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Autore: Spark of Shadow    06/12/2017    3 recensioni
Dopo la Quarta Grande Guerra Ninja, il mondo è in pace.
Sono finiti i tempi in cui i villaggi si davano battaglia per prevalere l’uno sull’altro.
Ora si può guardare al futuro con più serenità, all’insegna della cooperazione e nel rispetto di ciascuno.
Vero?
Nei Paesi si sta spargendo la notizia.
Bambini stanno scomparendo da tutto il mondo ninja e riappaiono misteriosamente.
Nessuno riesce a trovare una spiegazione, nè un colpevole.
Quando ad essere rapita sarà una piccola Hyuga, saranno gli Shinobi di Konoha a dover intervenire.
Le domande sono queste:
Perché i bambini vengono rapiti?
Perché semplicemente riappaiono?
Chi si cela dietro a questo mistero?
Perchè quando Sasuke Uchiha vede Hinata Hyuga si sente come se il cielo gli sia caduto addosso?
Cosa succederà quando assieme ai loro compagni dovranno indagare sul sequestro di quei bambini?
Sasuke e Hinata.
Shikamaru e Temari.
Spark of Shadow
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke, Shikamaru/Temari
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la serie
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Petrichor
Capitolo 4
 
 
 

Un verde sipario si frapponeva tra loro e la radura in cui Hinata aveva deciso si sarebbero accampati.

Si trovavano ancora in mezzo ad una fitta foresta, mentre saltavano agilmente di ramo in ramo, guidati dal fiuto di Kiba e Akamaru, ripercorrendo la strada che aveva già preso in precedenza la squadra di ricerca.

Avanzavano velocemente.
Shino voleva arrivare il prima possibile a quel rifugio.
Prima arrivavano, prima la missione si sarebbe conclusa.
Il ragazzo non era per nulla entusiasta del suo ruolo di capitano.
Non aveva problemi a gestire il suo solito team, ma essere a capo di quella specifica squadra era un compito troppo delicato.
Nessuno poteva mettersi a capo dell'Uchiha e di Naruto.

Hinata capiva bene la tensione che il suo compagno provava. E sentiva che anche i suoi insetti erano irrequieti.
Alcuni ronzavano attorno alle loro figure, liberi e incontrollati, sfuggendo al controllo della loro "ape regina".
Cosa che rendeva la leggermente nervosa.
Le punture di alcuni di quegli animali erano mortali per l'uomo e se Shino non fosse riuscito a controllarli, sarebbe stato estremamente pericoloso.

Spostò lo sguardo, fiduciosa nelle capacità del suo amico e osservò prima Naruto e poi Sasuke.
Quei due erano dinamite, assolutamente incontrollabili e potenti oltre ogni immaginazione.
Cosa sarebbe successo se fossero esplosi?

Durante tutto il viaggio si erano scambiati poche parole.
Anche ora, nessuno parlava, nemmeno Naruto, che sembrava perso nei suoi pensieri con aria serena.
Avanzava ad occhi chiusi, forse era il Kyuubi a vedere per lui.

La Hyuga sentiva il vento sferzare sulle sue guance arrossate; l'aria era fredda e mentre correva in silenzio non poteva fare a meno di sentirsi tranquilla e libera.

Kiba mugugnava qualcosa di tanto in tanto, osservando in cagnesco l'Uchiha, che se ne stava perfettamente in silenzio, con viso stoico.
Hinata lo aveva silenziosamente tenuto d'occhio per un po', mentre scandagliava lo spazio attorno a sé.
Il Byakugan era l'abilità innata perfetta per spiare senza essere scoperti.

Il moro era sempre bellissimo.
Schiena dritta e testa alta.
Fascino nobile e misterioso.
La sua intera persona era espressione di eleganza e di una forza terribile e letale.
Sasuke era esattamente quello che lei era convinta fosse la corretta definizione di Shinobi.

Così diverso da lei...

