato e quindi...”
Ah.” fu il singolo commento di Zoro. “Beh, d'accordo li salutiamo dopo allora. Adesso paghiamo e usciamo a chiamare Sanji.”
E lo spettacolo??”
Ti dirò, non è che ci tenga molto a vedere dei travestiti che si spogliano sai...”
Come travestiti??”
Zoro sospirò. “A volte mi chiedo cosa ci sia in quella zucca che ti ritrovi tra le spalle...
In ogni caso, vorrei uscire da qui.” continuò il verde. “Dai, tira fuori il portafogli che andiamo a pagare.”
Rufy si grattò una guancia, confuso. “Che portafogli?”
Zoro sbuffò irritato. “Come quale? Il tuo! Hai mangiato come un bisonte, bisogna pagarla tutta questa roba!”
Rufy sorrise tranquillo. “Oh, ma io non ce l'ho qui. Il mio lo tiene sempre Nami, dice che così non lo perdo!” rispose candidamente.
Zoro sentì un brivido freddo scendergli lungo la spina dorsale.
Sanji dice la stessa cosa del mio...” mormorò atono.
Rufy batté gli occhi interdetto “...Intendi dire che nessuno dei due ha qui dei soldi per pagare...?” incredibilmente aveva afferrato al volo.
Si guardarono negli occhi per un attimo in panico.
D'accordo! D'accordo! Non è grave!” esclamò all'improvviso il moro con un sorriso convinto. “Basta chiedere un prestito a Iva o a Von Clay!” si guardò intorno speranzoso. “Devono essere ancora qui!”
Zoro scandagliò come lui l'intero locale ma non riuscì a vedere nessun pon pon, né ali da cigno, né la mole imponente di Iva. Sembrava che si fossero volatilizzati.
Ok...” mormorò Zoro dopo diversi minuti di ricerca spasmodica. “C'è sempre Izou! Possiamo chiedere a lu...” il dito orientato verso il bancone del bar si ritrasse di colpo quando si rese conto di non riuscire ad inquadrare l'amico da nessuna parte. Era lì fino ad un attimo prima, il locale non era poi così grande, dove diavolo erano finiti tutti?? Pure il barista sembrava svanito nel nulla!
Zoro e Rufy si guardarono di nuovo negli occhi, ormai certi di essere nella...
...Merda!”
Il verde si passò nervoso una mano sul viso. “Va bene, dovranno pur tornare prima o poi! Possiamo aspettarli e...”
Ehi, bel ragazzone tutto muscoli, ti va di ballare?”
Un travestito con lunghi boccoli rossi comparve dal nulla al suo fianco e gli fece un buffetto giocoso sulla guancia squadrandolo famelico. Zoro, colto alla sprovvista e con un diavolo per capello, schizzò su come una molla dalla sedia raggiungendo Rufy e affiancandolo.
No mi correggo, non ho alcuna intenzione di restare in questo posto un momento di più!!”
Rufy, che stava ricambiando il saluto dolce della cameriera che aveva preso le loro ordinazioni, si voltò verso di lui sorpreso. “Perchè no? A me non dispiacerebbe...”
Zoro lo guardò ribollendo di rabbia repressa. “Si può sapere come fai tu ad attirare belle ragazze e a me guardano solo i travestiti??”
Rufy ci pensò su. “Sarà per la panciera...”
L'amico digrignò i denti. “Piantala di dire cavolate! Che cosa facciamo adesso?”
Usciamo senza pagare.” propose come se fosse una possibilità concreta.
Zoro si premette il ponte del naso tra pollice ed indice. “Non ti avevo appena chiesto di smetterla con le cavol... auch!”
Che hai?” gli chiese Rufy vedendolo impallidire.
Qualcuno... mi ha appena fatto... la mano morta..!” esclamò irritato. “Ne ho abbastanza! Rufy, alzati, ce ne andiamo!”
E per pagare?”
Chissenefrega!”

