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Autore: Rinalamisteriosa    22/12/2017    2 recensioni
[Prima crossover fra Uta no Prince-sama/Kaichou wa Maid Sama! (Ambientazione UtaPri, personaggi di entrambi gli anime) || Mini-long || Accennini a qualche coppia e/o rapporto fraterno]
«Quale condizione?» domandò Aoi, rimanendo a bocca aperta, non si capiva se per la sorpresa o per fare scena.
«Oh, niente di preoccupante, tranquillo. Soltanto una caccia al tesoro, dove io e te dobbiamo semplicemente metterci a capo di due gruppi e guidarli pazientemente verso un obiettivo comune», lo rassicurò il più grande, facendo spallucce.
«Perché proprio una caccia al tesoro?».

{Prima classificata al contest "Find a treasure" indetto da missredlights e Emanuela.Emy79 sul forum di EFP}
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ringo Tsukimiya, Un po' tutti
Note: Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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bunkamura_teatro

SECONDO CAPITOLO (Prima fase)

 

 

 

Il giorno prima della caccia al tesoro, precisamente il ventinove ottobre, tutti i partecipanti si sarebbero incontrati nel Bunkamura, nel quartiere commerciale di Shibuya, per discutere degli ultimi dettagli in vista della gara ormai vicina. Vennero introdotti all’interno di un grande teatro con una lunga fila di sedie bordate di rosso disposte lungo la platea deserta, circondate da pareti bianche dallo stile contemporaneo con alcune logge per assistere dall’alto agli spettacoli. Un mucchio di lampade e luci al neon abbellivano e rischiaravano l’ambiente, che venne acclamato con versi di stupore da parte delle fanciulle invitate.

A Mai sembrava un sogno potersi trovare in un luogo diverso dai soliti che abitualmente frequentava, mentre Noriko la teneva d’occhio con un lieve sorriso, finché la bambina di otto anni non le diede la mano per raggiungere le sedie a loro riservate. Lo capirono non solo da un cartello con su scritto ‘riservato’ con tanto di freccia stampata sopra le loro teste, ma anche perché ogni sedia recava i rispettivi nomi. La bambina e la tutrice capitarono accanto a una ragazzina con i codini bassi laterali che rivolgeva una domanda a un ragazzo dai corti capelli spettinati, vestito come se lavorasse in una stazione di servizio – in effetti era proprio così, dato che faceva proprio quel lavoro part-time. Dopo di loro, si accomodarono altri due giovani, apparentemente coetanei di questo ragazzo bruno, che si punzecchiavano fra loro e che formavano proprio una bella coppia.

Nei posti davanti, una ragazzina appariscente esultava, dicendo che presto colui che li aveva invitati sarebbe sicuramente comparso sopra il palco, mentre una donna la rimproverava pacatamente consigliandole di contenersi un po’. Un altro ragazzo, biondo e ben vestito, se ne stava in silenzio controllando il suo cellulare. A Noriko e a Mai parve di averlo già visto: che fosse anche lui un personaggio famoso?

«Miei cari! Benvenuti a tutti! Ringo-chan è qui e vi ringrazia per non essere mancati all’appuntamento e per aver risposto al mio invito con disponibilità ed entusiasmo!» esordì la celebrità, procedendo lentamente verso il centro del palco, microfono in mano. Per l’occasione, indossava un lungo abito occidentale in stile principesco, pieno di risvolti, nastri, tulle, fiocchetti e persino delle rose artificiali fissate in alcuni punti della gonna ingombrante. Questo abito era azzurro ed era gemello di un abito da sposa che aveva avuto il piacere di indossare per una sfilata di qualche anno prima. L’aveva realizzato lui stesso emulando proprio quel modello rifinito, ritenendosi soddisfatto per il risultato finale ne aveva fatto sfoggio con i suoi nuovi amici.

«Ringo-chan, sei stupendo! Farai anche a me un abito simile, quando condurremo il programma insieme?» non riuscì a trattenersi Aoi-chan, tanto che i suoi occhi violetti luccicavano di ammirazione.

«Chissà, Aoi-chan… Vedremo», fece il vago lui, poi allargò un braccio per presentare due personaggi che, nel frattempo, erano comparsi sul palco per affiancarlo.

«Loro sono Hyuuga Ryuuya e Shibuya Tomochika, due colleghi che si sono offerti di aiutarmi in questa nostra iniziativa ludica».

«Piacere di conoscervi!» esclamò una bella ragazza dai capelli rossi, che si trovava a suo agio sul palco, proprio come Ringo, mentre l’alto uomo accanto a loro si limitò, oltre a un cenno col capo, a mantenere un’espressione seria e compita nel suo abito formale.

