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Autore: Sherry93    05/12/2017    2 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche

CAPITOLO 8

Uscii all’esterno e non mi importava dove, ma dovevo allontanarmi. Tirai su il cappuccio e puntai verso il fitto bosco, mi sentivo male, a pezzi, quella disperazione che avevo celato con fatica in questi anni mi sta sovrastando di nuovo. Mi addentrai il più possibile tra gli alberi, finché fossi sicura di non essere vista o udita. Un masso, mi sedetti e presi la testa tra le mani, urlai di dolore -Che sia maledetto il giorno che ti ho incontrato!! Maledizione!! Perché? Perché? Aaaaarrrggghhh!!!- gli occhi mi si riempirono di lacrime che mi rigarono il viso.

-Avrei preferito morire quel giorno, dovevo morire!- quella piccola speranza a cui mi ero aggrappata, si sta sgretolando come il mio cuore…dimenticarlo…fa male, seppellire questi sentimenti cosa mi costerà? Cosa mi è costato in questi anni? Continuo ad arrancare, mi rifiuto di andare avanti così, ma come posso fare?  Le lacrime sembrano non volersi fermare, urlai di nuovo come se potesse portarmi sollievo invano. Ho messo una fine, ma la forza per un nuovo inizio non ce l’ho.

Mi risvegliai a terra, seduta, contro al masso, avvicinai le gambe al petto e appoggiai la testa. Ora cosa faccio? Non intendo ritornare da Cassandra, ne ho abbastanza dell'Inquisizione...qualunque cosa me lo avrebbe ricordato...ritornare al clan? No, come avrei potuto ritornare alla vita di prima? Prima di tutto questo, prima di... non so cosa fare, è da anni che evito questi pensieri, poter dire basta…poterli cancellare…Cole sicuramente mi avrebbe dato volentieri una mano, ma avrei cancellato anche una parte di me stessa…a cui non penso riuscirò mai a rinunciare. Soffocarli, seppellirli, nasconderli come se non fossero mai esistiti, far finta di dimenticarli…questa disperazione mi sta dilaniando il cuore, come ho potuto pensare che l’avrei salvato da se stesso, quando lui per primo non vuole. Guardai il cielo, stava per sorgere il sole, sospirai. Le altre volte aveva fatto male, ma non così. Un fastidioso nodo alla gola mi impediva di respirare, mentre un dolore immane mi costringeva a singhiozzare, sentii di nuovo le guance bagnarsi di lacrime.

I sussurri “Distruggere le sue difese" risposi -No, sono stanca, se quello che prova per me non è sufficiente a fargli abbassare le difese, a fidarsi...basta...che faccia quel che vuole, che distrugga questo mondo, non mi interessa...non mi interessa più nulla! Che si faccia ammazzare, visto che è l'unica cosa che sembra importargli!-

Mi alzai e vagai senza una destinazione, ero gelata. Antiche rovine, una statua da lupo, la fissai, doveva essere una maledizione. Un sussurro “Che il Temibile Lupo possa sbranarvi siamo ironici? Neanche tanto. Ero già stata presa e sbranata più volte. Una torcia di Velfuoco, la accesi, verde come l’Ancora, da un mondo dimenticato, perduto e cambiato, non si torna indietro, non si può. Che tristezza, il suo mondo è cambiato, ma lui stesso non intende farlo, il suo orgoglio lo porterà alla morte e non posso fare altro che guardare o decidere di dargli il colpo di grazia. Ingannare il Dio degli inganni, anche se ne avessi il potere, non intendo farlo, non ora.  Avvicinai una mano al fuoco come per toccarlo, avrebbe fatto meno male di quello che sto passando.

Delle dita si chiusero sul polso bloccandomi. Alzai lo sguardo, mi rivolse un’espressione afflitta. Mi liberai dalla stretta con forza, allontanandomi, strinse una mano sulla mia spalla. Basta.

Sfuggii al suo tocco, che mi provocò una fitta al cuore. Lo guardai come non avevo mai osato fare. Ora basta! Allungai una mano contro di lui, come avvertimento di mantenere le distanze -Io ho fatto la mia scelta e tu hai fatto la tua. Vattene. Prova ancora a toccarmi e Dio o no te ne pentirai!-

Abbassò lo sguardo con rammarico -Perdonami-

Il mio corpo si bloccò involontariamente, non riuscivo a muovere un muscolo, che diavolo sta succedendo? Accidenti che sia…i sussurri Sei una creatura di Mythal adesso, qualunque cosa farai, che tu lo voglia o meno, sarà in suo nome.”

