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Autore: Jichan    09/12/2017    2 recensioni
Cinque parole casuali come prompt, una storia da scrivere, un autore strampalato e la ship delle ship come protagonista.
Cosa ne uscirà fuori?
Nient'altro che una raccolta di one shot ancora più strampalata.
1 - Raspberries & Stars: Dove Hoseok è un (non tanto) ingenuo universitario fissato coi lamponi e Yoongi un astrofisico con una (non tanto) cotta segreta.
2- Home Run: "Che sport orribile. Come il sorriso soddisfatto del lanciatore"
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Yoonseok
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ATTENZIONE: il rating potrebbe cambiare, così come le avvertenze! Non ho un numero né minimo né massimo di storie da pubblicare, è tutto nelle mani della mia vena artistica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Un po' tutti
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Home Run

 

 

 

 

 

 

Yoongi non capiva perché non avessero aspettato un altro anno. Dovevano proprio inserire quella noiosa regola all'ultimo anno, vero?

 

Tutti gli studenti sono tenuti a partecipare ad almeno un'attività extrascolastica, per favorire l'integrazione e l'amicizia tra studenti. La scuola provvederà a proporre numerose attività per soddisfare tutti. Chi non si iscriverà ad un club entro il tempo limite verrà inserito nei club in cui sono rimasti dei posti disponibili”

 

Integrazione. Amicizia.
Tsk.

 

Yoongi aveva già una ben precisa idea su questi due argomenti e dove la nuova preside Kwon poteva infilarseli, ma dire ad alta voce la sua opinione gli sarebbe costato qualcosa come un mese di detenzione.

 

Quindi decise che, se proprio doveva soffrire, avrebbe fatto decidere al fato quale sarebbe stata la condanna.

 

Così, il lunedì successivo, si ritrovò inserito nel club di baseball.

 

Yoongi non è che si pentiva delle sue azioni. Solo che si riteneva un grandissimo idiota. Avrebbe potuto iscriversi, beh, a qualsiasi altra cosa. Peggio di baseball, c'era solo il golf. Ma non c'era nessun club di golf. Quindi gli era andata decisamente male. Perfetto. Grazie tante destino.

 

Dall'alto dei suoi diciassette anni scarsi, Yoongi decise arbitrariamente di non presentarsi. Non aveva nessun intenzione di far dello sport in più di quello nell'orario scolastico. Men che meno di agitare una mazza di legno per colpire una stupida palla. Tanto cosa gli avrebbero mai fatto, non potevano costringerlo ad andare. Giusto?

 

Sbagliato.
Sbagliatissimo, pensò mentre si aggiustava la divisa con qualche sbuffo.

 

La preside Kwon gli aveva intimato che l'alternativa ad andare a tutti gli allenamenti e partecipare alle partite della squadra era di fare servizio per la scuola, pulendo, stando in segreteria, e facendo tutte le manzioni più noiose e snervanti del globo.

 

Yoongi sperò che almeno l'allennatore l'avesse messo in panchina per sempre.

 

Quando arrivò sul campo tutto ciò che vide fu una distesa di terriccio misto a erba, un campo disegnato a terra e un ragazzo che si allenava. Stava al centro, in posizione, e lanciava la palla verso un invisibile battitore. A Yoongi sembrò un po' cretino. Che senso aveva allenarsi da solo?

 

«Ehi, a che ora iniziano gli allenamenti?» urlò al tipo, senza avvicinarsi. L'altro, concentrato su ciò che stava facendo, balzò sul posto e lanciò male la palla. Yoongi gongolò internamente.
«Non ti avevo notato» gli si avvicinò «Fra una decina di minuti comunque. Io sono Hoseok, il miglior giocatore della squadra»
Il sopracciglio sinistro di Yoongi si alzò abbastanza da arrivare quasi all'attaccatura dei capelli. Avrebbe dovuto avere un qualche record mondiale per una cosa del genere.
«Io sono poco felice di conoscerti» non ricambiò la stretta, andandosi a sedere sugli spalti in attesa che arrivassero gli altri.
L'altro lo guardò scioccato, ma non disse una parola, visto che iniziarono ad arrivare anche gli altri.
Si raggrupparono tutti insieme, ridendo e scherzando assieme, lanciandosi giocosamente la palla da baseball e correndo ovunque.
Che senso aveva stancarsi prima ancora di cominciare?

