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Autore: G RAFFA uwetta    27/11/2017    2 recensioni
Voldemort, stanco degli insuccessi dei suoi Mangiamorte, affida alla sua fedele Nagini un compito: uccidere Harry Potter. Da qui, si intrecceranno le vite di molti e Harry, a sue spese, farà i conti con una realtà ben diversa da come l'aveva vissuta finora.
"L'invidia è il sentimento più radicato in ognuno di noi, trama a nostra insaputa e quando ne veniamo travolti ormai è già troppo tardi per rimediare."
Accenni Drarry e presenza di OOC.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Il morso del diavolo

Cap. 7 – Lily… after all this time? Always

Riacquistata la sua naturale compostezza, Severus rispedì Draco al Manor con la scusa che doveva cercare notizie su Merlino e scovare dove si fosse rintanato Peter Minus. Se davvero il Signore Oscuro è in possesso del libro di Merlino, sicuramente il topo è l’unico che sa dove lo tiene.Questo era il pensiero che tormentava il Pozionista. Dopo aver bevuto un tè e letto le ultime notizie sulla Gazzetta del Profeta, ritornò da Harry. La porta della stanza era socchiusa e dallo spiraglio traspariva una soffusa luce azzurra, sembrava respirare in tutti quei continui mutamenti. Una volta entrato, l’eterea cerva che apparteneva a Lily l’accolse girandogli intorno mendicando una carezza; trasudava amore quella stanza, un calore così intenso da riuscire a mitigare anche il cuore più aspro.

Severus decise di continuare a tenere Silente all’oscuro di tutta la faccenda, almeno fino al ritrovamento dei cadaveri dei Dursley, e quel giorno sarebbe stato a breve, visto che la data del compleanno di Harry era ormai prossima; data in cui l’Ordine della Fenice era solito prelevare il ragazzo per poi condurlo alla Tana, la fatiscente casa dei Weasley.

M’immagino già l'imbarazzo quando renderanno pubblica la notizia della presunta morte del loro Prescelto. Sogghignò malefico Severus mentre si preparava a partire per il Surrey con alcuni Mangiamorte; i suoi compagni si scostarono intimoriti e sollevati di non essere la causa della strana euforia del professore, con quell’espressione feroce in volto suscitava una recondita paura.

Nel frattempo, l’attività di Lord Voldemort si intensificò. Il Marchio Nero spuntava agli angoli delle strade di una Londra sprofondata nel caos e nel terrore. I lunghi mantelli neri dei suoi seguaci svolazzavano irriverenti per tutto il Paese portando distruzione che si abbatteva sulla popolazione inerme come la furia dei venti del Mare del Nord. Le scintillanti maschere d’argento, baluardi dei loro sghembi sorrisi stampati sui visi folli, erano portatrici d’angoscia e dolore nelle case che, sempre più spesso, visitavano: nessuno si salvava. Con precise macchinazioni, il Signore Oscuro raggirò le più alte cariche del Ministero della Magia piegandole alla sua volontà e isolando, come in un’abile mossa di scacchi, il Ministro in persona, costringendolo alla resa per divenire così un fantoccio nelle sue mani: Silente, impotente, stava a guardare.

In quella cappa di terrore, Draco muoveva i passi nell’ombra stando attento a non attirare troppo l’attenzione su di sé; girava voce che il mago oscuro volesse marchiare i figli dei suoi più fedeli servitori. Sapeva per certo che Theo Nott e Pansy si erano proposti ed erano i prossimi candidati per quella mattanza mentre Blaise, con la scusa del nuovo matrimonio materno, stava passando l’estate in Giappone. Sua zia Bellatrix opprimeva la sorella perché lo cedesse al suo Signore, facendole notare lo scherno con cui ultimamente i Malfoy venivano accolti tra le schiere dei Mangiamorte. Draco cercava di non dare peso alle idee folli della zia e passava tutto il tempo libero a sua disposizione a casa del padrino sentendosi fiero della fiducia che egli gli dimostrava. Non che avesse molto da fare, infatti, se ne stava seduto a sorvegliare il sonno di Potter accertandosi che le strane macchine Babbane, a cui era collegato, continuassero a fare il loro lavoro di emissione costante di sibili, sbuffi e strani ticchettii.

Guardando le nuvole rosse del tramonto rincorrersi nel cielo malato di Londra, Draco ripensò al momento in cui era entrato per la prima volta nella stanza dove riposava il Grifondoro. C’era odore di chiuso e la puzza di morte aleggiava intorno al letto rischiarato dalla luce emessa dalla cerva, il magnifico Patronus di Severus; alla vista di quel corpo dimesso, che forse non sarebbe più tornato a gareggiare contro di lui per i bui corridoi di Hogwarts, un dolore sordo gli schiacciò il petto facendolo boccheggiare. Stordito e impreparato alla portata dei suoi stessi sentimenti, si piegò in terra battendo le ginocchia sul pavimento a lato del letto, urtando la sedia in ferro che produsse un suono sgradevole. In un lampo, ripercorse alcuni dei più salienti momenti della loro rivalità fatta di piccole cattiverie e drammi, all’epoca, insormontabili. I loro bisticci erano diventai la sua quotidianità, un pretesto per sentirsi forte e importante agli occhi degli altri, un universo che girava intorno a uno sguardo sporcato dall’odio. Senza avvedersene, prese delicatamente tra le proprie mani quella smunta dell’altro portandosela al petto mentre appoggiava il capo stranamente pesante sulle candide lenzuola. Calde lacrime abbandonarono i suoi occhi diventati lastre liquide d’alabastro, li strinse forte, giusto per darsi un contegno, sebbene Potty non potesse di certo vederlo. Poco signorilmente, tirò su col naso stropicciandolo poi con il maglione blu pervinca che fece risaltare ancora di più le gote arrossate sul suo volto di porcellana. Intuendo il suo dramma, la cerva, a cui aveva dato il nome di Tournesol1 per il suo instancabile girare in tondo, lo sfiorò con il muso all’altezza dello sterno in un punto dove lui sapeva esserci una piccola cicatrice che gli aveva fatto quello stronzo di un Grifone in una delle partite a Quidditch che avevano disputato uno contro l’altro. Poi, con la stessa delicatezza, toccò il collo appena sotto l’orecchio di Potter dove un irregolare solco increspava la pelle; Draco sorrise, il primo vero sorriso da quando tutta quella storia era cominciata: erano eterni rivali ma simili in tutto. Sospirando rumorosamente e per nulla imbarazzato da quella scoperta, certo solo lui poteva crederci si sedette sulla scomoda sedia ad osservare minuziosamente i delicati tratti del viso del ragazzo, resi fanciulleschi dal pallore. Si ritrovò così a venire a patti con un nuovo sentimento che gli bucava lo stomaco rendendolo inquieto; non sapeva dove tutto ciò lo avrebbe portato ma decise comunque di viverlo, per Harry e per se stesso. Turbato, fece una promessa: Ti proteggerò a costo della mia stessa vita.

Dopo lunghi giorni di attesa, finalmente Harry aprì gli occhi.



Note dell’autrice: grazie a tutti i lettori che sono passati, soprattutto a quelli che apprezzano la storia e l’hanno commentata.

Buona lettura e sono graditi i commenti.

1Girasole in francese

   
 
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