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Autore: Recchan8    21/12/2017    2 recensioni
"Dopo la fine ci sono sempre speranza e rinascita".
La comparsa di Master Pharoh 90 risvegliò la bella Guerriera della Morte e della Rinascita. La falce di Sailor Saturn venne puntata verso il basso e la Terra venne distrutta e ricreata, e con lei tutte le anime presenti sulla sua superficie.
Kunibert è al primo anno di università; ancora non sa di essere la reincarnazione del comandante degli Shitennou, Kunzite, e di aver ricevuto in dono dalla silenziosa guerriera una preziosa seconda possibilità.
Genere: Azione, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inner Senshi, Shitennou/Generali
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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-”Allora, Kunibert della kunzite, lo farai? Cambierai la mia vita?”-.
La ragazza dai capelli corvini lo guardò altezzosa mentre, mescolando il mazzo di tarocchi nelle mani dalle dita affusolate e dalle unghie laccate di rosso, gli si avvicinava con passi rapidi e decisi. Il rumore dei suoi tacchi a spillo riecheggiava per la strada silenziosa.
-”Non ti avvicinare”- le ordinò Kunibert tendendo il braccio davanti a sé.
La ragazza si fermò e sbuffò spazientita. Spostò il peso sulla gamba destra e fece schioccare la lingua, visibilmente seccata.
-”Come sai il mio nome?”- le domandò Kunibert cauto. Nonostante la sua mente volesse indietreggiare e mantenere una distanza di sicurezza, il suo corpo non si mosse di un centimetro. La giovane emanava un'aura travolgente, quasi visibile da quanto era potente.
-”Io non so niente”- rispose con un'alzata di spalle. -”Sono loro a sapere tutto”- spiegò alzando una carta e mostrandola a Kunibert. -”Io mi limito a interpretare i loro messaggi. Non è una cosa da tutti, sai? Serve un animo forte e un certo legame col Kamaloka”-.
-”Col...?”-.
-”Kamaloka”- ripeté. -”Il mondo astrale”-.
Il giovane dai capelli argentati tese una mano per prendere la carta ma la ragazza gliela tolse da sotto il naso e la infilò nel mazzo; dopodiché se lo mise nella tasca dei pantaloni neri e si posò le mani sui fianchi. Si guardò intorno e arricciò il naso.
-”Hai intenzione di stare a fissarmi ancora per molto? Cos'è che non capisci?”- gli domandò scorbutica.
Kunibert scosse il capo e si portò una mano al viso. Ancora scosso dall'improvviso e del tutto inaspettato attacco dell'essere nero, non riusciva a stare dietro alla ragazza mora. Cos'è che aveva blaterato fin'ora? Qualcosa riguardo ai suoi tarocchi che sanno cose che lei non sa...?
-”Non... Non capisco chi tu sia”- le disse con sincerità ed esasperazione.
La ragazza incrociò le braccia al petto e roteò gli occhi.
-”Dio, come sei ottuso!”- si lamentò a denti stretti. -”Avresti dovuto riconoscermi subito”-. Si alzò la manica della giacca e porse il polso a Kunibert, il quale lo guardò senza capire. -”Toccami, Kunibert. Toccami, affinché io possa riacquistare i miei ricordi perduti”-.
Kunibert spalancò gli occhi grigi e fissò sbalordito il volto serio della ragazza. Questa, sempre tendendo il braccio verso Kunibert, con la mano libera si sciolse la coda e lasciò che i lunghi capelli neri le ricadessero sulla schiena. Solo allora davanti agli occhi del comandante dei Quattro Generali Celesti si sovrapposero due figure: quella della ragazza dei tarocchi e quella della combattente più passionale che avesse mai conosciuto.
-”Anche tu qui...”- mormorò.
-”So di essere qualcuno, ma al tempo stesso non so chi sono”- disse la giovane con frustrazione. -”Ho abbandonato la mia vecchia vita per tuffarmi a capofitto in questa avventura. Ti prego, ragazzo della kunzite, aiutami”-.
Kunzite, dopo aver intrecciato i suoi occhi con quelli violetti della ragazza, le afferrò con sicurezza il polso.
-”Sei la bentornata”- le disse, e chiuse gli occhi. Una piacevole sensazione calda si propagò nel suo corpo, come una fiamma che, nata dal petto, irradiava il suo calore in ogni direzione.
Quando Kunibert riaprì gli occhi vide splendere il simbolo di Marte sulla fronte della giovane dai capelli corvini.