Plebei.

Yoongi accavallò una gamba e chiuse gli occhi. Avrebbe preso un po' di sole. Non era tra i suoi passatempi preferiti e il suo pallore gli piaceva, ma sua madre insistiva sempre sul fatto che dovesse acquisire un po' di melanina di tanto in tanto. Tanto sarebbe stato meglio arrostire che giocare con quella marmaglia di mocciosi chiassosi.

 

Mentre si godeva il tepore del sole, sentì una voce possente richiamarlo.

«Min! Mi hanno avvertito di stare attento a te. Scendi da quegli spalti e vieni ad allenarti» un uomo con delle spalle troppo grandi per essere vere e lo sguardo severo lo richiamò. L'allenatore.

 

«Bene signorine, sono l'allenatore Yook, per voi coach. Alcuni di voi già mi conosceranno, ma abbiamo tra noi dei nuovi arrivati» tutti gli occhi si spostarono su Yoongi. Meraviglioso «L'obiettivo della squadra è vincere, e vi allenerò a questo scopo. Con le chiacchiere per oggi abbiamo finito» si sfregò le mani, e Yoongi ragionò che se avesse messo un po' più di forza avrebbe generato una scintilla o qualcosa di simile. Probabilmente se avesse provato a disobbedire si sarebbe trovato spezzato a metà. E a Yoongi piaceva discretamente essere vivo, quindi avrebbe dovuto ascoltare e eseguire.

Maledetti energumeni.


 

L'allenamento fu, neanche a dirlo, estenuante. Dopo dello stretching poco necessario secondo la modesta opinione di Yoongi, avevano fatto qualche prova. Yoongi era stato munito di una mazza troppo pesante per chiunque – la sua prestanza fisica scarsa non c'entrava assolutamente nulla – e senza nessuna particolare spiegazione se non “segui la palla con gli occhi” era stato lanciato nella fossa dei serpenti. E i serpenti in quel caso erano quel Hoseok.

Dalla sua posizione di lancio l'altro si pregustava la vittoria, lanciando la palla in aria e riprendendola fissandolo come solo un baccalà farebbe. A Yoongi già dava fastidio. Gli fece un cenno spazientito e Hoseok si preparò a lanciare. Roteò il braccio, alzò la gamba e lanciò la palla ad una velocità sorprendente. Yoongi neanche fece in tempo a muovere la mazza, che il ragazzo dietro di lui urlò «Strike uno!»

 

Che sport orribile. Come il sorriso soddisfatto del lanciatore.

Yoongi non voleva impegnarsi sul serio, ma ne andava del suo orglioglio, quindi piazzò i piedi leggermente divaricati, si sporse e impugnò la mazza con entrambe le mani. Non spostò lo sguardo dall'altro nemmeno per un secondo e stavolta mancò la palla solo per pochi secondi.

 

«Strike due!»

 

«Mi fai vincere così facilmente?»

 

Yoongi era un tipo pacato. Molto pacato. E il karma era già stato crudele con lui, quindi in qualche modo doveva pur sdebitarsi. Per questo al terzo lancio, non solo riuscì a colpire la palla, ma questa andò sorprendentemente a colpire in pieno la fronte di Hoseok, facendolo indietreggiare di qualche passo.

Game set match.

Si diceva così, no? O era il tennis quello. Bah.

Per oggi poteva bastare. Buttò la mazza a terra e se ne andò, tutti divisi tra il fissarlo attoniti e assistere Hoseok, che si teneva la fronte dolorante. Un primo fantastico giorno.