-Hinata, quanto manca alla radura?- Si informò Shino da dietro gli occhialetti scuri, trascinandola fuori dai suoi stessi pensieri, per riportarla in quella folta foresta, di nuovo alla ricerca dello studio di un possibile psicopatico.

-Manca ancora un chilometro ad occhio e croce.-  Si ridestò la ragazza dai suoi pensieri.

Naruto era impressionato.

-Non sapevo potessi vedere così lontano! È straordinario!- Hinata arrossì alle parole del biondo e perse la concentrazione, finendo  per perdere anche l'equilibrio, cadendo su un grosso ramo, poco più in basso.

Ma la cosa non fece in tempo ad essere notata, che, con un balzo si era già riportata dietro al gruppo.
Si rimise al passo con gli altri, con una leggera smorfia di dolore, quando appoggiava il piede destro. Ma solo un paio di occhi rossi come il sangue, dannatamente attenti, si erano accorti di tale dettaglio.

Pochi salti dopo, una piccola radura si apriva davanti ai loro occhi.
Non era enorme, ma c'era abbastanza spazio per accamparsi.
E poco più lontano si sentiva il persistente scrosciare di un corso d'acqua, un fiumiciattolo o più probabilmente un ruscello.
Era uno spazio abbastanza riparato, per cui non avrebbero avuto troppi problemi.
A terra vi erano pezzi di tronchi ancora ben attaccati alle radici, segno che la radura era stata creata apposta per essere luogo di ristoro.

-Non era meglio andare avanti ancora un po' ?- Sasuke non era troppo contento di fermarsi così presto.
Osservava i suoi attuali compagni appoggiare gli zaini in cerchio al centro della piana.

-Smettila di fare il magnifico e siediti!- Il biondo lo sfottè, lanciandosi in una breve imitazione dell'Uchiha.

Una vena si ingrossò e cominciò a pulsare sulla tempia del moro, irritato come non mai dal suo compagno di squadra.

-Sta' zitto, idiota.-

Kiba scoppiò in una grossa risata alla vista di quel siparietto, accompagnato dal fragoroso abbaiare di Akamaru.

Quando le risate dell'Inuzuka scemarono, Hinata prese la parola:

-È la stessa strada che abbiamo percorso l'altra volta. Non c'è spazio per accamparsi oltre a questo e domani dovremo correre per circa un giorno e mezzo per uscire dalla foresta.-

-Meglio fermarsi qui - alzò le spalle, Kiba, che ancora non aveva smesso di ridere del tutto.
-E poi non ci siamo fermati nemmeno una volta dalla partenza.-

Sasuke non disse niente. Annuì soltanto, osservando Naruto sistemare qualcosa nel suo zaino.
Vi intravide qualcosa che, con orrore, avrebbe giurato essere una scatola di Ramen istantaneo.

-Sistemiamo le tende.-

Ognuno cominciò a tirare fuori l'occorrente. Solo Kiba, dopo qualche minuto di ricerca, impallidì, distogliendo lo sguardo da Shino, che, attento osservatore quale era, se ne accorse.

-Cosa?-

-Ecco... Temo di aver scordato la tenda.- Ridacchiò imbarazzato, sotto lo sguardo allibito e seccato dell'Aburame, perfettamente visibile, nonostante le lenti scure.

I presenti membri del team 7 non sentirono i problemi dell'Inuzuka, tanto che, quando quella notte Naruto vide lui e Shino entrare in una sola tenda, pensò, divertito, che ci fosse del tenero tra loro.

 


Hinata, da qualche minuto, era ferma davanti ad un albero e dava le spalle agli altri, che, stavano terminando di montare il campo.
Kiba, invece, stava controllando una piccola pentola ribollente, fuoriuscita assieme agli ingredienti da un rotolo che giaceva abbandonato vicino ad un Akamaru annoiato e sbadigliante.

