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Autore: Nami93_Calypso    28/12/2017    2 recensioni
Storie di Law costretto a fare il turno di notte la Viglia di Natale, Bibi padrona di casa influenzata, Usop che ha la fobia delle lucine di Natale a furia di guardare Stranger Things, Rufy che si veste da Babbo Natale, Zoro che si alcolizza per reggere la cosa e molto altro ancora
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Dal testo:
"Babbo-Rufy appoggiò il pesante sacco a terra e, a gambe larghe con le mani sui fianchi, proclamò con voce solenne.
-Uh-uh-uh, buon Natale!-
-O santo cielo- imprecò Nami sottovoce roteando gli occhi.
Rebecca si spalmò una mano in faccia, Robin, rise sotto i baffi mentre Sabo rise apertamente di gusto, Zoro e Nojiko si trattenevano a vicenda per non mettergli le mani al collo, Law si attaccò all’ennesimo bicchiere di vino."
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[Modern!AU [MultiPairing] [ChristmasTime]
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Questa storia partecipa all’iniziativa “Calendario dell’Avvento 2017!” a cura di Fanwriter.it
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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★ Questa storia partecipa all’iniziativa “Calendario dell’Avvento 2017!” a cura di Fanwriter.it
★ Data: 28 dicembre
★ Rating/Avvertimenti:  Verde, Modern!AU
★ Fandom: One Piece
★ Numero parole: 3750
★ Due righe: storie di Law costretto a fare il turno di notte la Viglia di Natale, Bibi padrona di casa influenzata, Usop che ha la fobia delle lucine di Natale a furia di guardare Stranger Things, Rufy che si veste da Babbo Natale, Zoro che si alcolizza per reggere la cosa e molto altro ancora


 

