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Autore: Ghost Writer TNCS    02/12/2017    5 recensioni
Raémia è un mondo ricco di magia, dove i contadini vivono del lavoro nei campi, i soldati in armatura girano da un villaggio all’altro per garantire pace e sicurezza, e i saggi maghi offrono i propri servigi in cambio di cibo e rispetto.
I numerosi Reami, popolati da altrettante specie diverse, sono posti sotto il controllo di sei Re: persone illuminate che garantiscono pace e prosperità al mondo intero. O almeno così era un tempo. Oggigiorno i Re si preoccupano più che altro di godersi le proprie ricchezze, e i nobili cercano sempre nuovi espedienti per guadagnare maggiore potere.
In questa precaria situazione, Giako – un Gendarme solitario cresciuto da una strega – verrà a conoscenza di una grande macchinazione volta a ribaltare gli equilibri del mondo. Da solo non potrebbe fare nulla, ma questa volta non sarà solo: quante persone servono per salvare il mondo?
Domande? Dai un'occhiata a http://tncs.altervista.org/faq/
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '2° arco narrativo'
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12. La prova del fuoco

Completamente assorte dal rituale, Shamiram e Alisha sembravano due statue. Il cerchio magico che avevano tracciato brillava di una luce chiara e soffusa, e da esso spirava una solenne spirale di vento che faceva ondeggiare i loro capelli e i loro abiti pesanti.

Il corpo di Bengal sembrava ancora del tutto inerte, ma né Giako né Jehanne avevano idea di quanto sarebbe durato il rituale.

Dopo aver percorso l’ennesimo anello intorno al cerchio magico, il mezzelfo decise di avvicinarsi alla giovane. Nei paraggi non si vedeva nessuno e le due streghe sembravano completamente in un altro mondo, così si fece coraggio e parlò: «Visto? È stata una buona idea fare il culo al mostro.»

Lei lo guardò con un mezzo sorrisetto stampato sul viso. «D’accordo, te lo concedo: ne è valsa la pena.» E dopo un attimo aggiunse: «Comunque la mia religione mi impone di aiutare i più deboli e chiunque sia in difficoltà, quindi non me la sarei sentita di lasciare un mostro a piede libero. E a maggior ragione se questo mostro prima era una persona.»

Nei giorni precedenti e su esplicita domanda di Jehanne, il Gendarme le aveva spiegato che non era a conoscenza della vera identità del mostro. Tutto quello che aveva erano dei sospetti, ma non se l’era sentita di rivelarli all’umana fino a quando non erano stati in procinto di combattere.

«Di’ un po’: come mai sei entrato nel Corpo di Gendarmeria?» gli chiese Jehanne per continuare a ingannare l’attesa.

Giako non rispose subito. Per alcuni istanti rimase in silenzio, impegnato a osservare il suo ippolafo che, finalmente libero da briglie, sella e bagagli, mangiava tranquillo le foglie di una pianta bassa. Quando pensava a se stesso come Gendarme, si immaginava sempre in groppa al suo destriero.

«Beh, un po’ perché non volevo fare il contadino.» Sorrise. «E poi volevo rendermi indipendente.» Quando si voltò, scoprì che Jehanne lo stava fissando, e la cosa non gli fece troppo piacere. «Beh? Che c’è?»

Lei incurvò le labbra, divertita. «Non ti avevo mai visto sorridere. Credevo non ne fossi capace. Avevo sentito dire che gli elfi oscuri non sanno sorridere.»

Lui la guardò stranito. «Stronzate. Certo che sappiamo sorridere. Solo… lo facciamo di rado, ecco… Quando ne vale la pena, insomma.» Si voltò dall’altra parte, un po’ immusonito. «Solo i coglioni ridono sempre.»

L’umana lo guardò con aria scherzosamente accusatoria. «Mi stai dando della… “stupida”?!»

