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Autore: Arsax    29/12/2017    1 recensioni
Sequel di "The Bloody and Dark Princess"
Non potevo credere di averlo fatto. Non ci riuscivo. Non volevo. Sapevo di essere un mostro e le mie mani erano sporche del sangue di diverse persone già a venticinque anni, ma mai avrei pensato che la mia prossima vittima sarebbe stata lei.
Mi guardava con quegli occhi azzurri, sbarrati dalla sorpresa tanto quanto i miei. Volevo poter tornare indietro nel tempo e non compiere quel gesto, per impedire che si arrivasse a quel punto.
Avevo già perso la donna più importante della mia vita a soli sei anni e non volevo perdere anche lei.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Capitolo 16


Mi svegliai al primo squillo del cellulare e lo misi in silenzioso, per non rischiare di svegliare Serena. La guardai ancora incredulo.
Avevo passato la notte con lei e in quel momento era accanto a me, che mugugnava nel sonno e aveva un'espressione corrucciata. Forse stava avendo un brutto sogno.
Il cellulare iniziò a vibrare e sbuffando mi avviai in bagno per rispondere.
-Pronto?
-Allora, hai pensato a lungo al nostro incontro di ieri?- domandò Lucian dall'altro capo del telefono.
Sbuffai e aprii l'acqua della doccia.
-Sì, ci ho pensato a lungo in effetti, ma la mia risposta non varia.
-Perché sei così testardo?! Io ti ordino di uccidere la principessa!- urlò rabbioso.
-Ti dico che non posso farlo! Sarebbe...
-Non mi interessa! Non voglio che una bastarda come lei salga al trono!
“Ancora ce l'ha con questa storia del sangue sporco?!” pensai furioso ed ero pronto a rispondergli a dovere.
-No, ma...
-Se non la uccidi tu, manderò qualcuno a compiere il lavoro che tu non hai il coraggio di portare a termine. In questo momento mio fratello si sta rivoltando nella tomba a causa della tua insubordinazione!- ringhiò rabbioso.
Non avrei permesso che qualcuno provasse a uccidere Serena. Sarebbe dovuto passare sul mio cadavere, ma se avessi risposto nuovamente in modo negativo, Lucian avrebbe assoldato qualcuno per farlo. Dovevo impedirlo, così mentii spudoratamente.
-D'accordo, ho capito. Farò come mi avete detto.- risposi rassegnato.
-Alla fine ti sei convinto. Finalmente hai messo da parte la cocciutaggine.- constatò più tranquillo Lucian.
-Sì, distruggerò la principessa dopo il matrimonio.
Il piano non era quello, ma se dovevo fingere di essere d'accordo, avrei stabilito io le condizioni e il modo. Avrei avuto più tempo per parlare con Serena e per smascherare l'imbroglio dei miei parenti. Tutto sarebbe andato per il verso giusto.
Lucian stava sbraitando perché il piano non era quello, ma gli chiusi la chiamata in faccia. Mi infilai sotto la doccia fischiettando tranquillo. Dopo aver svegliato la mia principessa e averle servito un'abbondante colazione, le avrei parlato di quell'orribile piano. Avremmo preso provvedimenti riguardo alla mia famiglia e lei sarebbe stata finalmente al sicuro, al mio fianco.
Uscito dalla doccia, mi vestii e andai in camera per svegliare Serena, ma trovai il letto vuoto. Era sparita esattamente come avevano fatto tutte le altre donne, ma lei era l'unica che volevo ritrovare nel letto al mio risveglio. Non c'era traccia di Serena, nemmeno un biglietto per avvisarmi.
Provai a chiamarla, ma non rispose. Forse era accaduto qualche imprevisto all'ultimo minuto ed era corsa da Wilhelm per rimediare, ma ero convinto che avrebbe cercato di avvisarmi in qualche modo. Qualcosa non tornava.
Chiamai Wilhelm, che rispose al secondo squillo.
-Pronto?
-Wilhelm, sono Stefan. È per caso successo qualcosa al castello?
-No, perché?- a quella risposta mi si gelò il sangue.
Possibile che Lucian avesse già mandato un sicario per ucciderla? L'istinto di cacciatore uscì prepotentemente. Iniziai a guardarmi intorno e ad annusare l'ambiente sospetto. Mi affacciai a una delle finestre e vidi che anche la sua vecchia Panda era sparita e le uniche impronte che si vedevano sulla neve, erano quelle di Serena. Se n'era andata di sua spontanea volontà, ma perché?
Wilhelm cercò di attirare la mia attenzione in ogni modo, iniziando ad andare in panico.
-Fammi sapere quando arriva in Romania, okay?- dissi serio.
-E' successo qualcosa?
-Non lo so, ma fammi sapere quando è con te, chiaro?
Riagganciai senza nemmeno aspettare una sua risposta e mi affrettai a chiamare Paola. Neanche lei sapeva dove fosse la figlia e anche lei iniziò ad andare in ansia.
-Provo a chiamarla e a farti sapere qualcosa più tardi.- disse prima di chiudere la chiamata.