«Sicuramente alcuni di voi ci conoscono già, mentre per gli altri dico che avrete modo di conoscerci domani, durante la nostra caccia al tesoro. Innanzitutto, dovete sapere che ci divideremo in due squadre, la cui divisione sarà subito proiettata nel grande schermo posto dietro di noi. Ci sposteremo immediatamente, così potrete vedere tutti. Signori dello staff, abbassate le luci, per favore!» ordinò Ringo.

Le luci al neon si spensero e sembrò di ritrovarsi a vedere un film dentro un cinema, solo che, invece di un lungometraggio, lo schermo si fissò su un breve video in cui passarono in rassegna varie fotografie con i loro nomi sopra, per poi smistarsi e insieme formare uno schema preciso che determinava le due squadre partecipanti.

Per la squadra di Ringo: Takumi Usui, Mai Hijirikawa, Hinata Shintani, Noriko Kanzaki, Suzuna Ayuzawa.

Per la squadra di Aoi: Ryuuya Hyuuga, Misaki Ayuzawa, Tomochika Shibuya, Satsuki Hyoudou, Kaoru Kurusu.

«Bene! Avete qualcosa da dire a riguardo? Su, non siate timidi. Siete d’accordo con questo smistamento ideale o avreste preferito stare in una squadra piuttosto che in un’altra?» intervenne la voce affabile ed esortativa di Ringo come sottofondo al video, dopo che tutti ebbero il tempo di leggere lo schema.

«Noriko-san, visto? Noi siamo insieme a Ringo-san!».

«Mai-chan, il mio parere non conta, ma sono contenta che non ci abbiano separate».

«Io e You-kun siamo in squadra insieme, quindi perché non dovrei essere d’accordo?».

«Suzuna-chan… anch’io sono d’accordo, però avrei preferito essere in squadra sia con te che con Misaki-chan, invece ci tocca stare con lui».

«Misa-chan, anche se non siamo nella stessa squadra, se perdi dovrai esaudire un mio desiderio. Sei la mia maid personale, dopotutto».

«Alieno pervertito, non contarci troppo, io farò vincere la squadra di Aoi!».

«Zia Satsuki, abbiamo la tua dipendente e anche quel bel fusto sopra il palco in squadra, la vittoria sarà nostra!».

«Beh… Questa è una buona occasione per conoscere l’idolo di mio fratello Syo, non ci vedo nulla di male».

Solo Satsuki non disse nulla, la donna preferì rimanere fra le nuvole piuttosto che esprimere il suo sincero parere, cioè che tutta quella situazione aveva dell’incredibile!

«State buoni, su. E non dimenticate che l’importante è sempre partecipare. Anche se effettivamente ci saranno in serbo per voi dei premi in palio che farebbero gola a chiunque, non dimenticate lo spirito del gioco: divertirsi e dare il massimo per partecipare, ma senza vederla come una guerra fra di noi», ricordò loro Ringo, ammonendoli bonariamente.

«Se non avete altro da aggiungere, io proporrei di passare avanti: volete conoscere i nomi degli organizzatori delle varie prove che sosterremo?» trillò la voce di Tomo-chan, prendendo in prestito il microfono da Ringo. Atteso l’okay da parte dei partecipanti, le luci si abbassarono nuovamente e partì un altro video.

Stavolta non videro foto, comparve davanti a loro l’interno di uno studio televisivo e un uomo con gli occhiali, probabilmente un giornalista messo lì apposta per leggere un annuncio, cosa deducibile da un taccuino che teneva in mano.

“In realtà, gli organizzatori della caccia al tesoro non hanno bisogno di presentazioni, ma mi è stato chiesto ugualmente di leggere queste poche righe per introdurli a voi tutti, soprattutto a coloro che si affacciano per la prima volta in questo ambiente.

Un debutto strepitoso. Un successo rapido e veloce, come un piacevole batticuore che sconvolge all’improvviso senza fare alcun male. Una felice vittoria agli Uta Pri Award. Singoli orecchiabili. Duetti sorprendenti. Canzoni che vanno oltre i limiti. Uniti dal potere coinvolgente della musica, dai sette colori dell’arcobaleno e da un legame infrangibile, invidiato ed emulato da altri gruppi emergenti. Loro sono il gruppo che ha cantato al concerto di apertura dei Triple S e che continuerà a farci sognare anche in futuro. Nonostante le agende piene di impegni, hanno ritagliato un momento per voi, ecco gli Starish, con alcuni dei loro successi”.