La settimana dopo Yoongi fu molto soddisfatto nel vedere che l'altro portava una benda sul punto colpito. Avrebbe voluto vedere l'entità del danno, ma si accontentò dell'immagine che si era fatto nella sua mente.

Di nuovo, c'erano solo loro due.

«Ehi, ora che mi hai fatto un bel bozzo in testa ti va di dirmi il tuo nome? Penso che abbiamo iniziato col piede sbagliato»

«Perdonami, ma incarni tutto ciò che più mi irrita in un essere umano» fece per andarsene, ma una mano gli si poggò sulla testa e lo fermò completamente.

«Min Yoongi, dove credi di andare? Ora iniziano gli allenamenti»
«Sì coach»

Tsk, montagne di muscoli.


 


Yoongi iniziò a prenderci mano con tutta quella roba del baseball. Non si impegnava troppo e l'idea di dover correre da un quadrato all'altro pur di fare punto ancora gli suonava ridicola, ma il coach gli aveva detto che aveva dei buoni riflessi. E a Yoongi, nonostante quello che poteva sembrare a primo impatto, piaceva essere complimentato. Inoltre era comunque obbligato ad andare, almeno avrebbe cercato di viverla meglio.

L'unico tasto dolente era quell'Hoseok.

Aveva provato più volte a fare amicizia con lui, infastidendolo a livelli spropositati. A Yoongi sembrava solo uno sbruffone, e a lui gli sbruffoni non piacevano. Era il più bravo, ne era consapevole e se ne compiaceva. Uno dei loro compagni di squadra, Namjoon, aveva provato a chiedergli se era solo gelosia la sua. Ma lui non era geloso. Ovvio. Insomma Hoseok faceva baseball da chissà quanto e lui era solo il nuovo arrivato. E il baseball neanche gli piaceva. Non c'era nulla da invidiare. Punto, fine discussione.

A scombussolare quella routine che si era creata fu l'annuncio del coach alla fine di un ennesimo allenamento.

 

«Fra due mesi inizia la stagione ed avremo la nostra prima partita. Gli allenamenti potrebbero intensificarsi, ma vi voglio comunque pronti e scattanti, intesi? Ora tornatevene a casa a riposarvi, non voglio vedervi prima della settimana prossima»

 

Yoongi andò leggermente in panico. Quella piccola ansia che nasce da un'importante avvenimento e ti fa attorcigliare tutte le budella. Una cosa da niente.

Preso dai suoi turbamenti psicologici, quando Hoseok gli si avvicinò Yoongi si sentì più acido del solito. Il che era tutto dire.

 

«Oi Yoongi, non è che ti andrebbe di fare qualche allenamento extra solo io e te?»
«Stai cercando di dirmi che sei meglio di me?» controbbatté già irritato.
«No, però magari potrei esserti d'aiuto avendo più esperienza»

Cosa credeva, che non ce l'avrebbe fatta da solo? Si credeva addirittura meglio del coach? Yoongi non lo sopportava proprio «Non sono interessato» borbottò avviandosi a passo svelto verso l'uscita.

L'altro non demorse e lo seguì.

«Neanche una piccola prova? Solo un pomeriggio. Se vedi che è inutile smetti di venire»
«Sei insistente» non suonò come un complimento. Non che volesse esserlo.
«Già, quindi ti conviene rispondermi di sì» gli sorrise.
Yoongi roteò gli occhi al cielo e iniziò a togliere la catena dalla sua bici «Togliti dai piedi»
«Ok, va bene. Posso almeno riaccompagnarti a casa? Ho il patentino e una macchinina, possiamo caricare la bici nel portabagagli e-»
«Assolutamente no» salì sulla bici e partì senza neanche salutare.

 

Iniziò a pedalare velocemente senza curarsi troppo di guardare la strada. Voleva tornare a casa e mettersi a lanciare la palla da baseball contro il muro, per sfogare la rabbia e allenarsi allo stesso tempo. Ne aveva un serio bisogno.Ora anche la macchinina? In quale altri modi gli avrebbe sbattuto in faccia di essere meglio di lui?