Ma lui non è Mythal!? Niente non riesco a fare nulla! Questa me la paga! Mi si mise di fronte e potei di nuovo muovermi, ero furiosa, lo spinsi via e mi allontanai da lui.

-Vattene! Vai a farti ammazzare! Sei stato chiarissimo! Tornerò al clan e sposerò l'elfo che mi era stato promesso!- mi bloccò per le spalle e mi fissò negli occhi, era addolorato -Vhenan...- un’altra fitta di dolore al cuore. Non osare chiamarmi più così!  Urlai -Banal  vhenan!- lo spinsi con tutta la forza che avevo lontano da me, ersi un campo elettrico tra noi due -Non si torna indietro! Non l’hai ancora capito?- esclamai sprezzante. Passò un leggero bagliore nei suoi occhi, entrò nella magia attiva posta tra noi, la vidi disintegrarsi.

-Dorian è bravo, ma non così bravo- disse triste

Sospirai, mi voltai e mi incamminai a caso, lo guardai con la coda dell’occhio, mi seguiva.

-Vattene, dovresti avere da fare no? Hai in programma un genocidio, non farci aspettare-

-Ne abbiamo già parlato- era controllato come al suo solito, mi innervosii ancora di più

-No, hai parlato e deciso tutto tu, stupido orgoglioso, arrogante che non sei altro-

-Grazie- rispose pacato

Sospirai spazientita -Prego, Sera avrebbe saputo fare di meglio, non sai quanto-

-Con epiteti che entrambi non osiamo pronunciare- affermò deciso

-Non mettermi alla prova. Sparisci, le altre volte non hai avuto difficoltà a farlo- dissi ancora più arrabbiata al ricordo

-Più di quanto immagini-

Mi voltai, era serio. Stai tenendo a bada il tuo orgoglio? -Ho notato- mi avvicinai alterata e gli tirai un altro schiaffo, era esterrefatto -Quest…- E un altro, era basito, vedevo riflesso negli occhi una lotta interiore, tra il rimanere fermo e il reagire. Non si muoveva.

-Questi erano per quella sera e per quando sei sparito la prima volta. Ora puoi continuare a non fidarti, ma se serve ti picchierò ancora, sempre se rimarrò viva abbastanza a lungo grazie ai tuoi piani-

Ripresi a camminare, mi prudevano le mani, lo picchierei ancora! Rabbia repressa da tre anni, una liberazione! Sentivo che mi seguiva, lo osservai, aveva una guancia molto rossa, teneva le braccia ancorate alla schiena e si guardava i piedi. Notai solo in quel momento che si era cambiato, non aveva più l’armatura scintillante, ma una versione più leggera. La corazza dorata era stata tolta completamente, come anche la pelliccia di lupo.

 -Dove stiamo andando?-

-Io lontano da te, per sempre. Tu fai come vuoi, ma non c’è bisogno che te lo dica, lo fai sempre, dovresti essere contento finalmente, non ti cercherò più- un’altra fitta al cuore a quelle parole che non avrei mai voluto arrivare a pronunciare, repressi di nuovo quei sentimenti negativi, devo mantenere il controllo. Una sua mano mi prese il braccio facendomi voltare, per poi bloccarmi dalle spalle, stingendole.

-Non dovevo dirti che non ti amo, non potrebbe essere vero neanche se passassero mille anni...- mi irrigidii sorpresa, il cuore ebbe un sussulto di gioia, ma non volevo guardarlo in viso, avrei ceduto di nuovo, è come un inganno. -Hai ragione, mi stavo ingannando...il solo pensare che un altro possa toccarti o giacere con te, mi fa infuriare- fece scivolare le mani accarezzandomi le braccia fino alla vita e mi tirò verso di lui, facendo combaciare i nostri fianchi. -Mi basta guardarti perché abbia questa reazione. È da quando mi hai baciato in quel sogno tre anni fa, che ti desidero, che voglio baciarti  ovunque, fino a farti urlare il mio nome-

Lo guardai sorpresa, sentivo il sangue rimbombarmi nelle orecchie e le guance scaldarsi. Stava davvero mettendo a tacere il suo orgoglio? Dovevo mantenere la calma. -Come potrei mai crederti, avevi già detto di amarmi, ma non hai intenzione di trovare altre strade, vuoi la via più breve, anche se sai che farai una strage, ma dopo tutto non è la tua gente. Per te è solo un’altra guerra da vincere, avevi detto che ci consideravi persone, ma da quello che vuoi fare non si direbbe- affermai con voce tremante.

