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Autore: ClaireD    29/11/2017    0 recensioni
Genere: Drammatico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giornata proseguì senza che i due si incontrassero. Neanche durante la pausa pranzo Claire riuscì a trovare il ragazzo e tutto ciò le fece pensare che lui la stesse evitando.
A fine giornata lei si recò nel centro città per distribuire il curriculum in vari negozi e cafè. Un lavoretto part-time le avrebbe fatto comodo, non tanto per il guadagno, a quello lei non pensava, quanto per tenere la mente occupata dai pensieri e cercare di integrarsi in quella nuova società.
Verso la fine del pomeriggio entrò nell’ultimo negozio che faceva angolo con le due strade principali della città. Aveva uno stile molto inglese con le finestre a vetrata in legno colorate di un blu intenso ed una insegna molto elegante che diceva “Back to the past“
Il negozio era vuoto all’interno e non appena posò la mano sulla maniglia per aprirne la porta un terribile vento si alzò improvvisamente portando con sé le foglie autunnali che dominavano il paesaggio in quel periodo dell’anno. Claire si affrettò a ripararsi dentro chiudendosi alle spalle la porta e tenendosi con l’altra mano il suo cappellino per evitare di perderlo.

Risistematisi i capelli, alzò lo sguardo verso l’ampio locale e la prima cosa che percepì fu un forte odore dolciastro di cannella che si accostava benissimo con gli scaffali in legno. Tutto lì aveva dei colori chiari per dare una sensazione di calore e benvenuto alla clientela che entrava. Si ritrovò a sorridere da sola, con gli occhi che vagavano per la stanza ammaliati da tutto ciò che la circondava. Nessun negozio prima d’ora le aveva fatto questa sensazione.
Fece un passo in avanti e si ritrovò davanti una donna, sulla quarantina che la osservava. Aveva un sorriso splendido, di quelli veri che si vedono sempre più di rado, e gli occhi così espressivi che colpirono Claire.

“Buon pomeriggio, come posso aiutarti?” disse la donna.

“Salve, io sto cercando un lavoretto per il dopo scuola e volevo lasciarle il mio curriculum” rispose porgendole un foglio bianco con le sue poche esperienze pregresse.

“Qual è il tuo nome?” le chiese, prendendo il foglio ma senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.

“Claire, signora”

“Oh Claire, dammi pure del tu io sono Lynda, come te la cavi con l’inventario? “

“Penso bene, Lynda. Ne ho fatto una specie per il trasloco dall’Inghilterra a qui.” ridacchiò nervosa Claire.

“Ottimo, allora se ti va laggiù ci sono dei fogli con la lista di tutto quello che dovrebbe esserci in negozio, se manca qualcosa più tardi la ripristiniamo dal magazzino”

“Ma..ma si fida così? Cioè non ha nemmeno letto le mie esperienze, ne posto qualche domanda. Sono una perfetta sconosciuta per lei!” esclamò con stupore Claire

“Ho una buona sensazione su di te, cara.” sorrise Lynda e si incamminò verso il bancone alla loro destra. “A proposito, siamo colleghe dammi del tu Claire” e le scoccò un occhiolino.

Claire rimase qualche secondo imbambolata, cosa era appena successo? Aveva ottenuto un lavoro con una semplicità sorprendente e doveva anche ammettere che non le dispiaceva affatto quel negozio. Le dava un senso di pace e tranquillità e tutto ciò le ricordava la sua terra natale. Quando voleva estraniarsi da tutto e soprattutto dalle persone del paesino bastava che prendesse la sua bici e andasse in campagna. in mezzo alla natura si sentiva così libera, in quel silenzio recuperava tutte le energie per poi affrontare le successive settimane. In quel negozio stava riassaporando quelle stesse sensazioni, che oramai le sembravano così lontane da arrivare a pensare che non le avrebbe più potute percepire.

