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Autore: __aris__    26/12/2017    0 recensioni
Riccardo di Glouchester, ultimo figlio maschio di Riccardo Di York, trascorre l'adolescenza presso il castello di Middleham per essere addestrato alle arti militari da Riccardo Neville, duca di Warwick. Durante l'addestramento accetta la mano della figlia di Neville, Anna. Il lieto fine sembra vicino per i due giovani fino a quando la Guerra delle due Rose li metterà su fronti opposti: Anna lascerà l'Inghilterra per sposare l'edere al trono dei Lancaster, al suo ritorno in patria lei e Riccardo saranno su fronti opposti e la battaglia inevitabile. Ma anche dopo la vittoria degli York, Riccardo dovrà faticare per ricongiungersi con la sua Anna.
Questa storia è una vera favola, con principesse in pericolo e cavalieri pronti a tutto per la donna che amano.
Premetto: la figura di Riccardo è ispirata più al personaggio storico che alla verione macchiavellica e spietata di Shakespeare.
Il titolo della storia, e di ogni capitolo, è tratto dalla canzone I'll Count the Days cantata da Eurielle ed inserita nella colonna sonora di Downton Abbey.
Spero che vi piaccia e che mi lascerete un commento.
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Medioevo
Capitoli:
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Il banchetto reale era meraviglioso. I musici suonavano le ultime danze di moda in Provenza, le dame indossavano i loro abiti migliori, nessuno aveva mai la coppa vuota e succulenti pietanze a base di cacciagione si erano susseguite per la gioia dei commensali. Erano stati invitati tutti coloro che avevano giurato fedeltà ad Edoardo e tutti si aspettavano una grande notizia, magari una nuova gravidanza delle regina, ma non ci fu nessun annuncio. Nessuno notò l’espressione crucciata del cupo Duca di Glocester o il sorriso sulle labbra di Clarence, tantomeno fecero caso all’assenza di Anna Neville.
Riccardo aspettò che fosse servito il pavone per parlare con Edoardo. Aveva fatto del suo meglio per non mostrare a tutti quanto fosse in collera, ma appena sentì Giorgio dire che Anna era tropo raffreddata per uscire dalle proprie stanze provò il desiderio di strappargli la lingua con la forchetta che teneva in mano. In silenzio si alzò e si diresse verso il trono, ad ogni passo il sorriso di Giorgio veniva sostituito da una strana smorfia tirata. Allora non ebbe altra scelta che seguire i suoi fratelli negli appartamenti reali.
 “Per quanto tempo permetterai che si prenda gioco di noi?” sentì dire da Riccardo oltre la porta. Edoardo rimaneva in silenzio e allora Giorgio decise di entrare.
Cosa turba tanto il mio re e il mio fratello minore?” domandò Clarence richiudendo la porta alle sue spalle.
Ti avevo detto di portare Anna Neville al banchetto di questa sera, ma tu mi hai disubbidito. Di nuovo.” Edoardo guardò Giorgio dritto negli occhi. Aveva cercato di restare estraneo alla disputa più che aveva potuto, ma se Giorgio aveva volontariamente disubbidito a un suo ordine doveva intervenire.
Anna è malata, il cerusico ha detto che non era prudente farla uscire dalle sue stanze.”
Allora permettimi di andare da lei di persona.” Intervenne Riccardo.
È troppo rischioso, fratello.  E poi non sono sicuro che la troverai al mio castello. Le ho detto che il Re ha intenzione di farla sposare e lei sembrava più incline alla fuga che ad accettare un altro matrimonio combinato.”
Gli occhi dell’ultimo figlio di York si assottigliarono e la mascella si contrasse. Se non fossero stati accomunati dal sangue avrebbe spiegato a Giorgio quale infima considerazione aveva di lui, ma erano fratelli e avevano combattuto fianco a fianco in battaglia. “Permettimi di parlare con Anna.” Chiese a Edoardo.
Il giovane Re osservò Giorgio a lungo. Lo conosceva abbastanza da sapere che gli stava nascondendo qualcosa. Erano i suoi occhi e la voce troppo onesta a parlare per lui. “Se Anna è fuggita potrebbe essere un problema: il regno è ancora troppo diviso, lei è ancora la principessa dei Lancaster e non vorrei che qualcuno la usasse per reclutare un esercito contro di noi. Manderò Riccardo a cercarla, visto che Giorgio non è stato capace di tenerla al sicuro.” Disse prendendo una piuma intinta di inchiostro ed iniziare a scrivere su un foglio di pergamena. Quando ebbe finito fece cadere qualche goccia di cera rosa e vi appose il sigillo reale, poi lo arrotolò e lo consegnò a Riccardo. “Sarai accompagnato da un manipolo di soldati e ogni tuo atto sarà compiuto in mio nome. Cerca Anna in ogni casa, granaio o stalla del regno se necessario e poi riportala a corte.”
 
