CAPITOLO 8
Uscii
all’esterno e non mi importava dove, ma dovevo allontanarmi.
Tirai su il
cappuccio e puntai verso il fitto bosco, mi sentivo male, a pezzi,
quella
disperazione che avevo celato con fatica in questi anni mi sta
sovrastando di
nuovo. Mi addentrai il più possibile tra gli alberi,
finché fossi sicura di non
essere vista o udita. Un masso, mi sedetti e presi la testa tra le
mani, urlai
di dolore -Che sia maledetto il giorno che ti ho incontrato!!
Maledizione!!
Perché? Perché? Aaaaarrrggghhh!!!- gli occhi mi
si riempirono di lacrime che mi
rigarono il viso.
-Avrei
preferito morire quel giorno, dovevo morire!- quella piccola speranza a
cui mi
ero aggrappata, si sta sgretolando come il mio
cuore…dimenticarlo…fa male,
seppellire questi sentimenti cosa mi costerà? Cosa mi
è costato in questi anni?
Continuo ad arrancare, mi rifiuto di andare avanti così, ma
come posso
fare? Le lacrime
sembrano non volersi
fermare, urlai di nuovo come se potesse portarmi sollievo invano. Ho
messo una
fine, ma la forza per un nuovo inizio non ce l’ho.
Mi risvegliai
a terra, seduta, contro al masso, avvicinai le gambe al petto e
appoggiai la
testa. Ora cosa faccio? Non intendo ritornare da Cassandra, ne ho
abbastanza dell'Inquisizione...qualunque
cosa me lo avrebbe ricordato...ritornare al clan? No, come avrei potuto
ritornare alla vita di prima? Prima di tutto questo, prima di... non so
cosa
fare, è da anni che evito questi pensieri, poter dire
basta…poterli
cancellare…Cole sicuramente mi avrebbe dato volentieri una
mano, ma avrei
cancellato anche una parte di me stessa…a cui non penso
riuscirò mai a
rinunciare. Soffocarli, seppellirli, nasconderli come se non fossero
mai
esistiti, far finta di dimenticarli…questa disperazione mi
sta dilaniando il
cuore, come ho potuto pensare che l’avrei salvato da se
stesso, quando lui per
primo non vuole. Guardai il cielo, stava per sorgere il sole, sospirai.
Le
altre volte aveva fatto male, ma non così. Un fastidioso
nodo alla gola mi
impediva di respirare, mentre un dolore immane mi costringeva a
singhiozzare,
sentii di nuovo le guance bagnarsi di lacrime.
I sussurri
“Distruggere le
sue difese"
risposi -No, sono stanca, se
quello che prova per me non è sufficiente a fargli abbassare
le difese, a
fidarsi...basta...che faccia quel che vuole, che distrugga questo
mondo, non mi
interessa...non mi interessa più nulla! Che si faccia
ammazzare, visto che è
l'unica cosa che sembra importargli!-
Mi alzai e
vagai senza una destinazione, ero gelata. Antiche rovine, una statua da
lupo,
la fissai, doveva essere una maledizione. Un sussurro “Che il Temibile
Lupo possa
sbranarvi”
siamo
ironici? Neanche tanto. Ero già stata presa e sbranata
più volte. Una torcia di
Velfuoco, la accesi, verde come l’Ancora, da un mondo
dimenticato, perduto e
cambiato, non si torna indietro, non si può. Che tristezza,
il suo mondo è
cambiato, ma lui stesso non intende farlo, il suo orgoglio lo
porterà alla
morte e non posso fare altro che guardare o decidere di dargli il colpo
di
grazia. Ingannare il Dio degli inganni, anche se ne avessi il potere,
non
intendo farlo, non ora. Avvicinai
una
mano al fuoco come per toccarlo, avrebbe fatto meno male di quello che
sto
passando.
Delle dita
si chiusero sul polso bloccandomi. Alzai lo sguardo, mi rivolse
un’espressione
afflitta. Mi liberai dalla stretta con forza, allontanandomi, strinse
una mano
sulla mia spalla. Basta.
Sfuggii al
suo tocco, che mi provocò una fitta al cuore. Lo guardai
come non avevo mai
osato fare. Ora basta! Allungai una mano contro di lui, come
avvertimento di
mantenere le distanze -Io ho fatto la mia scelta e tu hai fatto la tua.
Vattene. Prova ancora a toccarmi e Dio o no te ne pentirai!-
Abbassò
lo
sguardo con rammarico -Perdonami-
Il mio corpo
si bloccò involontariamente, non riuscivo a muovere un
muscolo, che diavolo sta
succedendo? Accidenti che sia…i sussurri ”Sei
una creatura di Mythal adesso, qualunque cosa farai, che tu lo voglia o
meno,
sarà in suo nome.”
