Natale,
1937 (170
parole)
Per
Tessa Herondale, quel Natale non esisteva veramente, non era mai arrivato, si
trattava di un giorno senza importanza, senza gioia, senza vita.
Il
tempo si era bloccato quando Will, il suo Will, era spirato fra le sue braccia.
E
allora il sole aveva smesso di brillare per lei, mentre metà del suo cuore
moriva con lui, che per anni era stato tutto quanto, il centro del suo mondo, la
fonte della sua felicità, il padre dei suoi figli. Figli adorati ai quali
augurava ogni bene, che amava incondizionatamente, ma che la perdonassero per
questo, non poteva più vivere con la sua famiglia.
La
vista di un altro caro in fin di vita le avrebbe realmente inflitto il colpo di
grazia.
Era
meglio starsene da sola, viaggiare, convivere con dolore e ricordi,
accontentandosi di un solo giorno all’anno dedicato all’incontro con l’unico
rimasto che potesse comprenderla fino in fondo e darle un motivo per non
impazzire.
Un
motivo per continuare a sperare, ad aggrapparsi all’amore che non moriva mai
veramente.