I suoi compagni non potevano vederlo, ma la Hyuga fissava quella corteccia con occhi sbarrati e con intensità tale da farle lacrimare gli occhi.
Era come se lei non fosse più lì in quel momento. Si era estraniata.
Immagini le scorrevano velocemente davanti agli occhi.
Immagini che non riusciva a dimenticare.
Un profondo senso di colpa le scosse le viscere e cominciò a tremare.

-Hinata!-

La ragazza si svegliò da quella specie di trance in cui era finita.
Si ricompose, deglutendo.
Era sudata.

-Va tutto bene?- Naruto le toccò il braccio, preoccupato.

Annuì rapidamente, alzando e abbassando la testa con movimenti piccoli e bruschi e si allontanò, raggiungendo la sua tenda.

Il biondo girò la testa verso gli altri con espressione confusa.

-Ma cosa le è preso?-

Fu Kiba a rispondere.

-L'ultima volta che siamo stati qui, siamo stati attaccati...-

-Non siamo stati attaccati!- Lo interruppe di colpo l'Aburame, che stava osservando un paio di insetti variopinti sul palmo della mano.

-Che vuoi dire?- Sasuke portò lo sguardo sui due.

-Beh, mentre stavamo allestendo il campo, in questa radura ad un certo punto sono sbucati fuori una donna e un bambino. Erano feriti gravemente.- Aggrottò le sopracciglia.

-Hinata non è riuscita a salvarli.- Concluse l'Aburame, fissando lo sguardo a terra e lasciando libere di volare le due coccinelle.

Sasuke, pensieroso, attivò lo sharingan alla ricerca della Hyuga.
Poteva vedere chiaramente il chakra della ragazza, che assieme al suo corpo si muoveva velocemente e a tratti bruscamente.
Stava cercando qualcosa.

Si alzò dal tronco mozzato su cui era seduto per andare a chiamarla, lasciando gli altri al loro discorso. Doveva mangiare qualcosa.

Scostò leggermente un lembo della tenda della ragazza ed entrando la vide inginocchiata per terra. Uno zainetto aperto ai suoi piedi e una scatola blu nella mano sinistra.

Il movimento che la ragazza fece con la mano destra non sfuggì alla sua abilità innata, ancora prepotentemente attiva nella sua cornea.

Aveva appena portato alle labbra quello che sembrava un farmaco e lo aveva ingoiato.

In un istante l'occhio scoperto tornò scuro.
- Hinata. - Chiamò con voce ferma e imperiosa.

Hinata si voltò di scatto, sorpresa.

- S-Sasuke – Sussurrò, cercando di nascondere il contenitore il più in fretta possibile.

Si guardarono negli occhi per un po'. Nessuno dei due riusciva a troncare quel contatto visivo, nemmeno la ragazza, nonostante la sua espressione spaventata e ansiosa.

- Vieni.- Le porse una mano. -Devi mangiare qualcosa.- Disse infine.

La Hyuga restò in silenzio per un attimo, senza sapere cosa fare, stringendo con forza un lembo della maglia e  tenendo gli occhi ben fissi a terra.

Annuendo si alzò da terra, senza, però, toccare il ragazzo, che ritirò la mano, portandola a stringere il polso sinistro.
Hinata scorse quel gesto.

Osservò le sue spalle larghe, mentre lasciava la tenda.
Chiuse la scatoletta blu e la ripose nello zainetto color cachi.

Prese un respiro profondo e uscì dalla tenda.

.
.
.
 
Una ragazza bionda e dall'aspetto esotico, in piedi al centro della sala rotonda e in attesa, non poteva fare a meno di impiegare quel tempo squadrando con ribrezzo la figura di Kakashi, seduto dietro la sua scrivania, intento a leggere, avido, uno di quei libri che tanto amava.

Come facesse a mantenere uno sguardo tanto serio mentre sfogliava quel tipo di lettura, rimaneva un mistero.

Toc-toc.

Shikamaru entrò dalla porta di mogano a cui aveva appena bussato.
La richiuse dietro di sé e si portò vicino a Temari con le mani nelle tasche dei pantaloni e un' espressione leggermente seccata che si allargava per tutto il volto.