Senza un po' di caos che Natale è 

 
Si passò le dita sottili e affusolate a strofinarsi le palpebre.
Le lampade al neon di quell’ospedale erano davvero fastidiose.
Se ne stava lì, la schiena e gli avanbracci appoggiati al bancone d’accoglienza del reparto, dopo aver terminato il suo giro di controllo dei pazienti.
Mancavano pochi minuti alla mezzanotte. Pochi minuti al Natale.
Si lasciò scappare dalle labbra uno sbuffo tra l’annoiato e il frustrato.
I suoi colleghi, dottori e infermieri che come lui avevano il turno di notte, erano già radunati nella saletta dei dipendenti pronti a stappare lo spumante che si sperava non avrebbe interferito con le loro capacità e competenze professionali.
Di certo non avrebbe interferito con le sue. Perché lui non aveva intenzione di partecipare a quel rituale che loro si ostinavano a definire “festeggiamento”.
Si staccò dal bancone di legno bianco e si diresse verso la stanzetta destinata alla reperibilità notturna. Visto che tutti gli altri erano svegli ne avrebbe approfittato per dormire un po’.
Le mani infossate nelle tasche del camice bianco, i piedi che strascicavano sul pavimento nelle ciabatte da ospedale, si diresse verso la meta senza realmente mettere a fuoco ciò che lo circondava, con la testa altrove.
Non avrebbe dovuto essere lì quella sera o, perlomeno, se non fosse stato lì ma a casa con la sua compagna i giorni a seguire sarebbero stati molto più semplici.
E invece no. Lei gli teneva il muso perché non avrebbero passato insieme la notte di Natale e l’avrebbe fatto almeno fino all’epifania. Per lei non aveva importanza il fatto che l’assegnazione dei turni non dipendesse da lui, che non ci fosse nessun collega disposto a sostituirlo, che avrebbero passato comunque insieme il giorno della Vigilia, il giorno di Natale (anche se lui sarebbe stato in coma post turno di notte) e la notte di Capodanno.
No.
Lei continuava a tenergli il muso, a non parlargli se non per il minimo indispensabile, a lanciargli occhiate truci quando era a casa. E sapeva che sarebbe stato così anche dopo quella notte.
Scosse la testa mentre metteva la mano sulla maniglia e l’abbassava per poter aprire la porta ed entrare nella stanza
Era da pazzi.
Era ridicolo che lei si arrabbiasse per una cosa simile e che lo costringesse a subire tutto quello.
Cosa avrebbe dovuto fare? Di certo non avrebbe chiesto scusa, anche perché non aveva fatto nulla di male. E non avrebbe dovuto far nulla per sistemare la situazione, non era compito suo!
Si richiuse la porta alle spalle e fece qualche passo attendendo che i suoi occhi si adattassero all’oscurità.
Ci avrebbe dormito sopra, nella inutile speranza che al suo risveglio qualcosa sarebbe cambiato.
Non fece in tempo a muovere un passo verso la brandina che avvertì una mano sulla schiena.
Law si irrigidì sul posto, tutti i muscoli tesi e i sensi all’erta per captare il minimo rumore, il minimo indizio.
Aveva visto troppe puntate di Grey’s Anatomy per non allarmarsi e temere il peggio davanti ad una presenza oscura, silenziosa e sconosciuta che ti coglie all’improvviso nella tetra saletta della reperibilità a notte fonda, quando nessuno può sentirti gridare.
-Buon Natale, dottorino-
La tensione si sciolse come neve al sole.
-Tu sei pazza-
Lo pensava davvero. Aveva temuto davvero per la sua vita.
Si voltò a incontrare i suoi occhi nocciola nell’oscurità.
-Ti sembra questo il modo di avvicinare la gente, Nami-ya?-
Lei ricambiò lo sguardo, sorridendo, e gli regalò una piccola linguaccia malandrina.
Da giorni non la vedeva regalargli un sorriso. Da giorni non la vedeva così allegra nei suoi confronti.
Sentì un peso in meno sullo stomaco. Anche se non dimenticava che lei era totalmente e completamente pazzae bipolare. Su questo non c’erano dubbi.
-Tu guardi troppa televisione- lo rimproverò scherzosamente mentre, in punta di piedi, gli regalava un lieve bacio a fior di labbra.
-Come hai fatto a entrare?- proseguì lui col suo interrogatorio.
-Penguin- disse solamente lei, conscia che sarebbe bastato.
Law scosse il capo ghignando. Quel rompiscatole del suo migliore amico nonché collega. Aveva scelto pediatria solo per poter lavorare con tutte quelle belle mamme giovani, lui.
Intanto i suoi occhi si stavano abituando all’oscurità e notò cose che prima gli era impossibile vedere.
-Nami-ya… Come sei vestita?-
La ragazza si guardò dall’alto in basso.
-Perché? Non ti piace?-
Berretto rosso con pon-pon bianco in fondo da Babbo Natale, vestitino rosso aderente con bottoni neri su tutta la lunghezza, cintura nera con fibbia oro, strisce di pelliccia bianca sui bordi inferiore e superiore del vestito.
-È Natale e a Natale arriva Babbo Natale!-
Guardò il suo orologio da polso sottile. Era mezzanotte precisa.
-Giusto in tempo, buon Natale, Law-
Recuperò la borsa che aveva lasciato poco distante e ne tirò fuori una scatola contenente pandoro e crema al mascarpone che aveva preparato a casa.
-I regali si aprono domani- fece, porgendogli la scatola.
Law sorrise. Non uno dei suoi soliti ghigni ma un sorriso vero.
Nami riusciva sempre a sorprenderlo con la sua semplicità e il suo modo tanto diretto e spontaneo di esprimere affetto. A sorprenderlo era anche la sua capacità di bilanciare la sua pazzia.
Si avvicinò a lei e la attirò a sé prendendola dalla vita con le sue mani tatuate. Si chinò su di lei e la vide socchiudere gli occhi mentre le loro labbra si avvicinavano e finalmente si incontravano.
Ma una domanda fece capolino nella mente di lui.
-Nami- fece, allontanandosi appena –Dov’è Lamy?-
-Con mia sorella-
 
