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Autore: I_love_villains    26/11/2017    0 recensioni
Pharrell College= scuola privata inglese per giovani sidhe.
Sidhe= creature fatate facenti parti del Piccolo Popolo.
Pandora= tutti i doni. Ma alcuni sono oscuri.
Coraggio= capacità di affrontare situazioni difficili e pericolose, talvolta per fare la cosa giusta.
Amicizia= vivo e scambievole affetto tra due o più persone, ispirato dalle più svariate cause.
Paura= stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo.
Sfortuna= cattiva fortuna, sorte avversa. Le disgrazie non vengono mai da sole e i mostri sono reali.
Genere: Fantasy, Horror, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pandora era seduta all’ultimo banco e non stava seguendo la lezione di storia. Ciò non era una novità, anche altre volte si distraeva per poi chiedere gli appunti a qualcuno e studiare dal libro, ma le altre volte pensava a cose piacevoli. Dory strinse nella mano una piccola palla di vetro e la agitò, per poi deporla sul banco e guardare cadere la neve. All’interno non c’era nessuna figura, solo la neve che cadeva vorticando. Strano a dirsi, quell’oggetto la aiutava a concentrarsi e in quel momento aveva bisogno di riflettere. La sensazione che qualcosa non andava si faceva sempre più forte.
Stanotte non hai dormito bene e non per Galahad. O almeno non solo per quello.
Anche conversare con se stessa era un metodo per farsi venire idee insospettabili.
E per cos’altro allora?
La stessa cosa che ha tenuto svegli altri bambini, fra cui i tuoi amici. A volte era con loro, altre solo una proiezione. La mente sa difendersi anche mentre si dorme, per questo non hai avuto incubi, ma …
Ma c’è come il ricordo di un attacco. Ok, ma che vuol dire? Non sappiamo nulla di concreto. L’unica cosa che potrei fare è parlarne con un prof.
Che potrebbe crederti, sì, tuttavia dubito che, pur consultandosi con gli altri, capirebbe in tempo che fare.
C’è un tempo ora?
Pandora si accigliò. Sapeva che era così altrettanto bene come sapeva che il sole sorge ad est. Non aveva idea da dove arrivasse tanta sicurezza, ma era convinta che le intuizioni che provenivano da quella specie di dialogo fossero attendibili. Cominciò ad avere paura. Controllò l’orologio: aveva ancora dieci minuti prima della prossima lezione. Con il cuore in gola, agitò nuovamente la sfera.
D’accordo, c’è, e togliamo pure gli insegnanti. Come difenderci?
Questo ancora non lo so, ma forse parlandone con gli altri raccoglieremo informazioni.
Intanto farò molta molta attenzione e lo dirò anche agli altri, di tenere occhi e orecchie ben aperti ... Soprattutto di non dubitare del loro sesto senso. Oggi pomeriggio ci sarà un’importante riunione.
La bambina trasalì al suono della campanella. Mise le sue cose nella cartella e seguì i compagni, sforzandosi di stare attenta alle lezioni successive nonostante la forte preoccupazione.

Lilian vide Pandora parlare con Hope e Viola. Il fatto che fossero serie tutte e tre la insospettì. Forse anche loro avevano paura, come gli altri bambini. Lei aveva sentito un mucchio di storie, oltre a quella di Viola, e sebbene credesse che ci fosse stato un evento che aveva sconvolto qualche bimbo, dubitava fortemente che quella stessa persona, cosa o animale si trovasse nel Pharrell College o nelle sue vicinanze. Nella sua classe se ne era parlato e si era giunti alla conclusione che si trattasse di uno scherzo: forse uno o più ragazzi del piano superiore sapevano leggere la mente ed in vista di Halloween facevano paura ai più piccoli. Si era sicuri, quindi, che passato quel giorno l’artefice si sarebbe rivelato o almeno non ci sarebbero state più simili manifestazioni. Lilian aveva accettato quella spiegazione sollevata, tuttavia … qualcosa stonava. Perciò dopo pranzo non perse d’occhio Hope, facilmente seguibile per la chioma rossa, e le andò dietro quando si incamminò nel bosco con Viola, Pandora e Pepe. Fu lesta a nascondersi dietro un albero prima che Fujiko le raggiungesse. Dopo qualche metro rimpianse di non essersi cambiata, poiché ora le scarpe erano sporche di terra ed il vestito bianco a fiori blu era strappato e con qualche foglia rimasta impigliata mentre attraversava i cespugli. Finalmente vide che le altre si fermavano sotto una grande quercia. Dory parlò con un paio di ragazzini identici, che poi corsero via, e si appoggiò al tronco dell’albero dondolandosi piano, in attesa. Lilian si concesse di sedersi in una macchia di cespugli poco lontana da dove si trovavano gli altri bambini. Anche a quella distanza riusciva a vedere l’espressione seria e pensosa della compagna. Tolse con ribrezzo una ragnatela dal suo campo visivo e aspettò che facessero o dicessero qualcosa di interessante.