Seguì un momento in cui il volume si alzava, lo scenario cambiava e la musica partiva. Fu sufficiente assistere personalmente a quel mix di dieci minuti circa, frammentati di loro canti e coreografie, per Aoi e i suoi amici, a capire con chi avrebbero avuto a che fare il giorno seguente, sebbene ognuno serbasse il proprio pensiero dentro di sé. Kaoru sorrideva commosso quando l’inquadratura si spostava sull’adorato fratello gemello, mentre Mai si sporgeva, per quanto le era possibile, verso Noriko per commentare ciò che vedeva, i grandi occhioni illuminati di gioia e di orgoglio per Masato. Adesso la bambina aveva otto anni e comprendeva un pochino di più, rispetto a quando ne aveva solo cinque, la portata emblematica di quel sogno. Un sogno divenuto realtà, un cambiamento decisivo così forte da aver fatto mutare opinione persino a loro padre, che non sembrava più così severo e freddo quando parlava del suo oniichama.

Per la terza volta, la luce dei neon tornò a inondare il teatro e un silenzio sorpreso la fece da padrone per qualche secondo, finché Ringo non prese di nuovo in mano la situazione, con il microfono vicino alla bocca.

«Domani vedrete cosa loro hanno in serbo per noi. Vi anticipo solo una cosa: ci saranno precisamente cinque tappe, con cinque oggetti da recuperare. Ogni squadra si impegnerà nelle varie prove per guadagnarsi queste cose misteriose, poi la quinta tappa, l’ultima, la faremo insieme. La squadra vincitrice otterrà così tre oggetti, uno in più rispetto alla perdente. Ci sono domande o vi è tutto chiaro?».

«Sono previste punizioni per chi commetterà degli errori durante le prove?».

Ringo osservò che ad alzare la mano e a porre quel legittimo dubbio era stato Aoi-chan, facendosi portavoce di tutti, effettivamente curiosi per la risposta.

«Mi dispiace, non lo so. Se ci saranno punizioni o no, è a discrezione degli organizzatori. Su, non avete nulla da temere, noi tre li conosciamo bene, non sono così fiscali», li rassicurò Ringo. «Altro?».

«Ci sarà da mangiare?» si levò la voce di Shintani Hinata, assieme alla sua mano alzata.

«Se per caso abbiamo fame o sete, ci fermeremo a mangiare e a bere sicuramente».

«Ci faranno pagare tutti i biglietti nei mezzi pubblici che prenderemo?».

«La caccia al tesoro è stata interamente sovvenzionata da Shiny. Grazie per averlo chiesto, Ayuzawa-chan, perché un’altra cosa importante che volevo comunicarvi è che ci verranno dati in dotazione degli zaini con il marchio dell’agenzia. All’interno, troverete l’abbigliamento sportivo da indossare per domani, ognuno con le vostre taglie – esatto, abbiamo indagato –, una borraccia che riempirete a casa vostra e un pass speciale per salire su treni e metropolitane. Non ci sarà bisogno delle autovetture, possiamo spostarci anche a piedi dentro i quartieri indicati sulla mappa, così c’è più gusto, no?».

Ringo strizzò un occhio, Tomo-chan annuì serena e dalla platea si levò il brusio di voci dei partecipanti, che iniziarono a consultarsi fra loro con i vicini di sedia per stabilire se ci fossero altre domande da fare.

«Tutto ok, miei cari?».

Replicarono con un sì generale. Solamente Usui Takumi sbadigliò.

«Perfetto. Allora potete andare, qui abbiamo finito. Non vediamo l’ora che sia domani, mi raccomando, stanotte riposate bene!».

Ringo ripassò il microfono a Tomo-chan, mentre usciva nel backstage la sentì ricordare loro orario e luogo della partenza, di non dimenticare gli zaini con i loro nomi che avrebbero ricevuto all’uscita dal teatro per mano di alcuni addetti del luogo e poi non udì altro. Egli ripensò nostalgicamente alla prima caccia al tesoro a cui avesse mai partecipato nella sua vita, quella degli spartiti ben nascosti da Haruki Mori, e sperò di divertirsi esattamente come quella volta. Anche se Ryuuya sarebbe capitato nell’altra squadra, non era un problema, in fondo i due amici non erano così inseparabili, l’esperienza di responsabili di due classi differenti glielo aveva insegnato bene, forgiandoli nello spirito.

 

 

 

*

 

 

 

Il cane di razza akita conosciuto con il nome di Hachiko divenne simbolo di lealtà incondizionata a livello mondiale, ancora attualmente veniva ricordato dalla celebre statua presente fuori dalla stazione di Shibuya, a dieci minuti dal Bunkamura, letteralmente ‘villaggio della cultura’, dove i nostri eroi si erano incontrati il giorno precedente.

Ringo vi arrivò per primo e sedette di fronte alla scultura canina, comodo nella sua tuta personale fornita dall’agenzia, con indosso gli occhiali da sole e una benda rossa per capelli per mascherare la sua presenza ai passanti, sperando non lo riconoscessero per via della parrucca.