 
 
Anna guardava fuori dalla sua finestra con aria rassegnata. Giorgio l’aveva portata in una locanda poco fuori Londa, l’oste era un uomo di sua fiducia che aveva giurato di non rivelare a nessuno la sua presenza nella locanda. (1) In pratica aveva promesso di tenerla rinchiusa in una delle camere da letto fino a quando Clarence non sarebbe tornato a riprenderla. I giorni erano passati, gli uni uguali agli altri, senza che nessuno venisse a trovarla e l’unica compagnia che le era stata concessa era Bess, la figlia dell’oste, che ogni tanto andava da lei con la scusa di farsi aiutare nel cucito. Era un prigioniera, niente di più e niente di meno, e l’unica cosa che poteva fare era guardare dalla finestra le persone che lasciavano la locanda. Guardare ed aspettare che Giorgio tornasse per metterla in convento.
Con un sospiro appoggiò la fronte sul vetro. Restò immobile con gli occhi chiusi fino a quando un trambusto insolito attirò la sua attenzione. Davanti alla porta si era fermato un manipolo di soldati, con i cavalli bardati, le armature e tutto il resto. Qualcuno di loro era entrato subito mentre un paio erano rimasti fuori per tenere i cavalli. Uno reggeva un insegna degli York, ma non riusciva a vedere a chi appartenesse. Il cuore di Anna si fermò. Cosa doveva fare? Chiamare aiuto, farsi liberare e finire nelle mani del re che l’avrebbe fatta sposare per convenienza? Restare nascosta e permettere a Giorgio di mandarla in convento appropriandosi dei suoi beni? In ogni caso sarebbe stata una prigioniera. Un nodo salì alla gola e lacrime iniziarono a scendere copiose sulle guance.
Cosa doveva fare?
 
 
Riccardo entrò assieme a quattro soldati facendo immobilizzare chiunque. Stava cercando Anna da più di una settimana senza trovarla.  Aveva rivoltato Londra da cima a fondo, ma l’insuccesso aveva solo accresciuto la sua determinazione.
Il signor Tips era un uomo robusto ed un grande naso rosso. Uno dei tanti osti in una delle tante osterie alle porte di Londa. Appena riconobbe il cinghiale sull’armatura di Riccardo gli corse incontro lisciandosi i capelli dietro le orecchie “Come posso servirvi vostra grazia?
“Mi manda re Edoardo per cercare Anna Neville, figlia del conte Nevile e vedova di Edoardo di Lancaster.” Disse estraendo la pergamena che il fratello gli aveva dato “Questo editto mi permette di cercarla in ogni stanza di questa locanda e mi dà il diritto di usare ogni mezzo che ritengo necessario se qualcuno dovesse ostacolarmi.”
L’oste sbiancò, ma cercò di mostrarsi più calmo che poté. Clarence gli aveva promesso una grossa somma se fosse stato capace di nascondere Anna Neville, per cui decise che avrebbe fatto buon viso a cattivo gioco sperando che il giovane Gloucester non notasse la porta dietro cui stava la ragazza. “Prego, Vostra Grazia, la mia locanda è a vostra disposizione.” Disse facendo un inchino e spostandosi di lato per lasciare passare Riccardo e il suo seguito.
Voi controllate qui, nelle cucine e nelle cantine. Controllate tutto, ogni baule, ogni botola e ogni porta.” Disse perentorio ai soldati. “Gli altri cercheranno nelle camere di sopra con me.”
 
 
 