Si concentrò al massimo nel suo lavoro, ma non poté fare a meno di sentirsi nostalgica. Tutto lì dentro le richiamava casa sua. Spostandosi da uno scaffale all’altro trovò oggetti che non aveva mai nemmeno visto, quel negozio era un vero e proprio pezzo di antiquariato se così si poteva chiamare. Alcuni lo avrebbero definito “il negozio delle cianfrusaglie” ma lei trovava in tutto ciò una meravigliosa miniera d’oro.
Le due ore passarono in fretta e lei riuscì a terminare l’inventario immersa nei ricordi della sua infanzia. A chiusura si fermò a contemplare un servizio da thè posto nell’ultimo tavolino in fondo al locale. Le immagini che le apparvero nella mente la portarono nella vecchia casa di campagna della nonna nello Yorkshire.
Era la sua amata nonnina, colei che le aveva insegnato le ricette più strane e tradizionali della regione. Era anche l’unico legame che aveva con sua madre.

“Claire..” una voce da dietro la riportò alla realtà di Camden “tutto apposto, cara?”

“Si, si, assolutamente! Grazie Lynda.” Si affrettò a rispondere, posando sul tavolo la tazza e stampandosi un enorme sorriso sul volto.

“Benissimo, allora direi che ci vediamo domani dopo scuola d’accordo?”

“Certamente, se per te va bene” arrossì timidamente per tutta quella cortesia.

Uscirono dal negozio e si salutarono. Tornando a casa, Claire si fermò a comprare qualche ingrediente per la cena dal momento che John sarebbe rientrato più tardi.
“Che ci fa una donzella tutta sola a camminare per queste strade a quest’ora?” una voce uscì da un bar dietro di lei. Era Nick, doveva averla vista passare e l’aveva raggiunta.

‘Ma perché adesso mi rivolge la parola questo?’ pensò infastidita e confusa

“Sto tornando a casa, ma non sono affari tuoi” rispose Claire con tono brusco

“Ehi! Che ti ho fatto? Mi stavo solo preoccupando per te, perché mi aggredisci?” replicò lui. La sua espressione sembrava davvero amareggiata.

‘Forse mi sto sbagliando, oh santo cielo! Questo ragazzo mi confonde. Non capisco mai quello che vuole e quello che pensa. Se è o meno sincero con me’ la mente di Claire stava impazzendo, desiderava soltanto scappare via e rinchiudersi nella sua stanza, accendere lo stereo ad alto volume e ballare. Sfogarsi.
“Beh, grazie, ma sto bene così. Adesso vado, ciao.” Si limitò a rispondere infine, dopo qualche minuto di silenzio.

“No!” si impose lui intralciando il suo cammino

“No? Come no? Che vuoi dire?” quasi spaventata dalla sua reazione, ma senza darlo a vedere, incrociò le braccia in tono di sfida

“No, non ti lascio andare via finché non mi spieghi il tuo atteggiamento nei miei confronti”

‘Cavolo ha ragione. Mi sto davvero comportando male con lui e alla fine non ho un motivo concreto da presentargli. Non mi ha davvero fatto un torto. Sono solo supposizioni le mie. Paranoie che mi fanno odiare certi atteggiamenti delle persone, ma è davvero così? Mi ha davvero evitato per tutto il giorno? L’unica cosa che posso chiedergli è il perché della sua mancata risposta stamattina. Ma forse nemmeno quello, sarebbe davvero invadente da parte mia.’ Claire si rese conto di essere in torto e questa cosa la disturbava altamente dal momento che non si era mai ritrovata da questo lato di una discussione. Aveva sempre avuto molte argomentazioni a favore e aveva sempre stracciato l’avversario con la sua dialettica ottima, ma adesso? Forse doveva riconsiderare l’idea di prendere legge all’università. Forse non era davvero portata per controbattere soprattutto se le argomentazioni erano a sfavore. Avrebbe perso tutte le cause.

“Allora? Sto aspettando.” La incitò Nick con un tono più sostenuto e un lieve accenno di fastidio nella voce

“Io.. senti mi dispiace ho avuto una lunga giornata e sono molto stanca” rispose infine Claire

Lui non se la bevve però non volle insistere ulteriormente e la accompagnò fino a casa senza dire una parola. Claire vide quanto lui era dispiaciuto per quella sua bugia o parziale verità e si sentì veramente una persona orribile. L’indomani avrebbe dovuto rimediare al pasticcio, non voleva certo perdere l’unico amico che era riuscito a crearsi.
Andò a letto presto con un pensiero nella mente ‘Chissà cosa avrà pensato di me, Nick.’ 
   
 
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