L'Hokage, sentendo il rumore della porta che si richiudeva, alzò per un istante gli occhi, distogliendoli dalla riga che stava leggendo.
Chiuse il volume e lo ripose in silenzio in un cassetto del tavolo.

-Ora che sei arrivato, Shikamaru, posso informarti della missione a cui sei stato assegnato.-

Il moro osservò velocemente con la coda dell'occhio Temari, concentrata sulle parole del ninja.

-Come ben sai, il Kazekage ha mandato qui Temari affinché insieme a Naruto potessero prendere parte ad un incontro diplomatico.
Il Daimyo utilizzerà questo evento anche per celebrare il suo compleanno.- Si grattò il naso, annoiato.

Il ragazzo aveva già capito quali sarebbero state le prossime parole.

-Naruto è stato assegnato ad un'altra missione, Temari ne è già stata informata.
Prenderai il posto di Naruto al suo fianco. Domande?-

-Quanto durerà la missione?-

-Il tempo necessario.- Concluse l'uomo.

Quando i due ragazzi furono congedati, nell'uscire dall'ufficio, entrambi notarono il viso gioioso di Kakashi nel riprendere il suo libro e sfogliarne con foga le pagine, per tornare al punto in cui si era fermato.

Se Gaara avesse avuto un vizio del genere, non sarebbe mai riuscita a prenderlo sul serio, pensò la kunoichi.

 

 
-... Ma se lo prendo, io lo sgozzo!!-

Shikamaru ascoltava da cinque minuti la bionda che prometteva la morte di Naruto, descrivendola in vari modi. Ognuno più cruento dell'altro.

-Esattamente qual è il problema?- Il ragazzo si grattó piano la testa, con gli occhi chiusi e uno sbadiglio pronto ad uscire dalla bocca.

Per qualche secondo non sentì più alcun rumore.
Aprì gli occhi e sbiancò di fronte all'espressione assassina di Temari.

-Quindi tu-  (Marcò bene quel tu.)  -Mi stai dicendo che non hai ascoltato una sola parola di quello che ho detto???- Sibilò lei a denti stretti e con una strana luce negli occhi.

Affrontare Madara da solo, con un cucchiaino da the come unica arma, sarebbe stato meno spaventoso in quel momento.

-No, no, ti ho sentita, lo giuro!- Portò le mani davanti a sé per proteggersi.

Lei sbuffò in risposta.

-Ti dà fastidio che ci sia io al posto di Naruto?- Si poteva ben distinguere una punta di apprensione nel tono che aveva utilizzato.

Stavano insieme da un po' e Shikamaru davvero non sapeva spiegarsi perché rivolgendo quella domanda, un senso di profonda insicurezza aveva scosso le concave pareti della sua anima come un gong, risuonando potente fino agli emisferi delle sue cervella.

La ragazza arrossì di colpo, distogliendo lo sguardo.

- Non mi dà fastidio. Ma quell'idiota aveva preso un impegno. - Sbraitò.

Quelle parole non erano una vera confessione, ma al ragazzo bastarono perché quell'insistente campanello d'allarme, che gli trillava nelle orecchie, si placasse.

Con un sorriso piccolo, ma genuino stampato sulle labbra le si avvicinò.
Lei guardava ancora da un'altra parte, concentrata a contare i ciottoli sulla strada, pur di non incontrare il suo sguardo.

Si sistemò l'enorme ventaglio che portava sulla schiena, assicurandolo meglio alla spalla e sentì il fiato caldo di lui sul collo, intento a sussurrare qualcosa:

-Questa missione, non sembra particolarmente mortale. - Deglutì, cercando di mascherare il nervosismo dietro quella mossa audace.
-Potremmo considerarlo un viaggetto tra noi due.-

Temari arrossì violentemente, arrivando a livelli di colorazione raggiunti solo da Hyuga Hinata, prima di allora.
Presa dall'imbarazzo e dalla sua naturale predisposizione alla maturità, cominciò a sbraitare concitata.

