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Autore: Scarlet Jaeger    07/12/2017    2 recensioni
"Ma a volte
l'amicizia fra maschio e femmina non è fatta per
durare a
lungo, perché prima o poi uno dei due finisce per innamorarsi
dell'altro."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9 - Una nuova conoscenza
 
Quando arrivammo nella sezione dedicata ai blader che avrebbero partecipato al torneo per poco non ci prese un colpo. Io e Takao rimanemmo imbambolati ad osservare la marea di ragazzi di tutte le età che c’era all’interno della sala, mentre il prof Kappa se la rideva spensierato. Ci disse che era normale e che molte persone aspiravano al titolo. Ed a quanto pare avevano ragione.
Arrivò anche Max, il ragazzo che, grazie a Takao, avevo conosciuto non molto tempo prima. Era molto simpatico e tutti e quattro andavamo davvero molto d’accordo, per questo decisi di interrompere il moto di tensione che avevo sentito avanzarmi dentro e guardare l’incontro del biondo dalle tribune. Sarebbe stato per me uno svago, ed un modo per capire l’effettivo livello dei vari partecipanti. In più in quella mattina non ero riuscita a parlare con mio nonno, troppo occupato a fare chissà cosa di molto importante. Ci ero rimasta un po’ male, perché era lui che avrebbe dovuto fare il tifo per me oltre che i miei amici. Era stato lui a convincermi del tutto a partecipare, ed era stato contento che io avessi aderito. E poi era stato lui, negli anni, a spronarmi per diventare sempre più forte. Dopo la partenza di Kai ero stata quasi tentata di abbandonare il Beyblade, ma la mia grande passione, unita alla saggezza del nonno, mi hanno sempre spronata a continuare. Ed inoltre era giunto finalmente il momento di far vedere al mio vecchio amico d’infanzia quanto ero diventata brava! Magari, se fossi riuscita a superare le eliminatorie del mio girone, forse mi sarei potuta battere con lui e chiudere tutti i conti in sospeso. E magari, vedendo il mio Star Pegaso in azione, si sarebbe finalmente ricordato di me…
« Dove vai Saya? » Fu la voce di Takao a farmi tornare con i piedi per terra, quando avevo già raggiunto la maniglia della porta.
« Vado a cercare mio nonno. Voglio guardare gli incontri dalle tribune. Venite? » Chiesi poi. Mi sarebbe piaciuto rimanere in compagnia, ma declinarono l’invito dicendo che dovevano ultimare alcune perfezioni su Dragoon. Quindi, facendo spallucce, uscii definitivamente dalla stanza.
Mi serviva stare lontana da tutto quel fracasso infernale. Non ero abituata a tanto cicaleccio, nemmeno a scuola. In fondo, non serve concentrazione prima di un incontro? Era sempre stato quello l’insegnamento di Kai…
Raggiunsi correndo le tribune, scorrendo lo sguardo su ogni lato, cercando di scorgere il volto conosciuto del presidente, ma di lui non c’era nemmeno l’ombra e gli incontri stavano oramai per cominciare. Così, con un sospiro, presi posto nella fila più vicina alle inferriate ed aguzzai lo sguardo. Prima che DjMan desse via all’incontro gridai a pieni polmoni un in bocca al lupo al mio amico, che si voltò nella mia direzione con un sorriso a trentadue denti. In men che non si dica poi, il suo Beyblade fu l’unico rimasto a girare indisturbato nell’arena. Sembrava un gesto così disinvolto per lui, che rimasi a bocca aperta. Iniziavano proprio a piacermi queste sfide, ed inoltre adesso toccava al girone B, quello in cui si sarebbero scontrai Kai ed il prof.
L’attesa fu snervante, tanto che mi ritrovai in piedi, appoggiata direttamente alla ringhiera, con le mani che sudavano a contatto con il ferro. Mi ci ero così aggrappata che forse la paura di cadere dalla troppa tensione iniziava a farsi spazio nella mia mente. Per fortuna non durò molto l’intervallo, probabilmente perché anche il Dj aveva intuito l’ansia che si respirava in quello stadio, ed in più il pubblico si stancava facilmente di attendere.