Il secondo a presentarsi al punto di partenza della sua caccia al tesoro fu Ryuuya, anch’egli leggermente camuffato, la terza fu Tomo-chan e a seguire gli altri personaggi, che si presentarono a coppie di due – Usui e Misaki, Noriko e Mai, Shintani e Suzuna, Aoi e sua zia. Quando arrivò anche Kaoru, Ringo riunì i partecipanti intorno a sé per consegnare la mappa alla squadra di Aoi-chan e per dare a tutti loro le ultime raccomandazioni.

Dopodiché, divisi nelle rispettive squadre, partirono contemporaneamente alla ricerca delle giuste linee della metro che li avrebbero condotti nei luoghi segnati nelle mappe corrispondenti.

Per la squadra di Ringo, la prima tappa si trovava nel quartiere di Kichijoji, mentre alla squadra di Aoi era capitato Takaosan, il monte Takao.

 

 

 

*

 

 

 

Sullo sfondo verdeggiante e suggestivo del grande parco di Inokashira, il luogo più famoso nel quartiere di Kichijoji, il gruppetto di sei persone capeggiate da Ringo smise di correre e procedette a passo sostenuto verso la sua prima tappa, principalmente per conservare le energie, dato che non sapevano esattamente quali prove li attendessero lì, quindi loro si limitarono a seguire la traccia nella loro mappa personale.

Ad accoglierli, vicino a due stand recanti lo stemma della Saotome Agency, il trio composto da Otoya Ittoki, Tokiya Ichinose e Reiji Kotobuki, eleganti nei loro completi in cui risaltavano i loro colori insieme al bianco e nero.

«Buongiorno!» salutò Ringo per tutti.

«Noriko-san, che bello, sono vestiti da maghi!» notò la piccola Mai, scambiandosi un’occhiata felice con la sua tutrice.

«Sì, Mai-chan. Ascoltiamo cosa hanno da dirci, questa è la nostra prima prova», replicò a bassa voce lei.

«Esatto, esatto. Buongiorno anche a voi e benvenuti alla prova di magia, come questa bella bambina ha già dedotto dalle nostre vesti di prestigiatori. Sono Kotobuki Reiji dei Quartet Night e mi trovo qui come aiutante dei miei due kohai. Otoyan, vuoi continuare?».

Il ragazzo dai capelli rosso cremisi non rispose subito, stava guardando la piccola dai capelli blu e pensò che ricordasse incredibilmente qualcuno che conosceva. Anche Tokiya si era accorto della probabile somiglianza, ma non poteva lasciare che lui se ne rimanesse lì imbambolato, in fondo c’erano dei tempi da rispettare.

«Otoya, spiega l’andamento del gioco, poi avrai tempo in abbondanza per perderti nei tuoi pensieri».

Il ragazzo scosse la testa.

«È vero, scusatemi tanto. D-dunque, i tendoni dietro di noi contengono rispettivamente dei giochi di magia che abbiamo preparato per voi. Potete decidere se entrare in uno stand alla volta, oppure se dividervi in due coppie e seguirci nei tendoni».

«Vi consigliamo questa seconda scelta, poiché dei bravi cacciatori sanno che il fattore tempo è importante in una vera caccia al tesoro», aggiunse Tokiya, pragmatico come tendeva a essere in certe situazioni.

«Grazie mille, ragazzi. Adesso ci consultiamo fra noi e vi facciamo sapere», disse Ringo, prendendo da parte i suoi partecipanti e facendoli disporre a cerchio intorno a sé, mentre anche i tre idol si dividevano sparendo dentro gli stand.

«Io entro con You-kun. Seguiamo il primo che si è presentato nella tenda a sinistra», decise Suzuna, la sorellina di Misaki e la prima a prendere la parola.

«Non ho nulla in contrario. Speriamo solo di non capitare nella prova più difficile», rispose il ragazzo chiamato in causa, ossia Shintani Hinata.

«Io non lascio Mai-chan da sola. Entriamo nella tenda a destra con gli amici del signorino Masato», riferì Noriko dopo di lui.

«Noriko-san, a me sta bene!» esclamò la piccola.

«Perfetto! Io rimarrò fuori ad aspettarvi, mi fido di voi, mentre Usui-kun seguirà chi più gli aggrada. Andiamo pure a comunicare la nostra decisione, finora ci siamo intesi alla grande, continuiamo così», si complimentò Ringo, il caposquadra.

«Spero ne valga la pena. Devo battere Misa-chan e riscuotere il premio che desidero da lei», concluse Usui, beccandosi un’occhiata contrariata dall’amico d’infanzia di Misaki, che aveva una cotta per lei da sempre ed era geloso della loro complicità e vicinanza.

