SECONDO CAPITOLO
(Prima fase)
Il giorno prima
della caccia al tesoro, precisamente il ventinove ottobre, tutti i partecipanti
si sarebbero incontrati nel Bunkamura, nel quartiere commerciale di
Shibuya, per discutere degli ultimi dettagli in vista della gara ormai vicina.
Vennero introdotti all’interno di un grande teatro con una lunga fila di sedie
bordate di rosso disposte lungo la platea deserta, circondate da pareti bianche
dallo stile contemporaneo con alcune logge per assistere dall’alto agli
spettacoli. Un mucchio di lampade e luci al neon abbellivano e rischiaravano
l’ambiente, che venne acclamato con versi di stupore da parte delle fanciulle
invitate.
A Mai sembrava un
sogno potersi trovare in un luogo diverso dai soliti che abitualmente
frequentava, mentre Noriko la teneva d’occhio con un lieve sorriso, finché la
bambina di otto anni non le diede la mano per raggiungere le sedie a loro
riservate. Lo capirono non solo da un cartello con su scritto ‘riservato’ con tanto di freccia stampata
sopra le loro teste, ma anche perché ogni sedia recava i rispettivi nomi. La
bambina e la tutrice capitarono accanto a una ragazzina con i codini bassi
laterali che rivolgeva una domanda a un ragazzo dai corti capelli spettinati,
vestito come se lavorasse in una stazione di servizio – in effetti era proprio
così, dato che faceva proprio quel lavoro part-time. Dopo di loro, si
accomodarono altri due giovani, apparentemente coetanei di questo ragazzo bruno,
che si punzecchiavano fra loro e che formavano proprio una bella
coppia.
Nei posti davanti,
una ragazzina appariscente esultava, dicendo che presto colui che li aveva
invitati sarebbe sicuramente comparso sopra il palco, mentre una donna la
rimproverava pacatamente consigliandole di contenersi un po’. Un altro ragazzo,
biondo e ben vestito, se ne stava in silenzio controllando il suo cellulare. A
Noriko e a Mai parve di averlo già visto: che fosse anche lui un personaggio
famoso?
«Miei cari!
Benvenuti a tutti! Ringo-chan è qui e vi ringrazia per non essere mancati
all’appuntamento e per aver risposto al mio invito con disponibilità ed
entusiasmo!» esordì la celebrità, procedendo lentamente verso il centro del
palco, microfono in mano. Per l’occasione, indossava un lungo abito occidentale
in stile principesco, pieno di risvolti, nastri, tulle, fiocchetti e persino
delle rose artificiali fissate in alcuni punti della gonna ingombrante. Questo
abito era azzurro ed era gemello di un abito da sposa che aveva avuto il piacere
di indossare per una sfilata di qualche anno prima. L’aveva realizzato lui
stesso emulando proprio quel modello rifinito, ritenendosi soddisfatto per il
risultato finale ne aveva fatto sfoggio con i suoi nuovi
amici.
«Ringo-chan, sei
stupendo! Farai anche a me un abito simile, quando condurremo il programma
insieme?» non riuscì a trattenersi Aoi-chan, tanto che i suoi occhi violetti
luccicavano di ammirazione.
«Chissà, Aoi-chan…
Vedremo», fece il vago lui, poi allargò un braccio per presentare due personaggi
che, nel frattempo, erano comparsi sul palco per
affiancarlo.
«Loro sono Hyuuga
Ryuuya e Shibuya Tomochika, due colleghi che si sono offerti di aiutarmi in
questa nostra iniziativa ludica».
«Piacere di
conoscervi!» esclamò una bella ragazza dai capelli rossi, che si trovava a suo
agio sul palco, proprio come Ringo, mentre l’alto uomo accanto a loro si limitò,
oltre a un cenno col capo, a mantenere un’espressione seria e compita nel suo
abito formale.
«Sicuramente alcuni
di voi ci conoscono già, mentre per gli altri dico che avrete modo di conoscerci
domani, durante la nostra caccia al tesoro. Innanzitutto, dovete sapere che ci
divideremo in due squadre, la cui divisione sarà subito proiettata nel grande
schermo posto dietro di noi. Ci sposteremo immediatamente, così potrete vedere
tutti. Signori dello staff, abbassate le luci, per favore!» ordinò
Ringo.
Le luci al neon si
spensero e sembrò di ritrovarsi a vedere un film dentro un cinema, solo che,
invece di un lungometraggio, lo schermo si fissò su un breve video in cui
passarono in rassegna varie fotografie con i loro nomi sopra, per poi smistarsi
e insieme formare uno schema preciso che determinava le due squadre
partecipanti.