E così, una mandria di ragazzetti entrò correndo nel salone, posizionandosi attorno allo stadio in attesa. Le uniche due persone che fecero la loro entrata camminando furono proprio i miei due amici, quello nuovo e quello vecchio. Hiwatari camminava con nonchalance per tutto il percorso, con gli occhi che vagavano sul volto di ogni suo avversario, per studiarlo e capire le loro vere potenzialità. Non sembrava minimamente provato dall’impresa che doveva compiere, come se lui fosse stato abituato a battersi con così tanti avversari e, sinceramente, non stentavo a crederlo dopo aver conosciuto gli Shall Killer.
Kappa invece era tutto fuorché rilassato. Probabilmente il dover incontrare subito Kai alle eliminatorie lo aveva un po’ demotivato, ma lo vedevo convinto. Nonostante non avesse ostentato una chissà quale forse negli scontri diretti, lui era un bravissimo stratega e calcolatore, forse non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da un teppista! Volevo dargli fiducia.
Ma la mia fiducia venne stroncata dalla bastardaggine del suo avversario. Il tempo per rimanere in campo era concluso, e se Kai non avesse infierito sul Beyblade di Kappa probabilmente avrebbero entrambi passato il turno. Invece il Bey blu si accanì su quello con la molla, in un attacco degno di nota, spedendolo fuori dal campo e continuando a girare imperterrito nello stadio vuoto, ammutolendo tutti. Avevo avuto la cocente prova che il mio ex migliore amico era diventato fortissimo, e se contiamo anche la spietatezza che lo muoveva faceva quasi venire i brividi. C’erano tantissimi sentimenti contrastanti in me dopo quell’incontro. Vedere Dranzer in azione dopo tutti quegli anni mi aveva emozionato, non potevo negarlo. Ero rimasta con gli occhi fissi sul campo, senza azzardarmi a spostarli di un millimetro per non perdermi nessuna azione, complimentandomi silenziosamente per il suo miglioramento. Ma tutto quello che aveva fatto non mi era andato giù, soprattutto perché sembrava che avesse appena fatto la cosa più normale del mondo. Aveva sbaragliato quasi venti avversari in un batter d’occhio, rompendo addirittura Einstein nella collisione dell’ultimo micidiale attacco, e rimanendo a girare come se fosse stato appena lanciato. Tutto quello era quasi impossibile! L’impresa appena effettuata da Kai aveva dall’inverosimile, nonostante fosse accaduta proprio sotto i miei occhi. Avrei voluto essere con Max e Takao in quel momento, per vedere se anche loro la pensavano come me. Stavo quasi per andarmene dalle tribune, quando scorsi quest’ultimo proprio sul bordo del campo, furente di rabbia.
Con uno scatto felino mi lanciai verso le scale, scendendo rapida per affiancarlo. Sapevo che non avrebbe lasciato andar via Kai senza replicare, e quindi avrei avuto l’occasione di dire anche io la mia. Oppure avrei evitato che finissero a fare a pugni…
Mi aggrappai alla giacca rossa del mio nuovo amico, sperando che mi desse ascolto.
« Non fare gesti avventati, ti supplico! » Sibilai quasi sottovoce vicino al suo orecchio, ma non solo non mi stava ascoltando, non mi stava neanche calcolando. Era rimasto in piedi nel punto in cui si era fermato, con lo sguardo fisso sul volto apatico ed impassibile di Kai, con sulle labbra un ghigno ed il corpo furente di rabbia.
Quest’ultimo stava ripercorrendo la distanza d’entrata, guardando dritto di fronte a sé per fronteggiare lo sguardo del suo rivale. Inoltre, bello tranquillo com’era solito apparire, non si degnò neanche di fermarsi e quindi continuò il suo cammino come se noi non fossimo degni della sua considerazione.
« Hey, fermati! » Gli gridò infatti dietro Takao, liberandosi dalla mia stretta. Iniziò addirittura a gridargli contro, fino a che non vidi il suo braccio alzarsi, pronto a tirargli davvero un pugno.
Per fortuna l’intervento del Professore evitò la catastrofe. Sono sicura che il mio nuovo amico sarebbe finito molto male se il suo avversario avesse reagito alla violenza. Probabilmente lui era abituato alle scorribande per via degli Shall Killer. In fondo, se ne era il capo un motivo doveva esserci stato, e penso che non svolgevano solo lotte clandestine di Beyblade, ma non volli indagare oltre.
