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Autore: Zomi    20/12/2017    3 recensioni
-…il più grande Colossal del ventunesimo secolo!!!- urlò iper eccitato Emporio, saltando a piè pari, con tutta la sua imponente e ambigua figura, sulla scrivania di mogano, gettando le braccia al soffitto del suo piccolo e sgargiante ufficio.
-Immaginate: lei, stoica imprenditrice dalle forme fatali e dagli occhi di cerbiatta che incontra lui…- si portò una mano alla fronte, reclinando all’indietro il capo sospirando in una overdose di inspiegabile emozione -… passionale e dallo sguardo freddo uomo d'affari che apre il suo cuore solamente a lei…- unì le mani sotto il mento sporgente e appuntito, fissando negli occhi i due attori -… e dopo innumerevoli, straordinarie, incredibili sfighe… SCOPPIA L’AMMMMOREE!!!!-
-BRAVA, SUPER BRAVA!!! E’ così… così… COMUOVENTE!!!!-
[...]
-Quindi…- sbottò, tamburellando le dita sul bracciolo della poltrona -… io e la strega dovremmo interpretare due idioti innamorati?-
-Oh non solo quello, tesoro…- gli fece l’occhiolino Ivan.
Genere: Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Emporio Ivankov, Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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-… osa più romantica che mi abbiano mai raccontato!!!!- le porte dell’ascensore si aprirono in un silenzioso cigolio meccanico, permettendo a un rombante eco di commozione di liberarsi nella reception della Kamabakka’s Studios.
Gli occhi di  Zoro rotearono al soffitto color pesca, mentre l’imponente figura del suo agente si piegava in un microscopico fazzoletto, cercando di raccogliere tutte le lacrime che l’omone riversava.
-Sembra la f-favola di Ce-cenerentola!- si asciugò ancora il nasone Franky, incapace di smettere di lacrimare.
-Cenerentola?- sbottò l’attore, addossandosi con tutto il peso alla scintillante secretaire che accoglieva gli ospiti dello studio.
-E in quale versione della favola, a me sconosciuta, assomiglierebbe la mia serata di ieri?- domandò sarcastico.
-Bhè, la tua Principessa ti ha lasciato un modo per rintracciarla no?- si soffiò rumorosamente il naso l’agente, guarandolo di sottecchi e ghignando romanticamente.
Zoro si trattenne dal ringhiare, il braccio teso sul ripiano e le dita mosse ritmicamente sulla superficie liscia e splendente.
-Mi ha lasciato le sue mutandine Franky- si ripeté –Non una scarpetta di cristallo-
-È una versione moderna: devi stare al passo con i tempi vecchio mio. Le scarpe omai sono fuori moda per le signorine!-
Questa volta il ringhio non riuscì a trattenerlo.
Ben gli stava.
Ecco cosa ne guadagnava a confidarsi con il suo agente.
Se si stava già pentendo di averlo fatto partecipe dell’esperienza della notte precedente nel lasciare l'Hotel Thousend Sunny, ora ne era del tutto affranto, e masticava maledizioni contro il compare in diverse sfumature di rabbia.
Si massaggiò il ponte del naso, un sospiro sulle labbra e la testa che pulsava forte.
Non aveva esagerato con l’alcol, vero, ma il discutere con Franky lo logorava, soprattutto se l’argomento era la vita sessuale.
Sua, o dell’agente erano dettagli.
Dopo il piacevole incontro con la ragazza dai capelli rossi, aveva ferato un taxi avviandosi all'Hotel dove avrebbe alloggiato, soddisfatto di come la sua serata avesse preso quella piega piacevole e dle tutto inaspettata.
Al mattino Franky non si era trattenuto dal chiedergli che fine avesse fatto una volta fuori dall'aereoporto da cui era scomparso, e Zoro aveva laconicamente raccontato quanto accaduto.
Con poche scarne parole aveva ridotto il suo agente in un cumolo di singhiozzi e romanticismo di altri tempi, che non smetteva di lacrimare e invocare un amore dettato dal destino e ricaduto sul suo cliente.
Stava di fatto, che tra un pianto commosso e un racconto privo di grandi dettagli, Zoro si era ritrovato in fretta nella Hall dello studio per il quale avrebbe lavorato per i successivi mesi, e dove avrebbe dato vita a un nuovo film.