Per la squadra di
Ringo: Takumi Usui, Mai Hijirikawa,
Hinata Shintani, Noriko Kanzaki, Suzuna Ayuzawa.
Per la squadra di
Aoi: Ryuuya Hyuuga, Misaki Ayuzawa,
Tomochika Shibuya, Satsuki Hyoudou, Kaoru Kurusu.
«Bene! Avete
qualcosa da dire a riguardo? Su, non siate timidi. Siete d’accordo con questo
smistamento ideale o avreste preferito stare in una squadra piuttosto che in
un’altra?» intervenne la voce affabile ed esortativa di Ringo come sottofondo al
video, dopo che tutti ebbero il tempo di leggere lo
schema.
«Noriko-san, visto?
Noi siamo insieme a Ringo-san!».
«Mai-chan, il mio
parere non conta, ma sono contenta che non ci abbiano
separate».
«Io e You-kun siamo
in squadra insieme, quindi perché non dovrei essere
d’accordo?».
«Suzuna-chan…
anch’io sono d’accordo, però avrei preferito essere in squadra sia con te che
con Misaki-chan, invece ci tocca stare con lui».
«Misa-chan, anche
se non siamo nella stessa squadra, se perdi dovrai esaudire un mio desiderio.
Sei la mia maid personale,
dopotutto».
«Alieno pervertito,
non contarci troppo, io farò vincere la squadra di Aoi!».
«Zia Satsuki,
abbiamo la tua dipendente e anche quel bel fusto sopra il palco in squadra, la
vittoria sarà nostra!».
«Beh… Questa è una
buona occasione per conoscere l’idolo di mio fratello Syo, non ci vedo nulla di
male».
Solo Satsuki non
disse nulla, la donna preferì rimanere fra le nuvole piuttosto che esprimere il
suo sincero parere, cioè che tutta quella situazione aveva
dell’incredibile!
«State buoni, su. E
non dimenticate che l’importante è sempre partecipare. Anche se effettivamente
ci saranno in serbo per voi dei premi in palio che farebbero gola a chiunque,
non dimenticate lo spirito del gioco: divertirsi e dare il massimo per
partecipare, ma senza vederla come una guerra fra di noi», ricordò loro Ringo,
ammonendoli bonariamente.
«Se non avete altro
da aggiungere, io proporrei di passare avanti: volete conoscere i nomi degli
organizzatori delle varie prove che sosterremo?» trillò la voce di Tomo-chan,
prendendo in prestito il microfono da Ringo. Atteso l’okay da parte dei partecipanti, le luci
si abbassarono nuovamente e partì un altro video.
Stavolta non videro
foto, comparve davanti a loro l’interno di uno studio televisivo e un uomo con
gli occhiali, probabilmente un giornalista messo lì apposta per leggere un
annuncio, cosa deducibile da un taccuino che teneva in
mano.
“In realtà, gli
organizzatori della caccia al tesoro non hanno bisogno di presentazioni, ma mi è
stato chiesto ugualmente di leggere queste poche righe per introdurli a voi
tutti, soprattutto a coloro che si affacciano per la prima volta in questo
ambiente.
Un debutto
strepitoso. Un successo rapido e veloce, come un piacevole batticuore che
sconvolge all’improvviso senza fare alcun male. Una felice vittoria agli Uta Pri
Award. Singoli orecchiabili. Duetti sorprendenti. Canzoni che vanno oltre i
limiti. Uniti dal potere coinvolgente della musica, dai sette colori
dell’arcobaleno e da un legame infrangibile, invidiato ed emulato da altri
gruppi emergenti. Loro sono il gruppo che ha cantato al concerto di apertura dei
Triple S e che continuerà a farci sognare anche in futuro. Nonostante le agende
piene di impegni, hanno ritagliato un momento per voi, ecco gli Starish, con
alcuni dei loro successi”.
Seguì un momento in
cui il volume si alzava, lo scenario cambiava e la musica partiva. Fu
sufficiente assistere personalmente a quel mix di dieci minuti circa,
frammentati di loro canti e coreografie, per Aoi e i suoi amici, a capire con
chi avrebbero avuto a che fare il giorno seguente, sebbene ognuno serbasse il
proprio pensiero dentro di sé. Kaoru sorrideva commosso quando l’inquadratura si
spostava sull’adorato fratello gemello, mentre Mai si sporgeva, per quanto le
era possibile, verso Noriko per commentare ciò che vedeva, i grandi occhioni
illuminati di gioia e di orgoglio per Masato. Adesso la bambina aveva otto anni
e comprendeva un pochino di più, rispetto a quando ne aveva solo cinque, la
portata emblematica di quel sogno. Un sogno divenuto realtà, un cambiamento
decisivo così forte da aver fatto mutare opinione persino a loro padre, che non
sembrava più così severo e freddo quando parlava del suo oniichama.