Irritante come pochi.

 

Mentre era perso nei suoi pensieri, sentì qualcosa fare resistenza, ma diede una forte pedalata per liberarsi. Dopo un rumore che non presagiva niente di buono, vide distintamente un raggio della ruota anteriore staccarsi a causa di un ramo, che si piantò a terra e lo fece volare a qualche metro di distanza, la bici poco dopo addosso.

Fantastico modo per concludere la giornata.

Dopo aver controllato di non essersi fatto nulla di troppo grave, oltre qualche graffio e un po' di mal di testa, riprese la sua strada con molta più calma e a piedi, portando la bicicletta rotta al suo fianco.

E il destino si manifestò, nero e crudele (no non stava esagerando).

Hoseok e la sua macchinina rosso sgargiante gli passarono affianco. Oh quale sventura, quale onta, quale disonore, farsi vedere debole dal nemico. L'altro si accostò, probabilmente pronto a beffarsi di lui per essere talmente stupido da cadere dalla bici. Un po' se lo meritava, ma comunque.

«Oh mio Dio Yoongi, stai bene? Che è successo?» iniziò a tastargli la faccia, trattamento che Yoongi non apprezzò molto.
«Il pavimento mi sembrava solo, così ho deciso di fargli compagnia» replicò funereo.

Hoseok, invece di controbbattere a tono o offendersi, rise. A Yoongi venne quasi spontaneo di unirsi alla sua risata contagiosa, poi si ricordò che aveva a che fare col nemico.

«Stai sanguinando dalla testa, non se ne parla che ti lascio qui, salta in macchina»

Il viaggio in macchina fu strano. Non avevano niente da dirsi, tranne la via in cui abitava Yoongi, e il solo rumore della radio non bastava a riempire quel silenzio imbarazzante. O almeno imbarazzante per Yoongi. Hoseok sembrava spensierato, ma solo dopo essersi assicurato che lui stesse veramente bene. Lo aveva tastato su tutto il corpo – fin dove è consentito dalle regole comportamentali – per vedere se aveva dolori di qualche tipo. Una volta accertatosi che era tutto ok e le ferite anche se sparse un po' ovunque erano tutte superficiali, Hoseok aveva acconsentito a portarlo direttamente a casa, senza passare per la sua di casa, in modo da disinfettarlo. Sarebbe stato solo mille volte più imbarazzante.

 

«Fatti una doccia calda e poi mandami un messaggio per dirmi come stai, ok?» Hoseok gli prese il telefono dalle mani per salvare il proprio numero, per poi ripassargli il cellulare sorridente.
«Certo, mamma» aprì la sportiera per uscire ma poi si arrestò e senza girarsi «Comunque grazie» e scese frettolosamente, recuperando la bici e andandosene a casa.

Quella sera Yoongi scrisse a Hoseok.

 

 

Yoongi non sapeva esattamente cosa stava succedendo. Hoseok era il suo – acerrimo! – nemico. Poi però lo aveva aiutato. E Yoongi era stato obbligato a scrivergli un messaggio. Chi lo avrebbe voluto uno sbruffone preoccupato sulla coscienza? Lui non di certo. Ecco tutto, nessun altro motivo.

Decise di saltare gli allenamenti. Per non incappare nelle ire della preside o del coach, si finse malato durante le lezioni e si fece venire a prendere a scuola. Ma una volta arrivato nella sua dimora e steso sul suo letto, si sentiva irrequieto. Appena sua madre annunciò di uscire per una commissione, si infilò il cappotto e sgattaiolò fuori.

Non andò molto lontano, attraversò la strada e si andò a sedere sull'altalena nel parchetto di fronte a casa. Era piuttosto deserto, perché nel quartiere non c'era nessun bambino, e Yoongi da tempo l'aveva scelto come suo luogo preferito per riflettere. Semplicemente andava lì, si sedeva sul suo trono dondolante e pensava.

Solo che non aveva niente a cui pensare.

