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Autore: ROW99    24/12/2017    1 recensioni
Dopo i fatti di "One of Us", la vita insieme di Minaho e Manabe è messa a repentaglio da innumerevoli problemi. Quando ogni giorno sembra più difficile del precedente, con l'aiuto di vecchi e nuovi amici, riusciranno a combattere ancora per la loro amicizia?
Genere: Commedia, Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Manabe Jinichirou, Minaho Kazuto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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MAGDALENE:
 Ma nessuno conosce ancora lo sposo,
fin che domani non lo nomini la giuria
 che assegna il premio al maestro cantore –
EVA:
E la promessa gli porge il ramoscello.
WALTHER:
Al maestro cantore?



-Man… Man, mi fai entrare?

Minaho era in piedi davanti alla porta della camera del lilla, lo sguardo leggermente preoccupato. In mano teneva un vassoio di biscotti.
-Dai… ti ho preparato dei dolcetti! Non capisco… ti ho fatto qualcosa Man? Sei chiuso in camera da ore… perché non vuoi parlarmi?
Dentro la stanza, il lilla ebbe un sussulto. -N…no… Min…
-Ti ho offeso di sicuro… ho detto qualcosa di sbagliato. Scusami… me ne vado.
-No! Min… scusami, non sono molto in vena stasera. Vieni dai… non volevo… non volevo farti soffrire…

Minaho sospirò ed aprì lentamente la porta. Il lilla era seduto sul letto in pigiama e aveva gli occhi rossi. Si teneva le mani fra i capelli e sospirava.
-Man… ma… hai pianto! Cosa è successo? -L’arancione si sedette vicino all’amico e lo abbracció dolcemente. -Hai paura per quello che ci aspetta?
Il lilla tiró su col naso. -S…sí…
Minaho gli asciugó delicatamente una lacrima con il pollice. -Guardami… guardami Man! Ti ho promesso si o no che avremmo trovato una soluzione?
Il lilla teneva gli occhi bassi e singhiozzava. -Non ce la faccio più … voglio… voglio essere felice!

L’arancione ebbe una stretta al cuore. Fece una carezza all’amico e lo strinse a sé. -Man… pensi che saresti più felice con in bocca uno dei miei buonissimi biscotti?
Il lilla alzò lo sguardo, gli occhi arrossati.
Scoppiò a ridere.


Seduti sul letto, sgranocchiando biscotti al cioccolato, Minaho e Manabe avevano riassunto tutto ciò che sapevano e tutti i problemi che  avevano davanti… innanzitutto i soldi che iniziavano a scarseggiare da quando i genitori del lilla avevano smesso di sostenerlo, quindi la necessità di mostrarsi responsabili trovando un lavoro, andando bene a scuola… era una situazione complessa.
Minaho aveva pensato bene se dire o meno a Manabe le idee che aveva studiato in quei giorni, non sapendo se fosse il caso di esporsi subito o meno. Fu la vista del dolore del lilla a spingerlo a decidersi.

-Man… ascolta. Ho avuto un paio di idee… almeno per la parte relativa al mostrarsi responsabili.
Il lilla sorrise debolmente. -D…davvero?
-Certo! -L’arancione sorrise. -Per esempio… ho avuto un’intuizione un po’ pazza. Parteciperai alla gara dei talenti, a scuola!

Silenzio.
Manabe spalancò gli occhi.  -C..c…cosa???


Il lilla era allibito.
-Ma... ma io… io non ho talenti! È un’assurdità! Non è possibile! No… non è una buona idea.
L’arancione sorrise. -Eddai! Qualcosa lo troviamo! Qualcosa che magari sia legato alla matematica… sono certo che ci verrà un’idea! Ci pensi… chi vince riceve anche anche un premio ricchissimo dalla scuola! Prenderemmo due piccioni con una fava! I giudici hanno detto che vogliono vedere risultati… non trovi che sia una bellissima occasione?
Manabe era senza parole. -Min… io non so… non si fare niente! Perché mi… mi metti così in difficoltà… io… non voglio deluderti!
-Man… cosa dici… tu non mi deludi mai! Non dire che non sai fare niente… non è vero! Io so una cosa che sai fare benissimo… oltre alla matematica, ovvio!
Il lilla era sconvolto. -E sarebbe? Se stai parlando della cucina sappi che mai e poi mai mi…
-Sei bravissimo a cantare!


Ci sono momenti nella vita di una persona in cui capisci che non esiste nulla che possa realmente definirsi segreto, quando hai un detective con i capelli color carota in casa.
-Min… co… cosa… come…
-Man… ti  sento sempre sotto la doccia… sei bravo, sai?
Il lilla diventó rosso come un drago cinese. -Ma… Ma tu mi spii mentre mi faccio la doccia? Non me lo sarei mai aspettato da te! Oddio che vergogna…
L’arancione rise. -Ma cosa vai pensando! Per quanto tu possa essere affascinante e procace non arriverei mai a tanto! E poi… ti vedo in mutande tutti i giorni, che bisogno ho di spiarti?
Il lilla spalancò la bocca, incapace di emettere suoni.