Si limitarono, tuttavia, soltanto a un breve scontro di sguardi, sembravano due cani pronti a saltarsi al collo, ma fu rapido, dal momento che Suzuna trascinò presto con sé il ragazzo dentro la tenda scelta. Silenziosamente e con le mani dentro la tasca della sua felpa, Usui Takumi andò dietro di loro.

Quindi, nella tenda a destra entrarono Mai, Noriko, Otoya e Tokiya, mentre in quella di sinistra Takumi, Hinata e Suzuna seguirono Reiji.

 

 

 

«Questa è una prova che comprende un mazzo di carte e una moneta da cinquecento yen. Il trucco di magia che andrò a eseguire per voi riguarderà la carta che pescherete dal mazzo e la moneta. A un certo punto, spariranno entrambe e voi dovrete capire il trucco. Mi sono spiegato bene?».

«Sì! Mai-chan ha capito tutto!».

«Sei stato cristallino, Ittoki-kun, anche se sembri più in ansia tu di noi due. Rilassati, non ti mangiamo mica».

Solitamente Noriko, diffidente con gli estranei com’era, non si esprimeva così informalmente con un ragazzo appena conosciuto, ma l’amico del signorino in qualche modo le faceva tenerezza. Forse perché tante volte lo aveva visto cantare e ballare su uno schermo, mentre seguiva i concerti degli Starish insieme alla bambina, dandole l’impressione di una solarità positiva, di una giusta dose di grinta e di una limpidezza tipica dell’infanzia, che applicata a un ragazzo mutava in sincerità d’animo.

«Non ero affatto pratico di giochi con le carte, ho dovuto impegnarmi tantissimo per riuscire a combinare qualcosa di buono. Questa è la seconda volta che faccio un numero che è un mix fra carte e magia, la prima volta è stata per un programma televisivo», chiarì intimidito, grattandosi la nuca.

«E il numero andò bene?».

«Insomma, più o meno».

«Non sottovalutarti, Otoya. Hai superato ostacoli più difficili. Poi, in ogni caso, io sarò qui ad aiutare».

Nonostante le premesse incerte, Otoya, incoraggiato dal compagno e dalla presenza in qualche modo rassicurante delle due spettatrici, riuscì a gestire in modo corretto la prova. Dopo cinque volte in cui la donna e la bambina chiesero di poter rivedere il numero per comprendere meglio il trucco e lui lo ripeté volentieri, entrambe giunsero alla soluzione, cioè che la carta e la moneta sparivano dentro le maniche della giacca del ragazzo non nello stesso momento, ma in tempi diversi.

 

 

 

«Avete presente quando il prestigiatore, improvvisamente, tira fuori un coniglio dal cilindro? Non è esattamente ciò che intendo fare oggi, ma il coniglio e il cilindro ci sono comunque. Anzi, qui abbiamo tre cilindri. Su questo tavolo, sotto questi capelli, si nasconde un coniglio addormentato. Vi va di provare a indovinare dove si trova? In fondo, anche indovinare rientra tra le abilità di un bravo cacciatore. In ogni caso, oggi sarò buono e vi concederò un secondo tentativo, ma solo se sbagliate il primo. Un terzo non vi sarà consentito, anche perché sarebbe scontato, perciò scegliete bene, mi raccomando!» illustrò la prova il membro dei Quartet Night.

«Io scommetto che il coniglio si trova nel cilindro centrale», suggerì la ragazza in tono incolore.

«Sicura, Suzuna-chan? Io invece penso che si nascondi sotto il primo cappello partendo da destra…» provò l’altro, tuttavia era insicuro a riguardo, magari il sesto senso dell’altra si sarebbe rivelato migliore del suo.

«Allora quale scegliete per primo? Il secondo o il terzo cilindro?» chiese Reiji, come da copione.

«Mi dispiacerebbe deluderla, perciò proviamo con quello centrale, mi fiderò della sua scelta», ammise infine Hinata-kun.

«Grazie, You-kun».

Anche Usui Takumi concordò con la scelta della sorellina di Misaki.

Il sesto senso di Suzuna Ayuzawa fece centro al primo tentativo, del resto la ragazza vantava un ricco assortimenti di premi vinti attraverso i sorteggi nelle varie riviste, anche se la maggior parte di quelle cose riguardava generalmente frutta e oggetti utili per la casa.

