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Autore: kagura    22/12/2017    1 recensioni
Una torre, due antichi rivali che si affrontano ancora una volta.
C'è chi dice che l'assenza di speranza doni la pace e forse è davvero così.
"Voglio che Harry Potter accetti la realtà dei fatti, che anche se il bene ha vinto, ciò che accadrà ai vinti non sarà mai buono."
ATTENZIONE leggere attentamente la premessa!
Ho revisionato e riscritto la storia, ma ho lasciato anche il vecchio capitolo. (2007 vs 2017)
Enjoy
Genere: Dark, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Note: AU | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Il buio è calato e ci parla del mistero, dell'ignoto.
Quando la logica allenta la sua morsa e l'immaginazione prende il sopravvento.
La notte fa brillare le stelle... e fa diventare noi reali.
(American Horror Story)




Atto 1


La notte è incredibilmente luminosa nonostante i tempi bui in cui ci troviamo, la luna alta nel cielo è come un faro che illumina le macerie di quella che un tempo era la mia casa. I rumori della battaglia si perdono dietro le mie spalle quando la porta di legno viene accostata, la foresta oscura si staglia avanti a me e se stringo forte gli occhi posso intravedere la ferrovia e Hogsmade poco lontana, qualcuno potrebbe pensare che sono scappato, i festeggiamenti mi stanno stretti, la felicità stona troppo con i ricordi dei morti durante questa guerra. 
Forse è per questo che sono qui, sulla torre dove tutto è iniziato, li dove Silente..
- Potter
La voce morbida è cambiata, col tempo. Un anno non è tanto, ma ciò che abbiamo vissuto ci ha invecchiato cento anni. Ho un dejavù quando mi volto, i capelli biondi scompigliati, gli abiti stropicciati e sul volto un'espressione disperata.
- Malfoy, non so perchè, ma sapevo che ti avrei reincontrato qui.
La sua sorpresa mi strappa un sorriso divertito, lui non sa, io so troppo. Lo vedo tentennare ancora, come quella volta in cui la vita di entrambi e di troppi nel castello è cambiata drasticamente.
- Ah si? E dimmi, perchè?
Mi sembra di tornare ai primi anni di scuola, a quella sfrontata spenzieratezza, a quel duello di lingue e frasi sprezzanti che ci sputavamo addosso senza pensare alle conseguenze, a quei muri che creavamo e che col tempo avrebbero designato il nostro destino. 
O quantomeno il destino di uno dei due.
- Perchè qui è dove tutto è iniziato.
Qualcuno potrebbe dissentire. Voldemort ha iniziato questa guerra molto prima che io nascessi, e la seconda parte forse è iniziata con la mia nascita, ma credo che il punto di svolta di tutto sia stata davvero quella notte, quando l'unico baluardo di resistenza contro l'avanzata di colui che non poteva essere nominato, venne colpito da un raggio verde.
- E dove finirà.
La luna è troppo luminosa. Illumina il volto di Draco come se fosse giorno e la lacrima che solitaria gli scende sulla guancia sporca mentre mormora quelle parole è impossibile non vederla. So cosa pensa, non c'è futuro per i vinti. Ci illudiamo che il bene abbia trionfato, ma la realtà è ben diversa e crescendo me ne sono reso conto, alza la bacchetta puntandola contro il mio petto e sento la mia fedele compagna, da poco ricomposta grazie al dono di sanbuco, fremere tra le mie dita.
- Potter, sono un assassino, non è vero?
Non rispondo, mi limito ad osservare quel volto frustrato, gli occhi socchiusi non hanno più lacrime. Forse, penso, ho appena assistito all'ultima lacrima di Draco Malfoy e mi rendo conto di quanto sia speciale questo momento. Draco non è un assassino e mi sembra di rivivere quell'istante sulla torre e di capire, comprendere, le parole e il dolore di Silente.
- Perchè non rispondi? DILLO, DILLO CHE SONO UN ASSASSINO!
Vuole una conferma che non posso dargli ne ora ne tra un milione di anni, e mentre sorrido lascio cadere la bacchetta a terra, scuotendo lentamente il capo. C'è futuro per i vinti. IO, Harry Potter, voglio dimostrare a Draco Malfoy che il nuovo mondo che verrà sarà buono, luminoso, che non è un assassino, solo una vittima degli eventi e che c'è speranza per il perdono.
Anche per quel lampo verde che improvvisamente illumina il mio sguardo.