Galahad avanzò verso Lance, contento che fosse solo. Hope lo aveva pregato di presentarsi quel pomeriggio per una questione molto importante che riguardava tutti. Lui avrebbe preferito non esserci, soprattutto perché Dory aveva mandato Hope a dirglielo invece di farlo personalmente, ma aveva deciso di andare per poter parlare privatamente con Lance. Normalmente si sarebbe vergognato di esporsi molto, ma aveva passato la notte in preda a due incubi che lo avevano terrorizzato: in uno non ricordava più neanche i nomi più semplici e i volti delle persone; nell’altro, forse peggiore, Dory non aveva la minima idea di chi fosse lui. Galahad scosse con forza la testa. Non voleva che lei lo dimenticasse!
Lance udì il rumore dei suoi passi e si voltò. Alzò la mano e sorrise per salutarlo, ma la sua espressione arrabbiata lo bloccò.
“Sta’ lontano da Dory” fece Galahad senza preamboli.
“Perché? Io non le …”
“Per colpa tua non siamo più amici, sta sempre con te!”
Il rosso non capiva perché Galahad ce l’avesse con lui. Nonostante la confusione stava cominciando ad alterarsi.
“Ed io che c’entro?”
“Ti ho detto che è colpa tua, sei tonto?! Da quando ci sei mi trascura … Rivoglio la mia amica, quindi lasciala stare o …”
“O cosa? Sentiamo.”
“Ti picchio” esclamò risoluto il biondino, alzando i pugni.
Lance rise, e a ragione. Infatti Galahad non aveva mai partecipato ad una rissa in vita sua ed in breve si ritrovò a terra, con Lance seduto sulla sua schiena. Tuttavia ancora non si dava per vinto e si dimenava sotto il rivale.
“La vuoi piantare?”
“No, finché non sarà tutto a posto no!”
“Ok, allora mi costringi a farlo.”
Lance gli diede un pugno sulla nuca. Galahad se la coprì con le mani. Cominciò a singhiozzare.
“Ti odio!”
“Non esagerare. Io ti lascio andare ma smettila di rompermi.”
Il rosso si alzò senza abbassare la guardia, ma l’altro non si mosse, quindi raggiunse gli amici. Camminando rimuginò sullo strano comportamento di Galahad. Il biondino rimase a terra, triste e stanco. Con uno sforzo si alzò, si spazzolò distrattamente i vestiti e seguì Lance. Vide che i bambini si erano seduti a semicerchio. Lui si sedette ad un’estremità, accanto ad Ulfis, che lo guardò stupito ma rinunciò a fare domande poiché Galahad scosse la testa e guardò ostinatamente davanti a sé.
Quando anche Gabriel fu presente Pandora si staccò dall’albero e si sedette di fronte ai suoi amici.
“Allora, sapete perché oggi ho indetto questa riunione?”
La ragazzina si rivolgeva specialmente ai maschi, quasi tutti non iscritti al Pharrell College.
“Per gli strani eventi che succedono in città” le rispose Anton.
“In città?” ripeté sorpresa Fujiko. “Dunque se questa è una maledizione grava su un’area più ampia della nostra scuola.”