Ignorando il confabulare altisonante di Franky con la minuta segretaria dal caschetto color carota della reception, si guardò attorno annoiato, lasciando vagare gli occhi onice sull’ambiente.
Le luci bianche e candide illuminavano la centrale sala d’attesa, da cui continui squilli di telefono e vibranti messaggi facevano scattare sull’attenti le segretarie addette all’accoglienza dei famosi, quanto capricciosi, clienti e ospiti degli studi cinematografici.
-Prego signori da questa parte!- si affrettò a scattare dalla sedia la piccola receptionist, invitando lui e Franky a seguirla in una ala più appartata della hall.
-Miss Iva ha esplicitamente richiesto che al vostro arrivo vi facessimo accomodare nella sala VIP- ticchettava sui tacchi in continui sorrisi cordiali e timorosi.
-Vip…?- inarcò un sopracciglio Zoro, seguendola e lanciando un’occhiata perplessa a Franky.
Era un attore emergente, troppo giovane per essere un Very Important People a tutti gli effetti, ma in ascesa dell’alta piramide del successo grazie alla sua prestanza fisica e al fascino del ragazzo ribelle e indomabile, con lo sguardo oscuro e il ghigno inquietante che faceva palpitare innumerevoli cuori e che gli era valso la sua rapida notorietà nonché una buona stuola di fans.
Era stato notato per caso dal produttore della casa cinematografica alla premiazione del suo ultimo flm di seconda serie.
La proposta di partecipare a quella pellicola era arrivata ben presto e con essa la promessa di sfondare.
Non che a Zoro interessasse più di tanto, ma i soldi gli erano comodi come anche i vizi che il suo lavoro gli permetteva.
-Si…- zampettò ancora la segretaria, Cosette se non sbagliava, così aveva detto di chiamarsi  -… Miss Iva tiene particolarmente a questa sceneggiatura, e vuole che vi si dedichi un servizio privilegiato-
-Super!- commentò eccitato Franky, rivolgendoli pollice alzato alla ragazza quando quella gli aprì una porta a vetri alla fine del corridoio.
-La prima a destra- indicò con flebile dito teso, imbarazzata dal pollice dedicatole –Miss Iva e la sua assistente arriveranno subito-
Franky annuì, e seguito da Zoro varcarono la porta continuando il corridoio.
L’attore guardò  scomparire la figura della segretaria, la mente iniziava a ridestarsi dal torpore mattutino.
Il suo agente gli aveva detto fin da subito che il film sarebbe stato girato in segreto, per evitare fughe di notizie riguardo la trama o sui protagonisti e dai loro interpreti.
La casa cinematografica puntava molto sulla pellicola, e sui giovani attori che aveva scelto.
L’obiettivo era chiaro: creare un Colossal che sarebbe rimasto nelle memorie dei critici ma soprattutto nei cuori di generazioni di fan.
La segretezza era tutto, il possibile flop uno scenario da evitare ma che si poteva nascondere dietro a ogni singolo ciak.
Per questo, quando gli era stato annunciato che era stato scelto per il ruolo del protagonista maschile, Franky lo aveva imbarcato sul primo aereo disponibile per Dressrosa, armato di poche, se non esigue, informazioni sul suo nuovo incarico e fatto arrivare in gran segreto nella città sede degli studio cinematografici.
Sapeva solo che sarebbe stato il co-protagonista, la pellicola era una commedia romantica e che il contratto che aveva firmato lo riteneva responsabile per ogni tipo di fuga di notizie lui rigiuranti, e che se fosse successo tale disastroso scenario, lui sarebbe stato licenziato su due piedi e la casa produttrice avrebbe negato ogni singola sua partecipazione alla pellicola.
Lavora bene e tieni cucite le labbra, urlava il suo contratto.
Tuttavia, quelle magre informazioni non permettevano al giovane di orientarsi nel ruolo che presto avrebbe interpretato, e qualche piccola parola in più gli sarebbe stato utile.
-Franky- lo chiamò non appena rimasero soli, avanzando nel corridoio –Non mi hai ancora accennato nulla della sceneggiatura-
-Oh!- lo guardò l’omone, abbassandosi le lenti scure degli occhiali –Mi è arrivata una copia giusto, giusto stamattina in Hotel- agitò la ventiquattrore che stringeva con forza nel palmo sinistro davanti gli occhi di Zoro, picchiettandola con un ditone.