Atto 2

La notte è troppo luminosa eppure non riesce a diradare l'oscurità in cui mi sento perduto. La guerra è finita, la gente festeggia e balla e canta e io? Ho visto mio padre cadere e nonostante il dolore non ho potuto fare a meno di chiedermi se non fosse giusto così. Ho visto tanto, in questo anno e ho fatto tanto.
Le mie mani si sono macchiate di indicibile sofferenza e riesco a vedere davanti ai miei occhi i volti di coloro che ho contribuito a far stare male. I cadaveri in sala grande pesano anche sulla mia coscienza e più di tutti quello che riposa nella tomba bianca fuori dalla scuola, la tomba che vedo da qui, oltre il muro in rovina della torre dove tutto è iniziato, dove ho permesso che quella che consideravo la mia casa venisse profanata per sempre.
La porta di legno si apre con un cigolio e voltando lo sguardo la figura del bambino che è sopravvissuto si staglia contro una luna troppo luminosa, non mi ha visto e potrei defilarmi in silenzio eppure qualcosa mi spinge a farmi avanti, a cercare un confronto.
- Potter.
La mia voce è cambiata, ma mai come il suo sguardo. Ciò che vedo nei suoi occhi è la sconfinata saggezza di un sopravvissuto e sento su di me la responsabilità di quello sguardo.
- Malfoy, non so perchè, ma sapevo che ti avrei reincontrato qui.
I primi anni di scuola, affrontare la popolarità di qualcuno fu come schiantarmi contro un muro. Io, che dalla nascita ero stato al centro dell'attenzione, venivo sorpassato e messo in secondo piano da colui che, in un qualche modo, io stesso avevo messo su un piedistallo. Quell'odio non era rivolto a Potter, ne ai suoi amici, era rivolto a me stesso e alla mia incapacità di essere superiore. Ora, più che gelosia, le sue parole mi irritano pungendomi in zone sensibili, mi sento accusato e al tempo stesso giustificato dal suo sguardo e questo mi spaventa.
- Ah si? E dimmi, perchè?
- Perchè qui è dove tutto è iniziato.
Un dolore sordo al petto mi costringe ad abbassare lo sguardo, il peso di un anno di battaglie e torture mi cade addosso come una frana. La notte è troppo luminosa e quella frana mi riporta alla realtà, mi mostra il futuro, ciò che avverrà nei prossimi anni e ciò che mi aspetta per le decisioni che ho preso, per la famiglia in cui sono cresciuto e per ciò che ho fatto.
- E dove finirà.
E' un pensiero che scivola dalle mie labbra senza che possa davvero rendermene conto, un idea che mi passa davanti agli occhi e che si realizza nel pizzicore che sento sulla punta delle dita mentre alzo la bacchetta che era di mia madre e la punto verso Harry stringendola con forza inaudita, carica di rabbia, di paura e di sentimenti che non riesco a decifrare mentre la guancia si inumidisce e per un attimo penso che stia iniziando a piovere, dimenticandomi anche solo di poter, effettivamente, piangere ancora.
- Potter, sono un assassino, non è vero?
Conferma, voglio solo questo. Voglio che qualcuno finalmente l'ammetta così che io possa sentirmi in pace, così che possa accettare il destino che mi si prospetta davanti senza la speranza di poter essere innocente, di poter avere un futuro e una vita fuori da questo castello, lontano da questa torre e dai fantasmi che la popolano. Voglio che Harry Potter accetti la realtà dei fatti, che anche se il bene ha vinto, ciò che accadrà ai vinti non sarà mai buono.
- Perchè non rispondi? DILLO, DILLO CHE SONO UN ASSASSINO!
Tremo, il mondo mi soffoca, l'oscurità mi avvolge come una stoffa troppo pesante e sento ancora le braccia dell'oscuro signore avvolgermi in un abbraccio che di affettuoso non possedeva nulla, ma che a modo suo, mi ha rubato l'anima mostrandomi al mondo come sporco e sbagliato. Come cattivo. 
Harry Potter sorride e io comprendo che è impossibile spezzarlo, vedo nei suoi occhi la cocciuta convinzione di Silente, il desiderio di lottare, di dimostrare qualcosa che è impossibile da dimostrare. 
Il lampo verde che lo avvolge non spegne davvero quello sguardo. Vedo il corpo di Potter cadere a terra senza un lamento, come una marionetta a cui hanno tagliato i fili e tutto scivola via. La paura e la rabbia scompaiono lasciando un enorme vuoto nel centro del mio petto. Non c'è più nulla, non c'è speranza, non c'è paura ne dolore.
Sono libero e mentre penso a questo rivolgo la bacchetta alla mia tempia, osservo la luna troppo grande e lascio scorrere la magia in me.
- Perchè sono un assassino.
E merito di morire.

