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Autore: __Lily    12/12/2017    2 recensioni
"Nonostante tutto Jon rimase nell’ombra mentre Sansa Stark fece un passo verso l’oscurità. [...] Jon aveva osservato la sorella: la veste smossa dal vento, il metalupo degli Stark ricamato nel suo vestito e i suoi occhi blu come quelli della madre si erano fatti freddi - quasi glaciali - come il vento del Nord. 
I suoi capelli rossi come le fiamme del fuoco illuminavano l’oscurità nella quale si stava addentrando.

«Fai ciò che devi Sansa» aveva sussurrato guardando la sorella scomparire dentro quel canile."
Genere: Azione, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jon Snow, Sansa Stark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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CINQUANTANOVE

 

 

 

Cersei Lannister non riusciva a dormire, faceva molto freddo, tanto che non ricordava quasi più l’ultimo inverno.
Quanti inverni avevano visto lei e Jaime?
Tre, forse quattro?
E Jaime ora, l’unico uomo che aveva amato davvero, il padre dei suoi figli era lontano, nel Nord a proteggere l’assassina del loro primogenito.
Si alzò dal grande letto e andò fino alla terrazza, dei piccoli fiocchi di neve cadevano e vorticavano attorno a lei, ma la rabbia che sentiva la riscaldava, non le permetteva di congelare.
«Come puoi proteggere Sansa Stark?!» chiese mentre un fiocco di neve si posava delicatamente sulla sua mano, rimase a fissarlo con i suoi grandi occhi verdi finché del fiocco non rimase nulla, così, un bieco sorriso comparve sul suo volto.
«Non rimarrà nulla nemmeno di Sansa Stark e del bastardo che sta aspettando» mormorò guardando ancora la neve cadere, stringendosi nella sua lunga vestaglia finemente decorata, una stoffa preziosa adatta solo per una regina.
La strega dei boschi aveva avuto ragione su tutto, o almeno su quasi tutto, lei era ancora viva e nessuno l’avrebbe uccisa, non con la Montagna a proteggerla.
Il suo sogno di bambina di sposare il principe Rhaegar Targaryen era svanito con la sua morte e per questo non aveva mai perdonato Robert, ma infondo non aveva mai amato Robert Baratheon.




Il fiato sembrava congelarsi non appena usciva dalla bocca, le mani rigide anche se coperte dalla pelliccia, i piedi come cubetti di ghiaccio, andare avanti era sempre più difficile, ma non mancava molto per arrivare alla Barriera, Ed li stava aspettando, ora era lui il Lord Comandante e Jon sapeva che sarebbe stato un buon comandante, anche migliore di lui, forse.
«Presto saranno qui» disse Bran tornando se stesso, gli occhi bianchi scomparvero e apparve nuovamente Brando Stark.
«Che vuoi dire Bran?» chiese Jon.
«Gli Estranei, entro un giorno saranno qui, li ho visti Jon. Non arriveremo mai alla Barriera.»
«Non manca molto…»
«Non capisci? Entro questa notte sarà distrutta» rispose lui con convinzione.
«Questo non può essere Bran, la Barriera è lì da un migliaio di anni, non cadrà proprio stanotte!»
«Si invece, lui sta arrivando e poi la distruggerà.»
«Come?»
«Non lo so, ci sono cose che non… che non riesco a vedere è come se fossero oscurate» tentò di spiegargli lui.
«Bran? Quanto tempo ci resta prima che lui arrivi?»
«Qualche ora, tre al massimo.»
«Tre» ripeté Jon Snow con il cuore gonfio di paura.
Si spostò da Bran, prese il corno che aveva alla cintura e lo suonò, il silenzio calò all’improvviso, la neve cadeva sempre di più e incessante come se volesse divorare il mondo, ricoprirlo di bianco e di ghiaccio.
Un mondo per gli Estranei - pensò lui, ma poi si riprese, pensò a suo figlio - No, non sarà mai il loro mondo.
Pian piano gli uomini lasciarono le loro postazioni e si avvicinarono, alzò gli occhi al cielo scuro e vide una sagoma scendere in picchiata, Drogon stava portando a terra sua madre.
C’era un piccolo fuoco, Jon si scaldò le mani e lo fissò intensamente sperando che quel fuoco potesse dargli il coraggio di cui aveva bisogno.
Tormund gli si avvicinò, gli bastò uno sguardo per capire, per sapere ciò che Bran gli aveva rivelato, i suoi occhi si incupirono e poi si accesero di rabbia.
Un solo suono significava che il re doveva parlare con il suo esercito, due suoni di stare allerta, tre suoni Estranei; a breve avrebbe dovuto suonare davvero per tre volte il corno.
«Uomini, ho una cosa importante da dirvi. Questa notte tenetevi pronti, tenete strette le vostre armi di ossidiana perché gli dei sanno se davvero ne avremo bisogno!»
I mormorii salirono, Jon vide i loro fiati nell’aria gelida.
«Si, questa notte ci attaccheranno.»
Un soldato si fece avanti.
«Come puoi esserne certo?»
«Gliel’ho detto io» rispose Bran da terra, poco lontano da Jon.
«Con tutto il rispetto principe Brandon, non puoi saperlo.»
«Non sono un principe e ti assicuro che a breve loro saranno qui, a breve la Barriera cadrà. L’ho visto.»
L’uomo guardò gli altri soldati dietro di lui e poi si ritirò.
«Uomini del Nord, di Dorne, di Alto Giardino, delle Isole di Ferro, agli Immacolati e ai Dothraki; a tutti voi io dico di stare pronti e di combattere al meglio delle vostre possibilità, o non sopravviveremo a lungo.»
«Tra quanto saranno qui?» domandò Daenerys raggiungendolo.
Ogni volta che guardava quegli occhi viola aveva un tuffo al cuore, erano gli stessi occhi del suo vero padre e anche se amava Sansa, una parte di lui avrebbe amato sempre anche Daenerys Targaryen, sotto certi aspetti erano così simili loro due.
«Tre ore al massimo.»
«Bene, saremo pronti ad accoglierli» rispose lei.
Portava i capelli intrecciati e un abito chiaro quanto la neve, al posto dei vestiti aveva optato per un pantalone, toccò il braccio di Jon e lo strinse.
«Saremo noi a vincere, non loro» disse fissandolo negli occhi.
«Lo credi davvero? Credi davvero che vinceremo? Quanti di loro moriranno?»
«Potremmo morire pure noi, ma non per questo deve accadere, hanno le giuste armi per difendersi, ognuno di loro ha spade, frecce e lance di ossidiana. La maggior parte di loro sopravviverà. Jon, questa è una guerra e la guerra non può essere vinta senza subire delle perdite, questo lo sai.»
«Si, ma non per questo deve piacermi.»
«Non piace nemmeno a me, ecco perché non ho attaccato Approdo del re.»
«Sarai un grande regina, Daenerys Targaryen.»
«Se il popolo mi amerà almeno la metà di quanto amava Rhaegar allora mi riterrò soddisfatta.»




