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Autore: Le VAMP    13/12/2017    0 recensioni
*19/03/2020 - Modificati quasi tutti dialoghi. Tagliate alcune scene.
"Io sono convinto, signore, che in questa casa le tragedie sarebbero nate anche se la sventurata Chloe Ardennes non fosse venuta a sconvolgerci la vita”
– Pierre d'Alembert"  
Il gatto nero narrò le pene d'una ragazzina, vittima d'amore cieco verso il suo signorino ("Ballata dell'Amore Cieco o della Vanità"), in verità già perso per quella sventurata pianista piena d'amor da offrire ("Bocca di Rosa"), e ch'egli continuò a desiderar finché l'ingordigia non rivestì di sangue e lacrime la dimora d'Alembert ("La canzone di Marinella"). Che meravigliose storie hanno da raccontare i demoni!
Così, si diede inizio al primo atto, e a seguirlo venne l'intermezzo, con ciò il racconto proseguiva!
Genere: Drammatico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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III°Intermezzo – Il re senza corona

Questa di Marinella è la storia vera
Che scivolò nel fiume a primavera
Ma il vento che la vide così bella
Dal fiume la portò sopra a una stella

Qui ora si può solo raccontare l’impetuosa storia di Maria che fu presa dalla strada e inseguì il suo dottore. Anche se non giunse alla morte prematura, né a fini particolarmente nefaste, la sua relazione fu colpita da tutti e tre i peccati d’amor di cui abbiamo narrato: il servigio, l’illusione e l’ingordigia; e ciò lo scoprirà la giovane Aya Drevis dalla lettura del suo diario che la portò a compassione della donna.

Sola e senza il ricordo di un dolore
Vivevi senza il sogno d'un amore
Ma un re senza corona e senza scorta
Bussò tre volte un giorno alla tua porta

In fondo si trovava bene nella strada, confrontando agli orrori a cui dovette assister nella casa. La fame era sopportabile, esser vestita di stracci era sopportabile, e la morte probabilmente sarebbe stato solo un giusto epilogo per la povera mendicante qual era. Ma questo non poteva saperlo mentre scriveva nel suo diario: “Mio dottore, ricordo ancora quando mi salvasti dalla strada. Avevi cominciato donandomi un pezzo di pane.”

Bianco come la luna il suo cappello
Come l'amore rosso il suo mantello
Tu lo seguisti senza una ragione
Come un ragazzo segue un aquilone

“Riconobbi ch’eri un gentiluomo dai tuoi bei abiti quadrettati, e promettesti che mi avresti sfamato se ti avessi seguito.
Questa è sempre stata una grande e maestosa villa che squarcia il cielo e che s’estende con un magnifico giardino. In più la sala da pranzo per me era talmente grande da non avere orizzonti, e lì mi facesti consumar un pasto caldo.
La mia prima notte la trascorsi in una cella assieme a un pover’uomo: mi servii della mia grezza gonna per fasciargli le ferite. Ti complimentasti tanto per la mia capacità, anche se non mi sembrava d’aver fatto molto, e da allora divenni la tua assistente”

E c'era il sole e avevi gli occhi belli                              
Lui ti baciò le labbra ed i capelli
C'era la luna e avevi gli occhi stanchi
Lui pose le sue mani sui tuoi fianchi

“Dottore, per me non fu affatto terribile scoprire quale fosse il tuo mestiere. Quella povera gente era ridotta come me: destinata comunque alla morte, senza nessuno. Per qualche strana ragione mi hai elevato a loro e salvata; loro termineranno la loro miseria servendosi alla scienza. Non è affatto tragico, è un onore!

Oh, quant’erano belle quelle notti in cui poi cominciasti ad amarmi. M’abbracciavi stretta e accarezzavi, e quando il mattino ritornavi dalla tua consorte da un giorno all’altro cominciai a chiedermi cos’avevo in meno di lei tanto da rimaner un’amante proibita; poi ritornai a pensare al mio passato da mendicante. Infondo, non ero nemmeno tanto bella come lei.”
E qui la ragazzina fu tentata di lasciar perdere il diario e dimenticarlo, rifiutandosi di leggere del loro amore, ma si limitò a chiudere per un po’ gli occhi e vinse poi il suo imbarazzo continuando a sfogliar quelle pagine.

Furono baci e furono sorrisi
Poi furono soltanto i fiordalisi
Che videro con gli occhi nelle stelle
Fremere al vento e ai baci la tua pelle

La donna continuava a scrivere delle loro dolci notti, andando a ragionar su come la sua pelle reagiva ai delicati tocchi; ma poi imparò a tremar anche per la paura. Continuava a fremerle la pelle nel vedere ch’egli aveva ucciso sua moglie e aveva intenzione di ridurre la figliuola in bambola; e poi, infine, rendersi conto che se quella fatidica notte non si fosse rivelata utile probabilmente sarebbe stata ammazzata anche lei. Ed il diario terminava così.

Il momento in cui ormai era debole per aiutare il dottore e questo la prese violentemente a calci, fu proprio la ragazzina che la prese con sé e l’aiutò a rialzarsi. Per quanto si possano consolidare il maschile e il femminile, nessun legame può esser più forte di quello tra donna e altra donna come la madre e la propria figlia.

Dicono poi che mentre ritornavi
Nel fiume chissà come scivolavi
E lui che non ti volle creder morta
Bussò cent'anni ancora alla tua porta

La notte della maledizione era passata ormai da anni e la ragazzina era divenuta donna e dottoressa: una di quelle donne che si definisce anche uomo, per quanto la freddezza e la perdita della compassione l’andarono a render uguale al padre. E la povera assistente si sentiva inseguita, ci vedeva nei comportamenti della figlia gli stessi del genitore, e quello la andò a tormentare per lungo tempo.
Aya notava che Maria guardava spesso il vuoto, parlava da sola, e per un po’ la ignorò, intenta a seguire i suoi esperimenti e accontentandosi che le portasse nuovi pazienti col suo carretto; ma dopo alcuni anni, quando seppe con certezza che non le serviva più perché era riuscita a farsi accettar in un ospedale di Berlino, la pietà la colpì al cuore come quando era fanciulla.

Questa è la tua canzone Marinella
Che sei volata in cielo su una stella
E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno, come le rose

Da giorni era a letto, e la ragazza andava a prendersi cura di lei come per anni lei le aveva fatto da madre, donandole strani farmaci che realizzò personalmente: Maria sapeva che la giovane si stava sbarazzando di lei per completar le intenzioni del padre quando per la prima volta l’aveva invitata nella propria dimora.
Una notte andò a sognare il dottore che le pregava di seguirla: le avrebbe promesso il cielo stellato. Lei pose in alto la sua mano per afferrar quella del suo innamorato, e la mattina successiva non si svegliò più.
Aya Drevis accertò la sua morte, e poi si munì di un paio di cesoie per servirsi del cadavere.

E come tutte le più belle cose
Vivesti solo un giorno come le rose

E con questo ultimo intermezzo a conclusione del racconto si vuol spiegare come queste fanciulle, che spesso inseguono sogni d’amore con quei loro re senza corona che speran di trovar e invece sul fiume della morte le vanno a condannar, non abbiano età.

 

   
 
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