-E poi… -Minaho non sembrava avere intenzione di smettere di infierire- … è anche da dirsi che io, perlomeno, non sto tre quarti d’ora sotto la doccia! L’altro giorno, se non erro, è arrivata la bolletta… il postino ha guardato l’importo e si è chiesto se avessi una piantagione di canapa indiana nascosta nel solaio!
Manabe si riebbe e scoppiò a ridere. -Ma… Ma guarda che io sono velocissimo! È che è rilassante starsene al calduccio sotto il getto della doccia, dopo una giornata di scuola… e poi…
-E poi ne approfitti per dare fiato alle trombe, passando senza problemi dal repertorio lirico al moderno, e facendo sapere a tutta la strada che sei felice e rilassato! -L’arancione fece una faccia da schiaffi pazzesca mentre Manabe avvampava di rossore.

-Io… io non canto così forte!! Giusto un paio di note sottovoce quando sono sovrappensiero… e poi niente di che, ecco! -Il lilla mise il broncio e Minaho si intenerí di colpo. Sorrise.
-Guarda che mi piace tanto sentirti cantare! Non volevo prenderti in giro… pensavo solo che magari poteva essere una qualità da sfruttare… ecco… solo questo.
Manabe sospirò. -Non esiste. È vero, prima di conoscerti a volte mi sentivo così solo che cantare mi faceva stare meglio, ma non ho mai preso lezioni, e poi non pensare che io sia disposto a mettermi alla berlina su un palco, davanti alla scuola tutta! Per cosa poi… non servirebbe a nulla se non a rendermi ancora più ridicolo.

Minaho si morse un labbro. Abbassó gli occhi, ferito dalla voce dura del lilla.
-Ok… scusa Man… sono stato uno scemo, vero? Non… non voglio che tu ti senta umiliato per causa mia. Sarebbe stato meglio se fossi stato zitto, credo. Non dovevo nemmeno pensare una cosa simile… scusami. Volevo solo aiutarti.

Manabe era rimasto un poco spiazzato. Di solito il suo amico era molto più insistente, e gli costava un leggero sforzo d’orgoglio ammettere che quando si imputava su qualcosa, di solito ci azzeccava. Forse era stato troppo duro con lui… lo aveva fatto sentire inutile.
Si guardò un istante intorno. Non era forse vero che quella stanza traboccava dei segni delle premure del suo amico per lui? Le foto appese alle pareti, fatte negli ultimi mesi, i biscotti sul comodino che emanavano ancora un delicato calore, il bracciale che gli aveva regalato dopo la sua operazione... i libri di matematica per cui aveva speso quasi tutti i suoi risparmi solo perchè aveva notato che lui non avrebbe potuto permetterseli... si sentì in colpa.

-Ehi Min… lo so che vuoi aiutarmi… lo so. Sai, penso che un pensierino alla tua proposta potrei anche dedicarlo… forse non hai tutti i torti. Del resto non possono prendermi in giro più di così no? E poi… quel premio ci farebbe davvero comodo… altrimenti temo che dovremo stringere la cinghia. I soldi sono quasi finiti…
Minaho alzò gli occhi, commosso. -D… davvero vuoi provarci? Lo fai per me… vero? Oh Man… ti voglio così bene! -L’arancione buttò le braccia al collo del suo amico che arrossì ancora di più.
-Eddai Min… ho solo detto che forse non hai tutti i torti! E poi… rimane comunque il fatto che non ho mai preso lezioni. Come… come possiamo fare? Non so leggere la musica…
L’arancione sorrise sornione. -Ci penso io… tu dammi tempo fino a domani a scuola, e ti prometto che troveró la soluzione! Tu però devi promettermi che ci proverai davvero… -Il ragazzo fece gli occhi dolci.

Manabe sospirò dolcemente. Era impossibile che Minaho potesse risolvere un tale scoglio in poche ore… cosa gli costava farlo felice?
-E va bene Min… se tu entro domani a pranzo mi trovi una soluzione alla mia impreparazione musicale, io ti giuro che proverò… che proverò a cantare.


La mattina dopo Manabe era tranquillo, per quanto si potesse dire tranquillo un ragazzo nella sua situazione.
Aveva quasi dimenticato la sua discussione con Minaho il giorno prima, e dunque non si preoccupò minimamente alla vista del sorriso sornione del suo amico. Non ebbe nemmeno nessun sospetto quando, a ricreazione, l’arancione sparí senza lasciare traccia per dieci minuti, salvo ricomparire poi con un sorriso colossale. Il lilla, preso dal ripasso di inglese per l’ora successiva, non alzò nemmeno la testa dal banco.


La mattinata arrivò finalmente al termine. Era stata decisamente pesante per la media di quel mese. Tutti i prof avevano interrogato e spiegato, e li avevano caricati di compiti.
Fu quando suonó la campanella che Manabe si ricordó della sua scommessa.
-Min! Ho vinto alla fine! Purtroppo non c’è soluzione… non posso partecipare alla gara dei talenti cantando, se non so nemmeno leggere le note!
Il lilla si pentí del tono di voce eccessivamente trionfale che aveva assunto. Non voleva umiliare Minaho… in fondo il suo amico voleva solo il suo bene… solo che era strano. E' vero. l'arancione poteva sembrare un po' pazzo a volte, ma era la persona più seria del mondo... non era da lui agitarsi così tanto per qualcosa!