Per la terza volta,
la luce dei neon tornò a inondare il teatro e un silenzio sorpreso la fece da
padrone per qualche secondo, finché Ringo non prese di nuovo in mano la
situazione, con il microfono vicino alla bocca.
«Domani vedrete
cosa loro hanno in serbo per noi. Vi anticipo solo una cosa: ci saranno
precisamente cinque tappe, con cinque oggetti da recuperare. Ogni squadra si
impegnerà nelle varie prove per guadagnarsi queste cose misteriose, poi la
quinta tappa, l’ultima, la faremo insieme. La squadra vincitrice otterrà così
tre oggetti, uno in più rispetto alla perdente. Ci sono domande o vi è tutto
chiaro?».
«Sono previste
punizioni per chi commetterà degli errori durante le
prove?».
Ringo osservò che
ad alzare la mano e a porre quel legittimo dubbio era stato Aoi-chan, facendosi
portavoce di tutti, effettivamente curiosi per la
risposta.
«Mi dispiace, non
lo so. Se ci saranno punizioni o no, è a discrezione degli organizzatori. Su,
non avete nulla da temere, noi tre li conosciamo bene, non sono così fiscali»,
li rassicurò Ringo. «Altro?».
«Ci sarà da
mangiare?» si levò la voce di Shintani Hinata, assieme alla sua mano
alzata.
«Se per caso
abbiamo fame o sete, ci fermeremo a mangiare e a bere
sicuramente».
«Ci faranno pagare
tutti i biglietti nei mezzi pubblici che prenderemo?».
«La caccia al
tesoro è stata interamente sovvenzionata da Shiny. Grazie per averlo chiesto,
Ayuzawa-chan, perché un’altra cosa importante che volevo comunicarvi è che ci
verranno dati in dotazione degli zaini con il marchio dell’agenzia. All’interno,
troverete l’abbigliamento sportivo da indossare per domani, ognuno con le vostre
taglie – esatto, abbiamo indagato –, una borraccia che riempirete a casa vostra
e un pass speciale per salire su treni e metropolitane. Non ci sarà bisogno
delle autovetture, possiamo spostarci anche a piedi dentro i quartieri indicati
sulla mappa, così c’è più gusto, no?».
Ringo strizzò un
occhio, Tomo-chan annuì serena e dalla platea si levò il brusio di voci dei
partecipanti, che iniziarono a consultarsi fra loro con i vicini di sedia per
stabilire se ci fossero altre domande da fare.
«Tutto ok, miei
cari?».
Replicarono con un
sì generale. Solamente Usui Takumi sbadigliò.
«Perfetto. Allora
potete andare, qui abbiamo finito. Non vediamo l’ora che sia domani, mi
raccomando, stanotte riposate bene!».
Ringo ripassò il
microfono a Tomo-chan, mentre usciva nel backstage la sentì ricordare loro
orario e luogo della partenza, di non dimenticare gli zaini con i loro nomi che
avrebbero ricevuto all’uscita dal teatro per mano di alcuni addetti del luogo e
poi non udì altro. Egli ripensò nostalgicamente alla prima caccia al tesoro a
cui avesse mai partecipato nella sua vita, quella degli spartiti ben nascosti da
Haruki Mori, e sperò di divertirsi esattamente come quella volta. Anche se
Ryuuya sarebbe capitato nell’altra squadra, non era un problema, in fondo i due
amici non erano così inseparabili, l’esperienza di responsabili di due classi
differenti glielo aveva insegnato bene, forgiandoli nello spirito.
*
Il cane di razza akita conosciuto con il nome di Hachiko
divenne simbolo di lealtà incondizionata a livello mondiale, ancora attualmente
veniva ricordato dalla celebre statua presente fuori dalla stazione di Shibuya,
a dieci minuti dal Bunkamura,
letteralmente ‘villaggio della
cultura’, dove i nostri eroi si erano incontrati il giorno
precedente.
Ringo vi arrivò per
primo e sedette di fronte alla scultura canina, comodo nella sua tuta personale
fornita dall’agenzia, con indosso gli occhiali da sole e una benda rossa per
capelli per mascherare la sua presenza ai passanti, sperando non lo
riconoscessero per via della parrucca.
Il secondo a
presentarsi al punto di partenza della sua caccia al tesoro fu Ryuuya, anch’egli
leggermente camuffato, la terza fu Tomo-chan e a seguire gli altri personaggi,
che si presentarono a coppie di due – Usui e Misaki, Noriko e Mai, Shintani e
Suzuna, Aoi e sua zia. Quando arrivò anche Kaoru, Ringo riunì i partecipanti
intorno a sé per consegnare la mappa alla squadra di Aoi-chan e per dare a tutti
loro le ultime raccomandazioni.
