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Autore: belle_delamb    13/12/2017    0 recensioni
Natale, tempo di gioia e di dolcezza, ma non solo, perché a volte le storie natalizie possono racchiudere contenuti agghiaccianti. Ecco una serie di racconti che vi lascerà con il fiato sospeso. Regali misteriosi, inquietanti foreste innevate, e tanto altro ancora.
Storia partecipante a Christmas Challenge" indetta da Jadis_ sul forum di Efp.
Genere: Fantasy, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Katherine adorava la vigilia di Natale. Era sicuramente il suo giorno preferito. Più del suo compleanno, più del Natale stesso. Quella vigilia attendeva sdraiata nel letto, il cuore in gola, quando sentì un rumore. Non credeva più a Babbo Natale da anni, però un brivido la percorse e le sembrò di essere tornata, quando a ogni sfruscio sobbalzava e drizzava le orecchie. Scese dal letto e uscì dalla sua stanza. Il corridoio era buio e la stanza dei genitori era chiusa, probabilmente loro non avevano sentito nulla. Scalza si diresse verso il salotto, camminando sulle punte. La stanza sembrava tranquilla, se non fosse stato per la luce spettrale che sembrava provenire dall’albero. Che i genitori avessero dimenticato di spegnere le luci? Si avvicinò all’interruttore, ma con sorpresa vide che era spento. Allora da dove proveniva quella luce? Si avvicinò e notò che sembrava essere emanata da una delle palle. Era forse una di quelle luminose? In quel caso era probabile che fosse rimasta accesa. Fece un passo avanti, decisa a spegnerla per poi tornare a dormire. Rappresentava, ora lo vedeva meglio, una foresta innevata. Appena la toccò fu percorsa da un brivido. La palla era così fredda da fare male, come se si trattasse di ghiaccio puro. La ragazza cercò di ritrarre la mano, ma quella sembrava incollata. Un attimo dopo fu accecata da una forte luce.

Si risvegliò in mezzo alla neve. Vestita solo dalla sua leggera camicia da notte si mise in piedi e si guardò intorno, indecisa sulla strada da prendere. La prima cosa che la colpì fu il freddo, un tale freddo non l’aveva mai sentito in tutta la sua vita. Tremò e si guardò intorno, saltellando, le braccia strette intorno al corpo per scaldarsi, alla disperata ricerca di un rifugio. Si mise in cammino, tra gli alberi ricoperti di neve. Alla fine, proprio in mezzo alla foresta, le parve di vedere una piccola grotta dentro cui sembrava esserci una luce. La parte più atavica di lei pensò che si trattasse del fuoco con cui riscaldarsi, per cui corse in quella direzione, gli arti quasi insensibili per il freddo che andava sempre più aumentando. Non appena entrò nella grotta vide che non era sola. C’era infatti un figura così immobile e bianca da apparire al primo sguardo una statua di ghiaccio, ma poi a ben guardare si vedeva il petto sollevarsi nell’atto del respiro.
-Mi scusi, signore- disse la ragazza.
La figura alzò la testa, rivelando i lineamenti di un bel ragazzo.
-Mi potete dire dove mi trovo?-
-Nel mio tormento-
Katherine, che si sentiva morir di freddo, pensò di aver capito male. –Cosa?-
Il ragazzo ripeté con voce triste.
-E cosa c’entro io?-
-Sei arrivata qua attraverso la palla di Natale, vero?-
-Non sono la sola?-
-Ne sono arrivate molte così-
-E sono andate via?-
-Questo non lo ricordo, ultimamente non ho molta memoria-
Katherine si avvicinò al fuoco, nel vano tentativo di scaldarsi. Aveva molto freddo.
-Deve essere questo gelo, è terrificante, non mi da pace-
-Mi dispiace-
-Non devi dispiacerti, è per colpa mia se mi trovo così, anche se non ricordo più cos’è successo-
-Non ricordi nulla?-
-Un castello e una fanciulla, sì, una fanciulla del volgo, era proprio bella, come voi, aveva un viso dolce e la voce più melodiosa che mai avessi sentito-
-E cos’è successo?-
-Io … credo di averla illusa, era molto triste l’ultima volta che ci siamo visti … poi è morta, è affogata-
Katherine immaginò improvvisamente cos’era successo. Il ragazzo aveva illuso la sprovveduta e lei si era uccisa. Quasi poteva sentire il dolore di quella poveretta.
-Ero un principe … poi è arrivato questo inverno, sono morti tutti, uno per volta, ho visto andarsene i miei genitori e i miei fratelli, i miei servi e i miei amici, sono rimasto solo-
-Mi dispiace-
-Non importa, ormai è passato molto tempo-
-Quanto?-
-Non so-
Katherine si soffiò sulle mani per riscaldarsi. Aveva tantissimo freddo, le pareva di congelare da un momento all’altro. Si strinse nelle spalle.
-Mi piacevano molto le sale da ballo, sembravano fatte d’oro- sospirò –e mi piaceva anche ballare, avrei ballato tutto il giorno e tutta la notte se solo avessi potuto-
-Io non ho mai ballato- sussurrò Katherine e le sue parole uscirono come una nuvoletta di gelo.
-Se volete posso ballare con voi-
Lei annuì. –Almeno mi riscalderò un po’, ho così freddo-
Il ragazzo le andò incontro e la strinse a sé. La fanciulla fu scossa da un brivido. Le sembrava di avere il gelo nelle vene.
-Credo che veniate qui per un motivo, anche se non ho compreso quella- mormorò il giovane –ricordo che qualcuno mi parlò di un modo per spezzare questo sortilegio, per ritornare al caldo-
-Quale?- ormai il freddo l’aveva stretta nella sua morsa.
-Penso un bacio, sì, un bacio di vero amore-
-Come nelle fiabe?-
-Esatto, proprio come nelle fiabe-
E lui la baciò.

Quale fu l’orrore della madre di Katherine quando la mattina di Natale si alzò e trovò la sua adorata figlia per terra vicino all’albero addobbato. Inutile dire che per lei non c’era più nulla da fare. L’autopsia fu fatta il prima possibile: morte per assideramento. Come questo fosse possibile, visto che il termostato segnava ventidue gradi non è ancora stato chiarito e ancora meno si è capito come potesse avere della neve tra i capelli.
   
 
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