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Autore: EuphemiaMorrigan    01/12/2017    5 recensioni
[Raccolta di Flashfiction MadaSaku]
Il segreto di un buon caffellatte sta nel rapportare in modo corretto la dose degli ingredienti, unendo al gusto forte e corposo del caffè la delicatezza e la dolcezza del latte caldo e, per i più golosi, una spolverata di cacao in polvere.
Il segreto di un buon rapporto di coppia è alquanto simile.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Madara Uchiha, Sakura Haruno
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Chi preferisce i gatti ai cani ha qualcosa da nascondere-

Angolo autrice: Passano gli anni, ma con i titoli farò sempre pietà lol
Premessa: non andate in 'paranoia' la raccolta è una MadaSakuCentric e tale rimarrà ma, dato che nell'altra flash ho inserito Hashirama e Tobirama mi sono detta: perché non mettere una coppia secondaria, od un gruppo di amici, o genitori e parenti vari, in qualche futura flash una volta ogni tanto? Semmai avrò l'ispirazione? L'ispirazione è arrivata e ho deciso di provare a scrivere di questa coppia un pochino -tanto- snobbata (Anche per provarli insieme lol). Vi auguro buona lettura e spero che possa piacervi <3
Sakura è un pasticcino qui ;_; *Troppo per il suo cuore innamorato lol *
Ps: non so se rimarrà una flash isolata o avrà un seguito, anche se lo avesse sarà corto come la 'Guerra del pianerottolo' ^^
Perdonate eventuali errori l'ho scritta e corretta in un lampo di ispirazione lol

Akamaru le leccò la mano, lasciando una scia di saliva appiccicosa su tutta l'epidermide.
“Kiba! Che schifo, tienimelo lontano!” Si lamentò Sakura, forse con troppa foga, pulendosi grazie all'ausilio del fazzolettino umidificato estratto dalla borsa.
“Da quando sei così schizzinosa? – la interpellò Inuzuka, mentre carezzava il capo enorme della sua bestiola, dopodiché si sporse verso la ragazza, sorridendole affilato. – E poi perché siamo qui? Come mai non hai trascinato con te il tuo amico con una ciotola di ramen nel cervello?” La punzecchiò, perfido.
In cambio ricevette una gomitata fra le costole “Naruto è uno stupido, più di te! Pensa a quanti anni ci ha messo prima di accorgersi di Hinata! Non ci capisce nulla di amore...”.
“Che palle, come se a me interessasse” Brontolò, portandosi le braccia dietro la testa e appoggiandosi a peso morto sulla panchina di metallo; il cagnone grosso come un umano premette le zampe anteriori sulle sue gambe, cercando un poco di affetto.
“Sei il mio migliore amico” Sakura gli sorrise complice e speranzosa, mandando in tilt il suo cuore come sempre. Quella ragazzina sapeva come fregarlo.
“Va bene! Andiamo ad incontrare questo tuo Principe Azzurro”.
“Grazie!” Cinguettò, saltandogli al collo euforica.
Da parecchi mesi Haruno si era presa un'assurda cotta per il proprietario di una gelateria aperta di recente a Konoha; un locale elegante, fin troppo freddo e sofisticato per i gusti di Kiba, che lo aveva bollato da subito come luogo da non frequentare mai.
Lo faceva sentire inadeguato.
Sakura prima di varcare la soglia gli sfiorò il polso “Tutto bene?”.
“Sì, ma... – le parole gli morirono in gola quando intercettò di sfuggita due opachi occhi neri. Appartenevano ad un ragazzo di qualche anno più grande, la giacca bianca risaltava la sfumatura blu dei suoi capelli corvini; li aveva superati senza dire nulla, stringendo l'impugnatura di una busta dell'immondizia. – Io... Vai da sola... Ti aspetto”.
Aveva di sicuro perso qualche neurone, dato che stava fissando insistentemente lo sconosciuto, soprattutto il suo culo sodo, fasciato dalla divisa.
“Non si può mai contare su di te!” Lo accusò Sakura, entrando nel locale e rabbrividendo d'ansia, o forse l'aria condizionata era troppo alta.
Avanzò in direzione del bancone, ormai non poteva tirarsi indietro, seppur si rendesse conto di quanti anni di differenza dividevano lei e il proprietario, non era stata in grado di scacciare quei sentimenti sbocciati per caso e cresciuti giorno dopo giorno. Almeno voleva parlarci, smetterla di guardarlo da lontano...
“Devi ordinare o continuerai a fissarmi?”.
“Mi scusi... – mormorò, cercando di riprendersi dalla sorpresa. In certe occasioni i suoi sedici anni si facevano sentire, arrossì sulle gote morbide e continuò. – Un cono piccolo alla fragola, grazie Madara-san”.
Il gelataio la studiò a sentirsi chiamare per nome “Sei una cliente?”.
“S-sì, vengo qui spesso!”.
Anche se non era mai entrata.
Madara la servì senza aggiungere altro, sogghignando internamente al vederla arrivare a coprire tutte le sfumature del rosso mentre pagava e cercava di sfuggire alle iridi nere e indagatrici. Era carina. Troppo giovane, ma carina.
“Arrivederci”.
“Ehm... – Sakura tentennò, quasi volesse dire qualcosa, ma alla fine sorrise dolce. – Sì, arrivederci”. Ci aveva parlato, era un passo avanti.
Incamminandosi sognante all'uscita per poco non si scontrò con lo stesso ragazzo intravisto qualche minuto prima; accennò un gesto di scuse, ma la smorfia disgustata che le rivolse la bloccò e fece arrabbiare allo stesso tempo. Se solo avesse potuto prenderlo al pugni!
Lo osservò lanciare un'occhiata carica d'astio a Madara quando il più grande lo riprese e gonfiò le guance, borbottando intanto che si allontanava dalla gelateria “Che antipatico! Dovrebbe licenziarlo!”.
“Si chiama Sasuke Uchiha. – parlò d'improvviso Kiba, spuntando chissà come accanto a lei e facendole venire un mezzo infarto. – Ha ventuno anni e frequenta lingue all'Università, vive con suo zio e il fratello maggiore e... A proposito: il tuo caro Madara è single, ma va quasi per la trentina, credo sia ancora illegale. Tornando a Sasuke, odia i dolci e preferisce i gatti ai cani, ma conto di fargli cambiare idea”.
“Come hai fatto a scoprire tutte queste cose in due minuti?!”.
“Talento naturale” Si pavoneggiò.
Sakura aggrottò la fronte spaziosa, il gelato dimenticato stava colando e, ovviamente, Akamaru ne approfittò all'istante, quindi lasciò quella leccornia al cane e domandò “Come mai ti interessa tanto?”.
Kiba le posò le mani sulle spalle “Sakura, io e te conquisteremo gli Uchiha, insieme!”.
...Il suo migliore amico aveva sempre delle orribili idee.

   
 
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