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Autore: bahir    27/11/2017    1 recensioni
“Quello che penso è che a un certo punto siamo scesi dal treno”
“Che dici?”
“No. Lo dico davvero. Io dovevo avere Atsu accanto. Non capisco perché ci siamo separati. Sai quando sei piccolo e ti dicono che se sei buono, ti comporti bene e sei corretto ti succederanno solo cose belle?”
“Si”
“In realtà sono cazzate, lo abbiamo imparato tutti. Ma quando sei piccolo nessuno ha il coraggio di dirtelo”
“…In effetti sarebbe diseducativo”
“Lo è anche capire che quello che ti hanno insegnato è sbagliato. Che il modo in cui vivi non ti offre nessuna garanzia di evitare il disastro.”
“E allora?”
“Non lo so, forse dovremmo dire ai nostri figli di comportarsi bene ma che nella vita questo non è sufficiente. Che ci vuole anche fortuna. Che non tutto dipende da noi. Che a volte le cose vanno male perché la divinità quel giorno guardava altrove…cose così”
“Forse hai ragione ma che c’entra con quello che dicevamo prima?”
“C’entra che quando perdi fiducia nel modo di vivere che ti hanno insegnato e capisci che sei seduto su un treno e che la felicità è tutta nell’arrivare alla stazione successiva…tu scendi dal treno”
“Ah!”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se devo dire qualcosa di Kainu, l'unico commento che mi viene in mente è questo: è una persona serena. Era sereno il giorno in cui lo ho pestato e lo è rimasto dopo. Col nome che gli hanno dato i suoi genitori o sei sereno o vieni preso di mira dallo psicologo scolastico.
Invece lui è cresciuto con lineamenti regolari e un colorito dorato come se per lui splendesse costantemente il sole, in barba alle vaghe aspettative gotiche dei suoi genitori. Devo aggiungere che è stato amato dal primo momento in cui è germogliato nella pancia di sua madre.
Non ci sono ombre nel suo passato ed è cresciuto dritto come una lancia. Mi sono sempre piaciute le persone così, neanche l'incidente diplomatico con Atsu ha minimamente cambiato le cose.
Anzi il primo motivo che mi ha avvicinato a lui è stato proprio questo, è stato il primo ad accettare con naturalezza il legame tra me ed Atsu, molto prima che io e lei fossimo in grado di farlo. Quando ho attaccato briga solo perché ero pieno di rabbia lui c'era, evitando il peggio.
Quando Atsu era distante da me e io mi sentivo soffocare, era lì.
Non so quanto io sia riuscito ad essere presente nella sua vita. Lui non ha mai chiesto un granchè, è stato per me un paesaggio familiare, sempre presente alla periferia del mio mondo, me ne sono reso conto solo quando siamo cresciuti.
Non so se la definizione "fratello maggiore" calzi. In certi momenti sembrava che avessimo la stessa età, altre volte lui sembrava molto più grande di me. Questa distanza mi infastidiva ma a volte era palpabile come un muro. A volte invece era necessaria, giustificava l'autorità che lui ha sempre avuto su di me.
Che non gli ho mai perdonato e di cui lui non ha mai abusato. Ha avuto tutto l'equilibrio che è mancato a me nell'adolescenza...probabilmente averlo vicino in quegli anni mi ha fatto bene. Non so proprio da dove venga tutto questo autocontrollo. In certi momenti ho pensato che gli sarebbe dato di volta il cervello tutto in una volta, così mi sarei potuto togliere la soddisfazione di dirgli “Benvenuto, era ora!”. 
I giorni in cui il pensiero di Atsu mi pesava lui riusciva ad alleggerirmi. Il suo modo di vedere le cose era così semplice che a volte mi facevo raccontare la mia vita da lui e allora mi sembrava tutto a posto.
Quando parlo di incidente diplomatico, mi riferisco alla prima volta - ed in definitiva anche l'ultima- in cui Atsu è stata aggredita da un ragazzo a causa del suo aspetto. Il ragazzo era Kainu e all'epoca io avevo quindici anni.
Atsu quel giorno era tornata infuriata da scuola e si era chiusa in camera sua. Un ragazzo la aveva toccata, non si era riusciti a cavarle altro di bocca. Ricordo che in casa spirava un'aria di tempesta. Atsu era così arrabiata da avere uno sguardo terrificante. Alla sera era entrata in camera mia, dopo essersi chiusa nel mutismo per ore. Io che stavo studiando mi ero sollevato a guardarla. Mi aveva guardato con occhi taglienti e mi aveva detto "E' stato Kainu". Poi si era richiusa nella sua stanza. 'Se solo vivesse altrove ed avesse una famiglia normale ora io non rischierei di far incazzare mio padre e di deludere Raphael!' pensai in un momento di rabbia. Purtroppo Bahir si stava già allontanando da noi e Atsu aveva occupato la stanza accanto alla mia.
Kainu era alto almeno quindici centrimetri più di me. Mi avrebbe sfilettato, era evidente. Ma l'occhiata di Atsu non lasciava dubbi, voleva che io facessi qualcosa al riguardo. Meglio una ramata di botte piuttosto che vedere la delusione impressa nelle iridi ghiacciate di Atsu. 
Il mattino dopo a scuola andai a cercare Kainu. Che mi diede una ramata di botte. Tuttavia non mi serbò alcun rancore, aveva capito che non avevo altra scelta. In seguito sarebbe diventato il mio più leale confidente. 
La sera, mentre Raphael mi medicava una lacerazione sul viso, sentivo il suono della risata cristallina di Atsu provenire dal piano di sopra. L'incidente con Kainu sembrava archiviato per sempre. Rigirandomi tra le coperte per trovare una posizione nella quale non mi facesse male la faccia, trovai nel mio letto un fiore di carta di riso. 
   
 
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