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Autore: Sarandom    21/12/2017    3 recensioni
Scusate, avevo solo bisogno di dolcezze. Dean, Cas, Sam, Jack e la quotidianità.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Welcome Home Parte 2 

 

Dean non aveva intenzione di parlare di nuovi mondi, angeli o demoni, era solo estremamente felice di riavere tutte le persone che amava accanto a lui. Con Sam, Mary, Castiel e Jack si riunirono al war table, con delle birre e tanta pizza, cercando di ricordare i piccoli bei momenti passati. Dean aveva più cose da raccontare, le quali Mary ricordava bene e aneddoti sul piccolo Sammy, Castiel cercava di non pensare a Lucifer, Asmodeus e la paura che gli angeli avrebbero potuto fare irruzione in qualsiasi momento, ucciderli e portare via Jack. Come se il ragazzo avesse ascoltato i suoi pensieri, gli passò l’ultima fetta di pizza del suo cartone. 

“No, è tua, sai che non mangio” e bevve un sorso della birra. 

“Lo so, ma ti serve” 

Mh?” si girò. 

“Ho notato che quando si è giù di morale, si mangia” 

Castiel lo fissò. “Hai imparato molto da quando sei qui” 

“Mi piace osservare. E poi – indicò Dean- dovevo convincerlo di non essere letteralmente il figlio del demonio” tirò la frecciatina, non proprio solo simbolica a Dean che la prese in pieno e rise. “Ha ragione. Menomale mi sono ricreduto” rispose infatti, alzando la sua bottiglia. 

“Menomale che è tornato Castiel” fece Sam, che alzò la sua. 

“Mamma” aggiunse Dean. 

“Grazie a Jack” disse lei. Fecero il brindisi, poi Dean si asciugò le labbra “Allora, ti va di…raccontarci come è andata. Sperando tu possa dormire questa notte?”  

“Per fortuna con Lucifero è durata poco, fosse andata avanti…non so se sarebbe stato meglio di Michele” 

“Sicuramente simile, però a Lucifero piace giocare” rispose Sam, disgustato sul finale e bevendo un altro sorso. Sam cercava ancora in tutti i modi di soffocare quelle vecchie sensazioni. Era riuscito a vincere la bruciatura, la ferita che il diavolo aveva marchiato su di lui, ma il ricordo restava sempre in agguato e lui era l’unico che potesse capirsi. Nessuno lo aveva vissuto sulla pelle, non che lo avrebbe voluto, non lo augurava a nessuno, ma era da solo in quella battaglia interiore. 

A Dean non piaceva affatto vederlo in quel modo. Dopotutto era cresciuto con l’intento di proteggerlo, sapeva bene della diversità delle loro vite, dei loro drammi personali e delle loro scelte diverse, ma soprattutto del modo diverso di affrontarli e con chi. Dopo aver parlato con la psicologa delle recenti perdite che avevano vissuto, Sam era riuscito ad esporsi. Il non aver mai potuto avere un rapporto con la madre era la cosa che si portava dietro e pesava enormemente. Quindi, con quei pensieri a fargli da grillo parlante, si tirò sulla sedia. “Perché voi due – li indicò – non ne parlate? Sì, beh, avete avuto un’esperienza simile. Ne avete bisogno” 

Sam lo guardò incredulo, sapeva quanto per Dean fosse importante il rapporto con Mary, ma certo non si tirò indietro. “Mamma, te la senti?” 

“Certo” 

“Ti va un thè?” 

 

- 

 

Mary prese un sorso della sua bevanda calda, e rivolse un sorriso, da mamma, a Sam, il quale teneva il capo basso. Il loro rapporto non aveva mai avuto modo di evolversi; non era stato concesso loro abbastanza tempo per questo; e neanche quando era tornata. 

Dopo qualche minuto silenzioso disturbato solo dal ronzio invisibile delle luci, la cacciatrice si concesse di porre fine al silenzio. 

"Il destino è stato crudele con noi. Non hai idea di come io mi senta a pensare che non ti ho mai visto crescere, imparare a leggere, innamorarti per la prima volta..." 

"Oh, quella hai fatto bene a non vederla. Anzi, vederle? Non  è mai andata bene e una era un demone" rispose Sam, con un risolino nervoso.  

