CAPITOLO 9
Mi stavo
sistemando quando bussarono, doveva essere lui -Vieni pure, sono quasi
pronta-
La porta si
aprì e me lo ritrovai davanti, lo esaminai, non aveva
più gli abiti del giorno
precedente, ma una maglia da apostata nera con dei ricami particolari e
uno
smanicato con cappuccio blu, il suo inseparabile zaino ed era stanco,
mi
avvicinai a lui e gli toccai il viso -Hai dormito un po'?- chiesi
severa. Sorrise,
mi prese la mano e ne baciò il palmo, feci un mezzo sorriso
-Tu hai dormito
bene?- mi lasciò andare la mano -Benissimo, devi prendere
qualcosa?-
Sorrise -No,
ho già tutto quello che mi serve, andiamo?- intanto stavo
mettendo le mie cose,
che avevo recuperato poco prima dalla stanza in comune con le ragazze,
in una
sacca. Avrei voluto salutarle, ma sapevo che avrei destato una valanga
di
domande, soprattutto se Solas si presentava al mio fianco. Quindi le
avevo
abilmente evitate. Spero un giorno di rivederle, non desideravo
lasciarle così
in malo modo. -Hai ancora quello zaino?- era così trasandato
che aspettavo che
cadesse a pezzi. Era perplesso -Perché? Cosa ha che non va?-
Ridacchiai
-Nulla, nulla, ti manca solo il bastone da mago e sei a posto-
Mi
guardò
divertito -Non è un problema, ne rimedio subito uno- si
stava voltando per uscire,
ma lo presi sottobraccio -Andiamo, povero mago eretico- scherzai.
Ripassammo
attraverso l’Eluvian e partimmo dalle rovine elfiche del mese
precedente, a
piedi saremmo arrivati verso sera.
-Sei molto
brava con la magia, per essere poco tempo che la pratichi e dubito sia
solo
merito dei sussurri, vorrei insegnarti altro-
Ero
emozionata per il complimento -Va benissimo, vhenan- sorrisi e lui fece
lo
stesso, mi prese per mano.
-Riguardo al
discorso di ieri, sto cercando un’altra sfera, togliere il
Velo senza è troppo
complicato, sono potente, ma il Focus amplifica i miei poteri. Crearlo
è stato devastante
per il mio corpo, più di quanto potessi immaginare. Se non
fossi immortale
invece di dormire sarei sicuramente morto-
Lo guardai
preoccupata -Mi stai dicendo che per toglierlo rischieresti ancora?-
Abbozzò
un
sorriso -No vhenan, togliere il Velo non sarà il problema
principale, ma è
quello che ne uscirà che mi preoccupa-
Rimasi in
silenzio e lo osservai attentamente, avevo avuto un anno intero per
pensare al
suo essere un Dio, immortale, una condizione dell’essere
elfi, quando non c’era
ancora il Velo. Non ne avevamo mai parlato, non ce ne era stato il
tempo o
l’occasione. Anche se prima o poi avremmo dovuto affrontare
questo argomento.
Distolsi lo sguardo da lui prima di dover dare spiegazioni. Non
l’ho ancora
accettata completamente la mia condizione mortale, ma ogni giorno in
sua
compagnia è il più bel regalo che possa farmi,
pensavo di non rivederlo mai più
e questo mi basta, mi deve bastare.
-Sei troppo
silenziosa, tutto a posto?- mi destai dai miei pensieri, presa alla
sprovvista
da quella domanda, non risposi.
Mi
guardò
dubbioso -Mi ricordi qualcuno…mi hai sempre ricordato
un’elfa che mi era capitato
di incontrare al mio tempo. Quando pensava un leggero strato di mana
l’avvolgeva,
ora che hai la magia fai la stessa identica cosa-
Ero perplessa
-Non me ne sono mai resa conto…- mi studiava attento, lo
vedevo riflettere -E
questo vuol dire…?-
Rimaneva in
silenzio e sospirò -Non è una cosa che si
può imparare, io stesso non lo so
fare- ero ancora più confusa e lui non sembrava voler
approfondire la
questione, lasciai perdere.
Per
mezzogiorno ci fermammo a mangiare, avevamo scorto una radura e ci
eravamo
accomodati ai piedi di un albero -Tu in questo anno cosa hai fatto? Io
penso ti
averti raccontato le cose principali durante i tuoi sogni e le spie
suppongo
abbiano fatto il resto-
Sorrise -Cosa
ho fatto… nulla di eccezionale, sto cercando di far cambiare
le cose qui nel
Tevinter per gli elfi, assumo nuovi agenti, diramo ordini, cerco
un'altra sfera
e in tutto questo c’è qualcosa che mi sfugge.