-Troverò un altro modo…cambierò i miei piani…ma non ho intenzione di rimangiarmi quello che ti dissi-

-Per orgoglio?- risposi seria, mi guardò altrettanto serio -No, perché è la verità-

Lo fissai basita -Se non ti sta bene, vai ora- mi lasciò andare, ero frastornata ed esterrefatta. Il cuore batteva all’impazzata, la mente era confusa, gli presi la mano destra fra le mie, con il pollice seguii le linee delle cicatrici -Cosa hai fatto?- sospirò -Nulla…- lo fissai con insistenza -Questo non è nulla e non te la sei curata visto che è rimasta la cicatrice, cosa hai fatto?- mi guardò divertito -L’ultima volta che ci siamo visti in sogno, mi sono svegliato, vestito con l’armatura e mi sono guardato allo specchio…- aspettai una conclusione che non arrivò.

-E…?- lo incitai

-E l’ho rotto- disse semplicemente

Rimasi sorpresa -Hai rotto lo specchio? Ti volevi spaccare una mano!?- continuai ad accarezzargliela -Perché? Sei uno stupido!- che diavolo gli era saltato in mente?

-Perché mi sono odiato per quello che ti stavo facendo passare e il non poterti stare accanto-

A quella rivelazione mi si scaldò il cuore -Promettimi che non mi allontanerai più da te, qualunque cosa ci aspetti il futuro- un lampo di gioia passò negli occhi grigi e accennò un sorriso, mi fissava ipnotizzato. -Promettilo- mi alzò il viso con l’altra mano, mi fissò negli occhi -Te lo prometto, vhenan- gli fissai le labbra e lo riguardai negli occhi -Dimmi che mi ami-

-Ti amo-

-Ancora-

-Ar lath, ma vhenan- scese sul collo e iniziò a baciarmi e mordermi, bruciavano, mi abbandonai volentieri ad essi. Poi prese possesso della mia bocca, mi persi nel suo sapore e nel suo respiro che bramavo ormai da troppo tempo e che non avrei mai potuto dimenticare. Restammo abbracciati e iniziò ad accarezzarmi la schiena per scaldarmi. Stare tra le sue braccia e sentire il suo calore mi faceva sentire bene come non mi capitava da tempo, mi strinsi di più a lui.

-Prova ancora a farmi una cosa del genere che ti uccido-

-Non ne dubito- sorrisi, accoccolandomi di più contro di lui

Si staccò da me e mi prese per mano -Vieni-

Ci incamminammo verso la base, una volta raggiunta venivo guardata con curiosità dagli altri elfi. Rientrammo nell’ala ovest e facendo le scale mi portò nella sua camera. I guanti dell’armatura che aveva lasciato cadere a terra qualche ora prima, non c’erano più.

-Questa sarà la tua stanza, per adesso, mi sposto abbastanza spesso, come ormai saprai questo è solo un distaccamento della base principale-

-Già, è stato un mese interessante e tutto sommato divertente, una cosa l’ho capita, l’insegnamento non è il mio forte, anche se il comandante è convinto del contrario, lo trovo particolarmente logorante. Ho già la mia stanza non serve che mi cedi la tua-

Sorrise  -Non voglio discutere su questo vhenan, rilassati e fai una bella dormita-

Decisi di provocarlo, tenni le braccia dietro la schiena e mi feci vicino, sussurrai -E tu dove dormi?- gli fissai le labbra. Sorrise, si spostò con il viso sul mio collo e mi baciò insistendo in un punto lasciandomi il segno. Ero euforica, da quando era così possessivo? Mi aveva fatto appena vedere questo suo lato in passato, quante altre cose mi avrà nascosto? Sarebbe stato un piacere scoprirlo.

