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Autore: Emadiam    22/12/2017    0 recensioni
Ino squadrò l’amica con sospetto. «Haruno Sakura, che cosa mi stai nascondendo?»
La ragazza sorrise facendo la lingua. «Segreto!»
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Asuma Sarutobi, Gai Maito, Ino Yamanaka, Kurenai Yuhi, Neji Hyuuga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Dopo la serie
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- Questa storia fa parte della serie 'Right ~ Cuori A Metà'
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«Stai bene?»
Ino riaprì gli occhi e si rese conto di essere caduta rovinosamente addosso ad Asuma. Fece per alzarsi, ma non riuscì a muoversi.
«Se… sensei…»
L’uomo aveva afferrato la ragazza nella caduta, tenendole una mano dietro la nuca per evitare di farle sbattere la testa a terra, e non l’aveva ancora lasciata. Appena se ne accorse, tolse immediatamente le mani. Seguì un interminabile istante in cui l’allieva e il maestro si guardarono.
«Non posso alzarmi se non ti sposti» disse piano l’uomo.
La ragazza sussultò, ma quando tentò di alzarsi, crollò a sedere tenendosi la caviglia con espressione dolorante.
«Ti sei fatta male?»
«Devo aver preso una storta.»
L’uomo si tolse la giacca e le coprì la testa. «Ti accompagno in ospedale» disse accingendosi a prenderla in braccio.
«Oh, no, io… io non credo ce ne sia bisogno, non è così grave, davvero… la fascerò a casa.»
Asuma la fissò per qualche secondo. «Sei sicura?»
Ino annuì.
«Come vuoi» concluse sollevandola. «Andiamo, ti porto a casa.»
«Ah…»
«Cosa c’è?»
«Ecco io… ero tornata qui perché mi era caduta una cosa e…»
«Dove?» chiese il maestro.
La ragazza indicò la tettoia.
«La prendo io.»
«No!» lo fermò Ino. «Ah… scusa, ci penso io.» Si vergognava troppo a dire di essere tornata lì sotto il temporale solo per prendere un fiore, considerando che a casa ne aveva a disposizione quanti ne volesse. Ma Asuma si limitò a guardarla senza fare domande.
«D'accordo» disse sollevandola per la vita. «Così ci arrivi?»
«Ci sono quasi…» rispose Ino allungando le braccia sulle tegole. Il top si sollevò di pochi centimetri e ad Asuma si bloccò il respiro. Attraverso le bende bagnate che le avvolgevano i fianchi, intravide la medicazione sul profondo taglio all’altezza delle costole. Per la seconda volta quella sera, represse l’istinto di andare a cercare quel dannato bastardo e ammazzarlo.
«Fatto!» Ino afferrò la preziosa giunchiglia e se la portò al petto, sospirando di sollievo.
L’uomo la posò a terra e, anche quando vide la ragazza mettersi in tasca il fiore, non disse nulla a riguardo. Si voltò, chinandosi. Dopo che lei gli ebbe cinto le spalle con le braccia, le sollevò le gambe da sotto i popliti e si alzò.
«Adesso possiamo andare?» le chiese.
Ino annuì. Asuma camminava mentre lei sentiva la pioggia ticchettare sulla giacca ormai fradicia dell’uomo che le riparava la testa. Per un po’ nessuno dei due parlò, finché, d’un tratto, Ino appoggiò la tempia alla schiena del maestro, bisbigliando le parole contro la maglia dell’uomo.
«Io… sto bene con Neji.»
«Come?» Asuma ruotò impercettibilmente il viso, credendo di aver capito male.
«Niente.» Ino dubitò di averlo detto più a sé a stessa che al maestro. «Sensei, non è andata bene con la maestra Kurenai, vero?»
«E tu che ne sai?»
«Non vi ho mai visti… da soli, stasera» rispose piano la ragazza. «E ho visto i fiori alla bancarella degli omamori…»
«Non è qualcosa di cui tu ti debba preoccupare, al momento.»
Asuma la sentì abbandonarsi interamente contro la sua schiena. Inspirò silenziosamente, quasi a voler prendere tempo, e ad Ino parve che il cuore del maestro avesse accelerato i battiti.
«Temo di averla fatta piangere.» Seguì una lunga pausa, in cui l’uomo sentì un crescente disagio e l’istinto di liberarsene immediatamente. «Credo di…» mormorò d’impulso. «Io… ho preso una sbandata per un’altra persona.»
Ino s’irrigidì.
«Mi sa che non verrò mai ricambiato, comunque» concluse in fretta. 'Idiota! Cosa le vai a raccontare?!?'
«Perché?» domandò la ragazza con voce più acuta di quanto volesse.
Il maestro fece per guardarla per un attimo con la coda dell’occhio, senza voltarsi. «Sembra che lei voglia già bene a qualcun altro» rispose greve.
«E questo… ehm… altro… non ti piace?»
«Neanche un po’.»
Inconsciamente, Ino si strinse di più al maestro, continuando a tenere la guancia incollata alla schiena di lui. Asuma percepiva fin troppo distintamente il ritmo concitato del respiro di lei e si appellò a tutta la propria volontà per smettere all'istante di farci caso. Il suo disagio fu alleviato dopo pochi secondi, quando riconobbe il quartiere in cui abitavano gli Yamanaka.
Finalmente, svoltato l’ultimo angolo, si fermò. «Siamo arrivati.»
Ino alzò lo sguardo e, ignorando la riluttanza nel lasciare l’uomo in quel momento, scese. Fece un passo malfermo e fissò perplessa la porta di casa.
«Ce la fai?»
«I miei mi credono a dormire…»
Asuma le rivolse un’espressione tra lo spiazzato e il divertito. «Immagino sia quella la tua camera. Tieniti.» Dopo averla presa in braccio, saltò agilmente sul davanzale della finestra aperta e la posò a terra aiutandola a tenersi su un piede solo. «Fàsciati quella caviglia e mettici del ghiaccio.»
«Grazie di tutto» assentì Ino restituendogli la giacca.
Il maestro rispose con un verso muto. Rimettendosela, Asuma notò l’interno della stanza della ragazza. «È quello che indossavi stasera?» chiese indicando il kimono cremisi appeso all’anta dell’armadio.
Lei annuì silenziosamente.
Asuma estrasse una sigaretta dalla tasca, senza guardare l’allieva. «Ti stava bene.»
Ino lo osservò accendere il fiammifero. «Tu fumi troppo, sensei. In quanto jōnin dovresti avere più cura della tua salute...»
«Finché fumo, Ino, va tutto bene
Finalmente il maestro la guardò e lei approfittò di quel movimento per baciarlo di sorpresa sulla guancia. «Buonanotte, sensei.»
Asuma si scottò per la seconda volta la punta delle dita col fuoco del fiammifero.
«Buonanotte» le rispose, osservandola staccarsi dal davanzale di un passo. Con in bocca la sigaretta spenta, balzò a terra.
«Asuma-sensei!»
Lui alzò gli occhi e lei gli sorrise dolcemente. «Neji è una bella persona. Sono sicura che ti piacerà, un giorno.»
   
 
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