Dopodiché, divisi
nelle rispettive squadre, partirono contemporaneamente alla ricerca delle giuste
linee della metro che li avrebbero condotti nei luoghi segnati nelle mappe
corrispondenti.
Per la squadra di
Ringo, la prima tappa si trovava nel quartiere di Kichijoji, mentre alla squadra
di Aoi era capitato Takaosan, il
monte Takao.
*
Sullo sfondo
verdeggiante e suggestivo del grande parco di Inokashira, il luogo più famoso nel
quartiere di Kichijoji, il gruppetto di sei persone capeggiate da Ringo smise di
correre e procedette a passo sostenuto verso la sua prima tappa, principalmente
per conservare le energie, dato che non sapevano esattamente quali prove li
attendessero lì, quindi loro si limitarono a seguire la traccia nella loro mappa
personale.
Ad accoglierli,
vicino a due stand recanti lo stemma della Saotome Agency, il trio composto da
Otoya Ittoki, Tokiya Ichinose e Reiji Kotobuki, eleganti nei loro completi in
cui risaltavano i loro colori insieme al bianco e nero.
«Buongiorno!»
salutò Ringo per tutti.
«Noriko-san, che
bello, sono vestiti da maghi!» notò la piccola Mai, scambiandosi un’occhiata
felice con la sua tutrice.
«Sì, Mai-chan. Ascoltiamo cosa hanno da
dirci, questa è la nostra prima prova», replicò a bassa voce
lei.
«Esatto, esatto.
Buongiorno anche a voi e benvenuti alla prova di magia, come questa bella
bambina ha già dedotto dalle nostre vesti di prestigiatori. Sono Kotobuki Reiji
dei Quartet Night e mi trovo qui come aiutante dei miei due kohai. Otoyan, vuoi
continuare?».
Il ragazzo dai
capelli rosso cremisi non rispose subito, stava guardando la piccola dai capelli
blu e pensò che ricordasse incredibilmente qualcuno che conosceva. Anche Tokiya
si era accorto della probabile somiglianza, ma non poteva lasciare che lui se ne
rimanesse lì imbambolato, in fondo c’erano dei tempi da
rispettare.
«Otoya, spiega
l’andamento del gioco, poi avrai tempo in abbondanza per perderti nei tuoi
pensieri».
Il ragazzo scosse
la testa.
«È vero, scusatemi
tanto. D-dunque, i tendoni dietro di noi contengono rispettivamente dei giochi
di magia che abbiamo preparato per voi. Potete decidere se entrare in uno stand
alla volta, oppure se dividervi in due coppie e seguirci nei
tendoni».
«Vi consigliamo
questa seconda scelta, poiché dei bravi cacciatori sanno che il fattore tempo è
importante in una vera caccia al tesoro», aggiunse Tokiya, pragmatico come
tendeva a essere in certe situazioni.
«Grazie mille,
ragazzi. Adesso ci consultiamo fra noi e vi facciamo sapere», disse Ringo,
prendendo da parte i suoi partecipanti e facendoli disporre a cerchio intorno a
sé, mentre anche i tre idol si dividevano sparendo dentro gli
stand.
«Io entro con
You-kun. Seguiamo il primo che si è presentato nella tenda a sinistra», decise
Suzuna, la sorellina di Misaki e la prima a prendere la
parola.
«Non ho nulla in
contrario. Speriamo solo di non capitare nella prova più difficile», rispose il
ragazzo chiamato in causa, ossia Shintani Hinata.
«Io non lascio
Mai-chan da sola. Entriamo nella tenda a destra con gli amici del signorino
Masato», riferì Noriko dopo di lui.
«Noriko-san, a me
sta bene!» esclamò la piccola.
«Perfetto! Io
rimarrò fuori ad aspettarvi, mi fido di voi, mentre Usui-kun seguirà chi più gli
aggrada. Andiamo pure a comunicare la nostra decisione, finora ci siamo intesi
alla grande, continuiamo così», si complimentò Ringo, il
caposquadra.
«Spero ne valga la
pena. Devo battere Misa-chan e riscuotere il premio che desidero da lei»,
concluse Usui, beccandosi un’occhiata contrariata dall’amico d’infanzia di
Misaki, che aveva una cotta per lei da sempre ed era geloso della loro
complicità e vicinanza.
Si limitarono,
tuttavia, soltanto a un breve scontro di sguardi, sembravano due cani pronti a
saltarsi al collo, ma fu rapido, dal momento che Suzuna trascinò presto con sé
il ragazzo dentro la tenda scelta. Silenziosamente e con le mani dentro la tasca
della sua felpa, Usui Takumi andò dietro di loro.