Prese parola Ulfis: “Sì. Ieri notte ho fatto degli incubi … diversi dal solito, diciamo. E stamattina ho scoperto che non sono stato l’unico. Non abbiamo sognato la stessa cosa però … ehm …”
“L’atmosfera era la stessa?” suggerì Simon. L’altro annuì.
“Ok, tanti bambini che hanno incubi è un fatto strano” fece Frithjof, “ma poi ce ne sono altri più concreti. Ho fatto ricerche durante l’intervallo. Il punto è che nonostante giurassero sulla verità dei loro racconti, gli adulti non hanno creduto a nessun figlio.”
“Lo sospettavo, una creatura che se la prende con i piccoli” disse Pandora.
“C- che creatura?” balbettò Hope, stringendo Pepe.
“Piuttosto, che intendi con fatti più concreti?” domandò Fujiko.
“Beh … il mio latte è andato a male in pochi secondi e c’erano persino mosche rinchiuse nella confezione.”
“Terrorizzante” fece sarcastico Anton.
Gli altri non trattennero una risatina.
“Magari non molto, però è sospetto!” esclamò l’interessato.
“Io ho visto un grifone in giardino. Credo sapesse che ne avevo paura” raccontò Gabriel.
“Che ne dite se diciamo tutti se ci è successo qualcosa di particolare in questi giorni? Io posso dire di non aver visto niente, però ho una brutta sensazione.”
Oltre a Pandora, anche Anton e Fujiko non avevano assistito a niente di spaventoso. Gli altri raccontarono le loro storie, che si fosse trattato di sogni o meno. Galahad preferì non parlare e Lance omise la parte in cui Lullaby consigliava di consegnare Dory. Lo fece per due motivi: primo, tanto nessuno l’avrebbe fatto; secondo, forse Dory ci sarebbe andata nonostante le loro proteste. Lui non volva che le accadesse qualcosa.
“Tutte cose diverse, tranne voi” notò Gabriel alla fine.
Ulfis e Simon si guardarono.
“Forse perché io gli ho raccontato la storia di Eve ieri.”
“Già … è come se mi ha contagiato?”
“In questo caso può darsi che stasera a casa trovi mosche o un grifone o una donna nello specchio” rifletté Anton. Scrollò le spalle. “Nessuna di queste cose mi fa paura.”
“Un mostro nell’armadio o Rufus te ne farebbero?” chiese Viola. Lei era molto spaventata, come anche Hope.
“No, nemmeno loro.”
“Però sapete, Eve non era paurosa ed io non ho visto suo padre.”
Dory si illuminò alle parole di Simon.
“Credo che il suo fantasma esista. E se c’è una casa infestata non credete che la creatura l’abbia scelta come sua base?”
Il ragionamento aveva senso. Alcuni bambini sorrisero, contenti che stessero facendo luce su quel mistero. Galahad rimase indifferente e taciturno. Non era quella creatura la causa delle sue paure.
“Non ho mai visto un fantasma” disse Frithjof.
“Nemmeno io, sarebbe bello conoscerlo” aggiunse Fujiko.
“E lei non è un’entità malvagia. Domani si potrebbe fare una spedizione” propose Gabriel.
“No!” esclamò Lance prima che Anton approvasse con entusiasmo.
“Perché no?” chiese Pandora. “A me sembra un’ottima idea.”
Il ragazzino cercò di trovare in fretta una scusa.
“È che … insomma, se questa creatura è lì ed è capace di tanto, potrebbe reagire male, no? Potrebbe farci male fisicamente …”
“Fratello, non sarai un fifone!”
“Certo che no! Dico solo che bisogna essere prudenti.”
Lance tacque. Non voleva fare la figura del codardo e non voleva rivelare la verità. Pensò che in fondo non ci sarebbero andati di notte. Ciò lo tranquillizzò un poco.
“Questo è ovvio, per questo sto già facendo una lista di cosa ci serve portare” disse Fujiko.