-È una missione... No, ecco, io... È INAPPROPRIATO!!-

Shikamaru la vide diventare viola dal rossore precedente e per il suo attuale stato di apnea.

-Respira. Respira!-

La ragazza riuscì a calmarsi.
Ma ora si sentiva ancora più imbarazzata.
Non si era mai sentita così e certo non aveva mai fatto una figura del genere.
Portò le mani sul volto, per coprirlo.
Dove era finita tutta la sua forza?
Perché quando era con lui, non riusciva ad essere la solita, imperturbabile sé stessa?
Quel ragazzo sapeva abbattere con una sola parola tutta la sua impostazione.

-Ehi! Va tutto bene!- Sorrise.

Le sfiorò i capelli e protese una mano verso di lei.

-Andiamo?-

Orgogliosa, non afferrò la mano.
Si ricompose, raddrizzò la schiena e con sguardo severo lo superò.

Ah! Che ragazza problematica.

Il ragazzo ridacchiò sommessamente e la raggiunse.


.
.
.


Quella notte, all'accampamento, il primo turno di sorveglianza era toccato ad Hinata.

Quando si era assicurata che tutti stessero dormendo, si lasciò cadere, delicatamente, su quel tronco ribaltato che fungeva da posto a sedere e si strinse nelle spalle.
Ogni tanto attivava il Byakugan e controllava che nessuno si avvicinasse.
Avevano acceso il fuoco, quindi non si stavano esattamente nascondendo e c'era una possibilità che qualcuno potesse arrivare alla radura, invitato dal fumo che saliva verso il cielo scuro e terso.

Mentre nelle altre tende un leggero russare si librava nell'aria, in un'altra, un ragazzo moro continuava a fissare un punto indefinito, incapace di dormire.
Troppi pensieri gli invadevano la mente.

Erano passati alcuni anni dalla fine della guerra ed erano successe molte cose:
I Kage lo avevano perdonato per i suoi crimini, visto l'enorme aiuto che aveva dato contro Madara.
Ma questi avevano anche deciso che sarebbe stato meglio sorvegliarlo per un po' di tempo.
Gli abitanti di Konoha, avevano paura. E avevano ragione.
Il Sasuke di quegli anni era una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere.
Era necessario contenerlo. Lui stesso, sebbene frustrato, si era trovato d'accordo con quella decisione.

I ricordi scorrevano rapidi davanti ai suoi occhi, mentre la sua mente li riproduceva, come fossero un film: I suoi mesi di sorveglianza, le prime missioni a cui aveva potuto partecipare...

Quando, dopo qualche minuto, gli fu chiaro che non sarebbe riuscito a dormire, si alzò piano e uscì dalla tenda, esponendosi alla fredda e silenziosa aria notturna.
Apprezzava quell'assenza di rumori fastidiosi.

Scandagliò la radura, alla ricerca della piccola figura della Hyuga, ricordando la prima volta che si erano incontrati al suo ritorno a Konoha.
Si morse il labbro, frustrato.

Infine, la trovò davanti al fuoco, accovacciata e stretta nelle spalle.
L'aria autunnale era pungente sulle sue guance. La vide intenta a sprofondare il viso nella sua giacca per creare altro calore, oltre a quello sprigionato dal falò davanti a lei.
La osservò da lontano per qualche istante, perdendosi nella sua figura.
Sembrava così serena. Così... in pace.

Ad un tratto la vide attivare il Byakugan e la vide spalancare gli occhi, nell'accorgersi della sua presenza.  Ma non disse niente.

Il ragazzo avanzò verso di lei, senza produrre alcun suono.
Finalmente, quando le fu abbastanza vicino da poterla guardare in quei meravigliosi occhi di perla (in cui scorse una profonda preoccupazione), fu il suo turno di non proferire parola, per non spezzare quell'atmosfera di tranquillità.