Quindi, nella tenda
a destra entrarono Mai, Noriko, Otoya e Tokiya, mentre in quella di sinistra
Takumi, Hinata e Suzuna seguirono Reiji.
«Questa è una prova
che comprende un mazzo di carte e una moneta da cinquecento yen. Il trucco di
magia che andrò a eseguire per voi riguarderà la carta che pescherete dal mazzo
e la moneta. A un certo punto, spariranno entrambe e voi dovrete capire il
trucco. Mi sono spiegato bene?».
«Sì! Mai-chan ha
capito tutto!».
«Sei stato
cristallino, Ittoki-kun, anche se sembri più in ansia tu di noi due. Rilassati,
non ti mangiamo mica».
Solitamente Noriko,
diffidente con gli estranei com’era, non si esprimeva così informalmente con un
ragazzo appena conosciuto, ma l’amico del signorino in qualche modo le faceva
tenerezza. Forse perché tante volte lo aveva visto cantare e ballare su uno
schermo, mentre seguiva i concerti degli Starish insieme alla bambina, dandole
l’impressione di una solarità positiva, di una giusta dose di grinta e di una
limpidezza tipica dell’infanzia, che applicata a un ragazzo mutava in sincerità
d’animo.
«Non ero affatto
pratico di giochi con le carte, ho dovuto impegnarmi tantissimo per riuscire a
combinare qualcosa di buono. Questa è la seconda volta che faccio un numero che
è un mix fra carte e magia, la prima volta è stata per un programma televisivo»,
chiarì intimidito, grattandosi la nuca.
«E il numero andò
bene?».
«Insomma, più o
meno».
«Non
sottovalutarti, Otoya. Hai superato ostacoli più difficili. Poi, in ogni caso,
io sarò qui ad aiutare».
Nonostante le
premesse incerte, Otoya, incoraggiato dal compagno e dalla presenza in qualche
modo rassicurante delle due spettatrici, riuscì a gestire in modo corretto la
prova. Dopo cinque volte in cui la donna e la bambina chiesero di poter rivedere
il numero per comprendere meglio il trucco e lui lo ripeté volentieri, entrambe
giunsero alla soluzione, cioè che la carta e la moneta sparivano dentro le
maniche della giacca del ragazzo non nello stesso momento, ma in tempi
diversi.
«Avete presente
quando il prestigiatore, improvvisamente, tira fuori un coniglio dal cilindro?
Non è esattamente ciò che intendo fare oggi, ma il coniglio e il cilindro ci
sono comunque. Anzi, qui abbiamo tre cilindri. Su questo tavolo, sotto questi
capelli, si nasconde un coniglio addormentato. Vi va di provare a indovinare
dove si trova? In fondo, anche indovinare rientra tra le abilità di un bravo
cacciatore. In ogni caso, oggi sarò buono e vi concederò un secondo tentativo,
ma solo se sbagliate il primo. Un terzo non vi sarà consentito, anche perché
sarebbe scontato, perciò scegliete bene, mi raccomando!» illustrò la prova il
membro dei Quartet Night.
«Io scommetto che
il coniglio si trova nel cilindro centrale», suggerì la ragazza in tono
incolore.
«Sicura,
Suzuna-chan? Io invece penso che si nascondi sotto il primo cappello partendo da
destra…» provò l’altro, tuttavia era insicuro a riguardo, magari il sesto senso
dell’altra si sarebbe rivelato migliore del suo.
«Allora quale
scegliete per primo? Il secondo o il terzo cilindro?» chiese Reiji, come da
copione.
«Mi dispiacerebbe
deluderla, perciò proviamo con quello centrale, mi fiderò della sua scelta»,
ammise infine Hinata-kun.
«Grazie,
You-kun».
Anche Usui Takumi
concordò con la scelta della sorellina di Misaki.
Il sesto senso di
Suzuna Ayuzawa fece centro al primo tentativo, del resto la ragazza vantava un
ricco assortimenti di premi vinti attraverso i sorteggi nelle varie riviste,
anche se la maggior parte di quelle cose riguardava generalmente frutta e
oggetti utili per la casa.
Come ricompensa
bonus, Reiji concesse loro di tenere in braccio, a turno, il coniglietto bianco
dal pelo morbidissimo che scovarono sotto il cilindro centrale. L’espressione
della giovane si addolcì leggermente mentre lo sorreggeva, Shintani fece
addirittura saltare il coniglietto per riprenderlo con le mani per via del
troppo entusiasmo, spaventando la bestiolina, che fu prontamente rassicurata
dalla presa di Usui: lui ci sapeva decisamente fare con gli animali, dovendo già
badare a un gattino nell’attico in cui abitava da solo.