Sorrisi compiaciuta -Non è una risposta questa-

I suoi occhi ardevano -Oggi vhenan sarò impegnato e penso che Cassandra e gli altri saranno preoccupati per la tua fuga, andrei con te da loro domani- ero sorpresa -Sistemo un po' di cose e possiamo andare- e preoccupata, non sapevo che reazione avrebbero potuto avere -Lo sai che rischi di essere attaccato nei modi più svariati vero?-

Era divertito -Certo, infatti arriverei per sera, anche per non avere dell'attenzione indesiderata in strada. Spero che Cassandra non sarà troppo aggressiva...-

Risi -Non ci conterei, vhenan-

Mi guardò il braccio, lo alzai e lo esaminò -Dorian ha fatto un ottimo lavoro, vedo, dovrò ringraziarlo-

-Io devo ringraziare te per il sigillo che hai messo- se non fosse stato per quella premura, dubito avrei ancora entrambe le mani

-Non ringraziarmi, farei qualunque cosa per il tuo bene-

Sentii le guance scaldarsi e mi fissò serio negli occhi -Il potere che senti...riesci a controllarlo? Sono rimasto sorpreso, la facilità con cui mi hai colpito e la barriera elettrica non sono da principiante. Sei così potente che non hai bisogno del bastone da mago...-

-Ne è rimasto stupito anche Dorian, i sussurri del pozzo del dolore hanno fatto il resto, li sento e capisco perfettamente, continuano a insegnarmi cose nuove, ogni giorno, infatti mi ritrovo spesso senza accorgermene a parlare nell'Antica Lingua, è stato un problema in questo mese-

Lo osservai era pensieroso, mi prese la mano e se la portò al viso permettendomi così di toccarlo.

-Ora provo a fare una cosa, devo capire...non ti succederà nulla- annuii con un cenno del capo, gli si illuminarono gli occhi. Avrei dovuto abituarmi a quel trucco, era un po’ inquietante. Iniziai a sentirmi elettrizzata. I sussurri intervennero “Cambiare”, Solas si bloccò e ritornò normale, aveva lo sguardo perso, mi preoccupai -Ti senti bene?-

-Perdonami, non è nulla- mi baciò su una guancia -Ci vediamo domani mattina-

Se ne stava per andare, ma lo fermai prendendolo per mano -Solas, troveremo un modo per non distruggere questo mondo per rimediare a quello che hai dovuto fare, lo sai anche tu che togliendo il Velo, non tornerà mai tutto come era prima, come te lo ricordi, bisogna andare avanti- mi fu difficile pronunciare quelle parole. Mi strinse la mano, abbassò il volto, chiuse gli occhi e sospirò, continuai  ad osservarlo, rifletteva.

-Lo so vhenan, se ci sarà un modo lo troveremo, ma quello che ti ho detto un anno fa è la verità e non intendo tornare su i miei passi, se sarà necessario e non troveremo alternative distruggerò questo mondo- non mi guardava, come l'ultima volta, si vergognava di questa decisione?

Mi vennero in mente le parole di un anno fa ‘Avrei preferito che tu non vedessi ciò che sono diventato’ lo guardai dolcemente -Lo sai bene che non ti considero un mostro, lo stai facendo perché devi rimediare, so che non uccideresti mai della gente innocente- mi fissò negli occhi grato.

-Ma la fretta, come hai visto non è mai la soluzione, anche se ci ha fatto incontrare- lo avevo tirato verso di me, gli sorrisi -Quindi, per favore, smettila prima di tutto di fare quelle stupide distinzioni tra la tua gente e la mia come fa Abelas- mi fissò sorpreso e fece un lieve sorriso.

-Troviamo il modo di riportare questo mondo senza il Velo, senza fare una strage, sarà una cosa lunga o sbaglio?- mi mise una mano sul viso accarezzandomi, chiusi gli occhi e mi abbandonai ad essa -Già, lunga e difficile, ma molto più piacevole con il tuo aiuto, tu cambi tutto- emozionata lo guardai negli occhi e sorrisi -Sei sempre il solito adulatore- mi guardò divertito e si appoggiò con la fronte alla mia -Solas?-

-Sì?- gli posai un lieve bacio sulle labbra -Resta-

Sorrise  -Ci vediamo domani vhenan- mi baciò con passione e uscì dalla stanza.





Vhenan: letteralmente significa "cuore". Viene usato come termine di apprezzamento tra amanti
Ar lath, ma vhenan: ti amo, cuore mio
Banal vhenan: non sono il tuo cuore

   
 
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