Come ricompensa bonus, Reiji concesse loro di tenere in braccio, a turno, il coniglietto bianco dal pelo morbidissimo che scovarono sotto il cilindro centrale. L’espressione della giovane si addolcì leggermente mentre lo sorreggeva, Shintani fece addirittura saltare il coniglietto per riprenderlo con le mani per via del troppo entusiasmo, spaventando la bestiolina, che fu prontamente rassicurata dalla presa di Usui: lui ci sapeva decisamente fare con gli animali, dovendo già badare a un gattino nell’attico in cui abitava da solo.

 

 

 

 

«Avete giocato insieme a noi», prese per primo la parola un Otoya sorridente, una volta che si riunirono tutti all’aperto.

«Avete superato le nostre prove riguardanti la magia», proseguì Tokiya, soddisfatto.

«Cosa ancora più importante, vi siete divertiti?» li interpellò Reiji strizzando un occhio.

«Sì!» risposero in coro, chi a tono basso, chi alto.

«Vi rimane un’ultima cosa da fare: andare alla ricerca dell’oggetto che noi tre abbiamo nascosto qui vicino. Prima di farlo, vi forniamo un indizio. Otoya,

tocca a te».

«Sembro un libro, ma non sono un libro. Ho tante pagine in cui i pensieri più segreti puoi annotare, per custodirli gelosamente e mai dimenticare. Cosa sono?».

 

 

 

L’oggetto era un diario, un semplice diario. Dovevano trovarlo all’interno del parco di Inokashira, tranne nell’area del laghetto in cui si poteva transitare con le barche affittate, ovviamente non si celava in mezzo all’acqua.

Dopo circa quindici minuti in cui ognuno dei contendenti esplorò un punto differente dagli altri, la voce infantile di Mai giunse, vicina o distante, alle loro orecchie come un grido di giubilo.

«L’ho trovato! Ho trovato il diario! Noriko-san, sono stata brava?».

La brava donna, che non la perdeva di vista nemmeno un secondo, si complimentò con lei.

«Non brava. Bravissima! Forza, cara, torniamo agli stand e mostriamolo anche agli altri».

 

 

 

Così, il primo oggetto guadagnato dalla squadra zelante di Ringo fu recuperato con successo.

Prima di abbandonare il parco di Inokashira alla volta della stazione di Kichijoji, mentre tutti iniziavano ad avviarsi, Mai Hijirikawa si volse indietro e vide il bravissimo ed elegante trio di prestigiatori che le fece cenno di tornare indietro.

«Piccola…» esordì Otoya, piegandosi sulle ginocchia quando ella lo raggiunse di nuovo, con Noriko che la guardava a distanza, «sei la sorellina di Masa, vero?».

Annuendo, lei sorrise. «L’hai capito perché sei un mago?».

«No, affatto. Gli assomigli molto. Raggiungi la prossima tappa, Mai-chan. Lui sarà sorpreso di vederti, lo renderai felice».

«Anch’io sono felice! Non ho più giocato con oniichama», confidò, con un educato inchino.

«Allora non ti facciamo perdere altro tempo. Corri alla seconda prova, forza!» la esortò Tokiya.

«Grazie mille! Arrivederci!».

 

 

 

*

 

 

 

Il monte Takao, la prima tappa destinata alla squadra mista di Aoi, offriva ai loro occhi panorami mozzafiato, bellissimi, incantevoli, suggestivi. Era proprio fantastico, poter vedere in tutta tranquillità sentieri boschivi, templi antichi circondati dalla natura, funivie che portavano nei punti più alti, ponti apparentemente sicuri, si sperava non traballanti come quelli dei film avventurosi, e infine torrenti d’acqua fresca e pulita. Quando mai gli sarebbe ricapitata un’occasione del genere?

Kaoru pensò bene di scattare qualche foto digitale con lo smartphone, ne salvò cinque o sei sulla scheda di memoria, prima che lo richiamassero quelli del suo gruppo, intenti a consultare nuovamente la mappa per capire dove dovevano dirigersi per trovare la loro prova.

Quando Ryuuya-sensei suggerì una direzione, tutti furono d’accordo e lo seguirono. Girovagarono per almeno una ventina di minuti, prima di individuare, sul tronco di un albero, una bandiera con il nome Shining legata intorno a esso. Significava che erano vicini alle prove, Kaoru confidò nel fatto che, qualunque attività avessero pensato per loro, non sarebbe stata importante quanto il rivedere Syo. Certo, avrebbe cercato di impegnarsi per il bene della squadra, ma solo perché lì ci sarebbe stato suo fratello, perché lui non era energico quanto l’altro, non era abituato allo sport in generale, alla fatica di preparare una coreografia e di essere in sintonia con altri, affatto, lui era riservato e tranquillo.

 

 

 

Avanzarono cautamente fra erbacce e sterpaglie, fino ad arrivare in uno spazio pianeggiante di terra dove il gruppo dei sei esploratori venne accolto da personaggi vestiti tipo archeologi, i cacciatori di tesori per eccellenza.