«Avete giocato
insieme a noi», prese per primo la parola un Otoya sorridente, una volta che si
riunirono tutti all’aperto.
«Avete superato le
nostre prove riguardanti la magia», proseguì Tokiya,
soddisfatto.
«Cosa ancora più
importante, vi siete divertiti?» li interpellò Reiji strizzando un
occhio.
«Sì!» risposero in
coro, chi a tono basso, chi alto.
«Vi rimane
un’ultima cosa da fare: andare alla ricerca dell’oggetto che noi tre abbiamo
nascosto qui vicino. Prima di farlo, vi forniamo un indizio.
Otoya,
tocca a
te».
«Sembro un libro, ma non sono un libro. Ho
tante pagine in cui i pensieri più segreti puoi annotare, per custodirli
gelosamente e mai dimenticare. Cosa sono?».
L’oggetto era un
diario, un semplice diario. Dovevano trovarlo all’interno del parco di Inokashira, tranne nell’area del laghetto in cui si poteva transitare
con le barche affittate, ovviamente non si celava in mezzo
all’acqua.
Dopo circa quindici
minuti in cui ognuno dei contendenti esplorò un punto differente dagli altri, la
voce infantile di Mai giunse, vicina o distante, alle loro orecchie come un
grido di giubilo.
«L’ho trovato! Ho
trovato il diario! Noriko-san, sono stata brava?».
La brava donna, che
non la perdeva di vista nemmeno un secondo, si complimentò con
lei.
«Non brava.
Bravissima! Forza, cara, torniamo agli stand e mostriamolo anche agli
altri».
Così, il primo
oggetto guadagnato dalla squadra zelante di Ringo fu recuperato con
successo.
Prima di
abbandonare il parco di Inokashira
alla volta della stazione di Kichijoji, mentre tutti iniziavano ad avviarsi, Mai
Hijirikawa si volse indietro e vide il bravissimo ed elegante trio di
prestigiatori che le fece cenno di tornare indietro.
«Piccola…» esordì
Otoya, piegandosi sulle ginocchia quando ella lo raggiunse di nuovo, con Noriko
che la guardava a distanza, «sei la sorellina di Masa,
vero?».
Annuendo, lei
sorrise. «L’hai capito perché sei un mago?».
«No, affatto. Gli
assomigli molto. Raggiungi la prossima tappa, Mai-chan. Lui sarà sorpreso di
vederti, lo renderai felice».
«Anch’io sono
felice! Non ho più giocato con oniichama», confidò, con un educato
inchino.
«Allora non ti
facciamo perdere altro tempo. Corri alla seconda prova, forza!» la esortò
Tokiya.
«Grazie mille!
Arrivederci!».
*
Il
monte Takao, la prima tappa destinata alla squadra mista di Aoi, offriva ai loro
occhi panorami mozzafiato, bellissimi, incantevoli, suggestivi. Era proprio
fantastico, poter vedere in tutta tranquillità sentieri boschivi, templi antichi
circondati dalla natura, funivie che portavano nei punti più alti, ponti
apparentemente sicuri, si sperava non traballanti come quelli dei film
avventurosi, e infine torrenti d’acqua fresca e pulita. Quando mai gli sarebbe
ricapitata un’occasione del genere?
Kaoru
pensò bene di scattare qualche foto digitale con lo smartphone, ne salvò cinque
o sei sulla scheda di memoria, prima che lo richiamassero quelli del suo gruppo,
intenti a consultare nuovamente la mappa per capire dove dovevano dirigersi per
trovare la loro prova.
Quando
Ryuuya-sensei suggerì una direzione, tutti furono d’accordo e lo seguirono.
Girovagarono per almeno una ventina di minuti, prima di individuare, sul tronco
di un albero, una bandiera con il nome Shining legata intorno a esso.
Significava che erano vicini alle prove, Kaoru confidò nel fatto che, qualunque
attività avessero pensato per loro, non sarebbe stata importante quanto il
rivedere Syo. Certo, avrebbe cercato di impegnarsi per il bene della squadra, ma
solo perché lì ci sarebbe stato suo fratello, perché lui non era energico quanto
l’altro, non era abituato allo sport in generale, alla fatica di preparare una
coreografia e di essere in sintonia con altri, affatto, lui era riservato e
tranquillo.
Avanzarono
cautamente fra erbacce e sterpaglie, fino ad arrivare in uno spazio pianeggiante
di terra dove il gruppo dei sei esploratori venne accolto da personaggi vestiti
tipo archeologi, i cacciatori di tesori per eccellenza.