Non riuscii a capire cosa si dissero dopo che Kappa bloccò la mano di Takao, ma fui riportata con i piedi per terra da una frase di Kai. Una frase che mi fece male, molto male.
« Tzè, in una competizione così agguerrita fate ancora gli amici. Poveretti, siete patetici. »
Fu come un colpo al cuore, che mi lasciò boccheggiante. Avrei voluto gridargli dietro qualcosa. Avrei voluto chiedergli tra i denti cosa contasse per lui l’amicizia, ma era oramai palese che per lui contasse meno di zero. Quello, oltre al fatto che a continuare il battibecco ci pensò Kinomiya, mi impose di rimanere in silenzio, con gli occhi bassi e furente di rabbia.
Come poteva aver dimenticato tutto? L’amicizia, la spensieratezza, il divertimento. Nulla, Kai Hiwatari era stato svuotato di ogni tipo di sentimento benevolo, e quello mi faceva più male della consapevolezza di non essere più nulla per lui.
A farmi tornare di nuovo con i piedi per terra fu Takao, che incurante delle parole del rivale aveva ripreso a gridargli contro. Tuttavia l’altro non solo non lo ascoltò, ma si dileguò dietro l’angolo del corridoio sparendo dalla nostra vista.
« Takao, lascialo perdere. » Dissi, con una voce così ferita che quasi stentavo a credere che fosse la mia. Credo lo pensarono anche i miei amici, perché si lanciarono uno sguardo complice, calmandosi definitivamente.
« Va tutto bene Saya? » Mi chiese infatti il chiamato in causa, con un sopracciglio alzato. Io annuii solamente, con lo sguardo basso.
« Queste faccende vanno risolte in campo, non c’è altro modo. Dobbiamo vincere i nostri incontri e fargliela pagare una volta per tutte. » Parlai con più vigore e questo convinse i due a non farmi domande, come per esempio sapere perché ci fossi rimasta così male alle parole di Kai. Non ero pronta a svelare tutti i miei trascorsi con lui. Almeno fino a che non riuscivo a capire se veramente lui si ricordava dei momenti passati con me oppure no.
« Giusto! » Dissero all’unisono Kappa ed il fedele compagno, iniziando a ridere. Un po’ mi fecero tornare il buonumore, ma avevo bisogno di allontanarmi da lì.
Decisi quindi di dileguarmi di nuovo sulle tribune, facendo un’imbocca al lupo a Takao per l’incontro che avrebbe dovuto disputare da lì a qualche minuto, iniziando a correre verso le scale che poco prima avevo sceso con lo stesso fervore.
Non mi presi la briga nemmeno di guardare chi ci fosse, convinta che tanto fossero tutti presi dalla prossima battaglia. Mi sedetti in un posto vuoto delle prime file ed attesi a braccia conserte e gli occhi bassi l’inizio del mach, ritrovandomi invece a pensare e ripensare all’accaduto. Ripensavo a Kai ed al suo modo brusco di liquidarci, alle sue parole taglienti ed ai miei nuovi amici. Dovevo essere felice di averne trovati di nuovi, appassionati di Beyblade e che, a differenza dell’amico che avrei voluto riavere, mi volevano davvero bene. Avevo una tensione addosso per via anche dell’incontro che avrei dovuto disputare dopo il mio amico, che se non avessi avuto un briciolo di autocontrollo sarei scoppiata a piangere a dirotto per il nervoso.
Per fortuna la voce inconfondibile di mio nonno mi dette modo di ricacciare indietro ogni pensiero deleterio e mi fece spostare lo sguardo nelle file più alte delle tribune, dove era seduto insieme ad un ragazzo che non avevo mai visto.
Perché mio nonno era insieme a lui?
Presa dalla curiosità mi alzai con un sopracciglio alzato, raggiungendolo.
« Nonno, dov’eri finito? È da prima che iniziassero gli incontri che ti cerco. » Gli dissi con le mani sui fianchi, lanciando qualche occhiata furtiva al tizio misterioso, che non ci stava minimamente ascoltando. E non solo. La sua attenzione non era rivolta nemmeno allo stadio. Se ne stava seduto sulla poltroncina con braccia e gambe incrociate, il volto rivolto verso il pavimento e gli occhi chiusi.
