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Autore: MaraWP    01/12/2017    1 recensioni
~ Il tempo passa, le stagioni si susseguono senza tregua ed io, nonostante il tempo, non riesco a staccarmi da te ~
From the final of season 4
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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“ Non so cosa tu voglia sapere ma io non sono a conoscenza di nulla “
“ Non ci credo Abby e ti spiego anche il perchè. Ricordi l'attacco da parte degli uomini della montagna durante l'assemblea dei dodici clan? “
“ Certo”
“ Allora ricorderai anche che tua figlia e Lexa se ne sono andata pur sapendo che il campo stava per essere bombardato e tu le hai coperte”
“ Se avessi detto una cosa del genere la tregua che avevamo stipulato con gli altri clan sarebbe saltata! Non avremmo mai salvato i prigionieri di Mounth Weather e forse ora non saremmo nemmeno qui a discutere “
“ Questo è un altro discorso. Tu hai mentito e a me interessa questo, quindi per favore, dimmi cosa sai “
“ Per la decima volta, non so nulla, ho perso i contatti con Clarke non appena è salita su quella navicella!”
“ Sono sicura che una volta lassù avrebbe trovato il modo di mettersi in contatto con te, sbaglio?”

Abby non rispose, tenendo lo sguardo fisso su Octavia.

“ Perchè vuoi rendere tutto così difficile?”
“ Tu rendi tutto difficile, il ruolo che stai ricoprendo ti ha dato alla testa te ne rendi conto?”
“ Sono perfettamente in grado di gestire il tutto”
“ Si? Be allora devo ricredermi su molte cose. Da quando Lincoln è...
” la interruppe.
“ Non dirlo”
“ Anche quel ragazzo che ha combattuto nell'ultimo conclave...”
“ Ora basta!
“ urlò, voltandosi a guardare la donna “ Portatela via immediatamente”

Due uomini posti ai lati della porta scattarono in avanti, prendendo la donna per le braccia, pronti a scortarla fuori verso la stanza in cui lei e gli altri erano stati momentaneamente rinchiusi.

“ Non deve morire più nessuno per queste stupide guerre Octavia, rifletti su ciò che ho detto!”

Riuscì a pronunciare solo quest'ultima frase prima di essere scortata all'esterno della sala, mentre Octavia rimase immobile, al centro della stanza osservando un punto indefinito davanti a lei. Compì pochi passo verso la scrivania, appoggiandosi nervosamente con le mani tentando di trattenere la rabbia che però non tardò a scoppiare, provocando nella ragazza una reazione violenta e istintiva. Rovesciò con un sol colpo tutto ciò che si trovava al di sopra della scrivania, non prestando la minima attenzione nemmeno per gli oggetti più fragili e delicati, prendendo ripetutamente a pugni il duro legno del tavolo finchè l'adrenalina venne meno, lasciando che il corpo di Octavia scivolasse goffamente a terra, con la schiena poggiata al bordo della scrivania e le mani a coprire il volto stanco e ora, più che mai, provato da quelle parole così vere da essere dolorose quasi quanto la morte.

Intanto...

Dopo essere rientrata sulla navicella a causa del malore del comandante mi era quasi impossibile spostarmi senza essere seguita da qualche soldato in uniforme a causa dell'ordine restrittivo che Eligius aveva emanato per me e per Alycia. Dal suo ricovero in infermeria non ero più riuscita a vederla ma soprattutto non sapevo come stesse dopo quella strana crisi avuta in quella grotta. Per attuare il piano di Raven avrei dovuto eludere la sorveglianza per raggiungere la sua stanza ma in pieno giorno era quasi impossibile, così aspettai la notte dove il numero di soldati di guardia si dimezzava e le possibilità di essere vista si riducevano notevolemnte.

“ Dammi ancora qualche secondo per entrare nel sistema delle telecamere”
“ Sicura che non se ne accorgeranno?”
“ Sicurissima, loro continueranno a vedere i corridoi e le stanze come le hanno osservate durante la giornata, solo non vedranno quello che succede in tempo reale, diciamo che rivedranno in replica le riprese di qualche ora fa “
“ Però ho ancora le due guardie qui fuori che non mi lasceranno mai andare in giro indisturbata “
“ Ho pensato anche a quello. Ho sintonizzato questa radiolina sulla frequenza delle loro così da poter impartir loro degli ordini senza che sospettino nulla
“ disse, prendendo la radio tra le mani “ Tocca a te Bellamy, fai la voce da soldato autoritario “

Il ragazzo lanciò un'occhiataccia a Raven, prendendo il piccolo oggetto tra le mani << Fate rapporto >>

<< Tutto tranquillo qui Signore >>
<< Allora raggiungete gli altri in sala macchine, hanno bisogno di aiuto con dei fusibili rotti >>
<< E i prigionieri ?>>
<< Stanno arrivando due uomini a darvi il cambio, potete andare >>

<< Si signore >>

I due uomini si allontanarono dalla porta, camminando lungo il corridoio per raggiungere il piano inferiore verso la sala macchine.

