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Autore: I aint bothered    25/06/2009    2 recensioni
Innanzitutto il titolo è provvisorio. non avevo proprio idea di quale mettere e ho messo quello. cmq, siamo a Forks e i personaggi sono tutti quelli della Meyer con in più alcuni inventati da me, myself and I. Ah! tenete in considerazione che Bella è trasformata, Nessie è nata ma frequentano ancora il liceo. detto questo spero che vi piaccia, ci tengo molto.. Buona lettura! Prongsina... PS: mi piacerebbe trovare numerose recensioni. grazie!! :)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Sesto capitolo:

 

   << Non sto scherzando Jazz. Te ne sarò infinitamente grata. >> ringraziai il mio salvatore per aver evitato per l’ennesima volta che accadesse una catastrofe.

   << Ma non ho fatto niente stavolta, Grace. >>

   << Su, andiamo. Non essere modesto. >> sbuffò e gettò la spugna.

Competere nelle discussioni con me era come quando lo si faceva con Alice: era praticamente inutile.

Quando arrivammo, la nostra casa mi sembrò stranamente più accogliente del solito.

Com’era quel vecchio detto? Ah, sì. “Casa, dolce casa.”

Mai un’affermazione fu più azzeccata.

Mentre ero con Mirko, per la prima volta, non vedevo l’ora di tornare a casa. Mi sentivo così in imbarazzo che sentivo il bisogno di un posto confortevole, che mi facesse sentire a mio agio. E quale posto era migliore di casa mia?

Cercai di scrollarmi quelle strane sensazioni di dosso come se cercassi di liberarmi da una morsa d’acciaio. Mi resi conto che forse l’unico modo per evadere da quegli stati d’animo era scrivere un altro episodio della mia vita, e pubblicarlo per i miei ingenui ammiratori.

In quel momento pensare che avrei potuto fare fuori tutti i lettori del mondo in un solo paio di secondi mi fece sentire invincibile.

Come se ce ne fosse stato bisogno. Certo che ero invincibile rispetto a loro. Al solo pensiero potevo sentire il sapore del loro sangue sulla lingua e i loro profumi risalirmi, su, per le narici.

Erano sapori e odori buoni quasi come quelli di Mirko…

Il pensiero si stava facendo insopportabile, insostenibile.

Alice mi fece tornare alla realtà.

   << Tutto bene? >> mi chiese.

   << Sì, tutto okay. Stavo solo riflettendo. >>

   << Lo so. >> si intromise Edward. << Non devi pensare queste cose. Sei vegetariana da ancora troppo poco tempo per poterlo fare. Cerca di non pensarci più su. >>

   << D’accordo… >> bisbigliai fra le labbra.

   << Tuo fratello ha ragione. Non occorre pensare a queste cose per un motivo così banale. >> sentenziò con voce saggia Carlisle.

Io chinai il capo, mortificata per ciò che avevo pensato. Mi sentivo umiliata e in colpa, ma non capivo che cosa avessi mai fatto di così grave. Erano solo dei pensieri.

Tutto qua.

Cosa c’era di male?

Nel pronunciare queste parole nella mia mente, mi resi conto che mi sbagliavo. La mia famiglia aveva ragione.

Quelli non erano dei semplici pensieri. Per me che ero da così poco tempo vegetariana, potevano essere una fonte di distrazione o, per meglio dire, di tentazione.

I miei sensi erano ancora troppo influenzabili e le tentazioni andavano tenute lontane.

Io che chiedevo a Jasper di controllarmi, non appena lui abbassava la guardia io ne approfittavo per auto-stuzzicarmi? Non era assolutamente un atteggiamento maturo.

Improvvisamente mi ritrovai a ripensare a Mirko, il che proprio in quel momento non era consigliabile.

Dato che Renesmee dormiva, decisi che mi sarei davvero dedicata alla scrittura. Stavolta, però, concentrandomi sulle storie e non sui lettori…

“Mi ricordo perfettamente quella nottata.

Erano le 3:15 am del giorno 18 Ottobre 1939.

Mia madre stava in un istituto a causa di una strana malattia molto comune a quel tempo. Era nota come “tubercolosi”.

Stavo tornando a casa, a piedi, dopo averle portato da mangiare; era uno di quegli istituti economici dove non portavano cibo, e dove ti offrivano solo un letto per dormire e le cure necessarie. Le strade non erano molto illuminate, anzi erano quasi completamente buie.

Era da qualche minuto che sentivo strani rumori intorno a me. Continuavo a camminare guardandomi inutilmente le spalle, ignara di quello che mi capitava intorno.

Ogni tanto sentivo venire dal buio che mi circondava risate alquanto inquietanti. Sembravano appartenere a due persone diverse.

Dopo aver guardato bene dietro di me, accelerai il passo: volevo arrivare a casa il prima possibile.

Improvvisamente un urlo squarciò l’atmosfera, contemporaneamente un fulmine spaccò a metà il cielo nero come la pece.

Cominciò a piovere, ed io, invece di accelerare verso casa, andai in cerca della persona che in quel momento stava agonizzando.

Cominciai a correre. Il lamento veniva da una traversa che ormai mi era vicina. Quando mi inoltrai nella stradina, mi resi conto che si trattava di un vicolo cieco.

Era lì.

La persona che stavo cercando, la persona che aveva bisogno di aiuto era proprio lì.

Ora che ero più vicina mi resi conto di quanto stesse soffrendo. Da quella distanza riuscii anche a capire chi fosse: era una ragazza alta, bionda, chiara di carnagione, di giovane età, forse mia coetanea.

Indossava al collo una catenina con un ciondolo che portava una breve scritta.

Sembrava un nome. Mi avvicinai e lessi “Marlene”.