La sua mente sembrava vuota. O forse era talmente piena da essere troppo confusa per estrapolare un pensiero. Yoongi era semplicemente stupito da se stesso. Era partito che del baseball non gli importava nulla, ed ora era preoccupato per una stupida partita. La sua prima partita.

Scosse la testa.

 

C'era dell'altro.

 

«Ehi, lo sai che non si saltano gli allenamenti?»

Yoongi alzò lo sguardo dai suoi piedi che dondolavano in aria e si ritrovò davanti niente meno che Hoseok, vestito ancora con la divisa, una palla da baseball in mano. Gliela lanciò all'improvviso e Yoongi l'afferrò al volo, il bracciò che scattò ancora prima che il suo cervello potesse anche solo pensare di prenderla.

I suoi riflessi erano migliorati.

«Che ci fai qua?» assottigliò gli occhi.

«Rispondo a ogni tua domanda se fai qualche lancio con me» quando vide la sua espressione, aggiunse in fretta «In amicizia, niente di serio»

Yoongi si ritrovò in piedi e con la mazza da baseball di Hoseok in mano senza sapere neanche come. Maledetta curiosità.

«Ad ogni palla colpita risponderò il più sinceramente possibile a una tua domanda. Se la manchi, te ne faccio una io. Pronto?»
Yoongi fece un cenno affermativo e Hoseok si preparò a lanciare.

La prese al primo colpo, ma decise di non battere troppo forte in modo da non perderla.
«Perché sei qui?» chiese mentre Hoseok recuperava la palla.

«Ero preoccupato» fece spallucce. Senza neanche avvertirlo, lanciò di nuovo la palla e Yoongi, che non era pronto, la mancò.
Grugnì e andò a prenderla «Questo era sleale» glielà passo con lanciò dal basso.

«Mai detto il contrario» gli fece un sorriso a trentadue denti afferrando la palla col guantone «Perché non sei venuto agli allenamenti?»

«Avevo bisogno di pensare»
«A cosa?»
Yoongi scosse la testa «Una domanda alla volta»

Hoseok tentò di nuovo di prenderlo di sorpresa, ma Yoongi stavolta non aveva abbassato la guardia per un secondo e prese la palla in pieno.

«Perché dici di preoccuparti per me?»

«Non mi fai schifo come pensi»
Yoongi sbattè le palpebre qualche volta. Ah no? Effettivamente aveva senso, calcolando che l'aveva aiutato. Anche se Yoongi pensava fosse solo per rinfacciarglielo in seguito. Ma poi Hoseok aveva voluto un messaggio per essere sicuro che lui stesse bene, e quello non aveva senso.
Era talmente focalizzato, che non vide neanche Hoseok lanciare la palla, ma sentì solo lo spostamento d'aria vicino al suo orecchio.

«Cosa pensi sinceramente di me?»
Yoongi pensava che Hoseok gli avrebbe riproposto la domanda di prima, quindi rimase un attimo interdetto.

«Non ne ho idea. Pensavo che eri uno stronzo a cui piaceva vantarsi»

«E ora invece?»

«E ora mi hai aiutato ieri, e mi stai aiutando oggi» Hoseok lo guardò in modo interrogativo «Lo so che hai messo su questa cosa delle domande per farmi allenare»

«Mi hai beccato» Hoseok sorrise «Ma non era solo per quello» tornò più serio.

«E cosa?»
«Un ultimo lancio. Se colpisci la palla sei libero di ignorarmi, ma se fai liscio, ti obbligo a farti dare una mano extra con il baseball»

«Ci sto» e gli strinse la mano.

 

Yoongi era teso. Si mise in posizione e aspettò che Hoseok gli tirasse una palla talmente veloce e forte che sarebbe stato impossibile colpirla. Sentì il sudore colargli sulla fronte, ma non si azzardò ad asciugarlo, rimanendo focalizzato con lo sguardo su Hoseok e sulla mano che stringeva la palla.
Hoseok si preparò al lancio, e così fece Yoongi. Alzò la mazza in alto e quando Hoseok tirò, la lasciò cadere a terra. La pallina si allontanò fino a colpire un albero e cadere miseramente.