Mary restò interdetta, il fiato sospeso. “È tutta co-“ 

“Non fartene una colpa. Sono state mie decisioni e sia Dean che papà hanno sempre saputo di non aver avuto mai la possibilità di mettere certe idee nella mia testa” 

“John non avrebbe dovuto” 

“No. Ma neanche tu, non te ne do una colpa però…ho fatto lo stesso quando Dean è diventato demone, credo sia la maledizione di famiglia” fece un sorriso sghembo. 

“Mi dispiace di avervi lasciati soli anche adesso, tutta la storia con gli Uomini di Lettere…avrei dovuto pensare a voi” 

“E invece dovevi comunque pensare a te stessa. Anche a me è capitato. Sai quante volte io e Dean abbiamo litigato? E siamo ancora qui.” 

Mary strinse le mani attorno alla sua tazza “Come è stato? Come l’hai vissuta?” finì di domandare per poi guardarlo. 

Sam ci mise un attimo per ricambiarla. 

“Qualcosa dentro di me la sentivo, man mano che ci avvicinavamo era evidente. Mi ero sempre sentito diverso e non capita – non è capitato - solo a me. Ma il fatto che papà ha sempre cercato di proteggermi dando a Dean il compito di—La mia fine per lui era sempre stata quella? Non ho mai avuto la possibilità di chiederglielo.” 

“Vostro padre vi voleva bene. Anche se i modi erano cambiati…” 

“Questo continuo a crederlo” abbassò il capo e Mary allungò una mano stringendo la sua. 

“Dean ti avrà raccontato tutto” 

“Non i particolari, quelli puoi dirmeli solo tu. Cosa hai provato?” gli accarezzò il dorso con il pollice. 

“Lui…è stato terribile. Prova gusto a farti impazzire. Fa di tutto pur di annientarti. Psicologicamente…fisicamente. Pensavo di non poter più tornare indietro. Dean e Castiel hanno provato di tutto, anche metodi estremi, ma alla fine ci sono riusciti” 

“Ora è il mio turno” disse lei. 

Alzò la testa e sembrò sicuramente incredulo ai suoi occhi. 

“Non darmi quello sguardo, mi fai sembrare una snaturata, ovvio che adesso dovranno tutti passare…di nuovo, sul mio cadavere per toccarvi” 

“Non dire così” fece Sam, strizzando gli occhi, un po’ divertito. 

“Suona malissimo, vero?” 

Risero entrambi. 

“Potrei aver…fatto una ramanzina a Dean, forse un po’ geloso lo sono sempre stato. Guardarvi…ricordare i tempi passati, so di non poter esserci…è che-“ 

“Non è mai troppo tardi per costruirli” 

Sam non rispose e lei continuò. 

"sai... che ho continuato a pensare a te sempre, pure quando non ero sulla Terra? Dean non era la mia unica preoccupazione..."  

 Ma poi fece un respiro.  “Sono dispiaciuto, e trovo così ingiusto..."  

"Troppe cose sono ingiuste in questo mondo, tesoro."  

Sam fremette nel sentire quel nomignolo. Quand'era stata l'ultima volta in cui avevano usato qualcosa di simile per lui?  

Annuì, più consapevole di quanto Mary potesse immaginare.  

"Ti voglio bene, mamma."  

Non sbirciò la reazione di Mary; rimase a fissare la sua tazzina finché la donna non si alzò dal tavolo e lo circondò con un braccio, stringendolo piano a sé. "Anche io ti voglio bene." 

 

 

Angolo di Sarandom 

Mary è tornata e i suoi bimbi sono un po' più felici. Questa è la prima volta che cerco di scrivere dal punto di vista di Sam, nelle prime stagioni purtroppo mi sono affezionata più a Dean e le decisioni del minore non mi sono mai piaciute, ma sicuramente riguardandole adesso cambierei opinione. Spero di non averlo scritto male <.< (E grazie alla consulenza di Feathers )

Piccolo spoiler: manca ancora un capitolo prima di quello di Natale e non riuscirete mai a capire di chi o cosa parlerà muhahah 

 

 

   
 
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