Anna si era lasciata scivolare per terra. Aveva deciso di aspettare che i soldati partissero senza farsi vedere o sentire. Almeno con Giorgio sapeva quale destino l’attendeva. Se fosse tornata a corte chi poteva dire cosa sarebbe stato di lei.
Fuori dalla porta c’era un gran baccano, ma non le importava. A Margherita sarebbe importato. Lei avrebbe fatto qualunque cosa per uscire da quella prigione. Avrebbe urlato e preso a pugni la porta, sarebbe perfino stata capace di azzannare Giorgio alla gola per liberarsi. Ma lei non era Margherita d’Angiò, era solo Anna.
Qualcuno provò ad aprire la porta, ma questa era chiusa a chiave. Allora sollevò gli occhi e restò con il fiato sospeso.
Aprite, per ordine del Re!” le fu intimato. “Aprite o butteremo giù la porta.”
Lentamente Anna si alzò. “Non posso.” Disse asciugandosi le lacrime dagli occhi. “Non ho la chiave.”
Poi ci fu un breve silenzio. Un’altra voce, forse, disse qualcosa che non riuscì a capire. “Andate vicino alla finestra, milady.” Disse il soldato di prima e Anna ubbidì mentre sentiva il metallo dell’armatura cozzare contro il legno della porta. Dopo due vigorose spallate questa cadde sul pavimento mostrando un soldato molto alto e, dietro di lui, Riccardo.
Che nessuno ci disturbi.” Comandò il Duca al soldato che si allontanò immediatamente.
Lacrime di gioia raggiunsero le ciglia di Anna mentre Riccardo entrava. Aveva lo stesso sguardo preoccupato di Tweeksbury. “State bene?” le chiese quando fu a meno di un braccio di distanza da lei. La ragazza annuì ma sentiva che stava ancora piangendo. “Se questi uomini vi hanno fatto del male ditemelo e saranno puniti nel modo che meritano.”
Nessuno mi ha fatto del male. Né il signor Tips, né altri.” Rispose in un sussurro.
Bene.” Riccardo sembrò istantaneamente meno preoccupato. “Edoardo mi ha mandato a cercarvi, temeva che poteste essere scappata.”
Anna lo guardo allibita. “Scappare? Anche se lo volessi Giorgio è stato un ottimo cane da guardia. Come aveva ordinato Edoardo, immagino.”
Vi assicuro che né io né Edoardo …” provò a spiegare Riccardo, ma la rabbia che Anna aveva covato negli ultimi mesi esplose prima che potesse finire la frase.
Non eravate tutti d’accordo? Quando mi avete riportato a Londra non sapevate a cosa mi stavate condannando? Vi siete finto mio amico a Tweeksbury e poi mi avete abbandonata a Giorgio. Mi avevate detto che sarei stata al sicuro.”
Anna io non … non vi farei mai del male intenzionalmente.” Fece un passo in avanti, avrebbe voluto confortarla e chiederle perdono migliaia di volte per essere stato complice di suo fratello, ma Anna si allontanò immediatamente.
Perdonatemi Riccardo ma non vi credo. Una volta eravamo così vicini … eravate il mio più caro amico.” Una parte di lei capiva perché le cose fossero tanto cambiate: aveva sposato il figlio della donna che aveva giustiziato il padre.
Sono ancora vostro amico, lo sono sempre stato e continuerò ad esserlo.”
Davvero? Non volete riportarmi dal Re solo per decidere chi farmi sposare?
Riccardo si sentì colpito al cuore. Dov’era la dolce Anna che ricordava? Cosa era successo a quella creatura innocente? “C’è una proposta di matrimonio ma è … mia.” Rispose ad occhi bassi, sperando di non ferirla ancora.
Anna rise. Prima di partire per la Francia aveva sperato tanto di poter sposare Riccardo, ma adesso le sembrava solo uno scherzo crudele. “Voi che per un anno non avete risposto alle mie lettere avete chiesto la mia mano?
Non ho ricevuto nessuna lettera. E ogni volta che chiedevo di voi a Giorgio cambiava argomento o inventava qualche scusa per giustificare la vostra assenza.” Riccardo prese il fazzoletto che Anna gli aveva regalato molti anni prima dal farsetto e lo diede alla ragazza come prova della sua sincerità. “Ho chiesto la vostra mano appena avete ricevuto il perdono reale, ma Giorgio ha sempre tergiversato sostenendo che eravate contraria. Qualche settimana fa Edoardo vi ha convocato a corte per accertarsi di persona delle vostre intenzioni e Giorgio vi ha …
Portata qui.” Terminò lei accarezzando le rose bianche che aveva ricamato, non credeva che le avrebbe mai riviste. Fu come tornare a Middleham durante l’addestramento del giovane Riccardo. La guerra, Margherita e i Lancaster, perfino Giorgio, erano diventati improvvisamente molto lontani. “Lo avete conservato per tutto questo tempo?
Vi avevo detto che non me ne sarei mai separato.” Gloucester sorrise, non si sarebbe separato per nulla al mondo da quel fazzoletto.
Volete davvero sposarmi?” Chiese guardando Riccardo negli occhi.
Lo avrei chiesto a vostro padre se avessi potuto. Dopo Tweeksbury ho aspettato la fine del vostro lutto ma sospetto che Giorgio stesse già cercando un modo per impadronirsi della vostra eredità.”
L’eredità dei miei genitori vi farebbe diventare un uomo molto ricco.” Ormai non era più una bambina, e per quanto volesse credere alla sincerità dei sentimenti di Riccardo non poteva negare che sposarla gli avrebbe portato molti vantaggi.
Come essere mia moglie vi renderebbe una duchessa al pari di Isabella e vi darebbe una posizione sicura. Ma sono disposto a rinunciare a quei titoli e a quelle terre se mi permetterà di tornare a Middleham con voi come mia sposa.” Rispose senza esitazione.
Middleham … vorrei tanto tornare a casa e rivedere mia madre …” (2)
Vi prometto che farei il possibile per farvi riunire.”
Non tentatemi così Riccardo, vi prego.”
Non voglio tentarvi.” Il giovane duca prese abbastanza coraggio per sfiorare una guancia di Anna “Voglio solo rendervi felice. Ma capirei se non voleste accettare la mia proposta.” Disse ritraendo la mano.
Perché non dovrei?” chiese sinceramente confusa. Al tempo in cui sperava di diventare sua moglie non aveva trovato una sola ragione per cui Riccardo non fosse un degno sposo.
Timidamente Riccardo fece un passo avanti. “Eduardo di Lancaster … potreste averlo amato ...” Scoprì che rischiare la vita in battaglia richiedeva meno coraggio che pronunciare quelle parole. Per mesi quel pensiero lo aveva fatto svegliare nel cuore della notte e lui si era sempre ripetuto che Edoardo era un uomo sanguinario e che Anna, la dolce e generosa Anna, lo aveva certo sposato per amore. Ma adesso che poteva finalmente averla non riusciva a ignorare la voce dei suoi incubi.
Edoardo era un uomo crudele.” Disse Anna con una risolutezza che Riccardo non aveva mai conosciuto “Solo Margherita era capace di amarlo.”
Ed il mio aspetto non può certo definirsi attraente.
Voi siete un uomo valoroso e leale, questo vi rende eguale ad ogni altro cavaliere d’Inghilterra ai miei occhi.”
Accettate allora di essere mia moglie?
Anna tremò dalla gioia. “Si.”
Il cuore di Riccardo divenne leggero, il respiro gli sembrò vacillare. Senza rendersene conto, si ritrovò a stringere Anna tra le braccia e a baciarle i capelli. “Vi prometto che da oggi nessuno vi farà del male.” Adesso avrebbe potuto contare gli anni che avrebbero vissuto assieme. (3)
 