 

«L'hai fatto apposta» Hoseok lo guardava stranito.

«Non l'ho mai detto» alzò le spalle e andò a riprendere la palla «Significa che sarò costretto ad allenarmi con te» gli fece l'occhiolino, un ghigno sul volto. Alla fine un po' di aiuto non gli avrebbe fatto male.

Hoseok scoppiò a ridere «Sei un cretino» gli si avvicinò e gli cinse il collo con un braccio «Sappi che se vinciamo tutta la stagione grazie ai miei incredibili allenamenti extra, dovrai fare quello che ti chiederò» e gli fece un sorriso smagliante.

A Yoongi piacevano le sfide, e di certo non si sarebbe tirato indietro.

«A patto che se perdiamo, sarai tu a dover fare quello che ti chiedo»

Si strinsero la mano, in accordo.


La prima partita di Yoongi andò bene. Così come quella dopo, e quella dopo ancora. Collezionava vittorie su vittorie, e la prospettiva di vincere tutta la stagione non sembrava più così lontana. Qualche mese dopo, neanche a dirlo, la squadra della loro scuola vinse la coppa d'oro, grazie all'incredibile home run che Yoongi fece all'ultima partita.

Gli allenamenti di Hoseok erano stati fondamentali, un po' per le partite, ma anche per la loro relazione. Vederlo tutti i giorni era diventata routine, così come ricevere i suoi fastidiosi messaggi del buongiorno ogni mattina. Alla fine si rivelò completamente diverso dall'immagine che si era fatto all'inizio, ed anzi, non gli dispiaceva neanche troppo. Yoongi si era anche reso conto che i suoi occhi si posavano spesso e volentieri sulla figura sudata e accaldata dell'altro dopo una sessione particolarmente intensa di allenamento, mentre magari si asciugava la fronte bagnata e il bicipite-
Non l'avrebbe ammesso ad anima viva, ma no, Hoseok non era proprio malaccio, sia caratterialmente che fisicamente.
Era... interessante.

Come un soggetto da studiare da lontano, niente più.

Tornò in sè. Ricordando l'antica sfida, con il trofeo scintillante in mano, andò a cercare l'altro per rispettare i patti.

«Quindi? Cosa vuoi che faccia, che pulisca gli spogliatoi per tutto il prossimo anno?» riuscì a raggiungerlo in campo dopo essersi liberato  dagli altri, che l'avevano sollevato per festeggiare.
«Mh, avevo in mente qualcosa di diverso» lo agguantò per la vita, tirandoselo dietro «Esci con me»
E a malincuore (o forse no) Yoongi accettò.




 

Fine












«Senti un po'» sorseggiò la sua coca-cola «Cosa mi avresti chiesto se avessimo perso?»
«Chi lo sa» svagò dando un morso al suo panino. Hoseok gli tirò una patatina fritta.
«Va bene, va bene» mise le mani avanti, ridacchiando «Un bacio di consolazione?»
Hoseok rise e gli afferrò la maglia per tirarselo contro.
«Il miglior premio della giornata» Yoongi mormorò prima di riprendere a baciarlo.











 

Annyeon haseyo Jichan imnida~
E benvenuti in una nuova storiella.
Stavolta sono stato bravo coi tempi ^^''
Non ho molto da dire in realtà,
se non che questa volta il prompt è
stato molto clemente con me e.e
Infatti le parole casuali erano:

Altalena, Bicicletta, Baseball, Raggio, Studente
Spero vi sia piaciuta e vi abbia divertito come
ha divertito me mentre la scrivevo (sì lo so
ridere delle proprie storie è un po' da psicopatici)
Voi cosa avreste scritto con queste parole?
Fatemelo sapere nelle recensioni!
Grazie tanto e alla prossima storia
~
*scompare in una nuvola di fumo*

 

  
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