***
 
Reju sistemò dolcemente le coperte fin sotto il mento delle due bambine che tanto avevano insistito per dormire nello stesso letto.
Si perse ad ammirare i capelli dorati della piccola Lamy e le sue gote morbide e rosee. Era una bambina davvero incantevole, dolce e simpatica.
Ma nessuno poteva competere con la sua bellissima Carina: i capelli lilla, gli occhi azzurri, i suoi modi schietti e sfrontati nonostante avesse appena tre anni.
Però doveva ammettere che insieme erano davvero un amore. Testolina contro testolina, le mani strette l’una all’altra che facevano capolino da sotto le coperte.
Sentì dei passi che si avvicinavano alla camera.
-Ricordami perché stiamo tenendo Lamy-
Sussurrò mettendosi dritta accanto al lettino e voltandosi verso la porta appena in tempo per vedere entrare Nojiko.
-Perché lei ci tiene Carina domani notte-
La rosa sorrise. Sembrava un ottimo compromesso.
-È mezzanotte. Buon Natale- proseguì Nojiko porgendole uno dei due calici di spumante che reggeva in mano e dandole un bacio sulla fronte.
Reju, con la mano libera dal bicchiere fece una carezza sulla guancia della compagna e si avvicinò per darle un lungo e dolce bacio.
-Ti amo-
Quel sussurro riempì la breve distanza che separava le loro labbra.
 
***
 
-Etchùùù-
Bibi, seduta sul tappeto di fronte al camino acceso con la schiena appoggiata al divano alle sue spalle, tirò su col naso e si avvolse maggiormente con la calda coperta che la copriva quasi completamente dalla testa ai piedi.
Che sfortuna, ammalarsi appena due giorni prima di Natale. E per di più il giorno dopo avrebbe ospitato a pranzo tutti i loro amici per festeggiare insieme.
Sabo entrò nel soggiorno reggendo due tazzone fumanti nelle mani e gliene porse una prima di sedersi per terra acanto a lei.
-Tieni, tesoro- le disse sorridendo.
Riluttante tirò fuori le mani dalla coperta per afferrare la ceramica che, fortunatamente, era bollente.
-Grazie- disse, appoggiando la testa sulla spalla di lui che la cingeva con il braccio libero.
-È latte?- gli domandò osservando il contenuto della tazza.
-Latte e miele. Un vecchio rimedio di mia nonna. Se lo bevi subito prima di andare a dormire fa miracoli per il raffreddore-
Bibi sbirciò la tazza che lui teneva in mano.
-E intanto tu bevi cioccolata con panna- fece, imbronciandosi un poco.
Il biondo rise.
-Io non ho mica il raffreddore- le fece notare dandole un bacio sulla tempia.
-Non ancora- constatò lei con un sorriso e voltandosi verso di lui con le labbra protese alla ricerca di un bacio contagioso.
-Credi che mi tiri indietro?! Non ho mica paura dei tuoi germi- disse lui spavaldamente prima di rispondere alla richiesta delle sue labbra.
Tre giorni dopo sarebbe stato malato anche lui, lamentandosi come fosse in punto di morte.
-Buon Natale-
 