Ma lui non
è
Mythal!? Niente non riesco a fare nulla! Questa me la paga! Mi si mise
di
fronte e potei di nuovo muovermi, ero furiosa, lo spinsi via e mi
allontanai da
lui.
-Vattene!
Vai a farti ammazzare! Sei stato chiarissimo! Tornerò al
clan e sposerò l'elfo
che mi era stato promesso!- mi bloccò per le spalle e mi
fissò negli occhi, era
addolorato -Vhenan...- un’altra fitta di dolore al cuore. Non
osare chiamarmi
più così! Urlai
-Banal vhenan!- lo
spinsi con tutta la forza che
avevo lontano da me, ersi un campo elettrico tra noi due -Non si torna
indietro! Non l’hai ancora capito?- esclamai sprezzante.
Passò un leggero
bagliore nei suoi occhi, entrò nella magia attiva posta tra
noi, la vidi
disintegrarsi.
-Dorian
è
bravo, ma non così bravo- disse triste
Sospirai, mi
voltai e mi incamminai a caso, lo guardai con la coda
dell’occhio, mi seguiva.
-Vattene,
dovresti avere da fare no? Hai in programma un genocidio, non farci
aspettare-
-Ne abbiamo
già parlato- era controllato come al suo solito, mi
innervosii ancora di più
-No, hai
parlato e deciso tutto tu, stupido orgoglioso, arrogante che non sei
altro-
-Grazie- rispose
pacato
Sospirai
spazientita -Prego, Sera avrebbe saputo fare di meglio, non sai quanto-
-Con epiteti
che entrambi non osiamo pronunciare- affermò deciso
-Non
mettermi alla prova. Sparisci, le altre volte non hai avuto
difficoltà a farlo-
dissi ancora più arrabbiata al ricordo
-Più
di
quanto immagini-
Mi voltai,
era serio. Stai tenendo a bada il tuo orgoglio? -Ho notato- mi
avvicinai
alterata e gli tirai un altro schiaffo, era esterrefatto
-Quest…- E un altro,
era basito, vedevo riflesso negli occhi una lotta interiore, tra il
rimanere
fermo e il reagire. Non si muoveva.
-Questi
erano per quella sera e per quando sei sparito la prima volta. Ora puoi
continuare a non fidarti, ma se serve ti picchierò ancora,
sempre se rimarrò
viva abbastanza a lungo grazie ai tuoi piani-
Ripresi a
camminare, mi prudevano le mani, lo picchierei ancora! Rabbia repressa
da tre
anni, una liberazione! Sentivo che mi seguiva, lo osservai, aveva una
guancia
molto rossa, teneva le braccia ancorate alla schiena e si guardava i
piedi. Notai
solo in quel momento che si era cambiato, non aveva più
l’armatura
scintillante, ma una versione più leggera. La corazza dorata
era stata tolta
completamente, come anche la pelliccia di lupo.
-Dove
stiamo andando?-
-Io lontano
da te, per sempre. Tu fai come vuoi, ma non c’è
bisogno che te lo dica, lo fai
sempre, dovresti essere contento finalmente, non ti cercherò
più- un’altra
fitta al cuore a quelle parole che non avrei mai voluto arrivare a
pronunciare,
repressi di nuovo quei sentimenti negativi, devo mantenere il
controllo. Una
sua mano mi prese il braccio facendomi voltare, per poi bloccarmi dalle
spalle,
stingendole.
-Non dovevo
dirti che non ti amo, non potrebbe essere vero neanche se passassero
mille
anni...- mi irrigidii sorpresa, il cuore ebbe un sussulto di gioia, ma
non
volevo guardarlo in viso, avrei ceduto di nuovo, è come un
inganno. -Hai
ragione, mi stavo ingannando...il solo pensare che un altro possa
toccarti o giacere
con te, mi fa infuriare- fece scivolare le mani accarezzandomi le
braccia fino
alla vita e mi tirò verso di lui, facendo combaciare i
nostri fianchi. -Mi
basta guardarti perché abbia questa reazione. È
da quando mi hai baciato in
quel sogno tre anni fa, che ti desidero, che voglio baciarti ovunque, fino a farti
urlare il mio nome-
Lo guardai
sorpresa, sentivo il sangue rimbombarmi nelle orecchie e le guance
scaldarsi. Stava
davvero mettendo a tacere il suo orgoglio? Dovevo mantenere la calma.