«No…» si affrettò a rispondere il mezzelfo. «Non sempre…»

Lei aprì la bocca, sorpresa, e gli tirò un divertito pugno sulla spalla.

Giako incassò senza ribattere, ridendo a sua volta per la reazione della giovane.

«Quindi voi elfi oscuri avete tutti la sbronza triste?»

«Fidati: sono di più quelli con la sbronza molesta.»

Giako si accorse di aver risposto senza pensarci, e questo un po’ lo stupì: non pensava di essersi aperto così con Jehanne.

«Emh… posso farti una domanda?» le chiese.

«Spara!»

«Ecco… perché Shamiram ti chiama “Paladina”?»

Temeva di aver fatto una domanda irriverente o personale, invece la giovane rispose con assoluta tranquillità: «È così che si chiamano quelli che lavorano per gli Astrali: Paladini. I Paladini degli Astrali. Anche se, sinceramente, mi sembra un nome un po’ troppo pomposo.»

«Mmh… E posso chiederti cosa facevi prima di diventare una Paladina? Eri una Gendarme?»

Lei sorrise. «Ah, non direi proprio! Diciamo che quando mi hanno reclutata ero piuttosto morta. Comunque prima ero un soldato e combattevo per liberare il mio Paese dagli invasori.»

In quel momento il mezzelfo si ricordò che non sapeva da dove venisse la giovane. Essendo umana, aveva ipotizzato che venisse da uno dei Reami Gialli, ma purtroppo lui non conosceva molto bene quelle zone. «Come si chiama il tuo Reame?»

«Ah, io non sono nata qui. Te l’ho detto, no? Vengo da molto lontano.»

Giako la studiò con aria interrogativa. «Sì, ho capito. Ma lontano dove?»

«Beh…» Jehanne sollevò l’indice, indicando il cielo.

Il mezzelfo guardò verso le fitte chiome delle conifere.

«Vieni… dagli alberi?»

La giovane sbarrò gli occhi. «Ma che…?! Certo che no! Vengo da un altro mondo, molto lontano da qui. Si trova lassù, tra le stelle, insieme a moltissimi altri mondi. Sono arrivata qui grazie a una specie di magia. E se proprio ci tieni a saperlo, il mio “Reame” si chiama Francia.»

Giako sembrava sempre più confuso.

«Anche il tuo antenato, Sigurd, veniva del mio stesso mondo» proseguì Jehanne. «Ma lascia perdere, non dovremmo parlare di queste cose.»

Il mezzelfo, più confuso di prima, preferì assecondare la richiesta dell’umana.

«Piuttosto, secondo te cosa stanno facendo?» chiese la giovane accennando a Shamiram e Alisha.

Giako osservò a sua volta le due streghe. Erano ancora immobili, solenni come statue, avvolte da quell’aura mistica dovuta alla luce delle rune e ai soffi del vento.

«Cazzo ne so? Forse stanno… meditando. Insomma, cose da maghi»

***

La palla di fuoco impattò con violenza sullo scudo di energia, scatenando una vampata di fiamme.

Alisha dissolse la sua difesa magica e scatenò un getto di energia contro il mostro che aveva attaccato. L’offensiva funzionò, ma già altre tre creature di fuoco erano emerse dall’immenso muro per rimpiazzare il compagno caduto.

La myketis, già provata dalla stanchezza, continuava ad ansimare nel tentativo di abbassare la temperatura del corpo. Si era tolta quasi tutti i vestiti, tuttavia la sua specie non aveva ghiandole sudoripare e in quel momento non poteva perdere tempo ad evocare un incantesimo che la facesse sentire meglio.

Come fatto in precedenza, caricò l’energia magica nelle sue mani e la proiettò contro i mostri di fuoco. Non si stava rivelando una tattica molto efficace, ma non aveva alternative: quell’ambiente illusorio non offriva nessun elemento utile, perfino il terreno polveroso non era altro che un’unica lastra solida apparentemente inscalfibile.