***
 
-Bibi, dove posso trovare un’insalatiera abbastanza grande per l’insalatona?-
-Sopra il lavandino a destra-
-E un coltello per il pane?-
-Il secondo cassetto dall’alto-
-Apribottiglie?-
-Primo cassetto-
Bibi si passò l’avanbraccio sulla fronte per asciugarla dal sudore e dal vapore che saliva dalla pentola di zucchine che stava mescolando.
Fortunatamente per lei Kaya, Rebecca e Robin, sapendo che era influenzata, avevano deciso di andare da lei prima dell’ora di pranzo per aiutarla nei preparativi. E, altrettanto fortunatamente, il miracoloso rimedio della nonna di Sabo aveva funzionato: il raffreddore era decisamente migliorato.
Sentì il campanello suonare.
-Sabo, vai tu?- disse ad alta voce così che il biondo potesse sentirla anche dall’altra stanza.
-Certo!-
La turchina tornò a concentrarsi sulle zucchine cercando di capire il livello di cottura per decidere se aggiungere i gamberetti.
-Bibi-
Una voce lieve e timida alla sua sinistra la fece voltare e si trovò davanti Kaya con un’espressione strana. Le gote rosse, lo sguardo basso, una ciocca bionda che si attorcigliava intorno a un dito.
-Potrei chiederti un favore?-
-Ma certo Kaya, dimmi-
-Ecco…- la bionda tentennò –Si potrebbero spegnere le lucine di Natale?-
Bibi sollevò un sopracciglio, non capendo il motivo della richiesta.
-Perché dovrei spegnere le luci di Natale?-
Non voleva sembrare maleducata, ma proprio non capiva.
Kaya si grattò una guancia imbarazzata.
-Usop ha fatto il rewatch di Stranger Things?!-
Le due donne si voltarono verso la fonte della voce. Ace le fissava con un sorriso a trentadue denti, gli occhi spalancati e illuminati da una luce strana, un misto tra quella che illumina gli occhi dei bambini la mattina di Natale e quella che hanno appena prima di mischiare Coca e Mentos.
Kaya sgranò gli occhi per il terrore. Doveva essere una cosa che solo Bibi doveva sentire. Ora erano guai grossi.
Quell’unico cambiamento sul suo volto fu una risposta sufficiente per Ace.
-SABO!-
Il biondo, ancora nell’ingresso che dava sulla cucina con il compagno di Ace, sobbalzò sentendosi chiamare a gran voce.
-Ho bisogno del tuo aiuto per una cosa!-
Il moro uscì dalla stanza di gran carriera, afferrò il migliore amico per il braccio e lo trascinò via.
Prima di sparire dalla vista, Sabo riuscì a lanciare un’occhiata interrogativa e in parte terrorizzata verso la turchina che rispose semplicemente alzando le spalle e scuotendo il capo. Perché no, lei non aveva capito un accidente. L’unica cosa che sapeva era che c’erano guai all’orizzonte. Quando Ace aveva quello sguardo l’unica via di salvezza era abbandonare la nave.
Marco, rimasto solo nell’ingresso, entrò in cucina.
-Buon Natale- salutò tutte le presenti nella stanza.
-Marco! Da quanto tempo!- Bibi lo salutò con due baci sulle guance e poi lui fece lo stesso con Kaya, Rebecca e Robin.
-Posso aiutare in qualche modo?- domandò alla padrona di casa.
Prima che lei potesse rispondere suonò il campanello.
-Sì, puoi andare ad aprire la porta, per favore?-
Temeva che Sabo fosse tenuto prigioniero da qualche parte da Ace.
Il biondo sorrise gentilmente e uscì dalla cucina.
Bibi rovesciò i gamberetti nella padella.
-Buon Natale a tutti!-
Nojiko entrò nella stanza sorridendo e portando con sé svariati sacchetti, seguita da Reju, Carina e Lamy.
-Zia Bibi!-
La piccola bambina bionda, che chiamava tutti indiscriminatamente zio o zia, corse dalla turchina che si chinò a prenderla in braccio, lanciando una fugace occhiata alla pentola temendo di bruciare tutto.
-Ciao tesoro!-
-La mamma è già arrivata?-
-Non ancora, ma arriverà presto- le rispose Bibi dandole un bacio sulla guancia rosea e paffuta.
-Robin!-
Carina, invece, chiamava tutti per nome, anche gli zii.
-Dov’è Tashigi?-
-È in salotto col suo papà e Usop- rispose la mora sorridendo alla piccola.
-Dai, andate di là a giocare con loro- fece Reju alle due bambine che non se lo fecero ripetere due volte.
Appena furono uscite dalla stanza Nojiko mise a terra i sacchetti.
-Abbiamo portato il vestito da Babbo Natale- disse.
Sì, era strano che Babbo Natale arrivasse al pranzo di Natale, lievemente in ritardo, ma avevano deciso di farlo comunque per le bambine. Si sarebbero inventati che Babbo Natale si era perso, che si era fermato a fare benzina alle renne, che voleva fare loro un saluto speciale, dei regali in più o qualcosa di simile.
-Chi lo fa?!- domandò Reju, preoccupata del fatto che nessuno degli uomini invitati fosse sufficientemente in carne per poter rappresentare il vecchio.
-Credo voglia farlo Rufy- rispose Rebecca.
Nojiko e Reju la guardarono con occhi sgranati.
-Ci… possiamo fidare?- chiese la rosa, sperando di non apparire scortese.
Non che ci fosse qualcosa che non andava in Rufy, però tra tutti loro era quello col bambino interiore più accentuato che chissà cosa mai avrebbe fatto di fronte a Babbo Natale. Che poi era lui.