-Non preoccuparti!- gli fece l’occhiolino –Non gli ho ancora dato un’occhiata ma sono certo sia una buona merce-
Zoro storse le labbra.
-L’ultima buona merce che mi hai fatto firmare prevedeva che interpretassi un ammazza alieni in uno splatter senza capo ne coda- gli rimbeccò, memore di quante sacche di finto sangue gli erano scoppiate in faccia nella sua ultima pellicola.
-Ehi, quel film ti ha fato guadagnare centinaia di fangirls!- l’additò, fermandosi davanti alla porta indicata dalla receptionist –E da loro hai ricevuto tanti bei soldini per la vendita dei tuo merchandising-
Il verde tornò a ruotare le pupille al cielo, facendo ridacchiare l’agente.
-Non preoccuparti della sceneggiatura Zoro!- lo colpì con una spalata –Hai ben altro a cui pensare ora!-
-Per esempio?- sbottò con fare scontroso.
Non sapeva che razza di ruolo gli avevano affibbiato, non sapeva se sarebbe stato uno stupido omuncolo innamorato o il tipico clichè del lupo solitario dal cuore d’oro: era allo sbaraglio e il suo agente gli diceva di non preoccuparsi?
-Mi pare ovvio: devi ritrovare la tua Cenerentola!- abbassò la maniglia entusiasta –Hai il suo nome, quanto può essere difficile ritrovarla con i mezzi odierni? Facebook, twitter, instagram... ritrovarla sarà facilissimo. E quando la ritroverai, coronerai il tuo sogno d'amore!-
-Franky- sospirò -E' stata una botta e via. Non l'amore della mia vi…-
-… credimi Jinbe, fosse per me non sarei qui! Anzi, mi chiedo che ci faccio ancora dentro quetsa stupida saletta!-
Lo strillo che gli accolse li fece zittire.
-Ti prego calmati, sai bene che non posso farci nulla. Emporio è stato chiaro:  quella scena non è contrattabile-
Un uomo sulla quarantina si rivolgeva con calma e pacatezza a una giovane donna furiosa, che marciava avanti e indietro nel piccolo salottino privato che era stato riservato alla troupe degli attori del film, dando le spalle a Zoro e  Franky ignorando la loro esistenza.
-E la mia carriera lo è invece?!?- sbraitò, agitando la chioma fluida che s’infiammava come il suo carattere, rivolgendosi iraconda all’uomo placidamente seduto su una poltroncina in pelle.
-Siediti e parliamone- cercò di rabbonirla –Non è la fine del mondo e…-
Impiantò le lunghe gambe fasciate dalle calze davanti all’uomo, incenerendolo con lo sguardo nocciola e infiammabile.
-Io non girerò quella scena- sibilò ogni singola parola –Farò di tutto per evitarla… ho già iniziato!- sbottò, prima di coprirsi il volto con una mano –Solo devo aver beccato l’unico imbecille della città!-
-Come?- inarcò un sopracciglio Jinbe, scosso da un brivido di agitazione –Cosa hai fatt... oh!- si alzò dalla poltrona accorgendosi dei nuovi arrivati –Salve, voi dovete essere Mr Roronoa e il suo agente Mr  CuttyFlam- si sporse a tenere una mano al collega.
-Scusate la sfuriata della mia cliente- si scusò, richiamando con un borbottio la ragazza che piegò appena il capo verso il trio, non accennando a un sorriso e degnandogli di appena mezza occhiata.
Mezza occhiata che colpì in pieno Zoro, la cui espressione impassibile mutò in un rapido ghigno quando la riconobbe.
-Ma tu pensa- sorrise sghembo –Piccolo il mon…!-
Un tacco dodici attraversò la stanza.
Un tacco dodici schivò con accuratezza Jinbe e Franky, ancora intenti a stringersi la mano.
Un tacco dodici colpì in pieno viso Zoro.
Un tacco dodici si schiantò contro il naso dell’attore, facendolo sanguinare.
Un tacco dodici fece urlare Jinbe, esasperato.
-Nami!- urlò, invocando i suoi avi -Per l’amore del cielo! Che diamine ti prende?-
-Fratello! Fratello? Fratello stai bene?!?-
Un tacco dodici.
Solo a questo riusciva a pensare Zoro.
A un tacco dodici e al fatto che aveva appena ritrovato la sua Cenerentola.
E decisamente non in un modo convenzionale come nella favola.
 
 

 
   
 
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