«Maestra, non potrò trattenerli ancora a lungo!»

L’umana, che si trovava dietro di lei, era talmente concentrata che l’unica risposta che riuscì a formulare fu un mugugno. Anche lei si era liberata di quasi tutti i vestiti e il suo corpo formoso era madido di sudore. La sua allieva aveva l’arduo compito di tenere a bada i mostri di fuoco, ma l’umana aveva un incarico se possibile ancora più complesso: aprire una breccia nel muro di fuoco e fare in modo che restasse aperta abbastanza a lungo da resuscitare Bengal.

Fino a quel momento i mostri avevano avuto tutti un corpo umanoide, ma a furia di venire sconfitti, qualcosa si attivò nello schema difensivo e dalla parete fiammeggiante spuntarono nuove creature: un grosso quadrupede, un lungo serpente e un imponente uccello.

Alisha, ancora impegnata a respingere i precedenti nemici, si sentì persa: già era difficile eliminare gli esseri umanoidi, come poteva affrontate nello stesso momento avversari così forti, numerosi e variegati?

Ma non poteva arrendersi. Per primo colpì il quadrupede: lo annientò con un raggio di energia. Il volatile fu il secondo, ma il suo attacco andò a vuoto. L’animale era grosso ma anche molto agile, e il suo spazio di manovra tridimensionale lo rendeva un bersaglio estremamente difficile. Anche il secondo raggio venne schivato e il mostro si lanciò in picchiata. Allungò gli artigli verso Shamiram, pronto a ghermirla. L’umana, gli occhi chiusi e completamente concentrata sul suo incantesimo, non sarebbe mai riuscita a difendersi in tempo. Il volatile stava per colpire quando una mano di energia lo afferrò. Era di colore blu, grande come quella di un gigante e artigliata come quella di un predatore. Il braccio a cui era attaccata, anch’esso fatto di energia, terminava nell’aura fiammeggiante che avvolgeva Alisha.

La myketis, i cui occhi ardevano di luce blu, tirò indietro il braccio gigante e strinse la presa con le dita, stritolando il volatile fino a farlo esplodere.

Solo un paio di volte nella vita la strega aveva attinto così in profondità dai suoi poteri, e sempre sotto la stretta supervisione della sua maestra. Ma ora non poteva trattenersi, doveva dare tutta se stessa. L’energia che bruciava dentro di lei non era adatta a fare incantesimi – o meglio lei non era in grado di usarla in maniera così raffinata – tuttavia poteva sfruttarla in maniera più rozza e istintiva.

Il serpente intanto, approfittando del diversivo del compagno alato, si era avvicinato a gran velocità. Era pronto a stritolare Shamiram nella sua morsa, ma un altro braccio di energia lo ghermì e lo fece a pezzi.

Alisha, completamente avvolta da quello che sembrava fuoco blu, ora disponeva di due enormi arti con cui spazzare via tutti i mostri che cercavano di avvicinarsi.

Assuefatta dal proprio potere, sorrise. Ora niente poteva fermarla.

Con un solo pugno distrusse una mezza dozzina di essere umanoidi, con l’altro arto invece afferrò un nuovo uccello e lo rispedì da dove era venuto.

Ma il muro di fuoco non rimase a guardare. Un’enorme mano emerse dalle fiamme, perfino più grande delle propagazioni di Alisha. La seguì un’altra mano, altrettanto immensa, e poi fu il turno della testa: era simile a quella degli esseri umanoidi già sconfitti, con una grande bocca ma priva di connotati, solo molto più grande e spaventosa.

Il gigante emerse per intero dal muro e si sollevò in tutta la sua altezza. Era difficile darne una stima esatta, di sicuro superava i sei metri. L’essere sollevò le braccia e le abbatté contro Alisha. La strega parò con i suoi arti magici, ma lei stessa avvertì l’impatto vibrare in tutto il corpo.

«Maestra, quanto manca?!»

