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Autore: GattyP    25/11/2017    1 recensioni
- Chi diavolo vi ha dato il permesso di entrare a casa mia? - chiesi precipitandomi dentro - Uscite o chiamo la polizia!
- Calma, Anderson - disse Sirius con un sorriso non sapevo se amichevole o sarcastico - vogliamo solo un’informazione e ce ne andiamo.
- Io non vi ho dato il permesso di entrare e non vi dico niente! - Mi precipitai verso la porta, per uscire e chiedere aiuto, quando Minus si frappose tra me e l’uscita.
(Prequel de "Lily Anderson: primo anno ad Hogwarts"
Genere: Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Evans, Mary MacDonald, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 8.

 

Invito a MacDonald Castle

 

La biondina si diresse verso di noi e disse: - E’ arrivato a prenderla. Domani sera sono però invitati a MacDonald Castle.

Piton non riuscì a trattenere una smorfia. Capii che stava parlando di Lily e di quel Potter.

- Rimango a Spinner’s End fino alla fine delle vacanze di Natale - disse Piton, che poi aggiunse: -  A Milly penso io.

Poi, rivolgendosi a me: - Milly, se vuoi ti riporto a casa. - Si fermò un attimo e poi: - Mi farebbe però piacere rivederti: magari parliamo dei vecchi tempi…

- … sì, lo so - continuai - , e poi vorresti “studiarmi”: se non ho capito male, sono una specie di fenomeno nel mondo magico, mi sbaglio?”

I due sorrisero. Poi la biondina gentilmente: - Aspetta, Piton. - Poi, rivoltasi a me: - Se vuoi, Milly, puoi venire domani sera alla festa, al mio castello. I miei hanno invitato mezza comunità magica. Tranne Piton naturalmente: la sua presenza non è gradita, purtroppo. Tu però sei la benvenuta: ti farò passare per un’amica Maganò che ho conosciuto in questi giorni - Poi, dato che avevo l’espressione perplessa, mi spiegò: - I Maganò sono membri della comunità magica che non hanno però alcun potere e vivono in mezzo ai babbani, anche se talvolta sono inseriti nelle nostre comunità.

Pensai un attimo a quella che chiamavo casa: una piccola squallida stanzetta in un’anonima borgata scozzese; nessuno mi stava aspettando; nessuno mi avrebbe cercata. Mary sembrava molto gentile e la prospettiva di passare una serata in un castello in compagnia di maghi e streghe mi sembrava estremamente intrigante… neanche nei miei più fantasiosi sogni della fanciullezza avrei potuto immaginare una situazione del genere. Ci sarebbe inoltre stata anche Lily con il suo fidanzato. Potevo osservarli, vedere se lo amava, se Sev avrebbe avuto, mio malgrado, qualche possibilità… Mi decisi.

- Ti ringrazio, Mary, sei molto gentile. Però non ho idea di come prepararmi per la serata né come giungere in quel posto…

- Non preoccuparti di questo - intervenne, molto gentilmente, Piton. - Pranzi con me e poi ci penso io; provvedo anche a crearti un’identità fittizia e a materializzarci nei pressi del castello. - Poi, rivolgendosi a Mary: - Milly può essere trasportata con la materializzazione congiunta.

Sorrisi riconoscente. Mary era d’accordo. Mi disse altre parole gentili e che avrebbe poi provveduto lei a riportarmi a casa. Poi, dopo averci salutato, si smaterializzò.

- Wow! Non mi sembra vero. Qualche ora fa facevo pulizie a casa della signora McGregor e ora sono invitata ad una festa magica in un castello scozzese e tu - dissi rivolgendomi a Piton con un sorriso di riconoscenza - mi stai aiutando…

Si avvicinò e mi diede un bacio, sulla fronte: - Ho sempre avuto un’attrazione per le respingenti - mi disse, sorridendo. Sorrisi anch’io: mi sarebbe però piaciuto che non avesse scherzato

 

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Alle 12.00 del giorno successivo, 23 dicembre 1977, ero di nuovo a casa di Sev, che cercava di preparare un buon primo italiano, che non avevo mai mangiato e che, malgrado i sapori completamente diversi da quelli a cui ero abituata, mi piacque molto. Ma forse mi piaceva perché ero in sua compagnia.