 
 
 
 
 
 
NOTE DELL’AUTRICE:
1 Giorgio si oppose con ogni mezzo che fu capace di trovare al matrimonio tra Anna e Riccardo, nonostante avesse concesso la mano della cognata nel 1742. Arrivò a nascondere l ragazza per evitare che il matrimonio non fosse celebrato e secondo alcune fonti, Riccardo la ritrovò in un bordello. Siccome non sono sicura di questa cosa, ho preferito far nascondere Anna in una più dignitosa locanda.
2 La madre di Anna, Anne Beauchamp, si era ritirata nel monastero di Beaulieu dopo la morte del marito, dove rimase fino a quando non ottenne il permesso reale di tornare nel castello di Middleham.
3 Dopo aver trovato Anna, Riccardo la condusse nell’abazia di San. Martino perché Giorgio non potesse rapirla ancora. Il matrimonio fu celebrato nello stesso luogo nel 1473. In cambio della mano di Anna, Riccardo dovette concedere a Giorgio una buona parte della sua eredità. Non ci sono pervenuti documenti che testimonino quale fosse il rapporto tra i coniugi, ma ci sono resoconti storici che testimoniano il sincero dolore di Riccardo alla morte di Anna ed il modo attento con cui amministrò i beni della moglie. Riccardo e Anna furono incoronati re e regina di Inghilterra il 26 Giugno 1483. Anna morì il    Riccardo cadde sul campo di battaglia di Bosworth il 22 agosto 1485, sconfitto da Enrico Tudor, incoronato Enrico VII il giorno prima della battaglia. Fu l’ultimo re inglese a morire su un campo di battaglia. Il figlio di Riccardo e Anna, Edoardo, nacque nel 1743 e morì nel 1484.
Con questo capitolo si chiude questa mini long. All’inizio avevo pensato di continuare la storia per un altro capitolo ma mentre scrivevo l’ultima scena mi sono resa conto che non avrebbe aggiunto nulla alla storia, per cui ho lasciato perdere. Spero che la mia storia vi sia piaciuta e che mi lasciate un commento.
A presto 
Aris
   
 
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