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Autore: Sherry93    13/12/2017    2 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche


CAPITOLO 9

Mi stavo sistemando quando bussarono, doveva essere lui -Vieni pure, sono quasi pronta-

La porta si aprì e me lo ritrovai davanti, lo esaminai, non aveva più gli abiti del giorno precedente, ma una maglia da apostata nera con dei ricami particolari e uno smanicato con cappuccio blu, il suo inseparabile zaino ed era stanco, mi avvicinai a lui e gli toccai il viso -Hai dormito un po'?- chiesi severa. Sorrise, mi prese la mano e ne baciò il palmo, feci un mezzo sorriso -Tu hai dormito bene?- mi lasciò andare la mano -Benissimo, devi prendere qualcosa?-

Sorrise -No, ho già tutto quello che mi serve, andiamo?- intanto stavo mettendo le mie cose, che avevo recuperato poco prima dalla stanza in comune con le ragazze, in una sacca. Avrei voluto salutarle, ma sapevo che avrei destato una valanga di domande, soprattutto se Solas si presentava al mio fianco. Quindi le avevo abilmente evitate. Spero un giorno di rivederle, non desideravo lasciarle così in malo modo. -Hai ancora quello zaino?- era così trasandato che aspettavo che cadesse a pezzi. Era perplesso -Perché? Cosa ha che non va?-

Ridacchiai -Nulla, nulla, ti manca solo il bastone da mago e sei a posto-  

Mi guardò divertito -Non è un problema, ne rimedio subito uno- si stava voltando per uscire, ma lo presi sottobraccio -Andiamo, povero mago eretico- scherzai.

Ripassammo attraverso l’Eluvian e partimmo dalle rovine elfiche del mese precedente, a piedi saremmo arrivati verso sera. 

-Sei molto brava con la magia, per essere poco tempo che la pratichi e dubito sia solo merito dei sussurri, vorrei insegnarti altro-

Ero emozionata per il complimento -Va benissimo, vhenan- sorrisi e lui fece lo stesso, mi prese per mano.

-Riguardo al discorso di ieri, sto cercando un’altra sfera, togliere il Velo senza è troppo complicato, sono potente, ma il Focus amplifica i miei poteri. Crearlo è stato devastante per il mio corpo, più di quanto potessi immaginare. Se non fossi immortale invece di dormire sarei sicuramente morto-

Lo guardai preoccupata -Mi stai dicendo che per toglierlo rischieresti ancora?-

Abbozzò un sorriso -No vhenan, togliere il Velo non sarà il problema principale, ma è quello che ne uscirà che mi preoccupa-

Rimasi in silenzio e lo osservai attentamente, avevo avuto un anno intero per pensare al suo essere un Dio, immortale, una condizione dell’essere elfi, quando non c’era ancora il Velo. Non ne avevamo mai parlato, non ce ne era stato il tempo o l’occasione. Anche se prima o poi avremmo dovuto affrontare questo argomento. Distolsi lo sguardo da lui prima di dover dare spiegazioni. Non l’ho ancora accettata completamente la mia condizione mortale, ma ogni giorno in sua compagnia è il più bel regalo che possa farmi, pensavo di non rivederlo mai più e questo mi basta, mi deve bastare.

-Sei troppo silenziosa, tutto a posto?- mi destai dai miei pensieri, presa alla sprovvista da quella domanda, non risposi.

Mi guardò dubbioso -Mi ricordi qualcuno…mi hai sempre ricordato un’elfa che mi era capitato di incontrare al mio tempo. Quando pensava un leggero strato di mana l’avvolgeva, ora che hai la magia fai la stessa identica cosa-

Ero perplessa -Non me ne sono mai resa conto…- mi studiava attento, lo vedevo riflettere -E questo vuol dire…?-

Rimaneva in silenzio e sospirò -Non è una cosa che si può imparare, io stesso non lo so fare- ero ancora più confusa e lui non sembrava voler approfondire la questione, lasciai perdere.

Per mezzogiorno ci fermammo a mangiare, avevamo scorto una radura e ci eravamo accomodati ai piedi di un albero -Tu in questo anno cosa hai fatto? Io penso ti averti raccontato le cose principali durante i tuoi sogni e le spie suppongo abbiano fatto il resto-

Sorrise -Cosa ho fatto… nulla di eccezionale, sto cercando di far cambiare le cose qui nel Tevinter per gli elfi, assumo nuovi agenti, diramo ordini, cerco un'altra sfera e in tutto questo c’è qualcosa che mi sfugge. Mythal aveva in mente qualcosa, l’ha già pianificato da tempo e ha tirato le fila dove doveva, su questo non ho dubbi. Insomma nulla di così diverso da quello che facevi tu come Inquisitore-

Ero pensierosa, niente di eccezionale, certo, non lo avrei ritenuto tanto normale in passato.