Rebecca sorrise grattandosi il capo, comprendendo i loro dubbi.
-Quando gli ho detto che il latte e i biscotti che lasciamo sotto l’albero sono per Babbo Natale non ha resistito-
Bibi e Kaya risero di fronte all’ingenuità dell’amico, mentre Nojiko e Reju si disperavano per i futuri ricordi indelebili che la loro bambina avrebbe avuto del suo incontro con Babbo Natale, mentre Robin dava loro pacche di conforto sulla spalla.
La turchina tornò a concentrarsi sui fornelli che, osservando il livello di cottura di gamberetti e zucchine, decise di spegnere.
Il campanello suonò di nuovo a decise di andare lei.
Quando aprì la porta si trovò davanti la sua migliore amica.
-Nami!-
-Tesoro, come stai?- la rossa la abbracciò di slancio.
-Meglio di ieri per fortuna-
-Scusami se non sono venuta prima- disse l’amica staccandosi da lei –Ma Law stava dormendo e volevo si riposasse un po’ dopo aver fatto la notte-.
La turchina guardò il moro accanto all’amica. Sguardo spento, occhiaie più marcata del solito.
-Ciao Bibi, buon Natale- le disse a mo’ di automa.
-Buon Natale anche a te Law- rispose lei cercando di non ridere.
-Mamma, mamma!-
La piccola Lamy sfrecciò dal salotto e si lanciò verso sua madre che l’accolse subito tra le braccia.
-Ciao piccola mia! Ti sei divertita dalla zia Nojiko?-
-Sì! Carina mi ha fatto giocare con le sue bambole!-
Law sembrò brevemente tornare in vita udendo la voce di sua figlia.
-Ciao tesoro- la salutò dandole un bacio sul capo.
-Ehi amico- Marco arrivò dal salotto con due birre in mano e una la porse al moro –Sabo mi ha affidato il compito di proteggerti per farti riposare-
Law ghignò e accettò la bottiglia fresca e si lasciò trascinare verso un divano da lui. Grazie al cielo aveva un paio di amici fidati in quel gruppo di scalmanati.
Bibi stava per chiudere la porta che venne bloccata da una mano.
-Aspetta! Ci siamo anche noi-
La turchina riaprì la porta e si ritrovò davanti il fratellino di Zoro con la sua fidanzata.
-Chopper! Carrot! Buon Natale!- li salutò con un abbraccio –Chopper, Usop ti aspetta in salotto-
La padrona di casa chiuse la porta e li guidò nella stanza in cui ormai tutti gli ospiti erano radunati.
-Ehi- Sabo l’accolse prendendole la mano e avvicinandosi a lei –Tutto bene?-
-Sì- sorrise lei –Però smettila di chiedermelo-
Sabo rise.
-Agli ordini capo-
Intanto nella sala gli ospiti conversavano e si scambiavano auguri e saluti.
Zoro, seduto sul divano tra Ace e Robin con una birra in mano, si rivolse a Reju.
-Ehi, dov’è tuo fratello?-
-Al ristorante, ovviamente. Non può certo andarsene il giorno di Natale. Ma forse fa un salto più tardi-
-Mi spiace, oggi non avrai nessuno con cui bisticciare- si intromise Nojiko ridendo. Robin sorrise serafica.
Il verde bevve un sorso dalla bottiglia e cambiò discorso.
-Chi farà Babbo Natale?- domandò sottovoce per non farsi sentire da Tashigi, Carina e Lamy.
Nojiko indicò con un cenno del capo Rufy che, vicino al camino, faceva ridere Chopper, Usop e Carrot infilandosi due bastoncini di Natale nel naso.
Zoro sgranò gli occhi, pietrificato, e impiegò qualche secondo per rispondere.
-No- fu l’unico monosillabo che gli uscì dalle labbra.
-No- ripetè voltandosi verso la compagna seduta al suo fianco che, però, annui.
La fissò per qualche attimo ancora poi, rassegnato, crollò il capo per poi attaccarsi alla bottiglia come fosse la sua sola ancora di salvezza.
Per quanto fosse suo amico non poteva negare che fosse anche un imbecille. Se non fosse stata una cosa tanto ridicola e imbarazzante lo avrebbe fatto lui, almeno sarebbe stato certo che nessuno avrebbe rovinato il Natale alla sua piccola Tashigi.
-Bibi- Rebecca e Kaya si avvicinarono ai padroni di casa –Abbiamo finito di apparecchiare e anche gli antipasti sono pronti-
-Ottimo. Grazie per l’aiuto ragazze, non ce l’avrei mai fatta senza di voi-
-Figurati- rispose Rebecca. Kaya sorrise.
-Forza! Tutti a tavola!- urlò Sabo agli ospiti.
I commensali presero posto al tavolo.
Fu un pranzo abbondante e caotico, come ogni pranzo di Natale che si rispetti. Marco e Zoro sembravano fare a gara a chi beveva più vino, Rufy ed Ace ingurgitavano qualsiasi cosa fosse nel loro raggio d’azione dimostrando la loro somiglianza fraterna, Usopp e Carrot raccontavano storielle e barzellette alle bambine, Nami e Nojiko parlavano dei bei vecchi tempi in cui trascorrevano il Natale in famiglia, Law rischiava di schiantarsi con la faccia nel piatto e Bibi di tanto in tanto gli dava una gomitata per tenerlo sveglio, Rebecca, Kaya e Robin, invece, conversavano tranquillamente come se tutto quel caos non le circondasse e non le riguardasse.
Finalmente, sazi e soddisfatti, terminarono il pranzo. Sparecchiarono, lasciando solo i bicchieri e le bottiglie ancora mezza piene, la frutta, e portarono anche i dolci.
