Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: Echocide    23/12/2017    2 recensioni
{Questa storia fa parte della Quantum Universe Saga}
25 capitoli in attesa del Natale.
25 momenti per i personaggi di Miraculous Heroes.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Quantum Universe'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Miraculous Christmas
Personaggi: Un po' tutti
Genere: slice of life, generale
Rating: G
Avvertimenti: oneshot, what if...?, raccolta
Wordcount: 756 (Fidipù)
Note: Ancora due capitoli e questa raccolta finirà e sembra ieri che l'ho iniziata e siamo quasi a fine! Incredibile! Bene, bene. Devo dire che con questo capitolo faccio un piccolo spoiler della raccolta 'La nostra vita è oggi', dedicata a Felix e Bridgette ma...beh, ce lo vedevo il nostro caro sindaco di Parigi alle prese con un po' di dubbi e il Vischio - prompt odierno - come scusa per distrarlo un poco da ciò che lo avrebbe atteso. Detto ciò, al solito: la pagina facebook per rimanere sempre aggiornati e ricevere piccole anteprime dei capitoli e dei miei scleri randomici e anche il gruppo facebook dedicato a Miraculous, gestito con kiaretta_scrittrice92. Per tutti gli altri miei account social vi rimando ai link nel profilo.
Infine vi ringrazio tantissimo tutti per il fatto che leggete, commentate e inserite le mie storie in una delle vostre liste.
Grazie mille!

 

Poggiò le mani sulla scrivania di mogano, carezzando appena con i polpastrelli il legno reso lucido e osservando la stanza da quell’angolazione: era stato tante volte in quell’ufficio, rimanendo però fermo dalla parte opposta dell’ampio tavolo, e fissando l’uomo che era seduto nel posto in cui lui adesso era.
Il luogo da cui sarebbe partita ogni sua decisione e, ognuna di esse, sarebbe stata importante per la città.
Era diventato il nuovo sindaco di Parigi, aveva vinto le elezioni e, appena il nuovo anno fosse iniziato, sarebbe subentrato al posto di Bourgeois: quasi non gli sembrava vero che il piano che aveva imbastito, mentre lasciava Shangri-la e si metteva in viaggio verso Parigi si era realizzato.
Aveva impiegato un po’ di anni, lavorando come giovane politico alle prime armi e poi come rivale dell’uomo che sembrava incollato alla poltrona di pelle dietro di lui, aveva osservato in silenzio i giovani portatori combattere con Papillon e portare un po’ di tranquillità in quel luogo. Si era dovuto trattenere quando lei era giunta lì, aveva dovuto ignorare le sue stesse emozioni mentre lei combatteva contro i Portatori e veniva sconfitta.
Doveva attendere.
Lo sapeva e, nonostante le difficoltà, l’aveva fatto e seguito il percorso su cui Kang lo aveva iniziato due secoli prima.
E adesso era lì, nell’ufficio più importante di tutta Parigi, con quella strana emozione che gli permeava il corpo: la riconosceva fin troppo bene, così familiare a lui che aveva vissuto come un militare e si era ritrovato davanti al nemico molte volte.
Sentiva il cuore battere, il corpo fremere nell’attesa di muoversi e colpire, una calma razionale che gli impossessava la mente e teneva sotto controllo quel bisogno inconscio di tremare e lasciarsi andare, di far partire la mente e immaginare gli scenari più orridi.
La paura era sempre stata una compagnia poco gradita, ma sempre presente, nella sua vita.
Inspirò profondamente, socchiudendo le palpebre e concentrandosi appena su quel nucleo all’interno di sé che sembrava pronto a scoppiare al minimo segno di debolezza: non doveva cedere. Non doveva lasciare che diventasse più grande e prendesse il controllo.
Come sul campo di battaglia, anche lì la paura sarebbe stata una nemica.
Una decisione errata, dettata dal bisogno di rimanere al sicuro, e avrebbe potuto causare danni enormi.
«Sai, questo posto è veramente…» la voce di Bridgette lo fece trasalire appena, facendogli aprire gli occhi e osservare la donna che, stretta in un abito rosso fuoco, osservava con occhio critico la stanza: «Triste. Ok, che Bourgeois se ne va ma fra due giorni è Natale, poteva metterci qualcosa.»
Felix sorrise, allontanandosi dalla scrivania e osservando il piccolo rametto di vischio che era stato abbandonato su un piccolo tavolino affiancato da due poltrone in pelle, una piccola area relax in quel luogo: «C’è quello» commentò, indicandolo e vedendo lo sguardo chiaro di Bridgette calamitarsi nella direzione.
«Oh. Uao. Si è rovinato le mani.»
«E’ Bourgeois» mormorò l’uomo, scrollando le spalle e sistemandosi appena i polsini della giacca color crema, mentre solo dire il nome dell’ex-rivale gli portava alla mente tutto il lavoro che avrebbe dovuto fare: ricontrollare i bilanci, rivedere tutto ciò che l’uomo aveva approvato, poi cos’altro?
«Devi essere veramente preoccupato, se non approfitti dell’occasione» mormorò Bridgette, facendogli riportare l’attenzione su di lei e vedendola sventolare il rametto di vischio davanti al suo viso: «Andiamo, sergente Norton. Andrà tutto bene.»
Felix piegò le labbra in un sorriso, osservandola fare un altro passo verso di lei e avvertire poi la pressione delle dita di lei sui fianchi, mentre piegava appena la testa all’indietro e gli offriva le proprie labbra; le carezzò la schiena, avvertendo la morbidezza della lana dell’abito e seguendo le curve, ringraziando la moda femminile che si era evoluta nel corso del tempo: preferiva molto di più la Bridgette attuale – sebbene sempre in procinto di uccidersi su quei trampoli – rispetto a quella che aveva conosciuto a Nanchino.
Si chinò, premendo le labbra contro quelle di lei e sentendo le sue mani scivolare sotto la giacca e stringerlo con maggiore forza, facendo aderire i loro corpi mentre lui la invogliava ad aprire la bocca, carezzandole la lingua con la propria e aumentando la stretta dell’abbraccio: «Ora ti riconosco, sergente Norton» mormorò piena di divertimento Bridgette, quando si allontanò leggermente da lui, il respiro ansante e le labbra piegate in un sorriso: «Mi stavi facendo paura: tu che non approfitti di un innocuo rametto di vischio.»
«Mea culpa. Vedrò di rimediare.»
«Come passare da un estremo all’altro, eh?»
«Sai che non mi piacciono le mezze misure.»

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: Echocide