Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    03/12/2017    2 recensioni
Di nuovo guai in vista per i Guardiani. Questa volta, tuttavia, non sono unicamente i bambini a fare da bersaglio.
Manny ha un’idea, ma non tutti ne sono entusiasti, in particolare l’Uomo Nero, reduce dalla recente e ancora molto sentita disfatta.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Cinque Guardiani, Nightmares, Nuovo personaggio, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Dieci


«Eresseie, dove stiamo andando?» tenta la fata, pur sapendo che difficilmente otterrà una risposta esauriente.


«Non posso dirtelo. Lo vedrai quando saremo arrivate» replica sbrigativamente la pixie.


Volano veloci dirette verso il continente europeo. Toothiana non sa bene cosa pensare di quella loro spedizione, ma confida nella radicata lealtà della sua guida e si dà da fare per tenere il passo e scongiurare così l’eventualità di perderla di vista.


Giunte sul Mediterraneo, la pixie atterra leggera su di uno sperone di roccia che si affaccia sull’acqua e, a piedi e lentamente, si inoltra in un anfratto che presto si rivela un’ampia caverna semi-nascosta dalla rigogliosa vegetazione. La fata è un po’ perplessa ma non commenta e, al contrario, segue con decisione la pixie all’interno, curiosa di capire il motivo per cui si trovano in quel posto.


«Chi è la creatura piumata che hai condotto con te?» chiede improvvisamente una voce delicata ma esigente.


Eresseie si blocca sul posto e costringe Toothiana a fare altrettanto, poi china la testa, fissando il terreno ai suoi piedi.


«Una fata, che è anche una guardiana» risponde di buon grado la pixie.


Toothiana si guarda intorno, ma non è in grado di individuare la proprietaria della voce che ha dato loro il benvenuto. Invece osserva lo strano atteggiamento quasi deferente della sua accompagnatrice con una certa sorpresa.


«Sentivo proprio l’acuta mancanza di un tale incontro» replica sarcasticamente l’ancora ignota creatura. «E perché, di grazia, siete giunte fino a qui?» insiste.


Toothiana sta per aprire bocca e ribattere, ma Eresseie le dà una gomitata piuttosto dolorosa (maledette ossa appuntite!) che la zittisce all’istante.


«La mia accompagnatrice reca con sé un problema e spera di poter ottenere da voi un consulto» risponde la pixie al suo posto.


La fata ora la fissa stranita, stentando a credere che si tratti della stessa pixie che solo qualche ora prima faceva tanto la difficile per uno sgarbo vecchio di qualche decennio.


«Ma davvero? Ero convinta avessero già il loro personale oracolo onnipotente, onnisciente e onnipresente al quale aggrapparsi nei momenti di sconforto» sibila in tono cattivo la voce misteriosa.


Toothiana assottiglia gli occhi e arruffa le piume, agitando minacciosamente un pugno in aria e ignorando l’occhiataccia di avvertimento di Eresseie.


«Chiunque lei sia, non ha il diritto di gettare fango sul nostro signore. E in ogni caso non accetto calunnie da chi non ha nemmeno la buona creanza (o il coraggio) di mostrarsi in volto» sbotta inviperita.


«Capisco» soffia la voce in tono minaccioso. Un’ombra si stacca dalle profondità oscure della caverna e avanza verso le due visitatrici indesiderate. «E immagino che, per aver arrecato disonore al tuo padrone, ora mi riempirai la grotta e i vestiti di fastidiosissima polvere di fata» chioccia, mostrandosi infine agli occhi delle due.


Toothiana rimane ferma sul posto a fissare, interdetta, la creatura che le si staglia di fronte. È una donna, indubbiamente. Una donna molto poco vestita e inaspettatamente attraente: il corpo del colore della luna e tutto il resto nero come la notte senza stelle, perfino la poca stoffa che le copre a stento le grazie.


«Ebbene, fata» riprende la parola la donna, rimarcando con un certo disprezzo la parola fata, «desideravi ardentemente vedermi, o mi inganno?».