-Ah giusto, leggevo volentieri i rapporti che mi portavano su di te, anche quello di un mese fa dove mi informavano che gli eri sparita da sotto il naso- mi fissò in viso -E pensavo a te tutti i giorni, anche se avrei dovuto dimenticarti, ma la cosa mi è sempre risultata impossibile-

Lo guardai dolcemente -È inutile che mi fai questi apprezzamenti ora, dovevi pensarci prima- naturalmente mi facevano piacere, ma perdonarlo, anche se l’ha fatto a fin di bene, mi risulta ancora difficile, o almeno, avrei fatto in modo che la pensasse così. Sapevo di avergliela data vinta già il giorno prima e quegli schiaffi avevano soddisfatto la mia indole vendicativa.

-Dovrò recuperare i tre anni in cui non ci siamo visti in qualche modo- sorrise sarcastico, mi limitai a ricambiare il sorriso -Mi sa che dovrai impegnarti di più-

Arrivammo in prossimità della città, ma il sole non era ancora tramontato del tutto, ci fermammo vicino al fiume -Spiegami, come puoi essere una maga, ora?-

Ero divertita per la domanda posta così all’improvviso, scommetto che è da ieri che ci sta riflettendo -Veramente dovresti essere tu a darmi una spiegazione- divenne pensieroso, continuai -Dorian mi ha detto che è successo durante l’operazione al braccio, il mio sangue ha reagito alla loro magia, non saprei dirti altro, solo che li sento come se fossero stati sempre una parte di me, ma rimasta nascosta-

-Per rivelarsi al momento opportuno a quanto pare…-

Lo osservai, serio e lo sguardo fisso davanti a sé, stava parlando più con se stesso che con me -Ed è un male?-

Sorrise -Assolutamente no, vhenan, ma non mi è mai capitata una cosa del genere, sei sempre una continua sorpresa, in un modo o nell’altro non smetti mai di stupirmi- mi guardò dolcemente, sorrisi -Non mi pare che tu a quanto sorprese sia da meno-

Mi rivolse un’espressione colpevole, ridacchiai, lo presi per mano e gli posai un bacio sulla guancia.

-Andiamo, ma vhenan- e lo guidai per la città fin dove alloggiavo con Cassandra.

Entrammo, la stanza principale non era cambiata, il camino acceso con di fronte un paio di poltrone, poco distante il divano e il tavolo che usavamo per pranzare. La Cercatrice era seduta vicino al fuoco, appena ci sentì saltò su come un soldato e ci venne incontro, mi vide e il volto le si illuminò di gioia, appena notò Solas, la sua espressione passò da sorpresa a rabbia in modo comico, per fortuna non aveva la spada.

-Cosa diavolo ci fa questo brutto...essere qui? Si diverte a spezzarti il cuore?- si rivolse a Solas con uno sguardo assassino e lo prese con forza dal bavero, lui non oppose resistenza -Cosa ci fai qui?- richiese minacciosa. Intervenni -Ti prego Cassandra lascialo, ci siamo già chiariti- mi guardò infuriata, lo spinse lontano da sé, e se ne andò in camera sbattendo la porta. Poteva andarci peggio, penso…

-Domani mi farà una ramanzina infinita… non hai reagito, perché?-

Sospirò e rispose -Perché quel pugno che voleva tirarmi, me lo sarei meritato, penso si sia trattenuta solo perché sei intervenuta tu, se fosse stata armata sarebbe stato un problema- intanto si era seduto sulla poltrona. Lo guardai perplessa, dopo anni che stavamo insieme aveva ancora delle riserve, potevo capire i dubbi che lo frenavano prima, non mi aveva detto di essere il Temibile Lupo, ma ora?

-Cosa stai facendo? Non vorrai dormire sulla poltrona? Non fare lo stupido- mi guardò e poi fissò il fuoco, si alzò di scatto e mi prese in braccio. Non me l'aspettavo. Gli strinsi le braccia intorno al collo per sostenermi e lo fissai negli occhi, ardenti di desiderio come non li avevo mai visti, il battito del cuore aumentò. Sorrisi, ti sei deciso finalmente?

