Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: taisa    08/12/2017    2 recensioni
Quando la vita si spezza in un unico istante resta una sola cosa da fare... vendetta!
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 17, 18, Dr. Gelo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

COLD EYES

 

Il suo valore

 

Il sasso centrò in pieno la bottiglia di vetro allineata con meticolosa attenzione accanto alle sue compagne di disavventura. Il suono che produsse quando precipitò al suolo echeggiò per un breve istante nell’enorme magazino desolato.

La sua mano cercò un secondo ciottolo tra quelli ammassati accanto al materasso sulla quale era sdraiato e, come aveva già fatto, lo lanciò colpendo uno dei recipienti che erano il suo bersaglio. Con un’espressione annoiata constatò di non aver ancora sbagliato mira, non era di certo impressionato.

L’eco di vetri infranti si spense dopo appena un paio di secondi. Lapis sbadigliò, prima di scegliere un’altra pietra tra il mucchio che aveva in precedenza trovato nell’edificio abbandonato, in preparazione del suo gioco.

Sdraiato su un fianco, con la testa appoggiata sul palmo di una mano e sguardo annoiato, lanciò il sasso colpendo un’altra bottiglia. Nemmeno una mira quasi perfetta sembrò interessargli.

“Lapis, cos’è questo affare?” gli chiese una voce alle sue spalle. Lui si voltò con lentezza, sapendo che non avrebbe avuto nessuna sorpresa. Ed infatti la ragazza in piedi accanto al secondo materasso steso al suolo era esattamente la persona che si aspettava di vedere.

La bionda stava studiando una piccola busta di plastica trasparente, all’interno della quale era contenuto un microscopico chip. Lapis lo riconobbe all’istante e senza indugio riprese a giocare con i suoi sassi. Ancora il rimbombo di vetri infranti. “È l’affare che mi ha chiesto quel vecchio” le spiegò vago.

Le aveva raccontato dell’incontro con quello strano vecchietto avvenuto una settimana prima, mettendola al corrente della situazione. Sua sorella si era limitata a registrare mentalmente l'informazione dopo poche e brevi domande. Come faceva sempre.

Gli occhi azzurri della ragazza si scostarono dall’oggetto alla schiena del fratello, per poi tornare a concentrarsi sulla busta tra le sue mani. “Rubarlo è stata una vera impresa” commentò Lapis, ora stufo del suo gioco. Si mise a sedere, poi si stiracchiò voltandosi verso la sua interlocutrice. Lei sembrò riflettere per alcuni secondi.

“Lapis…” cominciò a dire e lui riconobbe il tono autoritario della sua voce. Anche l’assottigliarsi dello sguardo servì come campanello d’allarme. “Spero tu non abbia intenzione di fargli pagare meno solo perché ti sei divertito” lo ammonì.

Lui sorrise, lo conosceva troppo bene, “Ti preoccupi sempre troppo, sorella” “Mi preoccupo dei soldi” gli rammentò lei con estrema serietà. Lapis si alzò “Che problema c’è? Possiamo sempre rubarne altri” concluse noncurante.

Questo sembrò farla arrabbiare. Nel momento in cui le dita di suo fratello stavano per raggiungere il sacchettino nelle sue mani, lei ritirò il braccio. “Smettila di scherzare, sai bene perché non voglio rimanere senza soldi” sibillò nervosa.

Guardandola negli occhi identici ai suoi, Lapis sembrò trovare la sua serietà. Sì, sapeva da dove nasceva la sua preoccupazione, non aveva certo bisogno che fosse lei a ricordarglielo.

Non ebbero bisogno di altre parole e il resto del discorso si limitò a quel semplice scambio di sguardi. Fu lui il primo a distogliere gli occhi, alzò le spalle e riuscì a sottrarle l’oggetto del contendere. “Hai vinto tu Lazuli. Mi farò pagare il doppio, non uno zeni di meno” la rassicurò.

Lazuli sembrò tranquillizzarsi in minima parte. Sapeva che suo fratello era volubile e spesso poco affidabile quando si trattava di queste cose. Continuò a fissarlo, “Forse dovrei venire con te” “Stai dicendo che non ti fidi del tuo gemello?” la risposta a quella domanda fu una smorfia sul viso sottile della ragazza.

In generale non si fidava di nessuno, Lapis era un’eccezione. Lazuli sospirò, liberandosi della sua tensione, “Il doppio” sussurrò “Non uno zeni di meno” ripeté in responso lui.

Lapis le diede una breve buffetto affettuoso sulla testa, facendo sparire il chip nella tasca dei suoi pantaloni. Assicuratosi che la sorella non avesse altro da dire si fece strada tra i rottami abbandonati all’interno del magazzino. “Per festeggiare porterò a casa qualcosa di buono. Stasera mangeremo da ricchi” le promise.

