Storie originali > Storico
Ricorda la storia  |       
Autore: hapax    23/06/2009    1 recensioni
Alla fine del XV secolo, la vita di una ragazza accusata di stregoneria.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Inquisizione
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
strega Sono una strega.
O, almeno, è quello che dicono di me.
Me ne sto qui, in attesa della morte, che non viene mai.
Oh, se avessi veramente i poteri che mi attribuiscono, se fossi veramente l'essere immondo di cui mi accusano!
Un patto col diavolo per fuggire da queste mura, per non sentire più dolore, per vederli soffrire come fanno soffrire me.
Ma il diavolo non viene: il mio inferno è questa prigione, e Satana è il mio inquisitore.


25 dicembre 1483
Alle prime luci dell'alba del Santo Natale 1483 le urla di dolore provenienti dalla casa in fondo al villaggio cessarono.
Amelia, ancora sudata e ansante, guardò la sua bambina tra le braccia della vecchia.
- Non piange! -
La vecchia scosse il capo.
- Mi dispiace. -
- Sciagurata! - urlò Amelia - Cosa stai lì con le mani in mano! Colpiscila! -
Le donne che l'avevano assistita durante il parto la guardarono senza capire.
- Datela a me. -
La madre strappò la bambina dalle braccia che la tenevano lontana da lei, la capovolse e la colpì con un sonoro sculaccione.
La neonata cominciò improvvisamente a tossire e, dopo pochi istanti, forti vagiti riempirono la stanza.
La donna rise sentendo con quanta energia la sua bambina urlava la sua gioia di essere al mondo, con quanto ardore quei pungetti chiusi stringevano la vita.
Agnese, la levatrice del villaggio, di bambini ne aveva fatti nascere tanti, ma era convinta che la piccola che stringeva tra le braccia fosse di gran lunga la creatura più bella che avesse mai vista.
Avvicinò le labbra al viso della neonata, e le parlò in un sussurro.
- Benvenuta nel mondo, Benedetta. -

In punta dei piedi, col mento posato sul tavolo, Benedetta osservava sua madre nell'atto di smunizzare le erbe che le aveva insegnato a riconoscere e a disinguere da quelle per preparare gli infusi per i dolori allo stomaco, per i giramenti di capo, per conciliare i sonno.
- Funzionerà, mamma? -
- Lo spero - rispose Agnese seriamente - Hanno aspettato troppo a lungo prima di chiamarmi e la febbre è molto alta: non posso fare miracoli. -
La bambina sospirò pensando alla sua compagna di giochi, la piccola Teresa, distesa nel suo giaciglio con le guance infuocate e gli occhi lucidi.
Con mani esperte Agnese preparò l'infuso per la febbre, spiegando alla figlia ogni dettaglio di quegli intichi saperi, esattamente come molti anni prima sua madre aveva fatto con lei.
Finalmente era tutto pronto, e madre e figlia uscirono di casa correndo verso la minuscola capanna di contadini dove una piccola inferma lottava per la vita.
Benedetta si sedette accanto a Teresa, ascoltando i singhiozzi delle donne che le stavano attorno e i passi pesanti del padre dell'amica.
- Questo dovrebbe calmarle un po' la febbre - disse Agnese alzando leggermente il capo della bambina per farle bere la medicina.
- Si salverà? - le chiese una donna in lacrime.
- Non lo so. -


Teresa, dolce amica mia, dove sei?
Perché proprio ora riaffiorano questi tristi ricordi?
Vorrei addormentarmi e non svegliarmi più, proprio come facesti tu.
Quanto ho pianto tra le braccia di mia madre!
L'ho perfino odiata perché non era stata in grado di salvarti.
Se i miei aguzzini sapessero quanto limitati sono i poteri che mi attribuiscono, se sapessero che tutto ciò che mia madre mi ha insegnato non è frutto di sortilegio...
Ecco.
Sento i loro passi.
Stanno tornando da me, mi rimetteranno in catene, mi trascineranno via di nuovo, mi accuseranno di colpe che non ho mai commesso.

- In piedi, strega! -


  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Storico / Vai alla pagina dell'autore: hapax