Fu gentilissimo e, dopo pranzo, cominciai a prepararmi. Una buona mezz’ora fu impegnata in estenuanti tentativi di trovare qualcosa di adatto, “trasfigurando” i miei abiti. Il guaio era che Sev non era espertissimo di vesti femminili e mi proponeva modelli in stile “segretaria babbana”, molto accollati e poco femminili. Poi riuscii a convincerlo e riuscimmo a focalizzarci su un decente abito da sera. Non sapevo quale fosse la moda dei maghi (che si vestono in modo alquanto bizzarro, almeno secondo i gusti dei non maghi), ma speravo che andasse bene (anche Sev, per quanto poco competente, ne era convinto).

- Sei bellissima - mi disse (ma penso l’abbia detto solo per cortesia).  Tuttavia non riuscì con la magia a sistemarmi i capelli (in effetti respingevo anche quella magia) e dovetti ricorrere ai mezzi tradizionali, o almeno arrangiarmi con quello che Sev aveva a casa (cioè quasi con niente).

Prima di partire mi spiegò come dovevo comportarmi: potevo presentarmi con il mio nome ma non con il cognome: avrei fatto finta di appartenere ad una famiglia dell’East Lindon chiamata Spanning (una famiglia mezza babbana, molto numerosa, di cui nessuno era stato evidentemente invitato). I Maganò, mi spiegò, possono subire gli effetti di tutti gli incantesimi, come i babbani, ma non hanno nessuna possibilità di creare incantesimi. Io dovevo quindi stare tranquilla, fingere di non sentire se mi trovavo nell’area d’azione di un Mufflato (mi spiegò che era un incantesimo che permetteva di creare una bolla sonora, nella quale gli altri non sentono ciò che dici: lui stesso aveva creato quell’incantesimo ed era ormai diventato di dominio pubblico), non preoccuparmi se vedevo qualcosa di strano perché poteva essere un incantesimo di illusione che non mi coinvolgeva (ma sullo “strano” del mondo magico ci sarebbe parecchio da parlare) e godermi la festa. Quando avrei voluto allontanarmi, avrei dovuto rivolgermi a Mary che mi avrebbe portato vicino a casa mia.

- Ci rivediamo, i prossimi giorni? - Gli chiesi, mentre il cuore mi batteva all’impazzata, prima di allontanarci verso MacDonald Castle. E poi, tutta d’un fiato. - Sei impegnato a Natale? Io sono sola…

- Sono solo anch’io, non ho nessun tipo di impegno. Se vuoi, ci facciamo compagnia… - disse, con un sorriso che mi scaldò il cuore. E poi - Ti contatterò presto. Intanto, divertiti.

Lo abbracciai. Quindi mi prese le mani e, in un attimo, con la smaterializzazione congiunta, giungemmo vicino a MacDonald Castle.

 

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Sev si smaterializzò subito, senza neanche salutarmi. In compenso poco lontano, presso un ampio cancello, c’erano diverse persone, tra cui Mary, che mi venne incontro.

- Milly, che piacere rivederti. Sono contenta che tu abbia accettato il mio invito - mi disse -. Vieni, la festa è appena cominciata.

Mi aveva accolto all’ingresso di quello che era il castello di famiglia (ma era buio e io intravvedevo appena la sagoma dell’imponente maniero, variamente illuminata). Poco lontano, sulla porta, due o tre persone controllavano l’entrata dei vari ospiti, che giungevano in vario modo (generalmente materializzandosi a poca distanza dal castello).