“D’accordo. Domani ci incontriamo qui, tutti. Poi chi se la sente viene con me alla vecchia villa Anderson, altrimenti aspetta sulla casa sull’albero. Obiezioni?”
Non ce ne furono.
“Bene. Si è fatto tardi, meglio rientrare. E chi domani non c’è sarà considerato un disertore.”
“Si è mosso qualcosa” annunciò Ulfis.
I bambini fissarono il cespuglio indicato dal mezzo nano. Pepe si divincolò dalla stretta di Hope, balzò nel cespuglio e miagolò soddisfatto.
“Sapevo di conoscere questo odore!”
“Brutta bestiaccia, lasciami!”
“Lilian!” esclamarono sorprese Hope, Dory e Viola.
La bionda uscì alla scoperto per impedire a Pepe di graffiarle ancora l’abito. Si rivolse subito alle compagne e Galahad, ignorando gli sconosciuti.
“Vi ho sentiti! Se davvero volete fare una cosa del genere lo dico ai professori, capito? Siete degli …”
“Taci” disse piano Pandora. Le si avvicinò.
Lilian incrociò le braccia con disappunto ma decise di ascoltarla. C’era qualcosa nello sguardo dell’altra che la induceva ad obbedire.
“Noi non vogliamo fare niente di male, anzi … Se non c’è nulla sarà una semplice gita, altrimenti scacceremo un mostro.”
“Credi davvero che una dozzina di bambini ce la possano fare? Senza contare che quella casa sarà in uno stato pietoso.”
“Saremo attenti e saremo attrezzati. Tu vuoi davvero fare la spia?”
Lilian si mordicchiò il labbro, indecisa. Le venne in mente una soluzione.
“D’accordo, non dico nulla a patto che domani possa venire anche io. E se succede qualcosa sarò io la prima ad avvisare un adulto.”
“Un secondo. Ragazzi!”
Pandora si allontanò dalla bionda per ascoltare l’opinione degli altri. Anton e Frithjof sogghignavano.
“Trovata quella seccatura tanto divertente?” chiese loro Fujiko.
“Certo! È la ragazza adatta su cui sperimentare degli scherzi” rispose il primo.
“È bellissima” si lasciò sfuggire Ulfis, ancora girato a guardarla.
“Davvero ti piace quella?” fece schifato Lance.
L’amico arrossì e si voltò verso il gruppetto, tuttavia non poteva fare a meno di girarsi ogni tanto.
“Allora, che dite? La dobbiamo portare?” chiese Dory.
“Se non ci ostacola una persona in più aiuta” disse Gabriel.
Decisero di accettare il patto della bionda, che intanto fissava in malo modo il gatto.
“Bene” sorrise Lilian. “Dunque domani verrò con voi per la seconda ed ultima volta.”
Si avviò verso il college, poi però si voltò e lanciò una sfera d’acqua a Pepe. Il micio infradiciato corse a strusciarsi contro la padroncina per asciugarsi. Pandora la fulminò con lo sguardo – e avrebbe potuto farlo letteralmente – ma l’altra era già lontana.
“Stupida selkie, sfilaccerò tutte le sue cose!”
“Calma Pepe, penseremo un altro giorno a farle uno scherzo.”
Il tono serio della padrona calmò il gatto. Si lasciò trasportare fino alla loro camera e si acciambellò sul davanzale della finestra, osservandola. Vedeva bene che Dory era tesa per l’avventura dell’indomani. Anche lui era preoccupato. C’era una sensazione di oppressione difficile da scacciare, peggio di una palla di pelo. Pepe saltò sul letto quando lei si coricò e le fece le fusa. La bambina gli fece qualche grattino, mezza assopita. Il micio chiuse gli occhi, continuando le sue fusa. La sua amica e padrona poteva stare tranquilla, perché lui l’avrebbe protetta contro qualsiasi minaccia. Con questi pensieri si addormentò.



***Angolo Autrice***
Con chi parla in realtà Pandora?
Galahad perdonerà Lance e viceversa?
Con cosa se la vedranno i bambini?
Lo saprete nei prossimi capitoli!

   
 
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