Storie originali > Azione
Segui la storia  |       
Autore: Emmastory    10/12/2017    3 recensioni
La vita di Rain e del suo gruppo continua, ma purtroppo senza uno dei compagni di viaggio. Sono passati ben quattro anni da quando la povera Samira è morta da eroina sul campo di battaglia, tentando assieme agli amici di eliminare una minaccia ormai conosciuta, ovvero i Ladri. Ora come ora, con la calma che regna sovrana ad Ascantha, nessuno sa cosa sia successo davvero, se la guerra sia finita, o sei ai nostri eroi sia stata concessa una tregua. Sempre uniti e fiduciosi, sono decisi a combattere le loro battaglie, e sperare, con tutte le loro forze, in un nuovo e sereno domani. Come andrà a finire? Scopritelo unendovi di nuovo a loro, nell'ultimo capitolo della saga di Aveiron.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le-cronache-di-Aveiron-VII-mod
 
 
Capitolo XL
 
Spirito guerriero
 
Seduta al sole nel giardino di casa, non mi accorgo nemmeno dell'arrivo del pomeriggio. Sono completamente sola, e come sempre, ho in mano il mio diario. Lo tengo aperto, ma non scrivo. A occhi chiusi, cerco di svuotare la mente e non pensare a nulla, ma non ci riesco. Troppi problemi, troppi pensieri e troppe preoccupazione la affollano, e nervosa come sono, non smetto di fregarmi le mani. Seccata e arrabbiata con me stessa, mi convinco che star ferma sia inutile, e mentre medito se sia giusto rientrare, la porta di casa si apre. Voltandomi in quella direzione, mi accorgo dell'arrivo di Ava. Aaron e Chance la seguono senza una parola, e lo stesso vale per il piccolo Max, che scivolando fra l'erba, si rotola cercando di ritrovare l'equilibrio. Rimanendo in disparte, Myra tiene d'occhio il suo cucciolo, e quasi sbadigliando per la noia, se ne sta sdraiata proprio sullo zerbino davanti alla porta. Sorridendole, non la disturbo, e poco dopo, Ava mi raggiunge. Preoccupata, mi chiama per nome, e seppur tesa dalla moltitudine di inquietudini, rispondo subito. "So come ti senti." Mi dice poi, avvicinandosi e posandomi una mano sulla spalla. Mantenendo il silenzio, resto seduta e mi limito a guardarla, ma sorridendo debolmente, decido di crederle. "Li conosco, è il modo che hanno di agire. Si credono forti, ma non fanno che nascondersi, e se non attaccano è per colpire la psiche dei loro nemici. Alquanto strana come strategia, ma comunque buona." Spiega poi, conservando nel cuore la speranza di aiutarmi e accendendo dentro di me una seppur flebile speranza. Ascoltandola, non osai interrompere, poi mi fermai a pensare. Ricordavo bene quanto i combattimenti che scandivano l'andare della guerra potessero essere cruenti, e la pelle d'oca mi sconvolgeva al solo pensiero. Erano ormai passati anni, ma la loro tecnica era rimasta impressa nella mia mente come un marchio a fuoco sulla pelle di una povera bestia. Lasciandomi cogliere dall'ansia, chiusi i pugni, e alzandomi in piedi, presi una decisione. Ardua, certo, ma anche giusta, che in quel momento vedevo davvero come la nostra ultima spiaggia, l'ultima occasione che avevamo di scampare a questo disastro. Stando ai miei ricordi, avevamo lottato per anni, ed eravamo sempre usciti vincitori senza mai arrenderci. Una parte di noi avrebbe voluto farlo, ma non l'abbiamo mai ascoltata, riuscendo ad arrivare dove ora eravamo. "Avremo bisogno di tutto l'aiuto possibile." Dichiaro, tenendo ancora i pugni chiusi e sentendomi improvvisamente forte come non mai. "Questo è lo spirito, Rain. Non lasciarti abbattere." Commenta allora Ava, sorridendomi e mostrando che come sempre riesce a fidarsi di me. Ricambiando quel sorriso, torno subito in casa ad avvisare del viaggio imminente. Forse è una pazzia, ma ho di nuovo intenzione di tornare ad Aveiron. Ascantha è per noi un posto felice, e per i viandanti un vero paradiso, ma data la situazione attuale, fatta di