Appena Rufy li vide gli occhi gli si illuminarono, l’acquolina prese a scorrere dalla sua bocca, Nojiko ebbe un conato guardandolo, disgustata dal fatto che avesse ancora fame. Prima ancora che potesse lanciarsi sulle nuove pietanze, Rebecca lo afferrò per una guancia e lo ritirò indietro.
-No caro, i dolci sono per Babbo Natale, ricordi?!- gli lanciò un’occhiata eloquente, sperando che capisse che era giunto il momento, ma lui ricambiò con una sguardo vuoto e… affamato.
-Rufy- Reju corse in soccorso della ragazza –Aiutami a portare qui la gigantesca torta che c’è in cucina-
Come se fosse stato stregato da un incantesimo, Rufy si alzò e seguì la rosa. Anche Sabo si alzò per fargli vedere dove aveva messo il vestito, anche Ace li seguì, non si sa bene il motivo.
Mentre quelli rimasti al tavolo servivano i dolci nei piatti, Reju e Sabo tornarono. Dopo pochi minuti sentirono qualcuno bussare alla porta.
-Oh, chi sa chi è!- recitò Nami.
-Tashigi, vuoi andare ad aprire la porta?- la invitò la madre.
La piccola dai capelli corvini scese dalla sua sedia e si diresse alla porta di ingresso che da lì era ben visibile.
Aprì la porta e si ritrovò davanti un uomo vestito di rosso, con una folta barba bianca, un pancione morbido, e un saccone pieno zeppo.
La piccola lanciò un urletto stridulo e corse indietro da Robin.
-Mamma, mamma! C’è Babbo Natale!-
Mentre l‘uomo faceva il suo ingresso anche Carina scese dalla sua sedia e gli si avvicinò, mentre Lamy si avvicinò al padre, un po’ intimidita.
-Tesoro, non devi avere paura, è Babbo Natale! È venuto per portarti altri regali- la rassicurò la madre andando da lei e chinandosi alla sua altezza mentre Law le faceva una carezza sui capelli biondi.
Babbo-Rufy appoggiò il pesante sacco a terra e, a gambe larghe con le mani sui fianchi, proclamò con voce solenne.
-Uh-uh-uh, buon Natale!-
-O santo cielo- imprecò Nami sottovoce roteando gli occhi.
Rebecca si spalmò una mano in faccia, Robin, rise sotto i baffi mentre Sabo rise apertamente di gusto, Zoro e Nojiko si trattenevano a vicenda per non mettergli le mani al collo, Law si attaccò all’ennesimo bicchiere di vino.
-Non pensavo ci volesse un corso di recitazione per interpretare Babbo Natale per due minuti- commentò Usop facendo ridere Chopper.
Rufy, noncurante di tutto, si avvicinò al tavolo, prese una sedia, si accomodò, si avvicinò un piatto, afferrò una forchetta e prese a mangiare i dolci.
La scena era talmente assurda che nessuno fiatò. Bibi, Nami e Kaya strabuzzarono gli occhi incredule.
Rebecca sembrava sul punto di esplodere, i capelli rosa che le vorticavano intorno a mo’ di strega Medusa.
Ormai incapace di controllarsi diede un calcio su uno stinco del suo fidanzato che lasciò cadere la forchetta e lanciò un verso di dolore.
-Non dimentichi qualcosa, Babbo Natale?!?!- sibilò, sottolineando le ultime due parole.
-Perfetto, mia figlia ricorderà questo Natale come il giorno in cui Rebecca ha dato un calcio a Babbo Natale- sentenziò Zoro mentre Marco gli versava un altro bicchiere di vino per aiutarlo a superare la cosa.
Rufy guardò la compagna e, come se fosse stato punto dalle sue parole, si alzò di scatto.
-Ah già- fece con la sua solita voce.
Tornò al sacco, lo aprì e tirò fuori un pacco regalo.
-Auguri bambine- disse poi con voce roca.
Porse un regalo a Carina che gli era corsa incontro, uno a Tashigi, e uno a Lamy che stava ancora vicino ai genitori.
Mentre Babbo-Rufy tornava al sacco per prendere altri regali le luci si spensero all’improvviso, eccezione fatta per le lucine di Natale dell’albero, quelle intorno alla mensola sopra al camino, e altre curiosamente appese al muro che sicuramente non erano state messe lì come decorazione dai padroni di casa.
Era uno spettacolo meraviglioso che creava un’atmosfera magica. La luce soffusa, Babbo Natale nella penombra con il suo sacco pieno di regali, le bambine che sorridevano meravigliate.
Ma non per tutti era uno spettacolo così bello.
-IL DEMOGORGONE! STA ARRIVANDO!- urlò Usop alzandosi in piedi e tuffandosi sotto il tavolo.
-Will? Sei tu?!- chiese Carrot guardandosi intorno.
Ace entrò nella stanza ridendo per il suo scherzo ben riuscito seguito a ruota dal complice Sabo che gli aveva dato le lucine avanzate.
In quel momento suonò il campanello e Usop strillò di nuovo –Escono dalle pareti!-
Ace, che si trovava vicino alla porta, l’aprì ancora ridendo.
Sanji e Violet fecero il loro ingresso e si pietrificarono sull’uscio vedendo la scena che si parava loro davanti agli occhi.
Le luci spente, Ace piegato in due dalle risate, Usop nascoso sotto il tavolo, Carrot attaccata al muro tastandolo, un Babbo Natale che era palesemente Rufy che stava anche perdendo la barba che porgeva un regalo alla sua nipotina Carina.
-Sapevo che dovevamo restare al ristorante- mormorò alla compagna.