 

***

 

Il ragazzo gli aveva detto, una settimana prima, di tornare entro sette giorni e così aveva fatto. Trascorso il tempo stabilito, Gelo si era trovato in città camminando per i viottoli malridotti nell’attesa che lui si facesse vivo. Il ladruncolo non gli aveva dato altre istruzioni, luogo e ora erano rimasti un mistero. “Sarò io a trovare te” gli aveva detto in congedo, prima di allontanarsi e svanire tra la folla, lasciando l’anziano scienziato al suo destino.

Come avesse fatto a rintracciarlo, sarebbe rimasto un mistero. Il Dottor Gelo si era visto contattare da uno sconosciuto all’oscuro di tutto fuorché del messaggio che portava. “Tra un’ora alla discarica” gli aveva sussurrato con voce roca, poi anche lui si era allontanato.

Un’ora più tardi Gelo si trovò circondato da carcasse annerite delle vetture più variegate che avevano esperito il loro utilizzo. Non ebbe la minima idea di dove si trovasse il ragazzo, pertanto fu costretto a muoversi tra il labirinto di rottami alla sua ricerca.

“Quest’auto era davvero un gioiello, per l’epoca” lo accolse una voce, svoltato un angolo fatto di spazzatura metallica. Gelo lo trovò seduto sul sedile di un’autovettura, dietro al volante distrutto. Alla macchina mancava il cofano e buona parte del tettuccio.

Sulla fiancata un riconoscibile simbolo sferico nella quale erano state disegnate due C, Gelo riuscì a trattenere a stento una smorfia di fastidio appena riconobbe il marchio di fabbrica.

Si soffermò ad osservare il giovane per un istante, avendo l’impressione di trovarsi davanti ad un bambino sommerso dai suoi giochi. “Anno settecentocinquanta…” stava continuando a dire il delinquentello, incurante dei pensieri dell’uomo, “Ottima annata per la Caps…” “Dov’è il mio chip?” tagliò corto lo scienziato.

Non aveva fatto tanta strada per arrivare fin lì ed intraprendere una discussione sulle vetture fabbricate da una compagnia che era sulla sua lista nera, prodotte un anno che avrebbe preferito dimenticare.

Il giovane lo guardò per la prima volta, scrutadolo dietro quelle pupille azzurre come il ghiaccio, “Quanta fretta, vecchio” brontolò, come un moccioso infastidito perché non poteva avere quello che voleva. Si alzò dal sedile e poggiò il braccio su quel che restava del tettuccio. Con flemma estrasse un sacchettino trasparente nella quale era contenuto l’oggetto del contendere. “Il doppio, come promesso” gli ricordò il delinquente, mostrandogli una mano a palmo aperto.

Il Dottor Gelo studiò a lungo la busta, il giovane e quindi la sua mano, poi tornò al chip, “D’accordo” disse, estraendo un plico da una tasca, per poi porgerlo al delinquentello. Il ragazzo sorrise, constatandone il peso. Si prese alcuni istanti per contare velocemente le banconote, “Ottimo” stabilì infine, passando il sacchetto all'anziano.

Gelo, ora in possesso del suo chip, lo guardò con attenzione. Era ciò che voleva e una volta giunto a questa conclusione infilò l’oggetto in una tasca interna della sua giacca. Nel contempo il ladro fece altrettanto con il suo compenso. Lo scienziato lo studiò per alcuni istanti ancora, soffermandosi per un breve momento sugli occhi azzurri.

“Sono sorpreso” ammise all’improvviso, costringendo l’altro a guardarlo, “Pensavo ti saresti divertito a rubare questo chip, perché non mi hai proposto uno sconto?” gli domandò, ricordandosi la conversazione che aveva udito tra lui e l’uomo dall’aria sospetta.

Il giovane parve rifletterci. Alzò le spalle, “Normalmente lo avrei fatto, ma ho promesso a mia sorella che oggi non ci sarebbero stati sconti” spiegò. “Sorella?” pensò tra sé il Dottor Gelo, assottigliando lo sguardo.

Separatosi dall’auto sulla quale era appoggiato, il ragazzo sembrò intenzionato ad andarsene. Compì pochi passi, “Aspetta” lo richiamò l’anziano “Ho un'altra proposta per te” disse.

Ci fu un attimo di esitazione nel suo passo, ed infine il giovane ladro si fermò, voltandosi appena alle sue spalle per osservare lo scienziato. “Che tipo di proposta?” volle sapere, interessato.

Sulle labbra del Dottor Gelo si dipinse un lieve sorriso nascosto dai folti baffi bianchi.

 

CONTINUA…

 

Twitter


  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: taisa