Toothiana sta ancora disperatamente cercando di venire a patti con la forma presa dalla voce indisponente. Quasi non si accorge di essere stata interpellata e riceve, per questo, un’altra dolorosa gomitata da Eresseie che la fa bruscamente sussultare.


«Uhm… Credo di sì» si decide a rispondere, titubante.


«Credi? Non sono qui per perdere tempo con gente che non è neppure sicura del perché si trovi in questo mondo. Faresti meglio a schiarirti le idee, fata, e in fretta anche, prima ch’io perda la pazienza».


Se evitasse di aprire bocca sarebbe certamente più piacevole” si ritrova a pensare Toothiana, guardandosi bene dall’esporre ad alta voce i propri pensieri.


«Sono qui per chiedere consiglio. Eresseie pensa che voi potreste fare al caso nostro» tenta.


«Nostro di chi?» indaga sospettosa.


«Mio e dei miei colleghi, naturalmente» specifica di buon grado.


La donna reclina graziosamente il capo di lato e distende le labbra morbide in un piccolo sorriso ironico.


«Vedi, fata» inizia, parlando lentamente e con tono accondiscendente, «la vostra specie è stata, fin dalla sua primissima comparsa su questa terra, una delle più noiose e moleste spine nel fianco delle rispettabili famiglie dei primordi. Siete riusciti, in un tempo ridicolmente breve, a scombinare e mettere a soqquadro il già fin troppo precario equilibrio di cui abbiamo da sempre goduto. E ora, dimmi, fata: quale sconvolgente e tenebroso destino ci attende nei prossimi giorni, per aver messo in allarme quella piaga vivente dell’Uomo nella Luna?».


Toothiana rimane a bocca aperta per attimi che paiono infiniti. Che cosa sarà mai saltato in mente a Eresseie di condurla in quel luogo, al cospetto di quella creatura, ovviamente sapendo che non sarebbe mai stata ben disposta nei suoi confronti, essendo lei una guardiana. Ma Toothiana inizia a pensare che comprendere il filo logico dei ragionamenti di una pixie sia un caso disperato.


«Io… Chiedo scusa, ma non mi era stato detto che voi non nutriste particolare simpatia per noi. Speravo, a dire il vero, di poter illustrare il problema che ci affligge e, magari, ricevere in cambio qualche buon consiglio. Ma vedo bene che ho mal riposto la mia fiducia» gracchia, lanciando un’occhiataccia alla pixie ferma al suo fianco.


«Io non lavoro mai per gli esseri umani, al contrario di voi. Ma suppongo che se la buona Eresseie ti ha condotta da me abbia avuto le sue ragioni. Mi incuriosirebbe scoprirle, in effetti. Quindi, gentilmente, vorresti avere la decenza di spiegare, una buona volta, perché ti trovi al mio cospetto, fata?» invita, poco gentilmente.


Toothiana era convinta che, dopo aver avuto la malaugurata disgrazia di incappare nella figlia di Pitch, i restanti suoi incontri futuri non avrebbero potuto che essere più semplici e piacevoli. Sbagliava, indubbiamente. Questa qui deve necessariamente aver preso la laurea sul campo e forse perfino un encomio per la sua ineguagliabile arroganza nonché capacità di mettere il prossimo a disagio.


«Manny ha recentemente rilevato quello che potrebbe rappresentare un pericolo, sia per il mondo degli spiriti che per quello degli esseri umani» decide comunque di provare a spiegare. «Abbiamo ritenuto possibile che si tratti di uno degli spiriti maggiori, probabilmente una creatura oscura piuttosto potente, in caso contrario come spiegare che nessuno di noi non sia ancora riuscito a individuarne le tracce? Tuttavia…» tentenna, indecisa.


La donna la fissa, accigliata, poi sbuffa impaziente. «Tuttavia? Ti avverto che non ho tutta la giornata da sprecare per ascoltare i tuoi ameni aneddoti sulle indiscusse doti dei guardiani».


La fata serra strettamente le labbra per impedirsi di maledirla e lasciare finalmente quel luogo così inospitale, ma decide altrimenti, pensando che dopotutto tanto valga terminare la spiegazione ormai iniziata.