Kaoru riconobbe Syo e perse temporaneamente la pacatezza che l’aveva caratterizzato fino a quel momento, almeno nell’apparenza, per sussultare e per correre incontro a suo fratello, abbracciarlo e farsi stringere a sua volta.

«Kaoru? Sei davvero tu? Cosa ci fai qui? Hanno coinvolto anche te in questo gioco?».

Syo faticava a credere che l’altro fosse davvero lì, conoscendolo non si lasciava convincere facilmente se c’erano di mezzo escursioni in montagna, sport e cose del genere.

Percepì un movimento della testa di Kaoru che significava una conferma e rise, rise di cuore, sfiorandogli la guancia con la propria.

«Che bella riunione familiare! Voglio unirmi anch’io all’abbraccio, posso?».

«Natsu…» mormorò Kaoru, prima di venire stretto da un braccio dell’idol occhialuto, mentre con l’arto opposto circondava il gemello.

«Natsuki! Finiscila! Così diamo spettacolo!» borbottò contrariato Syo.

 

 

 

Grazie all’intervento provvidenziale del senpai di Shinomiya Natsuki e Kurusu Syo, Ai Mikaze, il quale, dopo averli freddati con un sguardo glaciale, commentò che avrebbe riscritto la loro tabella di marcia rendendola ancora più dura, i due kohai tornarono docilmente ai loro posti accanto a lui.

«Benvenuti alla prima tappa della vostra caccia al tesoro», iniziò in tono apatico.

«Il tema di questa fase è l’azione. Un bravo cacciatore di tesori deve essere uomo d’azione, non deve soltanto possedere la determinazione a raggiungere un determinato obiettivo, dico bene, Syo-chan?» continuò Natsuki, per poi lasciare la parola all’altro.

«Certo, è importante che sia forte e determinato, altroché! Ed è per questo che noi tre, oggi, vogliamo testare queste vostre capacità con due prove belle movimentate. Per la prima, occorre che partecipi uno soltanto di voi, la prova consiste nello scalare un albero sicuro che fra poco vi indicheremo, arrampicandosi fino in cima e raccogliendo la bandiera che ho collocato in cima», spiegò un esuberante Syo, che sperava di stuzzicare l’attenzione del suo idolo, dal momento che per lui era sempre entusiasmante vederlo all’opera.

«Inoltre, per la seconda prova, che realizzerete tutti, è prevista una staffetta impegnativa lungo un percorso che abbiamo studiato a lungo, che ci auguriamo che vi piaccia e che vi motivi ad arrivare fino al traguardo finale!» concluse Natsuki.

 

 

 

A offrirsi volontario per la prima prova fu proprio l’insegnante, che preferiva non rischiare l’incolumità di nessuno dei giocatori, nemmeno di Misaki che avrebbe voluto tentare l’arrampicata.

«Ringo mi ha accennato qualcosa su di te, sei una donna che s’impegna molto, Ayuzawa. Risparmia le tue energie per dopo, alla staffetta ci sarai molto utile», le suggerì l’uomo, mentre abbassava la cerniera della felpa, che affidò a lei per tenergliela momentaneamente. La vista di Ryuuya in canottiera sportiva fece arrossire visibilmente Aoi-chan e sua zia, che già pensavano fosse figo, ma mentre si preparava a scalare l’albero con le sue braccia muscolose lo era ancora di più. Il corpo aitante gli permise di vincere la prova in pochissimo tempo, adesso tutti loro potevano prepararsi per la staffetta a sei, nemmeno Satsuki, la zia di Aoi, era esclusa dalla gara.

 

 

Sarebbero partiti nel seguente ordine: Satsuki avrebbe percorso il breve tratto iniziale, il più semplice, per poi passare il testimone a suo nipote, a cui era destinato il secondo tratto; il terzo sentiero sarebbe spettato a Tomo-chan, il quarto a Kaoru, il quinto a Ryuuya e l’ultimo, il decisivo, a Misaki.

L’intera prova sarebbe stata cronometrata da Ai Mikaze. Se loro non avessero superato il tempo prestabilito di cinquanta minuti, allora avrebbero vinto l’intera tappa nel monte Takao.

La staffetta filò liscia finché Kaoru, forse quello meno abituato a correre, non inciampò sopra il fogliame durante il suo tratto di strada, cadendo a terra e sbucciandosi un ginocchio. Zoppicando, poiché non sarebbe stato giusto se si fosse fermato per il dolore e avesse compromesso la gara, riuscì faticosamente a giungere nel luogo in cui Ryuuya lo attendeva per partire.