Fissava il fuoco intensamente, intrecciando le dita delle mani, nervosa.
Non sapeva come comportarsi.
Era passato tempo dall'ultima volta che si erano ritrovati loro da due da soli, come in quel momento.
E anche quello era un ricordo che faceva male.
Respirò piano.

-Pensi ancora a quella donna col bambino?- Chiese a bassa voce.

Lei scosse la testa. No, non ci pensava più, le faceva male non essere riuscita a salvarli e  si era sentita maledettamente impotente a pensare, pugnalando metaforicamente il suo stesso cuore, che se al suo posto ci fosse stata Sakura, quei due sarebbero ancora vivi.
Ma ora doveva concentrarsi sulla missione. Doveva farlo per Hana.

-Hana dice che le fiamme sembrano dei capelli, a volte.- Sorrise dolcemente non staccando gli occhi dalle lingue di fuoco alimentate da un grosso ceppo e foglie secche.

-Hana è la bambina che è stata rapita?- Inarcò un sopracciglio.

-Si. Ora, per fortuna, sta bene.- Si morse il labbro inferiore.

-Le sei molto affezionata, vedo.-

-Sono stata con lei qualche volta.-  Fissò lo sguardo nel vuoto a formare l'immagine della bambina nella sua mente.
-È una bambina così dolce e piena di vita. Quando è stata rapita, sua madre era terrorizzata.-

Sasuke si era seduto accanto a lei. Le era vicino, ma ad una distanza ragionevole per lasciarle un po' di conforto.

- Sua madre è corsa da me, implorandomi di parlare a Naruto, in modo che convincesse l'Hokage a fare qualcosa.- Intrecciò le dita, come se stesse pregando.

Lui non le rispose, ma non smise di osservarla con quegli occhi più scuri di una notte senza luna.

- Non sono riuscita a convincerlo. Non c'era nessun indizio, nessuna ipotesi su cosa potesse essere successo. Di sicuro c'era solo un posto vuoto nel suo letto rosa.-

Una lacrima scese per tutta la lunghezza della sua guancia e il moro, che la guardava con la coda dell'occhio, dovette reprimere l'urgenza di asciugare quella goccia con la sua mano, accarezzandole il volto.
Quanto tempo era passato dall'ultima volta che aveva potuto sfiorare quel viso latteo?
Strinse con forza il polso sinistro, a farsi forza, toccando le foto dei suoi cari, o a fermare quell'impulso che, feroce, lo stava pregando di toccarla, mettendo fine a quell'atroce agonia.

-Però, poi è ricomparsa.- Il ragazzo rispose deciso.

-Ed è questo che mi spaventa a morte. Cosa possono averle fatto? Perché l'hanno riportata a Konoha? Di solito queste situazioni finiscono con un cadavere, no?- Intrecciò il suo sguardo di perla con quello ebano di lui.

Silenzio.

Sasuke sapeva bene cosa fosse la tortura, per averla subita e per averla praticata. Ma non riusciva a dare voce ai suoi pensieri di fronte ad un'Hinata così spaventata.

-Non riesco nemmeno a pensarci. Ho paura ad immaginarla legata ad un tavolo operatorio o chissà cos'altro.- Strinse i pugni, angosciata.
-È solo una bambina.-

Una bambina che ha avuto la sfortuna di nascere Hyuga.

-Un'altra vittima schiacciata sotto il peso del Byakugan.-

Di sottofondo, in quegli attimi di silenzio tra loro, si sentiva solo il rumore della notte, accompagnato dall'incessante scoppiettare del fuoco ancora acceso e il leggero russare di qualcuno nelle tende.

Ma in quel momento, sotto un manto di stelle poco visibili, non vi erano che loro due e tutto ciò che erano stati.

Hinata, alla mancanza di una risposta dell'Uchiha, riportò gli occhi sulle fiamme e sulla legna sotto di esso, che andava consumandosi.
Quel ceppo aveva preso striature più chiare e notò che forse Hana lo avrebbe descritto come un serpente.