-Come
potrei mai crederti, avevi già detto di amarmi, ma non hai
intenzione di
trovare altre strade, vuoi la via più breve, anche se sai
che farai una strage,
ma dopo tutto non è la tua gente. Per te è solo
un’altra guerra da vincere,
avevi detto che ci consideravi persone, ma da quello che vuoi fare non
si
direbbe- affermai con voce tremante.
-Troverò
un
altro modo…cambierò i miei piani…ma
non ho intenzione di rimangiarmi quello che
ti dissi-
-Per
orgoglio?- risposi seria, mi guardò altrettanto serio -No,
perché è la verità-
Lo fissai
basita -Se non ti sta bene, vai ora- mi lasciò andare, ero
frastornata ed
esterrefatta. Il cuore batteva all’impazzata, la mente era
confusa, gli presi
la mano destra fra le mie, con il pollice seguii le linee delle
cicatrici -Cosa
hai fatto?- sospirò -Nulla…- lo fissai con
insistenza -Questo non è nulla e non
te la sei curata visto che è rimasta la cicatrice, cosa hai
fatto?- mi guardò
divertito -L’ultima volta che ci siamo visti in sogno, mi
sono svegliato,
vestito con l’armatura e mi sono guardato allo
specchio…- aspettai una
conclusione che non arrivò.
-E…?-
lo
incitai
-E
l’ho
rotto- disse semplicemente
Rimasi sorpresa
-Hai rotto lo specchio? Ti volevi spaccare una mano!?- continuai ad
accarezzargliela -Perché? Sei uno stupido!- che diavolo gli
era saltato in mente?
-Perché
mi
sono odiato per quello che ti stavo facendo passare e il non poterti
stare
accanto-
A quella
rivelazione mi si scaldò il cuore -Promettimi che non mi
allontanerai più da
te, qualunque cosa ci aspetti il futuro- un lampo di gioia
passò negli occhi
grigi e accennò un sorriso, mi fissava ipnotizzato.
-Promettilo- mi alzò il
viso con l’altra mano, mi fissò negli occhi -Te lo
prometto, vhenan- gli fissai
le labbra e lo riguardai negli occhi -Dimmi che mi ami-
-Ti amo-
-Ancora-
-Ar lath, ma
vhenan- scese sul collo e iniziò a baciarmi e mordermi,
bruciavano, mi
abbandonai volentieri ad essi. Poi prese possesso della mia bocca, mi
persi nel
suo sapore e nel suo respiro che bramavo ormai da troppo tempo e che
non avrei
mai potuto dimenticare. Restammo abbracciati e iniziò ad
accarezzarmi la
schiena per scaldarmi. Stare tra le sue braccia e sentire il suo calore
mi
faceva sentire bene come non mi capitava da tempo, mi strinsi di
più a lui.
-Prova
ancora a farmi una cosa del genere che ti uccido-
-Non ne dubito-
sorrisi, accoccolandomi di più contro di lui
Si
staccò da
me e mi prese per mano -Vieni-
Ci
incamminammo verso la base, una volta raggiunta venivo guardata con
curiosità
dagli altri elfi. Rientrammo nell’ala ovest e facendo le
scale mi portò nella
sua camera. I guanti dell’armatura che aveva lasciato cadere
a terra qualche
ora prima, non c’erano più.
-Questa
sarà
la tua stanza, per adesso, mi sposto abbastanza spesso, come ormai
saprai
questo è solo un distaccamento della base principale-
-Già,
è
stato un mese interessante e tutto sommato divertente, una cosa
l’ho capita,
l’insegnamento non è il mio forte, anche se il
comandante è convinto del
contrario, lo trovo particolarmente logorante. Ho già la mia
stanza non serve
che mi cedi la tua-
Sorrise -Non voglio discutere su
questo vhenan, rilassati
e fai una bella dormita-
Decisi di
provocarlo, tenni le braccia dietro la schiena e mi feci vicino,
sussurrai -E
tu dove dormi?- gli fissai le labbra. Sorrise, si spostò con
il viso sul mio
collo e mi baciò insistendo in un punto lasciandomi il
segno. Ero euforica, da
quando era così possessivo? Mi aveva fatto appena vedere
questo suo lato in
passato, quante altre cose mi avrà nascosto? Sarebbe stato
un piacere
scoprirlo.