Epilogo

E' una notte troppo luminosa per passarla rinchiusi nella casa comune. Joshua sale le scale due a due mentre il suo amico Mike lo segue a fatica, arrancando tra ragnatele e polvere.
Non dovrebbero essere li, eppure la voglia di infrangere le regole è troppo forte. Il padre di Joshua un giorno ha raccontato ad entrambi della storia dei fratelli Weasley e della mappa del malandrino, sui libri di storia della magia hanno letto che Harry Potter e l'esercito di silente, per non parlare dell'ordine della fenice, hanno usato quella mappa e che ora si trova nel museo di Hogwarts, la sezione dedicata alla battaglia finale.
- Hai sentito? Sembrano delle voci..
Joshua rallenta il passo, lascia che Mike lo raggiunga e resta dietro la porta di legno ormai marcia che da sul tetto della vecchia torre di astronomia, li dove nessuno può mettere piede come ordine del primo ministro Granger.
- Dicono che ci siano i fantasmi di alcuni studenti morti durante la seconda guerra che girano in quest'ala del castello, Nick-quasi-senza-testa mi ha detto che sono pericolosi, troppo dolore, sono confusi e potrebbero aggredire..
- Tipo Pix?
Mike scuote il capo avvicinandosi alla porta di legno per aprirla lentamente, uscendo tra le macerie della torre, guardandosi intorno con circospezione mentre abbassa la voce per darle un tono più sinistro.
- Peggio..
Joshua ridacchia, ma ha il corpo teso e lo sguardo nervoso di chi crede troppo nelle storie, avanza anche lui puntando verso il margine destro della torre e si ferma di colpo quando vede qualcosa tra i grossi massi delle macerie.
- Hey! Guarda!
Si china raccogliendo degli occhiali rotti e arrugginiti dalla montatura tonda, li indossa senza nemmeno pensare a cosa sta facendo e si volta verso Mike portando le mani ai fianchi e alzando poi il mento per mettersi in posa.
- Chi sembro?
L'amico si volta a fissarlo mentre se ne sta chinato in un angolo, attirato da qualcosa di luccicante tra la polvere.
- Boh..? 
Joshua sospira e abbassa le braccia con il broncio mentre si toglie gli occhiali e li lascia cadere per terra avvicinandosi all'amico.
- Come boh..dai, erano uguali a quelli di Harry Potter, non ricordi sulla figurina? Erano tondi in quel modo li, magari erano anche suoi, forse dovrei tenerli!
Si volta verso il punto dove li ha lasciati cadere e fa due passi per tornare indietro, sa che non possono davvero essere gli occhiali di Harry Potter, i libri di storia dicono che il bambino che è sopravvissuto si è ritirato in una comunità nascosta oltre oceano per scampare alla popolarità, a quanto pare preferiva passare il resto della sua vita come una persona qualsiasi. 
- OH MERDA!
L'urlo strozzato di Mike fa tornare Joshua su i suoi passi, lo raggiunge di corsa, rischiando di inciampare in un vecchio mantello strappato, probabilmente un drappo risalente all'epoca in cui la torre era ancora tutta intera. Mike è caduto indietro, il sedere piantato a terra e il fiato corto, fissa con orrore una mano scheletrica a cui è collegato un anello in argento con una grossa pietra verde che brilla alla luce della luna. Joshua aiuta l'amico ad alzarsi e lo spinge verso la porta e le scale che portano fuori da quel luogo.
- Via, VIA! 
Mentre scendono le scale, rischiando di scivolare e spezzarsi l'osso del collo si giurano a vicenda che non diranno mai a nessuno cosa hanno trovato. Non vogliono rischiare di certo l'espulsione per essere andati sulla torre di Silente, no?

La porta della torre in cima alle scale intanto si chiude lentamente da sola, il rumore della serratura che scatta rimbomba nel buio che è calato improvvisamente dopo che i due bambini sono scappati via, due figure vengono illuminate dalla luna, i carnati pallidi e i contorni sbiaditi di ricordi che non riescono ad avere il giusto lieto fine, intrappolati in un loop infinito che non da loro pace.

- Potter.
- Malfoy, non so perchè, ma sapevo che ti avrei reincontrato qui.
- Ah si? E dimmi, perchè?
- Perchè qui è dove tutto è iniziato.
- E dove finirà.
- Potter, sono un assassino, non è vero? Perchè non rispondi? DILLO, DILLO CHE SONO UN ASSASSINO! Perchè sono un assassino. Quando ti deciderai ad ammetterlo Potter?...quanto ancora dovrà passare prima di poter essere liberi?





 
Eterna risorge sempre la speranza, come un fungo velenoso.
(Charles Bukowski)
 
   
 
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