« Sono andato incontro a lui. È arrivato questa mattina. » Mi rispose, indicandomi finalmente il moro accanto a lui.
Osservandolo bene notai che indossava un tipico vestito cinese, una fascia rossa che gli alzava i ciuffi di capelli corvini che gli ricadevano sugli occhi ed il resto di essi erano serrati dentro una lunga fascia di tessuto che gli ricadeva dietro la schiena. Era molto, molto strano, anche se da quella posizione non riuscivo a vederlo bene in volto e non potei definire la sua età.
« Ti presento Rei Kon. Sotto una mia specifica richiesta parteciperà al torneo. » Ridacchiò infine e cosa ci trovasse di tanto divertente ancora dovevo capirlo. Probabilmente per mio nonno doveva essere un’abile blader se lo aveva scrutinato lui stesso.
Fu in quel momento che finalmente il ragazzo si decise ad alzare la testa verso di me, forse più per non andare contro colui che lo aveva portato fin lì che per semplice curiosità. Mi sembrava parecchio annoiato, ma quando aprì gli occhi mi sentii avvampare. Mi aveva penetrato con uno sguardo ambrato, così enigmatico come se volesse scrutarmi fin nel profondo.
« Piacere Rei. » Dissi, cercando di riprendere un contegno e non dimenticando le buone maniere. Allungai una mano verso di lui, che scetticamente prese nella sua continuando a guardarmi.
« Rei, ti presento Saya. Mia nipote. » Continuò le presentazioni mio nonno ed a quella frase ebbi la totale attenzione del ragazzo di fronte a me, e che non sembrava avere più della mia stessa età.
« Finalmente ti conosco. È da quando sono arrivato che non fa che parlarmi di te. » La sua voce era divertita ed il sorriso che gli era apparso in volto lasciava scoperti i canini leggermente appuntiti, che gli davano un’aria davvero particolare ai miei occhi. Ne rimasi ammaliata, fino a ritrovarmi ad arrossire di nuovo. Come mio nonno, che per l’imbarazzo di quella frase si ritrovò a ridacchiare.
« Ehm, immagino. » Ridacchiai anche io, lasciando definitivamente il calore della mano del ragazzo. « Come mai hai deciso di partecipare a questo torneo nazionale? » Chiesi, cercando di instaurare una conversazione normale e civile, e saziando anche un po’ di curiosità personale.
Lui fece spallucce, assumendo un’aria fin troppo sicura di sé.
« Voglio girare il mondo e battere tutti gli avversari che trovo sul mio cammino. Voglio diventare il numero uno! » Finì con un sorrisetto ilare, che mi fece alzare leggermente gli occhi al cielo.
Ecco un altro eccentrico come Kai Hiwatari! Come mai tutti i Blader combattevano solamente per arrivare in alto? Il che non era sbagliato, ma non si combatteva anche per passione e divertimento? O forse ero io che mi lasciavo sempre andare in sentimentalismi ed emozioni…
« E tu? Cos’ha spinto una ragazza ad iscriversi al torneo? » Mi chiese di botto, con un sorrisetto furbo.
Non mi stava prendendo sul serio?
« Il valore di un blader non è dettato dal suo sesso. Femmina o maschio che importa, l’importante è che ci sappia fare! » Dissi con una smorfia, imbronciandomi leggermente. Spostai anche lo sguardo su mio nonno, sperando nella sua complicità, e lo vidi aprirsi in un sorriso soddisfatto per quel che aveva appena sentito. L’unica cosa è che non ci stava minimamente guardando.
« Certo che no. » Continuò Rei, mantenendo lo stesso sorrisetto divertito di poco prima. « È in campo che si vede il valore di un blader. » Concluse, sciogliendo le braccia conserte e poggiandole sul bordo dello schienale della sua poltrona, assumendo una posizione più comoda per osservarmi dritta negli occhi.
« Cosa vorresti insinuare con questo? » Continuai la mia ispezione, questa volta impettendomi.
« Che per dimostrare di essere forte dovrai provare a battermi. » Continuò a ridacchiare, non prendendomi minimamente sul serio.
« Mi stai sfidando? » Grugnii fra i denti, ma lui scoppiò in una fragorosa risata.