Kaoru
riconobbe Syo e perse temporaneamente la pacatezza che l’aveva caratterizzato
fino a quel momento, almeno nell’apparenza, per sussultare e per correre
incontro a suo fratello, abbracciarlo e farsi stringere a sua
volta.
«Kaoru?
Sei davvero tu? Cosa ci fai qui? Hanno coinvolto anche te in questo
gioco?».
Syo
faticava a credere che l’altro fosse davvero lì, conoscendolo non si lasciava
convincere facilmente se c’erano di mezzo escursioni in montagna, sport e cose
del genere.
Percepì
un movimento della testa di Kaoru che significava una conferma e rise, rise di
cuore, sfiorandogli la guancia con la propria.
«Che
bella riunione familiare! Voglio unirmi anch’io all’abbraccio,
posso?».
«Natsu…» mormorò Kaoru, prima di venire
stretto da un braccio dell’idol
occhialuto, mentre con l’arto opposto circondava il
gemello.
«Natsuki!
Finiscila! Così diamo spettacolo!» borbottò contrariato
Syo.
Grazie
all’intervento provvidenziale del senpai di Shinomiya Natsuki e Kurusu
Syo, Ai Mikaze, il quale, dopo averli freddati con un sguardo glaciale, commentò
che avrebbe riscritto la loro tabella di marcia rendendola ancora più dura, i
due kohai tornarono docilmente ai loro posti accanto a
lui.
«Benvenuti
alla prima tappa della vostra caccia al tesoro», iniziò in tono
apatico.
«Il
tema di questa fase è l’azione. Un bravo cacciatore di tesori deve essere uomo
d’azione, non deve soltanto possedere la determinazione a raggiungere un
determinato obiettivo, dico bene, Syo-chan?» continuò Natsuki, per poi lasciare
la parola all’altro.
«Certo,
è importante che sia forte e determinato, altroché! Ed è per questo che noi tre,
oggi, vogliamo testare queste vostre capacità con due prove belle movimentate.
Per la prima, occorre che partecipi uno soltanto di voi, la prova consiste nello
scalare un albero sicuro che fra poco vi indicheremo, arrampicandosi fino in
cima e raccogliendo la bandiera che ho collocato in cima», spiegò un esuberante
Syo, che sperava di stuzzicare l’attenzione del suo idolo, dal momento che per
lui era sempre entusiasmante vederlo all’opera.
«Inoltre,
per la seconda prova, che realizzerete tutti, è prevista una staffetta
impegnativa lungo un percorso che abbiamo studiato a lungo, che ci auguriamo che
vi piaccia e che vi motivi ad arrivare fino al traguardo finale!» concluse
Natsuki.
A
offrirsi volontario per la prima prova fu proprio l’insegnante, che preferiva
non rischiare l’incolumità di nessuno dei giocatori, nemmeno di Misaki che
avrebbe voluto tentare l’arrampicata.
«Ringo
mi ha accennato qualcosa su di te, sei una donna che s’impegna molto, Ayuzawa.
Risparmia le tue energie per dopo, alla staffetta ci sarai molto utile», le
suggerì l’uomo, mentre abbassava la cerniera della felpa, che affidò a lei per
tenergliela momentaneamente. La vista di Ryuuya in canottiera sportiva fece
arrossire visibilmente Aoi-chan e sua zia, che già pensavano fosse figo, ma
mentre si preparava a scalare l’albero con le sue braccia muscolose lo era
ancora di più. Il corpo aitante gli permise di vincere la prova in pochissimo
tempo, adesso tutti loro potevano prepararsi per la staffetta a sei, nemmeno
Satsuki, la zia di Aoi, era esclusa dalla gara.
Sarebbero
partiti nel seguente ordine: Satsuki avrebbe percorso il breve tratto iniziale,
il più semplice, per poi passare il testimone a suo nipote, a cui era destinato
il secondo tratto; il terzo sentiero sarebbe spettato a Tomo-chan, il quarto a
Kaoru, il quinto a Ryuuya e l’ultimo, il decisivo, a
Misaki.
L’intera
prova sarebbe stata cronometrata da Ai Mikaze. Se loro non avessero superato il
tempo prestabilito di cinquanta minuti, allora avrebbero vinto l’intera tappa
nel monte Takao.
La
staffetta filò liscia finché Kaoru, forse quello meno abituato a correre, non
inciampò sopra il fogliame durante il suo tratto di strada, cadendo a terra e
sbucciandosi un ginocchio. Zoppicando, poiché non sarebbe stato giusto se si
fosse fermato per il dolore e avesse compromesso la gara, riuscì faticosamente a
giungere nel luogo in cui Ryuuya lo attendeva per partire.