 



Angolo di Calypso
Buondì e buon Natale (si va bè in ritardo) buone feste e bon anno nuovo!
Torno qui con questa… cosa, non so bene cosa sia, probabilmente un delirio dovuto al troppo cibo.
Purtroppo ormai il tempo per scrivere è davvero poco ma per fortuna c’è fanwriter.it (https://fanwriters.wordpress.com/)
 con eneri_mess che mi da sempre la scusa per scrivere qualcosina <3
In ogni caso è sempre un piacere tornare a progettare una storia, scriverla e pubblicarla. È un’attività che mi piace sempre tanto.
Torno con i miei grandi amori, LawxNami e SaboxBibi <3, e altre coppie varie. Carrot mi sembra avere un grande potenziale demenziale, volevo provare a inserirla anche se minimamente. Perché Reju e Nojiko? Non lo so. So solo che mi sembrano molto simili e credo potrebbero andare molto d’accordo, sentimentalmente e non (tutta una riflessione nata dal come entrambe si sono comportate nei confronti dei rispettivi fratelli).
Bè, spero stiate passando delle buone vacanze, con tante belle persone, con regali bellini e funzionali (?).
Ancora buone vacanze, alla prossima!
 
PS: dimenticavo una cosa!! Per chi non avesse visto Stranger Things (a parte dirvi di guardarlo!) la scena delle lucine di Natae è un riferimento alla serie tv.
Bye

 
   
 
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