Sansa si trovava nel suo letto, ma il sonno la evitava, il vento aveva cessato di tirare e di far sbattere le imposte di legno, quel suono era comunque più rassicurante del silenzio che la avvolgeva.
Spettro salì sul grande letto, la guardò e poi si sdraiò accanto a lei.
Ancora una volta affondando la mano nella sua pelliccia bianca, ricordò Lady, il giorno in cui Robb gliel’aveva consegnata.
Era piccola, spaventata e piangeva, ma lei aveva saputo cosa fare fin da subito, come se Lady fosse stata destinata a lei fin dalla notte dei tempi, ora sarebbe stata grande e forte se suo padre non l’avesse uccisa.
Spettro mugolò.
«Lei sarebbe fiera di te, sai?» gli disse, inevitabilmente si chiese se anche Robb Stark lo sarebbe stato di lei e di Arya.
Il bambino si mosse e Sansa posò la mano sulla pancia, ormai era solo questione di settimane e suo figlio sarebbe nato.
Sarebbe stato un bambino sano e forte, bello, avrebbe avuto i suoi occhi azzurri e i capelli scuri con sfumature rosse, un misto perfetto di lei e di Jon.
«Oh Jon» disse, stringendo la coperta forte, quanto avrebbe voluto che lui fosse al suo fianco, ma doveva salvare il mondo, doveva renderlo sicuro per lui.
Qualcuno aprì la porta di legno ed entrò piano quasi senza fare rumore, Spettro alzò la testa ma non scese dal letto, non era un pericolo era solo Arya.
«Arya, che succede?» chiese Sansa tirandosi su, lei era ancora lì, ferma d’avanti alla porta aperta.
«Sansa…»
Sansa si alzò dal suo letto e andò incontro ad Arya, la strinse a se, restarono così per un po’, poi la regina del Nord chiuse la porta dietro di se e condusse Arya fino al suo letto, Spettro si fece da parte per farla entrare e poi si accucciò nuovamente ai loro piedi, Jaime Lannister montava la guardia dietro a quella porta assieme a Brienne di Tarth, che ancora non aveva rivelato a Jaime i suoi sentimenti.
Arya si arrotolò contro Sansa e in breve tempo si addormentò.
«Dormi, tu che ci riesci» le sussurrò, poi si sdraiò nuovamente e chiuse gli occhi nella speranza di dormire un po’.



E poi apparve la nebbia, il freddo aumentò ancora di più se possibile, in lontananza su una piccola collina ricoperta dalla neve Jon Snow lo vide, con la mano tremante mise mano al corno, lo portò alla bocca e suonò.
Un suono; i soldati si misero in posizione.
Due suoni.
Tre suoni.
In lontananza si sentì una specie di grido, Jon vide il re della notte alzare un braccio e puntarlo verso di loro, figure opache dagli occhi azzurri iniziarono a intravedersi nel buio del bosco, uscirono dal nulla come se la terra li avesse sputati fuori all’improvviso, rigettandoli.
Jon mise mano a lungo artiglio, la estrasse dal suo fodero, chiuse gli occhi e pensò a Sansa.
Prenditi cura di lei Spettro, veglia su di lei per me - pensò immaginando gli occhi rubino del suo Metalupo.

  
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