- Superiamo il controllo - mi disse. - Un uomo con un impeccabile completo nero mi illuminò con la sua bacchetta, quindi pronunciò qualche formula, ma non successe niente. Mary, rivoltasi a lui, spiegò - E’ la mia amica. E’ tutto a posto. - Poi, rivoltasi a me: - Controllano gli invitati e eliminano la possibilità che qualcuno si infili trasfigurato o in altro modo. Purtroppo questo è un periodo buio, molte persone seguono il Signore Oscuro e dobbiamo stare attenti (Ancora non sapevo che fosse il “Signore Oscuro” né sapevo che era la stessa persona che Sev aveva chiamato Voldemort. Purtroppo poi ebbi varie occasioni di conoscerne il potere).

Presami per mano, mi accompagnò dentro il cortile e poi all’interno del castello. Era ormai buio, ma i luoghi che attraversavamo erano illuminati da innumerevoli luci (alcune sospese) e torce, che davano al castello un aspetto fiabesco. Salimmo lungo un’ampia scalinata e giungemmo in una grande sala illuminata da tante candele sospese a mezz’aria, sopra la nostra testa. C’erano decine di persone che parlavano tra loro, divise in varie parti della sala: chi vicino a delle tavolate coperte da bevande e invitanti tartine o altri cibi, chi sui divanetti, chi in altre parti dell’ampio locale.

- Vieni, ti presento i miei genitori - mi disse Mary.

Tutto era bello e piacevole e mi sembrava di vivere in un sogno. Tuttavia, mentre ci spostavamo verso un lato della stanza vidi, dietro ad un tavolo, un essere ripugnante, piccolo, sgraziato, coperto solo da stracci, muoversi velocemente tra i tavoli. Rabbrividii e non potei fare a meno di mostrare il mio stupore: quella creatura sgraziata e orripilante stonava completamente con l’ambiente raffinato in cui era inserito.

Mary se ne accorse: - Oh, mio Dio. Lo vedi. Non pensavo che ci riuscissi. Avevamo disilluso i nostri elfi domestici …

- Chi sono gli elfi domestici? - chiesi stupita, mentre lo strano essere scompariva dalla mia vista.

- Sono esseri magici al servizio delle famiglie nobili. I nostri appartengono al castello da generazioni - mi spiegò velocemente Mary.

Interrompo il racconto per precisare qualcosa che forse nessuno appartenente alla comunità magica conosce. Io sono una respingente, lo avete capito, l’unica della mia specie, per quanto ne so (a parte mia figlia che ha ereditato anche le mie caratteristiche, insieme ai poteri del padre, come poi vi racconterò). Tuttavia allora ignoravo quali fossero i miei precisi “poteri”. Ora però lo so e lo scoprii, piano piano, da quella serata in poi.

Sono impermeabile alla magia: qualsiasi magia scagliata contro di me non ha alcun effetto. Anche  la maledizione Cruciatus e addirittura l’Avada Kedavra, la peggiore delle maledizioni senza perdono, non mi toccano affatto, come ho scoperto in seguito. Sono naturalmente vulnerabile a qualsiasi inconveniente “babbano”, ma a questo i maghi non pensano e ciò effettivamente mi dà un grande vantaggio.

Non ho nessun altro potere, non posso fare alcun tipo di magia, né posso quindi trasfigurarmi, teletrasportarmi autonomamente, né passare per camini o altre cose del genere, né essere portata con scope o altri oggetti magici: posso in definitiva solo spostarmi con una materializzazione congiunta. Perché questa funziona? Non ne ho idea.

Inoltre sono influenzabile da qualsiasi magia venga fatto (muffliato, illusione, disillusione, ecc.), ma solo se sono deconcentrata. Se presto attenzione ad un oggetto o ad un fenomeno, qualsiasi magia perde per me gli effetti che aveva e posso vedere o sentire la realtà così come è. Questi potere, come ho detto, sono passati anche a mia figlia che, però, ha ereditato, in un mix molto originale, i grandi poteri magici del padre e, pertanto, è riuscita, come spiegherò successivamente, ad utilizzarli in modo particolarmente efficace per proteggere in diverse occasioni, senza che nessuno se ne accorgesse (neanche l’interessato), il Prescelto. Ma non voglio correre troppo e, dopo questa necessaria premessa, riprendo il racconto di quella serata.