Sorrisi
compiaciuta -Non è una risposta questa-
I suoi occhi
ardevano -Oggi vhenan sarò impegnato e penso che Cassandra e
gli altri saranno
preoccupati per la tua fuga, andrei con te da loro domani- ero sorpresa
-Sistemo
un po' di cose e possiamo andare- e preoccupata, non sapevo che
reazione
avrebbero potuto avere -Lo sai che rischi di essere attaccato nei modi
più
svariati vero?-
Era
divertito -Certo, infatti arriverei per sera, anche per non avere
dell'attenzione
indesiderata in strada. Spero che Cassandra non sarà troppo
aggressiva...-
Risi -Non ci
conterei, vhenan-
Mi
guardò il
braccio, lo alzai e lo esaminò -Dorian ha fatto un ottimo
lavoro, vedo, dovrò
ringraziarlo-
-Io devo
ringraziare te per il sigillo che hai messo- se non fosse stato per
quella
premura, dubito avrei ancora entrambe le mani
-Non
ringraziarmi, farei qualunque cosa per il tuo bene-
Sentii le
guance scaldarsi e mi fissò serio negli occhi -Il potere che
senti...riesci a
controllarlo? Sono rimasto sorpreso, la facilità con cui mi
hai colpito e la
barriera elettrica non sono da principiante. Sei così
potente che non hai
bisogno del bastone da mago...-
-Ne è
rimasto stupito anche Dorian, i sussurri del pozzo del dolore hanno
fatto il
resto, li sento e capisco perfettamente, continuano a insegnarmi cose
nuove,
ogni giorno, infatti mi ritrovo spesso senza accorgermene a parlare
nell'Antica
Lingua, è stato un problema in questo mese-
Lo osservai
era pensieroso, mi prese la mano e se la portò al viso
permettendomi così di
toccarlo.
-Ora provo a
fare una cosa, devo capire...non ti succederà nulla- annuii
con un cenno del
capo, gli si illuminarono gli occhi. Avrei dovuto abituarmi a quel
trucco, era
un po’ inquietante. Iniziai a sentirmi elettrizzata. I
sussurri intervennero “Cambiare”,
Solas si bloccò e ritornò normale,
aveva lo sguardo perso, mi preoccupai -Ti senti bene?-
-Perdonami,
non è nulla- mi baciò su una guancia -Ci vediamo
domani mattina-
Se ne stava
per andare, ma lo fermai prendendolo per mano -Solas, troveremo un modo
per non
distruggere questo mondo per rimediare a quello che hai dovuto fare, lo
sai
anche tu che togliendo il Velo, non tornerà mai tutto come
era prima, come te
lo ricordi, bisogna andare avanti- mi fu difficile pronunciare quelle
parole. Mi
strinse la mano, abbassò il volto, chiuse gli occhi e
sospirò, continuai ad
osservarlo, rifletteva.
-Lo so
vhenan, se ci sarà un modo lo troveremo, ma quello che ti ho
detto un anno fa è
la verità e non intendo tornare su i miei passi, se
sarà necessario e non
troveremo alternative distruggerò questo mondo- non mi
guardava, come l'ultima
volta, si vergognava di questa decisione?
Mi vennero
in mente le parole di un anno fa ‘Avrei preferito che tu
non vedessi ciò
che sono diventato’ lo guardai dolcemente -Lo sai bene che
non ti considero un
mostro, lo stai facendo perché devi rimediare, so che non
uccideresti mai della
gente innocente- mi fissò negli occhi grato.
-Ma la
fretta, come hai visto non è mai la soluzione, anche se ci
ha fatto incontrare-
lo avevo tirato verso di me, gli sorrisi -Quindi, per favore, smettila
prima di
tutto di fare quelle stupide distinzioni tra la tua gente e la mia come
fa
Abelas- mi fissò sorpreso e fece un lieve sorriso.
-Troviamo il
modo di riportare questo mondo senza il Velo, senza fare una strage,
sarà una
cosa lunga o sbaglio?- mi mise una mano sul viso accarezzandomi, chiusi
gli
occhi e mi abbandonai ad essa -Già, lunga e difficile, ma
molto più piacevole con
il tuo aiuto, tu cambi tutto- emozionata lo guardai negli occhi e
sorrisi -Sei
sempre il solito adulatore- mi guardò divertito e si
appoggiò con la fronte
alla mia -Solas?-
-Sì?-
gli
posai un lieve bacio sulle labbra -Resta-
Sorrise -Ci vediamo domani vhenan-
mi baciò con
passione e uscì dalla stanza.
Vhenan: letteralmente
significa
"cuore". Viene usato come termine di apprezzamento tra amanti
Ar lath, ma vhenan: ti amo, cuore
mio
Banal vhenan: non sono il tuo cuore