Confortandolo
a modo suo, Ryuuya gli chiese se ce la faceva a resistere, si offrì persino di
caricarselo sulle spalle e di correre nonostante il suo peso addosso, ma Kaoru
rifiutò gentilmente il suo aiuto e si intestardì, non voleva compromettere la
gara a tempo. Avrebbe atteso fino alla fine che venissero a recuperarlo e a
soccorrerlo.
«Kaoru!».
Syo
arrivò come un fulmine a ciel sereno prima di quanto suo fratello si aspettasse,
infatti Ryuuya era partito da appena dieci minuti, possibile che la staffetta
fosse già ultimata?
«Ero
preoccupato, avevo un brutto presentimento e sono arrivato prima che ho potuto.
Lungo il sentiero ho incrociato Ryuuya-sensei, che dava il testimone alla tipa
tosta, allora lui mi ha informato subito della tua caduta!» esclamò apprensivo,
poggiandogli una mano sulla guancia e guardandolo dritto negli occhi gemelli,
per tranquillizzare il suo battito cardiaco.
Kaoru
rise di riflesso, ignorando il bruciore al ginocchio.
«Il
tuo idolo è davvero straordinario, niisan».
«Lo
so, ma adesso fammi vedere dove ti fa male».
«Che
i ruoli si stiano invertendo? In fondo, io devo diventare medico, non tu»,
strinse i denti Kaoru, mentre Syo strappava leggermente il pantalone per
osservare meglio la ferita.
«Aspetta
un momento!» saltò su, guardandosi freneticamente intorno. «Deve essere nascosto
da queste parti…».
«Di
cosa parli, Syo-chan?» domandò il fratello, confuso. Tuttavia, lui partì in
quarta e sparì dietro una siepe, per tornare due minuti dopo con nientedimeno
che un kit per il pronto soccorso.
«Cosa
ci faceva questo in mezzo al bosco?» domandò Kaoru, se possibile ancora più
esterrefatto di prima, con un accenno di sorriso sul
volto.
«Si
tratta dell’oggetto che dovevate cercare alla fine della prova, ma non mi
importa se l’ho già svelato, Kaoru, tu sei più importante di una qualunque
caccia al tesoro», affermò, deciso.
«Syo-chan…
grazie mille! Sono certo che anche gli altri chiuderanno un occhio per lo
strappo alla regola».
«Bene.
Perché, se non lo faranno, dovranno vedersela con me!» s’infervorò l’idol, facendo ridere, nella commozione
che ancora provava, il suo fratellino adorato.
Dopo
aver disinfettato la ferita e applicato un cerotto a x, Kaoru accettò di farsi
portare in spalla da Syo, purché andasse coi piedi di piombo per non affaticarsi
troppo. Lui promise che l’avrebbe fatto, che si sarebbe fermato al minimo
accenno di stanchezza.
Una
volta riguadagnata la postazione di partenza, raggiunti gli altri e spiegata la
situazione, il kit di pronto soccorso finì nello zaino di Aoi, il caposquadra,
come un bottino di guerra.
____
Note
secondo capitolo:
Tutto nasceva dall’idea di un’amicizia crossover fra i miei due travestiti
preferiti, Ringo e Aoi *.* un’idea che accantonai, ma vedendo il bando di questo
contest, diciamo che sono stata tentata di proporvela in una storia che è
semplicemente uno “spin-off” dell’idea originale.
Potendo
disporre di tantissimi personaggi tra un anime e l’altro, mi sono detta: “Perché
non dividerli in due squadre miste?”.
L’unica
cosa che mi dispiace davvero è il fatto di non essere in grado di gestirli tutti
contemporaneamente, perciò ho dovuto ignorare oppure sacrificare qualcuno di
loro.
Poi, è decisamente da me dare più risalto ai personaggi minori, quindi ho sfruttato di nuovo Mai e Kaoru (Poveri xD); ho ripreso in mano Noriko che è un personaggio originale, esiste solo nella mia testa; ho giocato e mi sono divertita muovendo tutti come pedine di una scacchiera, quindi per questo diciamo che mi sento soddisfatta ^^; ho ricercato i luoghi su internet e le prove più adatte al contesto. Se vi interessa, ho consultato principalmente questo sito per le location: www.giapponepertutti.it
Il
monte Takao, anche se non è propriamente un quartiere, fa parte della periferia
di Tokyo.
Per
ulteriori chiarimenti, sarò a vostra disposizione ^^
Ringrazio
Lerenshaw per il suo commento, al
quale risponderò al più presto.
Grazie
a chiunque sta seguendo silenziosamente questo mio delirio xD e per finire, vi
auguro buone
feste, dal momento che il prossimo aggiornamento sarà mercoledì dieci gennaio.
Tanti
auguri a tutti e alla prossima! :D
Rina