 

 

Erano trascorsi quindici minuti da quando la comunicazione con Kunibert era stata bruscamente interrotta; le sue ultime parole erano state “Un altro...!”. Mackenzie si era immediatamente tolta di dosso l'accappatoio e si era trasformata in Sailor Jupiter. Poco prima di lasciare il suo appartamento aveva lanciato un'occhiata alla Penna di Trasformazione, indecisa se portarla con sé o se lasciarla sul tavolo della cucina.
E' solo una penna”, aveva pensato spalancando la finestra e lanciandosi nel buio della notte alla ricerca del compagno in pericolo.
Trovò Kunibert nella via di casa sua in compagnia di una ragazza dai lunghi capelli neri. Dopo aver saltato di palazzo in palazzo e volteggiato nella notte, Sailor Jupiter atterrò alle spalle di Kunibert e si scostò i capelli castani dal viso.
-”Cos'è successo?!”- domandò allarmata.
Kunibert si voltò e le sorrise. Le indicò la ragazza mora e questa si fece avanti legandosi i capelli in una coda alta. Sailor Jupiter, dopo un attimo di confusione, la riconobbe e si coprì con le mani la bocca spalancata
-”Ti sono mancata, Jupiter?”-.
-”Mars!”- esclamò Sailor Jupiter correndole incontro. La abbracciò e la sollevò in aria. -”Mars! Ti abbiamo trovata!”- quasi gridò con le lacrime agli occhi.
-”E' stata lei a trovare noi”- spiegò Kunibert sorridendo.
Sailor Jupiter, messa a terra Mars, la afferrò per le spalle e spalancò gli occhi verdi.
-”Come ci sei riuscita?!”-.
-”Tre mesi fa, ordinando la cantina di mia nonna, ho trovato un mazzo di tarocchi. Quando l'ho preso in mano ho sentito la voce di Saturn dirmi che mi aveva donato una seconda possibilità e che quelle carte mi avrebbero guidata verso il mio destino. Ho imparato a leggere i tarocchi e un giorno loro mi hanno detto di trasferirmi qui e di cercare colui che avrebbe cambiato la mia vita”-.
-”Ma è favoloso!”- commentò Sailor Jupiter esaltata. Abbracciò nuovamente Mars e si rivolse a Kunibert. -”Hai visto? Ci stiamo riunendo!”-.
Kunibert sorrise, ma in quel piccolo gesto si nascondeva una punta di malinconia. Mackenzie aveva trovato una delle sue compagne, mentre lui... Nephrite stava a pochi centimetri, era vicino, vicinissimo, ma allo stesso tempo distante anni luce. Sarebbe bastato sfiorarlo per fargli tornare la memoria, ma Kunibert aveva una domanda, un dubbio atroce, e non era certo di voler saperne la risposta.
Distante pochi passi, guardò Mackenzie fare le feste come un cagnolino alla compagna. Strinse i pugni lungo i fianchi e si fece forza.
La ricerca dei loro compagni era ancora solo all'inizio.

 

 

Era da qualche settimana che non si sentiva bene.
Ogni mattina si alzava con un opprimente peso nel petto e faceva fatica ad alzarsi dal letto e a uscire di casa; ormai lo faceva più per inerzia che per altro. Strascicava i piedi, teneva la schiena e le spalle curve, lo sguardo abbassato a terra e le sue mani erano costantemente fredde. Quando era in facoltà faceva di tutto per mostrarsi al meglio della sua forma: nascondeva il disagio dietro a una perfetta maschera e sorrideva.
Presto il disagio fisico crebbe e contaminò la sua mente.
Si auto-diagnosticò una forma di depressione e tentò in tutti i modi di distrarsi e di sollevare il proprio morale; ma quel tremendo peso nel petto non accennava a voler andarsene e nel giro di poco tempo i suoi occhi, che si erano fino a quel momento sforzati di vedere il mondo sotto una luce positiva, cedettero e persero.
Il mondo, per lui, era solo un orribile buco nero.
Voleva essere aiutato. Era convinto che da qualche parte esistesse qualcuno in grado di tendergli una mano e di aiutarlo a rialzarsi, ma nessuno sembrava intenzionato a farlo. Si sforzò. Andò in cerca di una mano, di un appiglio abbastanza solido da sostenere lui e il suo peso, ma quelle piccole e fragili sporgenze che era riuscito a trovare non erano state in grado di reggerlo.
La sua maschera, però, era indistruttibile.
Il colpo di grazia arrivò quando meno se l'aspettava. Come una silenziosa stilettata nel basso ventre, quella persona lo gettò nel buio più totale.
Quella persona, sconosciuta fino a pochissimo tempo prima, divenne il centro del mondo; lui, incapace di chiedere aiuto eppure desideroso di ottenerlo, sprofondò nella disperazione.
L'ultimo appiglio crollò e Dacre cadde.



















NOTE DELL'AUTRICE
Non avete idea di quanto sia frustrante essere costretti ad aggiornare una volta ogni morte di papa. Purtroppo le cose non cambieranno, gli aggiornamenti procederanno moooolto a rilento. Mi dispiace veramente tanto, ma l'università e gli impegni irl sono quel che sono :/ Spero possiate perdonarmi :(

Ma parliamo della storia! La seconda Guerriera Sailor ha fatto la sua comparsa, la fu Rei Hino! Anche Nephrite bazzica per la città, ma Kunibert/Kunzite non è sicuro di volerlo risvegliare.
Avete capito per quale motivo?
Contemporaneamente, abbiamo scoperto che Dacre non se la sta passando bene; anzi, non l'ha mai fatto.

Ci vediamo al prossimo capitolo! ^^

P.S. Se non volete aspettare fino al prossimo aggiornamento per conoscere il nuovo nome di Rei, chiedetemelo pure: sarò più che felice di "concedervi" questo piccolissimo spoiler <3

 

   
 
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