Minaho sorrideva sornione. Manabe non capiva.
-E chi ti ha detto che non ho trovato la soluzione? Vieni avanti, per favore!
L’arancione fece un cenno in direzione della porta. Shindou Takuto, detto il virtuoso, eccellente pianista nonché ex capitano della squadra di calcio della scuola, entró nell’aula rosso come un pomodoro, schivando due ragazzi che stavano uscendo ridendo tra loro.
-Ehm… ciaaaao…

-M…ma… cosa… -Il lilla fece una faccia buffissima.
Minaho sorrise. -Tadaaaaan! Eccoti qua il tuo nuovo professore di musica! Sei felice?
Manabe prima sbiancó, quindi arrossí come un pomodoro. -S…Shindou! Cosa… cosa significa questo?
-Beh… -Minaho si prese il mento tra le dita. -Shindou è un grande musicista! Chi meglio di lui può insegnarti a leggere le note?
-M…ma…Shindou! Ti ha costretto, vero? Minaho che cosa hai combinato? Shin non avrà mai il… il tempo di…
Il castano alzò dolcemente la mano destra. -Man… guarda che lo faccio volentieri! Quando Min me ne ha parlato a ricreazione non potevo crederci… è così bello che tu abbia deciso di provare a fare questa cosa!
Il lilla guardò Minaho con occhi accusatori. -Ma... è una congiura! Io non ho deciso propr…
-Ma certo! -L'arancione sorrise sornione e interruppe l’amico. -Ce ne è voluto per convincere Man… sai… lui si vergogna! Però anche tu sei d’accordo che sia una splendida idea vero? – Shindou annuì.

-Ecco… -L’arancione continuò. – quando ho detto a Shin del perché ti ho convinto a provare questa cosa ha insistito tantissimo per farci un prestito… però ovviamente mi sono rifiutato! Non lo facciamo solo per i soldi che ci servono come il pane, ma anche per dimostrare ai giudici che siamo responsabili, no?
Manabe era perplesso. Quel fiume di parole e avvenimenti lo stava sconvolgendo.
-Io… io non so che dire… non… non so se… se…

Shindou sorrise. Prese le mani del lilla e sospirò. -Man… rilassati. Non devi vergognarti… verrai a casa mia, ok? Solo io, te e Min. Abbiamo dieci giorni prima della gara… direi che cinque lezioni dovrebbero bastare per insegnarti a leggere le note e preparare un pezzo insieme. Ovviamente ci serve il pianoforte… è per quello che ti chiedo di venire a casa mia.
Manabe era rosso fuoco. Si vergognava tanto e si sentiva imprigionato, però non poteva negare che aveva fatto una promessa, e doveva rispettarla.
-E… e va bene!- Il lilla fece una faccia fintamente imbronciata. -Però… però promettete che non mi prenderete in giro!


Manabe e Minaho erano a casa.
Si erano accordati con Shindou per vedersi per la prima lezione quello stesso pomeriggio, e ora il lilla era in preda all’agitazione.
-O mio Dio… cosa abbiamo combinato! Io canto sotto la doccia, dannazione! Non… non sono affatto bravo! Non sarò mai capace… farò una figuraccia tremenda… non ce la posso fare… non posso!
Minaho sospirò. -Man… calmati… tranquillo! Sei bravo… sei bravissimo! Perché dovrei mentirti? Pensi che vorrei farti fare una figuraccia? Sei… sei il mio migliore amico, lo sai.
Manabe strinse i denti. -L… lo so… lo so. Non dubito di te… è solo che ho, come sempre, paura. Sono un debole, vedi?
Minaho abbracció di colpo l’amico. -Non dirlo mai più. Mai.


Il pomeriggio si preannunciava freddo, ma il tempo era bello.
Manabe e Minaho camminavano lentamente verso casa di Shindou. Minaho rideva, mentre il lilla era letteralmente in preda al panico.
-Non… non ho nemmeno idea di cosa cantare! Oddio… sono finito…
Minaho gli prese la mano. -Abbi fiducia. Fidati di me, ok?
-Io… ok. Mi fido di te.


Il cancello della villa di Shindou era spaventosamente alto, pensò Manabe.
Suonarono al citofono e vennero fatti accomodare da una domestica.
-Attendete qui… Il signorino sta arrivando.
Mentre la donna se ne andava con un inchino, i due ragazzi osservavano la casa. Si stupivano sempre della ricchezza degli arredamenti e della luminosità degli ambienti.
-Ehila! Eccovi! Se siete pronti. .. Possiamo iniziare!
Shindou era comparso all’improvviso dalle scale. Teneva un libro di musica sotto il braccio e sorrideva, un poco imbarazzato.


Manabe sospirò. -E… e va bene… andiamo!
   
 
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