*

L'aria fresca della notte le sferzò il viso quando uscì dall'ostello che aveva appena prenotato per la notte. Da dieci minuti buoni Sanji continuava a lodarla per come era stata brava a tirare sul prezzo fino al punto da avere la camera ad un costo fin troppo stracciato per la stagione.
Nami sorrise, doveva ammetterlo, era stata piuttosto brava a trovare quel posticino. Per essere un ostello privo di privacy era molto pulito ed accogliente, inoltre era vicinissimo al centro. Certo, per riuscire ad avere tutto quel benessere aveva dovuto accettare un piccolo compromesso e all'inizio non era stato facile visto che neanche due ore prima si era arrabbiata proprio per quello, ma alla fine aveva dovuto prendere atto che forse alloggiare accanto alla cosiddetta 'zona a luci rosse' della città non sarebbe stato un problema così grave, in fin dei conti se ne sarebbero andati l'indomani e poi, grazie a quelle signorine disinibite, aveva potuto ammirare in prima persona il drastico cambiamento di Sanji.
Provava un'enorme soddisfazione nel vederlo obbligarsi a girare il viso dall'altra parte ogni volta che passavano davanti ad una delle vetrine più famose d'Olanda. Non pensava che sarebbe mai arrivato il giorno in cui Sanji Vinsmoke decide di sua spontanea iniziativa di non sbavare più dietro ad altra donna, soprattutto se questa gli si offre così palesemente come la tizia bionda con la quinta di reggiseno che lo aveva indicato lasciva attraverso il vetro, ma che lui aveva bellamente ignorato aumentando il passo tanto che Nami quasi non era riuscita a stargli dietro.
Gli sorrise ridendo, dandogli una pacca amichevole sulla spalla. “Non finirò mai di dirtelo, è davvero lodevole il tuo impegno verso Viola!”
Sanji ridacchiò di rimando guardandola con affetto fraterno. “Ti ringrazio, Nami. Ci tengo davvero a fare le cose per bene, credo di essermi innamorato sul serio stavolta e non voglio distrazioni, nemmeno per un attimo!”
Nami sospirò intenerita. “Fossero tutti intelligenti come te...”
Lui la guardò di sottecchi. “Ti stai riferendo a qualcuno in particolare?”
La rossa non rispose stringendosi nelle spalle e Sanji titubò per un attimo, indeciso se porre o no nuovamente quella domanda che da troppi anni continuava ad essere un tarlo nella sua testa. Forse poteva azzardarsi a chiederlo, magari era in vena di confidenze, magari...
Nami, non vorrei essere indelicato, ma... potremo mai sapere perché tra te e Zoro c'è tutto questo astio?” sorrise alzando veloce le mani in segno di scuse. “Voglio dire, non devi dirmelo per forza, ma... insomma, è palese che deve essere successo qualcosa, non potete odiarvi così per nulla!”
Nami non parlava, teneva lo sguardo basso e vedendola così il ragazzo si morse la lingua, arrabbiandosi con sé stesso e la sua bocca larga. Come non detto... lo sapeva che doveva stare zitto, quelli non erano fatti suoi! Perché non imparava mai?
Per quel che mi riguarda non è successo niente!”
Sanji si voltò di scatto verso di lei, scoprendo che era rimasta qualche passo indietro e non se n'era nemmeno accorto. Stringeva i pugni e lo fissava con espressione decisa ma tutto sommato tranquilla. “Non lo sto dicendo per dire, davvero non c'è mai stato un fattore scatenante!” ammise.
Lui la fissò di rimando incuriosito. “Ma... allora, perché...?”
Nami scosse la testa sospirando, distogliendo lo sguardo e puntandolo sulle luci della piazza principale, disseminata di persone che passeggiavano come quel pomeriggio, illuminata da lampioni eleganti e locali pieni di comitive che cenavano. “A dir la verità io per prima non ho mai capito perché mi odiasse. Da che me lo ricordo è sempre stato così fin da piccoli e con il tempo ci ho fatto l'abitudine, ormai non mi interessa nemmeno più capire cosa gli passi per la testa! Forse semplicemente non gli sono mai piaciuta, può capitare in fin dei conti.” concluse amaramente.
Sanji intuì che il discorso fosse chiuso e annuì mesto, annotandosi mentalmente di dire all'amico dalla crapa verde quanto fosse imbecille. Non era possibile odiare senza motivo una ragazza meravigliosa come quella che aveva davanti, doveva esserci una ragione valida, per forza, soprattutto perché quell'odio ingiustificato cozzava completamente con la preoccupazione che Zoro stesso aveva esternato verso di lei quel pomeriggio. Qualcosa non tornava e per quanto lo riguardava il discorso non era affatto concluso.
Un fugace movimento verso destra lo distrasse un secondo dai suoi pensieri e Sanji si voltò, confuso. Per un attimo pensò di essersele immaginate ma quando poi riuscì a metterle a fuoco si rese conto che non erano state affatto un ologramma nella sua mente! A pochi metri da lì, due sensuali sventole vestite da conigliette gli stavano facendo gli occhi dolci sostando procaci sulla soglia di un locale di lap dance, probabilmente per attirare clienti, facendo chiaramente segno a lui di seguirle all'interno, promettendo ogni ben di Dio con erotici movimenti del corpo.
Il biondino deglutì irrequieto, arretrando di un passo. “Ammetto che in questo genere di posti la mia forza di volontà è messa a dura prova!” confessò all'amica che lo guardava sorniona.
Si era accorta anche lei delle due tipe provocanti e, mentre cercava di trattenersi dal ridere per le smorfie che Sanji stava facendo per evitare di guardarle, notò un locale particolare con l'insegna luminosa dall'altra parte della strada. Dall'interno arrivava musica ad alto volume e il vociare concitato dei clienti, diversi avventori invece sostavano appena fuori dall'ingresso a fumare e chiacchierare. A Nami si illuminarono gli occhi mentre un'ideuzza faceva capolino nella sua testa. Quello sembrava il posto perfetto per aiutare Sanji a distrarsi.
Con aria cospiratrice si voltò verso di lui indicandogli il Coffe Shop illuminato a giorno.
Vuoi provare un'esperienza nuova?”


   
 
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