«Tuttavia Pitch, uno spirito oscuro di nostra conoscenza, sembra essere reduce da un recente, disastroso scontro con una creatura dalla natura tutt’ora ignota, considerato che non è al momento desto per chiarirci il mistero».


Con un pizzico di genuina sorpresa, Toothiana nota che l’interesse della donna sembra essersi improvvisamente ridestato. Non ha la più pallida idea di quale particolare del suo racconto abbia condotto a tale risultato, ma non intende certo gettare alle ortiche questa nuova, inaspettata opportunità.


«Dimmi qualcosa in più su di lui» ordina senza mezzi termini. «Come siete venuti a conoscenza di questa sua disavventura? E dove si trova in questo momento?».


La guardiana, di buon grado, raccoglie in egual misura pazienza e idee e, con cura, fornisce all’ancora misteriosa creatura le delucidazioni richieste. Si augura, francamente, che dopo tante chiacchiere, quest’ultima accetti di fornire loro l’assistenza di cui necessitano, od oltre a perdere una marea di tempo si ritroverà esattamente al punto di partenza, ovvero con nessunissima soluzione per uscire dal pasticcio in cui si stanno cacciando sempre di più.


Al di là di ogni pessimistica previsione, la creatura ascolta con inattesa cura tutto ciò che la fata ha da dire sull’argomento e, infine, accenna perfino un vago sorriso affatto derisorio.


«Molto bene, fata. Diciamo che mi hai convinta. Non apprezzo particolarmente il freddo, in realtà, ma confido che la dimora di questo St. North sia adeguatamente riscaldata» replica pomposamente.


Toothiana solleva un sopracciglio, interdetta. «Intendete venire al Polo Nord di persona?» si accerta, dubbiosa.


«Ovvio che sì!» esclama vivace, indirizzandole uno sguardo calcolatore. «Ma non aspettarti che vi segua in volo. Non ho la minima intenzione di congelare nel tentativo di oltrepassare il circolo polare. Mi trasferirò direttamente là, ci vorrà un attimo» afferma sicura, guadagnandosi un’occhiata attonita dalla fata. «Se lo desiderate, per evitare di perdere tempo, posso portarvi con me» offre, magnanima.


Quasi la mascella di Toothiana casca a terra, sconvolta dal repentino cambio di atteggiamento di quella donna indisponente. Ma certo la guardiana non si lascerà sfuggire l’opportunità di risparmiare ore di scomodo volo.


«Se per voi va bene, accetto con piacere» si affretta a confermare, temendo che altrimenti possa cambiare idea, volubile com’è. «Chiedo scusa se vi sembro sfacciata, signora» aggiunge, vedendola già più che pronta a partire. «Ma voi, esattamente, chi siete?» domanda, comunque decisamente confusa dalla piega presa dagli eventi.


Un nero sopracciglio della donna scatta bruscamente verso l’alto, irritato. «Tipico!» sbotta, seccata. «Vi presentate alle porte degli altri per chiedere favori e neppure sapete con chi state parlando. Ah, ma perché mai me ne sorprendo ancora?» si lagna con uno sbuffo. «Sia!» decreta ferrea. «Confido che non dimenticherai questa informazione» sibila minacciosa. Sorride sinistramente, osservando la fata negare velocemente e con foga. «Molto bene. Nyx, questo è il mio nome. Della notte profonda io sono la signora incontrastata» declama, pavoneggiandosi.


*


«Potrebbe sembrare il contrario, fata, ma ti assicuro che non ho tutto questo tempo da perdere» sbotta seccata. «Entro questo millennio, possibilmente» borbotta acidamente.


Toothiana sospira, chiedendosi come potrà mai spiegare agli altri l’ingombrante presenza di questa donna. Non ha comunque molto tempo per piangersi addosso, dato che Nyx, evidentemente stufa di aspettare i comodi altrui, afferra senza troppi complimenti le due creature alate, una per ogni braccio, e tutte e tre insieme svaniscono, lasciando la grotta più buia di quanto già non fosse.


  
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