ansia, paura e terrore per ognuno di noi, inclusa la povera gente del villaggio e i bambini terrorizzati da questa guerra molto più grande di loro, credo che sia la cosa più saggia da fare. In genere, il verdetto finale spetta sempre al mio Stefan, perfetto soldato addestrato alla lotta da un re del calibro di mio padre. Arrivata in casa, ignoro le feste del dolce Chance, e spiegandogli ogni cosa senza omettere dettagli, lo guardo con occhi quasi imploranti, sperando che capisca. Silenzioso, non fa che ricambiare il mio sguardo, ma poi chiude gli occhi, e annuendo, pronuncia una sola frase. "Andiamo." Una parola tanto semplice quanto importante, che mi fa credere in lui e nel nostro futuro insieme. Come ricordo, mi ha fatto la solenne promessa di proteggermi, e amandolo con tutta me stessa, so e sento che la manterrà per sempre. Cogliendomi di sorpresa, mi mostra una serie di zaini già pronti per l'occasione, e il mio cuore perde un battito. Confusa, mi chiedo come abbia fatto a leggermi nel pensiero, ma scuotendo la testa, concludo che ha sicuramente avuto la mia stessa idea molto tempo prima. Quasi dimenticando quella che mi sembra una coincidenza, sorrido sentendomi al sicuro, e voltandomi verso la porta di casa ancora aperta, non aspetto che i ragazzi. Allarmati, ci raggiungono subito, e il viaggio ha inizio. Siamo a piedi, ma poco importa. Siamo ancora un gruppo, e in quanto tale, dobbiamo radunarci. Abbaiando, Max e Myra ci seguono subito, e la nostra prima tappa è la casa del dottor Patrick. Per quel che ne so, avere un medico vicino può essere vitale in una situazione del genere, e pensandoci, mi ritengo fortunata. In questo momento, le parole non servono, e la nostra sola vista fuori casa, uniti e compatti come un plotone di veri soldati è più che abbastanza per fargli capire la gravità della situazione. Annuendo, il dottore uscì subito di casa, e seguendoci senza una parola, parve capire dove volevamo andare a parare. Accelerando il passo che tenevo, iniziai a correre, e facendo una rapida ricognizione mentale del luogo, mi accorsi che le uniche persone assenti all'appello erano Alisia, i miei nipoti, Rachel e Lady Fatima. Nello spazio di un momento, il pensiero di quelle tre piccole anime in pericolo mi sfiorò la mente, e senza fermarmi, non feci che guardarmi intorno, sperando di scorgerli anche in lontananza. Per pura sfortuna, questo non accadde, e portandomi subito in testa alla marcia, tenni alto il cuore. Paralizzate dalla paura, le genti comuni come lei tendevano a nascondersi chiudendosi in casa, e ricordando quello che aveva passato prima di incontrare il suo Ilmion, non la biasimai. Più veloce di noi, il tempo passava, ma nonostante i nostri sforzi di trovarla, di lei nessuna traccia. Preoccupata, guardai Stefan, poi Chance, dovendo comunque scartare subito l'idea della ricerca da parte di un cane fedele e obbediente come lui. Ad essere sincera, gliel'avrei chiesto, ma c'erano troppi odori, troppa gente e troppa confusione, che di sicuro non ci avrebbe portato a niente. Abbassando lo sguardo, mi convinsi che non c'era più nulla da fare, e proprio in quel momento, un suono ci distrasse, cogliendoci tutti di sorpresa. Un nitrito forte e fiero, che riconobbi subito e collegai al nero stallone appartenuto a Lady Fatima. Solo allora, alzai gli occhi al cielo in una muta preghiera, e fermandomi a guardarle, tirai un sospiro di sollievo. La nostra ricerca era finita, e sia mia sorella che i miei nipoti erano con lei. Non sapevo dove nè come fosse riuscita a trovarli, ma l'avrei chiarito in seguito. In quel momento, contava soltanto una cosa. Eravamo di nuovo tutti insieme, e anche se a fatica, avevamo recuperato il nostro forte e indomito spirito guerriero.    
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Azione / Vai alla pagina dell'autore: Emmastory