Mythal aveva in mente qualcosa,
l’ha già pianificato da tempo e ha tirato le fila
dove doveva, su questo non ho
dubbi. Insomma nulla di così diverso da quello che facevi tu
come Inquisitore-
Ero
pensierosa, niente di eccezionale, certo, non lo avrei ritenuto tanto
normale
in passato.
-Ah giusto,
leggevo volentieri i rapporti che mi portavano su di te, anche quello
di un mese
fa dove mi informavano che gli eri sparita da sotto il naso- mi
fissò in viso
-E pensavo a te tutti i giorni, anche se avrei dovuto dimenticarti, ma
la cosa
mi è sempre risultata impossibile-
Lo guardai
dolcemente -È inutile che mi fai questi apprezzamenti ora,
dovevi pensarci
prima- naturalmente mi facevano piacere, ma perdonarlo, anche se
l’ha fatto a
fin di bene, mi risulta ancora difficile, o almeno, avrei fatto in modo
che la
pensasse così. Sapevo di avergliela data vinta
già il giorno prima e quegli
schiaffi avevano soddisfatto la mia indole vendicativa.
-Dovrò
recuperare i tre anni in cui non ci siamo visti in qualche modo-
sorrise
sarcastico, mi limitai a ricambiare il sorriso -Mi sa che dovrai
impegnarti di
più-
Arrivammo in
prossimità della città, ma il sole non era ancora
tramontato del tutto, ci
fermammo vicino al fiume -Spiegami, come puoi essere una maga, ora?-
Ero
divertita per la domanda posta così
all’improvviso, scommetto che è da ieri che
ci sta riflettendo -Veramente dovresti essere tu a darmi una
spiegazione-
divenne pensieroso, continuai -Dorian mi ha detto che è
successo durante
l’operazione al braccio, il mio sangue ha reagito alla loro
magia, non saprei dirti
altro, solo che li sento come se fossero stati sempre una parte di me,
ma
rimasta nascosta-
-Per
rivelarsi al momento opportuno a quanto pare…-
Lo osservai,
serio e lo sguardo fisso davanti a sé, stava parlando
più con se stesso che con
me -Ed è un male?-
Sorrise
-Assolutamente
no, vhenan, ma non mi è mai capitata una cosa del genere,
sei sempre una
continua sorpresa, in un modo o nell’altro non smetti mai di
stupirmi- mi
guardò dolcemente, sorrisi -Non mi pare che tu a quanto
sorprese sia da meno-
Mi rivolse
un’espressione colpevole, ridacchiai, lo presi per mano e gli
posai un bacio
sulla guancia.
-Andiamo, ma
vhenan- e lo guidai per la città fin dove alloggiavo con
Cassandra.
Entrammo, la
stanza principale non era cambiata, il camino acceso con di fronte un
paio di
poltrone, poco distante il divano e il tavolo che usavamo per pranzare.
La
Cercatrice era seduta vicino al fuoco, appena ci sentì
saltò su come un soldato
e ci venne incontro, mi vide e il volto le si illuminò di
gioia, appena notò
Solas, la sua espressione passò da sorpresa a rabbia in modo
comico, per
fortuna non aveva la spada.
-Cosa
diavolo ci fa questo brutto...essere qui? Si diverte a spezzarti il
cuore?- si
rivolse a Solas con uno sguardo assassino e lo prese con forza dal
bavero, lui
non oppose resistenza -Cosa ci fai qui?- richiese minacciosa.
Intervenni -Ti
prego Cassandra lascialo, ci siamo già chiariti- mi
guardò infuriata, lo spinse
lontano da sé, e se ne andò in camera sbattendo
la porta. Poteva andarci
peggio, penso…
-Domani mi
farà una ramanzina infinita… non hai reagito,
perché?-
Sospirò
e
rispose -Perché quel pugno che voleva tirarmi, me lo sarei
meritato, penso si
sia trattenuta solo perché sei intervenuta tu, se fosse
stata armata sarebbe
stato un problema- intanto si era seduto sulla poltrona. Lo guardai
perplessa,
dopo anni che stavamo insieme aveva ancora delle riserve, potevo capire
i dubbi
che lo frenavano prima, non mi aveva detto di essere il Temibile Lupo,
ma ora?
-Cosa stai
facendo? Non vorrai dormire sulla poltrona? Non fare lo stupido- mi
guardò e
poi fissò il fuoco, si alzò di scatto e mi prese
in braccio. Non me
l'aspettavo. Gli strinsi le braccia intorno al collo per sostenermi e
lo fissai
negli occhi, ardenti di desiderio come non li avevo mai visti, il
battito del
cuore aumentò. Sorrisi, ti sei deciso finalmente?