   << Marlene, che ti è successo? Sta tranquilla, sono qui per aiutarti… >> tentai di tranquillizzarla.

Cercai di vedere se attorno al suo corpo vi erano armi come un coltello, o vetri o un bastone: non trovai niente.

Ritornai vicino a lei per calmarla.

Si contorceva come se fosse in preda a delle convulsioni, e continuava a gridare a squarciagola.

   << Aiuto! >> gridai, << Aiuto! >>

   << Non serve che tu gridi. Non può fare niente nessuno. Tra poco sarà come me. >> la risata di poco prima riecheggiò nella notte.

   << Cosa vorrebbe dire? Signore dobbiamo aiutarla! Portiamola via, c’è un ospedale qui vicino… >>.

   << Non è necessario. >> mi rispose dall’oscurità l’altra voce.

A questo punto fui sicura che fossero due persone diverse: un uomo e una donna, più esattamente.

   << La guardi! Rischia di morire! >> insistetti, indicandola.

   << Non morirà. Ho detto che a breve diventerà come noi. >>

tornò a dire la prima voce, quella maschile.

Improvvisamente capii cosa volessero dire i due tizi misteriosi.  Con un gesto automatico mi voltai verso Marlene, che ancora si dimenava per il dolore.

Le spostai la mano dalla gamba, cosa che non avevo pensato di fare prima. Rimasi a bocca aperta, sbalordita.

Adesso capivo i discorsi ambigui di quei due signori.

Non potevo credere ai miei occhi: erano davvero morsi quelli che vedevo?

Avevo letto qualcosa a riguardo, ma non lo credevo possibile, fino ad allora, almeno.

Volevo scappare.

I muscoli non rispondevano a miei comandi.

Con mia enorme sorpresa i due signori se ne erano improvvisamente andati.

Approfittai della situazione e cominciai a correre. Piangevo per la ragazza che non avevo potuto aiutare, e piangevo per me, per la mia famiglia, per mia madre che stava morendo e che aveva solo me ad accudirla. Avevo paura che mi potesse succedere qualcosa.

Mentre correvo più veloce che potevo, i due soggetti di prima mi piombarono improvvisamente addosso facendomi cadere a terra.

Cercai di rialzarmi subito.

Non appena fui in piedi mi resi conto che loro mi guardavano poco distanti da me. Mi sembrò di vederli conversare muovendo le labbra impercettibilmente, ma non ne fui sicura. La pioggia non mi permetteva di vedere bene. Ripresi allora la mia corsa contro la morte. Fu allora che capii che i miei “avversari” mi lasciavano correre per qualche metro solo per il piacere sadico di darmi l’illusione di una possibile via di scampo, di una salvezza.

Non sapevo allora se correre o fermarmi, tanto per non dargli la soddisfazione di prendersi gioco di me.

Comunque fosse, i due mi raggiunsero in meno di un secondo. Io ricaddi per terra. Mi sentivo una stupida: non riuscivo nemmeno a reggermi in piedi. Scivolavo sulla strada bagnata.

Questa volta non mi diedero scampo. Ricordo solo che vidi per la prima volta i loro pallidi volti sul mio corpo, poi… il vuoto, buio.

L’unica cosa che mi rimase impressa nella mente di ciò che accadde dopo fu il bruciore che mi invase tutta.

Gridavo.

Gridavo e mi contorcevo per il dolore.

   << Spegnetele! Spegnete le fiamme! >> continuavo ad urlare.

E loro? Ridevano compiaciuti del loro operato.

Intanto le fiamme si facevano più vive, come i loro occhi rosso porpora, e io mi sentivo mancare il respiro.

Il cuore batteva all’impazzata. TUM TUM.

Mi guardavo le mani e le vedevo bruciare. Volevo solo morire, qualsiasi cosa era più sopportabile di quel dolore. TUM TUM.

Vedevo la strada ricoperta dalle fiamme e nel silenzio della notte sentivo solo le mie urla e quelle di Marlene, sempre più in lontananza. TUM TUM.

La pioggia, che avrebbe dovuto regalarmi sensazioni di sollievo, invece non fece altro che accrescere la mia sofferenza. Le gocce al contatto con la mia pelle mi sembravano lingue di fuoco ardenti.

Il mio cuore continuò ad accelerare, finché non si fermò definitivamente. TUM.

Mi ci volle un po’ prima di capire che il fuoco che vedevo intorno a me in realtà non c’era, ma che era tutto merito dei miei nuovi occhi.

Mi ci volle un po’ prima di capire che oramai non esisteva più la Grace di una volta; e anche se continuavo a contorcermi e a urlare per il dolore sapevo che oramai era nata un’altra me: Grace la vampira.''

 

                           ***Oo°°oOo°°oOo°°oOo°°oOo°°oO***

 

Lo so, avete ragione ragazzi... scusate il ritardo è che non ho avuto molto tempo per ricopiare il capitolo. Spero comunque che vi piaccia, così mi perdonerete...

Passiamo a una cosa importante… i ringraziamenti.

Mi spettano di dovere.

Un infinito “grazie” a S1lv1a, BellaCullen88, Edward_cullen e Laura_Black per aver recensito gli ultimi chappy.

Un altro “grazie” va a tutti coloro che hanno messo la storia tra i preferiti, ovvero:

1 - aras95

2 - bella95
3 - debblovers

4 - giulietta93
5 - Laura_Black

6 - lidiacullen
7 - _VampirE_CulleN_

 

Un altro “grazie” va a quelli che l’hanno aggiunta tra le storie seguite: saskia79 e _VampirE_CulleN_.

Un ultimo grazie generale a tutti quelli che hanno semplicemente letto! Un bacioooooo! :*

 

   
 
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