Shamiram, ancora totalmente concentrata, non rispose. La myketis stava ripetere la domanda quando finalmente l’umana parlò: «Poco.»

Non aggiunse altro, e la sua allieva non osò disturbarla ulteriormente. Lei stessa non aveva tempo per distrarsi perché altri due giganti erano appena usciti dal muro di fuoco.

Con uno strattone la myketis si liberò del primo colosso e lo colpì con uno dei pugni di energia. Il violento impatto fece cadere il mostro, ma dopo pochi istanti l’essere si rialzò. Sembrava del tutto illeso.

Istintivamente Alisha indietreggiò di fronte al trio di giganti. I due più recenti erano addirittura più alti e robusti del loro predecessore, segno che il muro di fuoco stava intensificando ulteriormente gli sforzi per eliminare le intruse. Del resto era stato progettato appositamente per fronteggiare qualsiasi minaccia: più il nemico era forte, più concentrava su di esso tutta la propria potenza, fino ad annientarlo. E morire in quella dimensione, equivaleva a morire nel mondo reale.

No!

La myketis strinse i denti e le emanazioni blu intorno al suo corpo divennero ancora più intense. Crebbero a vista d’occhio, alzandosi ed espandendosi in quello che sembrava il busto di una persona. Anche le braccia di energia si spostarono verso l’alto, divennero più grandi e definite. Adesso anche Alisha poteva contare sul suo gigante: un essere di pura energia blu privo di testa, il cui busto terminava nel corpo della strega stessa. In esso aveva infuso tutta la rabbia, i sensi di colpa e la vergogna che aveva provato negli ultimi giorni.

Aveva sofferto, ma quella sofferenza l’aveva resa più forte. E ora l’avrebbe dimostrato.



Note dell’autore

Ciao a tutti!

Nonostante i loro sforzi, Alisha e Shamiram non sono ancora riuscite a superare l’ultima barriera. Ma quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, e quindi la myketis ha tirato fuori uno dei suoi assi nella manica. Basterà?

Tornando un po’ più indietro, Giako e Jehanne stanno ancora aspettando le due streghe. Ho approfittato di questo momento di calma (almeno per loro) per lasciare che si conoscessero meglio (anche se probabilmente Giako è più confuso di prima XD).


Prima di salutarvi, ho un po’ di modifiche da segnalare.

Prima di tutto, ho deciso di riunire le mie due specie di rettili, squamasiani e saurex, e di ribattezzare la nuova specie dromeosauriano (spesso abbreviato in sauriano). Il nome deriva dalla famiglia dei Dromaeosauridae, che riunisce alcuni dinosauri piumati (tra cui il velociraptor).

Seconda modifica: vorrei cambiare il nome di Gundo’gan perché è praticamente identico a quello di un noto calciatore. Purtroppo non ho ancora trovato un’alternativa che mi convincesse del tutto (mi sono concertato su nomi simili, come Gando’gan), quindi ogni consiglio è ben accetto ^.^

Ultima modifica: ho deciso di rinominare Shytia (il pianeta su cui è ambientata L’ascesa delle Bestie), e il nuovo nome sarà Wunderwelt (“mondo dei miracoli” in tedesco). Perché questa modifica? Semplicemente perché Shytia non vuol dire niente, quindi credo sia più interessante dargli un nome che in qualche modo ne richiami le caratteristiche. In particolare Wunderwelt è il nome dato al pianeta dalla società che ha iniziato la terraformazione, e il fatto che sia in tedesco rispecchia i nomi tedeschizzanti delle città (Traumburg ad esempio significa “città dei sogni”).

Detto questo, spero non mi odierete troppo per tutti questi cambiamento ^.^"

Del resto, se una cosa può essere migliorata, tanto vale migliorarla, no? :)


Bene, ora è davvero tutto. Ci vediamo tra un paio di settimane, nuovamente con Artemis e le amazzoni.

A presto ^.^


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