6. Quite.
Sorride, incapace di mantenere un contegno. Sorride perché tu, con la tua espressione sconvolta e arrabbiata, gli metti gioia. Gli mettevi gioia a scuola, quando eri costretta a inseguirlo per i corridoi e gli metti gioia ora, mentre esasperata gli intimi di tacere.
- Non ho intenzione di smetterla di parlare. - sottolinea, alzando un sopracciglio con convinzione e infilando una mano nella tasca dei pantaloni.
- Vuoi che ci scoprano? - sussurra, mentre controlli spaventata l’accesso alle scale. Ma chi vuoi che si alzi in quella improponibile ora della notte, solo per un effimero rumore al piano di sotto? Siete alla Tana, miseriaccia.
- Sarebbe un problema? - ti intima di nuovo, sopprimendo una risata e avvicinandosi a te di soppiatto.
La verità poi è che non c’è motivo di preoccuparsi, non c’è più motivo di avere paura.
A vederlo così vicino arrossisci leggermente sulle gote, appoggiandogli una mano sulla spalla, nel tentativo di separare il più possibile le vostre figure.
- Stai zitto. - il tuo è un sussurro impercettibile. Gli piace vederti impaurita, imbarazzata. E poi, mentre la poca luce della luna ti illumina il volto, gli sembra quasi di poterti studiare di nuovo, da capo. I tuoi occhi, sempre stati marroni, adesso sono offuscati da un velo di oscurità e lo catturano con la loro profondità. Li vede controllare ogni angolo del salotto, con la stessa cura di un cerbiatto che corre nel bosco. Sorride, prendendo la tua mano e baciandola, per cercare di tranquillizzarti.
- Hermione. - ti sussurra poi, intrecciando le dita con le sue, nella speranza di ottenere un po’ della tua attenzione, - Hermione. -
I tuoi occhi si soffermano su di lui e ti lasci andare, bene o male, ad un sorriso imbarazzato, per quel contatto intimo.
- Cosa c’è adesso? -
- C’è un solo modo in cui puoi farmi smettere di parlare. - si avvicina a te e ti sussurra alle orecchie, per solleticare, con il fiato, anche il collo. Un brivido ti percorre la schiena e ridi, incapace di trattenerti. Ridi a pieni polmoni, incurante del tuo stesso ammonimento.
- Stai zitta. - ti dice, a un paio di millimetri dalla bocca, prima di annullare le distanze e piombare su di te, con la stessa fame di un leone in caccia.
Senza dubbi, la Tana così sarebbe rimasta più silenziosa, per la prima volta.