“ Perfetto, se ne stanno andando “
“ Non appena gireranno l'angolo li seguirò fino alla sala dei motori, poi sarà un attimo metterli k.o “
“ Non farti vedere o domani scopriranno che abbiamo combinato qualcosa “
“ Lo sapranno comunque visto che qualcuno troverà due uomini a terra “
“ Ti sei perso il passaggio dove tu nascondi i corpi e nessuno scopre nulla?”
“ Credo di si. Sta attenta Clarke, soprattutto a lei “
“ Farò in fretta “
“ Potete andare, le telecamere sono sotto il mio controllo. Evitate i corridoi che vi ho detto e arriverete nelle rispettive stanze senza essere visti. Avete 15 minuti al massimo, poi dovrò ripristinare il segnale”

“ Ci metteremo anche meno “

Uscimmo dalla stanza nel silenzio più completo, dividendoci al primo bivio del corridoio da dove entrambi avremmo continuato da soli. Avevo in testa il percorso esatto per arrivare all'infermeria evitando quei corridoi dove alcune delle poche guardie rimaste facevano la ronda notturna, così da poterla raggiungere senza essere vista. Quell'ala della navicella mi era sconosciuta, ma non sembrava essere molto articolata al contrario di quello che avevo immaginato. C'erano circa sei stanze in tutto, di cui una adibita a sala operatoria mentre le altre erano semplici stanze da letto, tutte vuote, a parte una. Vi guardai all'interno attraverso il piccolo vetro posto sulla porta, assicurandomi che il comandante non fosse sveglio prima di aprire la porta ed entrare nella stanza. Raggiunsi silenziosamente il letto dove la ragazza dormiva tranquilla, non riuscendo però a non soffermarmi qualche secondo sul quel viso tranquillo e calmo che da anni potevo vedere solo nei miei sogni. Con le mani leggermente tremolanti, presi una siringa dall'armadietto accanto al letto, stando attenta ad inserirla correttamente nella farfallina attaccata alla mano di Alycia. Il sangue scuro iniziò a scorrere all'interno della siringa riempendola quel tanto che bastava per avere un campione da portare a Raven. Staccai dolcemente la siringa dalla sua mano, riponendola in un piccolo sacchetto all'interno della giacca, voltandomi poi verso la porta per uscire.

“ Clarke”

La sua voce arrivò flebile, quasi fosse un sussurro, ma la sentì chiaramente rompere il silenzio di quella stanza, facendomi rabbrividire nella frazione di un secondo. Mi voltai lentamente, impaurita dalla reazione che avrebbe potuto avere vedendomi lì,in piena notte, in un'ala della navicella in cui non mi era permesso andare. Pensai immediatamente ad una scusa da raccontare, a qualcosa che potesse scagionarmi dal motivo per cui mi trovavo lì, ma non servì. Osservai il suo volto, ancora addormentato come pochi secondi prima l'avevo lasciato, ma certa di aver udito la sua voce chiamare il mio nome. Mi avvicinai a lei, con la voglia incontrollabile di stringere la sua mano nella mia, di sentire ancora una volta il calore della sua pelle, di poter accarezzare il suo viso così tranquillo e sereno mentre dorme e poter sentire il suo profumo, dolce e inebriante allo tempo stesso, così inconfondibile da poterlo distinguere tra migliaia d'altri.

“ Perdonami Clarke “ sussurrò.

Le sue labbra si mossero, ma i suoi occhi continuarono a rimanere chiusi.

“ Perdonarti...per cosa?” chiesi, nella speranza che rispondesse senza svegliarsi.
" Alla montagna “

Subito non capì, ma poi ricollegai quelle informazioni. Qualunque cosa stesse sognando, quei ricordi appartenevano a Lexa e la montagna a cui si riferiva non era altri che Mounth Weather. Avrei voluto svegliarla, raccontarle tutto, confidarle la verità che che per anni le era stata nascosta ma non ne ebbi il tempo. Un rumore fuori dalla stanza catturò la mia attenzione mettendomi in allarme, impedendomi di prolungare ulteriormente la mia permanenza all'interno di quella stanza.

Pochi minuti dopo...

“ Allora? Tutto apposto?”
“ Si, non credo che troveranno quei soldati tanto presto “
“ Non voglio sapere altro Bellamy, mi fido della tua parola”
disse, dando una pacca amichevole sulla spalla del ragazzo “ sei riuscita a prendere quel campione?” disse, rivolgendosi a me.
“....”
“ Pronto? Terra chiama Clarke”
“ Si, è qui. Ma a questo punto non serve più “
“ Non ti seguo “
“ Stavo per uscire dalla sua stanza quando mi ha chiamata “
“ Ti ha vista?!”
“ No calmati, stava solo parlando nel sonno. Mi ha chiesto di perdonarla”
“ Perdonarla per che cosa?”
“ Mi ha chiesto di perdonarla per avermi tradito a Mounth Weather “
“ Quindi...si ricorda?”
“ Così pare,o almeno ha dei ricordi ma forse le arrivano solo durante il sonno “
“ E' strano. Avevo letto un libro sui sogni una volta, l'avevo trovato nell'archivio segreto sull'arca, dicevano che quello che sogniamo in un certo senso ci appartiene, magari perchè l'abbiamo vissuto in prima persona oppure perchè sono avvenimenti o sensazioni che desideriamo provare. Però se fosse così dovrebbe ricordare i sogni che fa non appena si sveglia “
“ Non credo li ricordi, altrimenti mi avrebbe riconosciuta non credi?”
“ Forse fino ad ora non ti aveva mai sognato “
“ Non lo so...credo di doverle dire tutto”
“ Aspetta ancora un po', fammi esaminare il suo sangue e poi deciderai il da farsi”
“ D'accordo”
dissi, sedendomi sul divanetto accanto ai computer “ quanto vorrei che si ricordasse di me “  

   
 
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