Gli sfiorai le labbra con le mie -Quel divano mi sembra comodo, ma andrei nella mia stanza- indicai una porta, ridacchiò divertito, ci spostammo in camera e mi mise sul letto. Si impossessò della mia bocca, passando le mani sul mio corpo, accarezzandomi insinuandosi sotto gli abiti. Ci staccammo senza fiato, iniziò a svestirsi con impazienza, lo imitai rimanendo solo con la biancheria.

Emozionata e ipnotizzata mi presi tutto il tempo per osservargli la schiena e il petto, fino a studiarlo maliziosa al centro della sua virilità, ancora coperta dai pantaloni, ma ben evidente pulsante di desiderio. Una fitta fece capolino nel mio basso ventre, la voglia di averlo dentro di me aumentava a ogni minuto. Sorrise studiandomi con occhi ardenti, mi si scaldarono le guance e distolsi lo sguardo. Il cuore era impazzito, lo sentivo rimbombarmi nelle orecchie. Si sedette al mio fianco e cominciò a baciarmi minuziosamente il collo, bruciavano e dei piacevoli formicolii scivolavano lungo la schiena, infiammandomi di più.

-Ma'arlath- mi voltai, trovandolo vicinissimo al mio viso, lo baciai dolcemente accarezzandogli il palato, rispose con foga divorandomi la bocca. Mi spinsi contro di lui e prendendomi dai fianchi  ci spostammo al centro del letto. Gli ultimi indumenti scivolarono via. Mi fissò rapito -Sei bellissima- un lieve senso di imbarazzo si stava insinuando nella mia mente, ma lo feci tacere. Era la prima volta che mi vedeva senza nulla addosso, e più importante era la prima volta che vedevo lui nudo. Mi  godetti la vista di tutto quello che tra poco sarebbe diventato mio. Iniziò a baciarmi scendendo sempre più giù. Quelle coccole di baci roventi e le sue mani calde mi fecero perdere la ragione. Sentire il suo profumo, il suo sapore era inebriante. Accarezzare le sue spalle e il suo petto mi faceva impazzire. Ero perduta. Fremetti ed ebbi dei gemiti -Solas…- volevo che mi prendesse. Incatenò i nostri sguardi, era la prima volta che lo vedevo così, ogni maschera anche la più semplice era scomparsa, dischiusi le gambe invitandolo a continuare, allungò un braccio sotto alla vita cingendomi e avvicinando il nostro desiderio. Mi baciò teneramente, mi sfuggii un gemito contro le sue labbra. Spostai la bocca fino ad  afferrarlo delicatamente, ma saldamente al lobo e lo leccai, gemette e rabbrividì -Così perdo il controllo- sussurrò.

Ridacchiai e lo accarezzai sul petto lentamente sempre più giù, fremette -Non vedo l’ora…- proferii con voce suadente.

-Vhenan…- rispose con voce roca. Mi alzò i fianchi ed entrò lentamente in me. Quella dolce irruzione mi fece sfuggire un lamento. Diavolo. Ero tra il dolore e il piacere. Mi aggrappai alle sue spalle. Si bloccò preoccupato -Stai bene?-

Lo baciai fiduciosa -Continua vhenan, sto bene- posò le mani sui miei fianchi per accompagnarne i movimenti. Gemetti sotto le sue spinte lente e controllate, mi osservava attento, la mia rassicurazione non era servita a molto, ma quella premura mi fece abbandonare completamente a lui.  Trovammo presto una sintonia, ogni affondo diventò più veloce e forte con  scariche di piacere che non avevo mai provato prima. Con le gambe lo strinsi di più contro di me. Affondò la lingua tra le mie labbra. Inarcai la schiena spingendo i fianchi verso di lui. Non vidi più nulla.

Ritornai cosciente. Passai un braccio sulla sua vita come lui stava facendo con me. Mi si avvinghiò contro ansimando parole dell'Antica Lingua, dolci quanto melodiose. Pelle contro pelle, non si capiva dove finivo io e iniziava lui. La pressione divenne ancora una volta alle stelle e il piacere a lungo desiderato si impossessò di entrambi.

Rimase sopra di me abbracciandomi e guardandomi dolcemente, sorrise, contraccambiai e lo baciai con passione. Si spostò al mio fianco, misi la testa nell'incavo della sua spalla, lo strinsi contro di me. Dopo un breve riposo la notte risuonò di nuovo dei nostri gemiti.