Gli sfiorai
le labbra con le mie -Quel divano mi sembra comodo, ma andrei nella mia
stanza-
indicai una porta, ridacchiò divertito, ci spostammo in
camera e mi mise sul
letto. Si impossessò della mia bocca, passando le mani sul
mio corpo,
accarezzandomi insinuandosi sotto gli abiti. Ci staccammo senza fiato,
iniziò a
svestirsi con impazienza, lo imitai rimanendo solo con la biancheria.
Emozionata e
ipnotizzata mi presi tutto il tempo per osservargli la schiena e il
petto, fino
a studiarlo maliziosa al centro della sua virilità, ancora
coperta dai
pantaloni, ma ben evidente pulsante di desiderio. Una fitta fece
capolino nel
mio basso ventre, la voglia di averlo dentro di me aumentava a ogni
minuto. Sorrise
studiandomi con occhi ardenti, mi si scaldarono le guance e distolsi lo
sguardo. Il cuore era impazzito, lo sentivo rimbombarmi nelle orecchie.
Si
sedette al mio fianco e cominciò a baciarmi minuziosamente
il collo, bruciavano
e dei piacevoli formicolii scivolavano lungo la schiena, infiammandomi
di più.
-Ma'arlath-
mi voltai, trovandolo vicinissimo al mio viso, lo baciai dolcemente
accarezzandogli il palato, rispose con foga divorandomi la bocca. Mi
spinsi
contro di lui e prendendomi dai fianchi ci
spostammo al centro del letto. Gli ultimi indumenti scivolarono via. Mi
fissò
rapito -Sei bellissima- un lieve senso di imbarazzo si stava insinuando
nella
mia mente, ma lo feci tacere. Era la prima volta che mi vedeva senza
nulla
addosso, e più importante era la prima volta che vedevo lui
nudo. Mi godetti la
vista di tutto quello che tra poco
sarebbe diventato mio. Iniziò a baciarmi scendendo sempre
più giù. Quelle
coccole di baci roventi e le sue mani calde mi fecero perdere la
ragione. Sentire
il suo profumo, il suo sapore era inebriante. Accarezzare le sue spalle
e il
suo petto mi faceva impazzire. Ero perduta. Fremetti ed ebbi dei gemiti
-Solas…-
volevo che mi prendesse. Incatenò i nostri sguardi, era la
prima volta che lo
vedevo così, ogni maschera anche la più semplice
era scomparsa, dischiusi le
gambe invitandolo a continuare, allungò
un braccio sotto alla vita cingendomi e avvicinando il nostro desiderio. Mi
baciò teneramente, mi sfuggii un
gemito contro le sue labbra. Spostai la bocca fino ad afferrarlo
delicatamente, ma saldamente al
lobo e lo leccai, gemette e rabbrividì -Così
perdo il controllo- sussurrò.
Ridacchiai e
lo accarezzai sul petto lentamente sempre più
giù, fremette -Non vedo l’ora…-
proferii
con voce suadente.
-Vhenan…-
rispose con voce roca. Mi alzò i fianchi ed entrò
lentamente in me. Quella
dolce irruzione mi fece sfuggire un lamento. Diavolo. Ero tra il dolore
e il
piacere. Mi aggrappai alle sue spalle. Si bloccò preoccupato
-Stai bene?-
Lo baciai
fiduciosa
-Continua vhenan, sto bene- posò le mani sui miei fianchi
per accompagnarne i
movimenti. Gemetti sotto le sue spinte lente e controllate, mi
osservava
attento, la mia rassicurazione non era servita a molto, ma quella
premura mi
fece abbandonare completamente a lui. Trovammo
presto una sintonia, ogni affondo diventò più
veloce e forte con scariche
di piacere che non avevo mai provato
prima. Con le gambe lo strinsi di più contro di me.
Affondò la lingua tra le mie
labbra. Inarcai la schiena spingendo i fianchi verso di lui. Non vidi
più
nulla.
Ritornai
cosciente.
Passai un braccio sulla sua vita come lui stava facendo con me. Mi si
avvinghiò contro ansimando parole
dell'Antica Lingua, dolci quanto melodiose. Pelle contro
pelle, non si capiva dove finivo io e
iniziava lui. La pressione divenne ancora una volta alle stelle e il
piacere a
lungo desiderato si impossessò di entrambi.
Rimase sopra
di me abbracciandomi e guardandomi dolcemente, sorrise, contraccambiai
e lo
baciai con passione. Si spostò al mio fianco, misi la testa
nell'incavo della
sua spalla, lo strinsi contro di me. Dopo un breve riposo la notte
risuonò di
nuovo dei nostri gemiti.