Un serpente infuocato. Le piaceva l'idea.

-La caviglia ti fa male?- Cambiò argomento il ragazzo, allontanando i pensieri di Hinata da quella bambina con un nome così simile al suo.

La Hyuga fu colta di sorpresa. Non pensava se ne fosse accorto.

-Ti ho vista cadere, prima.- Sembrava irritato.

-Sto bene. Mi ero quasi scordata della ferita.- Rispose sconsolata, ancora afflitta dal destino della piccola.

Sasuke le rivolse un'occhiata accusatoria.
-Dovevi curarti subito. Se la ferita fosse peggiorata, sarebbe stato un problema.-

La ragazza sbuffò e fissò la sua caviglia.

-Non preoccuparti, le avevo dato una veloce controllata, non era nulla di grave.- Sospirò.
-E poi non potevamo fermarci, eravamo quasi arrivati.-

Una vena cominciò ad ingrossarsi sulla tempia sinistra di lui.

-Curati.-

Hinata roteò gli occhi e sospirando sonoramente, portò le mani all'altezza del collo del piede, sprigionando una luce verdastra e intensa.

Dopo un paio di minuti, la luce scemò e quando riportò lo sguardo seccato sulla nera figura dell'Uchiha, alla ricerca di un'espressione soddisfatta, lo trovò intento a controllare un rotolo nella sua mano.

Lui lo aprì. Formò dei segni con le mani e ne tirò fuori delle garze sterili.

Illuminato dalla calda luce creata dalle fiamme, le si inginocchiò di fronte, girando le garze attorno alla sottile caviglia.
Quando ebbe finito, ancora in ginocchio, alzò la testa e vide la Hyuga, ad occhi stretti, avvampare per l'imbarazzo.

Si alzò e le diede le spalle, lanciando qualche rametto nel falò, per ravvivarlo.

-Sa di déjà vu.-

Il ragazzo capì perfettamente quello che la mora stava dicendo, ma non rispose, preferendo perdersi nelle immagini che la memoria gli stava offrendo. Lasciando che un dolce calore nascesse, incontrastato, nelle sue viscere.

-Sembra una vita fa...-

-Per me non è cambiato niente.- La interruppe lui, stringendo i pugni così forte da sentire le unghie penetrare i callosi palmi delle mani.

Hinata distolse lo sguardo velocemente, mordendosi il labbro, cercando in tutti i modi di non versare nemmeno una delle migliaia di lacrime che, sentiva, volevano sgorgare fuori dai condotti lacrimali, come un fiume in piena.

Non voleva farlo. Non poteva farlo.

-Dovresti andare a dormire un po'.- Concluse, con voce tremante.
Non aveva la forza per sopportare quel discorso ora. Non c'era riuscita per più di un anno e sentiva che non ci sarebbe riuscita nemmeno quel giorno.

Sasuke cominciò ad allontanarsi, come lei voleva.
Aveva sempre cercato di esaudire i suoi desideri.


Ma prima che fosse troppo lontano per essere sentito, sussurrò delle parole che le scaldarono il cuore e glielo dilaniarono nello stesso momento:

-Io non sono riuscito ad andare avanti, nonostante a chiedermelo sia stata proprio tu.-

Entrò nella sua tenda, lasciandola al silenzio di una notte stellata e ad un turbine di emozioni che voleva soffocarla.

Abbassò lo sguardo e lanciò un altro ramo nel fuoco, mordendosi a sangue il labbro inferiore, per non far scendere le lacrime.

“Nonostante tutto” Pensò Sasuke, prima di chiudere gli occhi.
 
 
 
 
 
Note: Ringrazio le 7 persone che hanno aggiunto Petrichor tra le loro storie preferite, le 10 persone che l’hanno aggiunta tra le seguite e la persona che l’ha aggiunta tra le ricordate.
Alla prossima!
Spark of Shadow
 
  
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