Mi svegliai accoccolandomi contro di lui e godendomi il calore del suo corpo

-Buongiorno, ma vhenan- disse dolcemente

Lo guardai in quegli occhi che mi facevano impazzire, gli diedi un fugace bacio sulle labbra e sorrisi -Sicuro che sia buongiorno? Mi sa che è buon pomeriggio e Cassandra sarà dietro a quella porta con la sua spada-

Rise -Qualcosa mi dice che supponi giusto, ma spero di sbagliarmi-

Feci scorrere la mano sul suo petto accarezzandolo sempre più giù, la bloccò con la sua. Sorrisi divertita e rigirai il viso posandogli un bacio sulla spalla. Inspirai il suo profumo, il mio e di quella nottata frenetica e fantastica, non potevamo recuperare i quattro anni persi, ma indubbiamente ci avevamo provato. Lo esaminai, un viso affilato, con quell'adorabile fossetta sul mento che invitava a baciarla e i miei occhi grigi tanto amati che erano tempestati di macchioline d’argento che a seconda della luce si illuminavano. È diverso da qualunque elfo abbia mai incontrato, si vede che siamo di ere differenti. -Hai un buon profumo- in risposta affondò il viso nei miei capelli -Mmm…tu di più, sai di cuoio- ridacchiai -E tu di carta, non mi sorprende-

Le labbra gli si distesero in un sorriso, si mosse mettendosi sopra di me -Pensavo che dovessimo alzarci- dissi divertita, avvicinò le labbra alle mie affondando con la lingua, gemetti, mi stava rivenendo voglia di lui, lo volevo sempre di più. Gli mordicchiai il labbro inferiore e con più naturalezza di quanto mi aspettassi lo avevo accolto tra le mie gambe, i nostri desideri si toccavano, ma si stava trattenendo. Lo strinsi avvolgendogli i fianchi con le gambe fino alla schiena. Ci staccammo senza fiato, mi fissò negli occhi e sorrise -Non ne avrò mai abbastanza di te- gli posai le mani sul viso -E allora fammi sentire quanto mi vuoi- mi strofinai contro di lui, stavo impazzendo. Senza farselo ripetere entrò in me deciso, lasciandoci travolgere dalla passione. Si abbandonò sopra di me e lo baciai su una guancia -Ar lath-

Sorrise -Ti amo anche io e anche per me è come se fosse stata la prima volta questa notte, non ho mai provato una cosa del genere-

-Perché non lo facevi da parecchio?-

Ridacchiò, si alzò appoggiandosi sui gomiti e fissandomi dolcemente -No, perché quello che ho fatto con te non è sesso, tu assorbi tutto quello che ti faccio e me lo rimandi indietro amplificato, sbocciato in qualcosa di ancora più abbagliante e inebriante- ero emozionata per quelle parole

-Abbiamo fatto l’amore?- infatti chiamarlo semplicemente sesso, sarebbe stato diminutivo, mi sentivo magnificamente anche solo stargli accanto. Sorrise mostrandomi un’espressione di immensa gioia, se non lo fossi già stata mi sarei innamorata ancora di lui. Mi posò un bacio fugace sulle labbra -Una confortevole mancanza di coscienza, il piacere nel dormire indisturbati, la scoperta di questo meraviglioso sentimento con la bellissima donna che ho tra le braccia. Credo proprio che sia amore e non pensavo l’avrei mai provato in vita mia- mi baciò di nuovo, una lunga, rilassata esplorazione che mi fece arricciare le dita dei piedi. -Se non fosse stato amore non ci saremmo mancati e cercati così tanto, ma vhenan- affermai. Abbozzò un sorriso, mise il viso nell’incavo del mio collo posando dei baci, per poi scostarsi e di controvoglia mi alzai. Non mi sembrava ancora vero di averlo avuto sopra e dentro di me. Per quanto tempo lo avevo desiderato senza che ci concedessimo l’uno all’altra? Non potevo fare a meno della sua presenza prima, ora era impossibile, avrei fatto qualunque cosa per stargli accanto.

-Vado a lavarmi e farò vedere a Cassandra che sono viva. Usa pure il mio bagno, qualcosa mi dice che se resto in questa stanza ancora un po' ne uscirei stasera- sorrise divertito, e mi guardò recuperare le mie cose.

-Nell'armadio dovresti trovare qualcosa che ti vada bene-

Uscii. Stranamente non vedevo Cassandra da nessuna parte. Andai nella sua stanza.

Ero immersa nell'acqua calda, quando la sentii rientrare.

-Vedo che ti sei finalmente fatta viva, potevi lasciarlo dormire sul divano però- la voce era alquanto seccata.

 

 

 

Ma'arlath: amore mio

   
 
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