Confortandolo a modo suo, Ryuuya gli chiese se ce la faceva a resistere, si offrì persino di caricarselo sulle spalle e di correre nonostante il suo peso addosso, ma Kaoru rifiutò gentilmente il suo aiuto e si intestardì, non voleva compromettere la gara a tempo. Avrebbe atteso fino alla fine che venissero a recuperarlo e a soccorrerlo.

 

 

 

«Kaoru!».

Syo arrivò come un fulmine a ciel sereno prima di quanto suo fratello si aspettasse, infatti Ryuuya era partito da appena dieci minuti, possibile che la staffetta fosse già ultimata?

«Ero preoccupato, avevo un brutto presentimento e sono arrivato prima che ho potuto. Lungo il sentiero ho incrociato Ryuuya-sensei, che dava il testimone alla tipa tosta, allora lui mi ha informato subito della tua caduta!» esclamò apprensivo, poggiandogli una mano sulla guancia e guardandolo dritto negli occhi gemelli, per tranquillizzare il suo battito cardiaco.

Kaoru rise di riflesso, ignorando il bruciore al ginocchio.

«Il tuo idolo è davvero straordinario, niisan».

«Lo so, ma adesso fammi vedere dove ti fa male».

«Che i ruoli si stiano invertendo? In fondo, io devo diventare medico, non tu», strinse i denti Kaoru, mentre Syo strappava leggermente il pantalone per osservare meglio la ferita.

«Aspetta un momento!» saltò su, guardandosi freneticamente intorno. «Deve essere nascosto da queste parti…».

«Di cosa parli, Syo-chan?» domandò il fratello, confuso. Tuttavia, lui partì in quarta e sparì dietro una siepe, per tornare due minuti dopo con nientedimeno che un kit per il pronto soccorso.

«Cosa ci faceva questo in mezzo al bosco?» domandò Kaoru, se possibile ancora più esterrefatto di prima, con un accenno di sorriso sul volto.

«Si tratta dell’oggetto che dovevate cercare alla fine della prova, ma non mi importa se l’ho già svelato, Kaoru, tu sei più importante di una qualunque caccia al tesoro», affermò, deciso.

«Syo-chan… grazie mille! Sono certo che anche gli altri chiuderanno un occhio per lo strappo alla regola».

«Bene. Perché, se non lo faranno, dovranno vedersela con me!» s’infervorò l’idol, facendo ridere, nella commozione che ancora provava, il suo fratellino adorato.

 

 

 

Dopo aver disinfettato la ferita e applicato un cerotto a x, Kaoru accettò di farsi portare in spalla da Syo, purché andasse coi piedi di piombo per non affaticarsi troppo. Lui promise che l’avrebbe fatto, che si sarebbe fermato al minimo accenno di stanchezza.

Una volta riguadagnata la postazione di partenza, raggiunti gli altri e spiegata la situazione, il kit di pronto soccorso finì nello zaino di Aoi, il caposquadra, come un bottino di guerra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

____

Note secondo capitolo: Tutto nasceva dall’idea di un’amicizia crossover fra i miei due travestiti preferiti, Ringo e Aoi *.* un’idea che accantonai, ma vedendo il bando di questo contest, diciamo che sono stata tentata di proporvela in una storia che è semplicemente uno “spin-off” dell’idea originale.

Potendo disporre di tantissimi personaggi tra un anime e l’altro, mi sono detta: “Perché non dividerli in due squadre miste?”.

L’unica cosa che mi dispiace davvero è il fatto di non essere in grado di gestirli tutti contemporaneamente, perciò ho dovuto ignorare oppure sacrificare qualcuno di loro.

Poi, è decisamente da me dare più risalto ai personaggi minori, quindi ho sfruttato di nuovo Mai e Kaoru (Poveri xD); ho ripreso in mano Noriko che è un personaggio originale, esiste solo nella mia testa; ho giocato e mi sono divertita muovendo tutti come pedine di una scacchiera, quindi per questo diciamo che mi sento soddisfatta ^^; ho ricercato i luoghi su internet e le prove più adatte al contesto. Se vi interessa, ho consultato principalmente questo sito per le location: www.giapponepertutti.it

Il monte Takao, anche se non è propriamente un quartiere, fa parte della periferia di Tokyo.

Per ulteriori chiarimenti, sarò a vostra disposizione ^^

 

Ringrazio Lerenshaw per il suo commento, al quale risponderò al più presto.

Grazie a chiunque sta seguendo silenziosamente questo mio delirio xD e per finire, vi auguro buone feste, dal momento che il prossimo aggiornamento sarà mercoledì dieci gennaio.

 

Tanti auguri a tutti e alla prossima! :D

 

Rina

 

 

  
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