 

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Mary mi ha presentato ad mago imponente con un bizzarro ma elegante vestito viola. Era Conan MacDonald, il padre di Mary che sembrava effettivamente l’opposto della figlia (che, come mi sembra di aver già detto, era una biondina magra e non troppo alta).

- Padre - disse Mary, presentandomi - Questa è la mia amica Maganò di cui ti ho parlato.

- E’ un piacere conoscere una nuova amica di mia figlia - disse gentilmente l’uomo. - Mi diceva Mary che appartieni agli Spanning dell’East Linton. A quale ramo?

Ecco, cominciavano le difficoltà e dovevo improvvisare: - A quelli di Dunbar (il primo nome che mi venne in mente, presumendo che una località del genere si trovasse in quella zona),  ma i miei sono morti quando ero piccola e vivo a Paisley in mezzo ai babbani - Mi veniva quasi da ridere usando la terminologia magica. Poi, inserendomi con disinvoltura nella parte: - Purtroppo sono una Maganò e non ho molta pratica con il mondo magico…

- Non preoccuparti, cara - Disse una donna che si era aggiunta al gruppo e che subito dopo si presentò: era Sibylla, madre di Mary. In effetti, assomigliava moltissimo alla figlia: piccola, bionda, elegante. Al suo fianco una bimbetta di cinque-sei anni, che mi scrutava con i suoi occhi curiosi, come se fossi un essere strano: evidentemente non aveva visto molti Maganò. - Questa è Katie, la mia piccola - disse. Le sorrisi e le diedi la mano salutandola gentilmente. La bimba si sciolse in un sorriso.

- Siamo contenti che abbia accettato il nostro invito.- continuò la madre di Mary

- In effetti, cara signorina Spanning - continuò il padre - vorrei, alla prima occasione, parlare con lei. Le anticipo che sto cercando del personale “speciale” per amministrare alcune mie proprietà babbane e mi servirebbe qualcuno, un maganò ad esempio, inserito in quel mondo… ma non voglio tediarla alla festa. Se le interessa il discorso, ci saranno altre occasioni… Si diverta, intanto.

- La ringrazio, lei è gentilissimo - dissi. Sorrisi sulla mia possibile evoluzione sociale avvenuta nell’arco di poche ore: da domestica (ero quello che facevo per guadagnare qualcosa) ad amministratrice di proprietà magiche. Il salto non era male!

Lasciammo la famiglia di Mary e ci gettammo in mezzo ad una folla di maghi e streghe. Ero estasiata e non mi sembrava vero aggirarmi in quell’ambiente. La mia amica mi presentò tante altre persone, tra cui alcuni suoi parenti, un enigmatico suo cugino (era quello a cui si era riferito Sev poche ore prima?), che si chiamava Duncan, e, per ultimo, appena arrivato, il suo fidanzato, John Wayne. Pensavo mi prendesse in giro con il nome dell’attore americano! Anche perché l’accostamento era proprio bizzarro: l’omonimo della famosa star era un piccoletto smilzo, non più alto di Mary, molto impacciato, con un carattere incerto: balbettava e non alzava mai gli occhi: sembrava aver paura di incrociare il mio sguardo! Mi sembrò effettivamente molto strano, e per giunta del tutto diverso da Mary, ragazzina solare e estroversa. Cosa aveva visto Mary in lui? Pensai, senza volerlo, a Sev…

- Milly! Ciao! Che piacere rivederti! - Sentii poco dopo. Era Lily, che si trovava a conversare, su dei divanetti, con un gruppi di ragazzi e ragazze. Ad uno di essi teneva la mano. Era evidentemente quel Potter che Sev detestava.

   
 
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