« Non io, il tabellone. » Fece spallucce, tornando solamente a sorridere sfacciatamente.
« Come? » Chiesi, veramente stufa del suo atteggiamento, ma prima che dicessi qualcosa di cui mi sarei pentita, lui prese di nuovo parola.
« Non lo sai? Sono anche io nel girone D. » Scoprì i canini con un ghigno. « E mi dispiace che terminerai la tua scalata di gloria alle eliminatorie. Non hai nessuna speranza di battermi. » Concluse, eclissandosi di nuovo nella posizione in cui era non molti secondi prima.
« Lo vedremo! » Sibilai, incredibilmente minacciosa. « Ci vediamo più tardi nonno. » Fui velenosa anche con lui, che però non scompose la sua risatina divertita. Non so cosa ci trovasse di tanto divertente nell’aver condotto al torneo quell’antipatico, facendomelo addirittura conoscere, ma voltai le spalle e me ne andai sbattendo i piedi sul pavimento. Avevo dimenticato per un attimo l’abbattimento per le parole di Kai o il nervosismo della prossima sfida. Era passato tutto in secondo piano dopo aver conosciuto Rei Kon! In più dovevo dare fondo a tutta la mia forza e tutte le mie abilità di Blader per riuscire a sconfiggerlo. Dovevo mettere in pratica tutti i vecchi e nuovi insegnamenti. Dovevo lasciare di stucco il mio vecchio amico, che evidentemente era un altro indelicato che non mi prendeva sul serio, ed il mio nuovo rivale, che a quanto pareva era della stessa opinione.
Quando entrai come un tornado in corsa nella stanza dei blader, avevo un’aria talmente adirata che Max, Takao ed il Prof Kappa, che stava dando delle delucidazioni all’amico in vista della sfida, ammutolirono di colpo. Inoltre non sfuggì loro il repentino cambiamento nel mio stato d’animo. Li avevo lasciati non molto tempo prima con un’aria incredibilmente abbattuta, ed in quel momento ero tornata con un diavolo per capelli. Si guardarono per un breve istante in cerca di appoggio, ma la loro attenzione tornò su di me quando mi sedetti sbattendo i pugni sulla panca.
« Che succede? » Chiese Max, ma la sua domanda era rivolta ai ragazzi che, in risposta, abbozzarono un’alzata di spalle.
« Probabilmente si è imbattuta in Kai. Quel ragazzo ha il potere di far adirare chiunque gli capiti a tiro… » Provò ad indovinare Takao, ma io lo smentii subito.
« Non ce l’ho con Hiwatari. Ce l’ho con un altro ragazzo, borioso e pieno di sé! » Sibilai tra i denti. « Sono stufa di non essere presa sul serio perché sono una ragazza. Gli farò vedere quello che valgo, oh sì! » Dissi tra i denti, più a me stessa che a loro. Credo che si misero addirittura a guardarmi come se fossi pazza quando mi alzai di scatto ed iniziai a trafficare con i pezzi di ricambio nella mia valigetta, per vedere di migliorare le prestazioni del mio Star Pegaso in vista della prossima manche.
Fine capitolo 9
 

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Colei che scrive:
Ma salve a tutti e ben trovati! Oggi mi sono sentita così produttiva che ho “partorito” questo capitolo in una mattinata xD Ovviamente ho cercato di correggere al meglio e mi scuso se ci sono ancora molti errori T.T
Come i capitoli precedenti cerco di rimanere il più fedele possibile alla serie, sperando di non annoiarvi ^^ anche se poi il bello arriverà più avanti eheh
Inoltre ho cercato di mantenere Rei il più IC possibile, esattamente come lo abbiamo trovato all’inizio della prima serie xD Insomma, sembrava l’ombra di Kai (con meno rancore, però la sicurezza nei suoi mezzi e l’incredibile audacia non gli mancava xD). All’inizio devo dire che mi stava leggermente sulle scatole, ma poi si è ripreso (era il mio preferito ai tempi. Non avevo ancora scoperto la magnificenza di Hiwatari *-* xD)
E nulla, spero che questo capitolo vi sia piaciuto <3 Ringrazio quindi tutti i lettori silenziosi giunti fin qua e chi ancora segue questa storia ^^
Un bacione a tutti
A presto! 
  
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