Mi svegliai
accoccolandomi
contro di lui e godendomi il calore del suo corpo
-Buongiorno,
ma vhenan- disse dolcemente
Lo guardai
in quegli occhi che mi facevano impazzire, gli diedi un fugace bacio
sulle
labbra e sorrisi -Sicuro che sia buongiorno? Mi sa che è
buon pomeriggio e
Cassandra sarà dietro a quella porta con la sua spada-
Rise -Qualcosa
mi dice che supponi giusto, ma spero di sbagliarmi-
Feci scorrere
la mano sul suo petto accarezzandolo sempre più
giù, la bloccò con la sua. Sorrisi
divertita e rigirai il viso posandogli un bacio sulla spalla. Inspirai
il suo
profumo, il mio e di quella nottata frenetica e fantastica, non
potevamo
recuperare i quattro anni persi, ma indubbiamente ci avevamo provato.
Lo
esaminai, un viso affilato, con quell'adorabile fossetta sul mento che
invitava
a baciarla e i miei occhi grigi tanto amati che erano tempestati di
macchioline
d’argento che a seconda della luce si illuminavano.
È diverso da qualunque elfo
abbia mai incontrato, si vede che siamo di ere differenti. -Hai un buon
profumo-
in risposta affondò il viso nei miei capelli
-Mmm…tu di più, sai di cuoio-
ridacchiai -E tu di carta, non mi sorprende-
Le labbra
gli si distesero in un sorriso, si mosse mettendosi sopra di me
-Pensavo che
dovessimo alzarci- dissi divertita, avvicinò le labbra alle
mie affondando con
la lingua, gemetti, mi stava rivenendo voglia di lui, lo volevo sempre
di più. Gli
mordicchiai il labbro inferiore e con più naturalezza di
quanto mi aspettassi
lo avevo accolto tra le mie gambe, i nostri desideri si toccavano, ma
si stava
trattenendo. Lo strinsi avvolgendogli i fianchi con le gambe fino alla
schiena.
Ci staccammo senza fiato, mi fissò negli occhi e sorrise
-Non ne avrò mai abbastanza
di te- gli posai le mani sul viso -E allora fammi sentire quanto mi
vuoi- mi
strofinai contro di lui, stavo impazzendo. Senza farselo ripetere
entrò in me
deciso, lasciandoci travolgere dalla passione. Si abbandonò
sopra di me e lo
baciai su una guancia -Ar lath-
Sorrise -Ti
amo anche io e anche per me è come se fosse stata la prima
volta questa notte,
non ho mai provato una cosa del genere-
-Perché
non
lo facevi da parecchio?-
Ridacchiò,
si
alzò appoggiandosi sui gomiti e fissandomi dolcemente -No,
perché quello che ho
fatto con te non è sesso, tu assorbi tutto quello che ti
faccio e me lo rimandi
indietro amplificato, sbocciato in qualcosa di ancora più
abbagliante e
inebriante- ero emozionata per quelle parole
-Abbiamo
fatto l’amore?- infatti chiamarlo semplicemente sesso,
sarebbe stato
diminutivo, mi sentivo magnificamente anche solo stargli accanto.
Sorrise mostrandomi
un’espressione di immensa gioia, se non lo fossi
già stata mi sarei innamorata
ancora di lui. Mi posò un bacio fugace sulle labbra -Una
confortevole mancanza
di coscienza, il piacere nel dormire indisturbati, la scoperta di
questo
meraviglioso sentimento con la bellissima donna che ho tra le braccia.
Credo
proprio che sia amore e non pensavo l’avrei mai provato in
vita mia- mi baciò
di nuovo, una lunga, rilassata esplorazione che mi fece arricciare le
dita dei
piedi. -Se non fosse stato amore non ci saremmo mancati e cercati
così tanto,
ma vhenan- affermai. Abbozzò un sorriso, mise il viso
nell’incavo del mio collo
posando dei baci, per poi scostarsi e di controvoglia mi alzai. Non mi
sembrava
ancora vero di averlo avuto sopra e dentro di me. Per quanto tempo lo
avevo
desiderato senza che ci concedessimo l’uno
all’altra? Non potevo fare a meno
della sua presenza prima, ora era impossibile, avrei fatto qualunque
cosa per
stargli accanto.
-Vado a
lavarmi e farò vedere a Cassandra che sono viva. Usa pure il
mio bagno,
qualcosa mi dice che se resto in questa stanza ancora un po' ne uscirei
stasera- sorrise divertito, e mi guardò recuperare le mie
cose.
-Nell'armadio
dovresti trovare qualcosa che ti vada bene-
Uscii.
Stranamente non vedevo Cassandra da nessuna parte. Andai nella sua
stanza.
Ero immersa
nell'acqua calda, quando la sentii rientrare.
-Vedo che ti
sei finalmente fatta viva, potevi lasciarlo dormire sul divano
però- la voce
era alquanto seccata.
Ma'arlath: amore mio