Chiamai anche Erica, ma lei era all'oscuro di tutto esattamente come noi tre.
-Fammi fare qualche ricerca. Ti richiamo tra un'ora.- rispose.
-Grazie, grazie infinite.
Preparai i miei bagagli velocemente e guidai come un pazzo fino a Caselle. Il giorno seguente avremmo avuto il processo di Nicolae Lovinescu e forse... forse cosa? Perché era scappata in quel modo?
Il volo per la Romania era appena partito e avrei dovuto aspettare fino alla sera per prendere il successivo. Sbuffai spazientito, iniziando a chiedere alla hostess se ci fosse qualche altro volo disponibile in altre città, ma c'era solo quello. Dovetti raccogliere tutto il mio autocontrollo per non urlarle in faccia, ma in fondo non era colpa sua.
Ringraziai la hostess e andai in un bar per fare colazione, ma avevo lo stomaco chiuso e ci misi un'ora solo per mandar giù un cappuccino e un cornetto al cioccolato. Erica mi chiamò e portò notizie liete.
-Serena sta bene. Ha preso il volo per la Romania un'ora fa.- disse e io tirai un sospiro di sollievo.
-Come fai a sapere che sia veramente lei?
-Ho i miei metodi, ma ti assicuro che su quel volo c'è lei. Perché sei così preoccupato, principe?- domandò sospettosa.
-Perché... non lo so. Avevo una brutta sensazione.- mentii, ma lei non ci credette.
-Va bene, farò finta di non sapere che Serena ha passato la notte a Aosta con te.
Sbarrai gli occhi e aprii un poco la bocca dalla sorpresa.
-Come...
-Te l'ho detto, ho i miei metodi. A proposito, ho scoperto che Lucian ha incaricato il vostro cacciatore di taglie di mettersi sulle tracce di Dimitri. Partirà domani mattina, quindi ti consiglio di intercettarlo prima che inizi la caccia o dovrò girare mezza Europa col tuo amico e non posso permettermi di perdere di vista Serena.- spiegò velocemente.
-Ho capito, ti ringrazio per tutto.
-Ah, Stefan? Ti conviene mettere le cose in chiaro il più in fretta possibile o le voci che sono giunte alle mie orecchie, giungeranno anche alle orecchie di Serena. Al momento farò finta di non averle sentite e spero vivamente che siano false.- disse più duramente.
-Che cosa intendi?- domandai confuso.
-Gira voce che tu voglia uccidere Serena prima delle nozze. Se scopro che è vero, sappi che reclamerò la tua testa e ne farò un bel vaso per i miei gerani.
-Erica, ti giuro sulla tomba di mia madre che sono innamorato di Serena. Non voglio ucciderla, ma...
La chiamata fu interrotta. Provai a chiamarla nuovamente, ma il messaggio registrato mi diceva che il numero non era raggiungibile.
Sospirai stanco. Le avrei detto più tardi dei piani della mia famiglia e della mia idea per sabotarli.
Avvisai sia i genitori che lo zio di Serena per tranquillizzarli e dire loro che era in volo per la Romania. Attesi mezza giornata dentro all'aeroporto, fino a quando, verso sera tarda, il mio volo non fu chiamato.

Arrivai in Romania alle prime luci dell'alba. Avrei voluto raggiungere immantinente Serena per dirle ogni cosa, ma prima dovevo pensare al cacciatore di taglie. Entrai nel castello come una furia, chiedendo ai domestici dove fosse Aurelius Ciobanu, il nostro cacciatore di taglie. Mi dissero che era ancora nella sua stanza, ma che era in procinto di partire.
Corsi come un disperato ed entrai in camera sua senza neanche bussare. Aurelius era un uomo inquietante, dalla carnagione chiara come la mia, ma dai capelli talmente biondi da sembrare bianchi e dagli occhi grigi.
-Principe Stefan, a cosa devo la vostra visita?- domandò inchinandosi a me.
-Mi è stato riferito che stai per metterti sulle tracce di Dimitri Petrescu, è la verità?- dissi duramente, mettendomi dritto per mostrarmi in tutta la mia altezza, che intimoriva parecchie persone.
Con lui non fece un effetto diverso da quello che mi ero aspettato.
-Sì. Vostro zio mi ha incaricato di cercare quel criminale e di portarlo al suo cospetto, vivo o morto non fa alcuna differenza.- rispose un po' timoroso.
-Contrordine. Ti prenderai una vacanza per due settimane a Roma. L'Italia è bellissima in questo periodo, sai?
-Come?- chiese sbigottito.
-Hai sentito bene. Vai a Roma e restaci per due settimane e se so che è stato fatto qualcosa al generale Petrescu, sta' pur certo che non sarò più gentile di mio padre, anzi ti ritroverai a sentirne la mancanza.- lo minacciai duramente.
Dovetti fargli veramente paura perché annuì e, lasciate le proprie armi in camera, uscì dal castello di corsa.
Estrassi il cellulare dalla tasca e vidi che erano le sette e mezzo del mattino. A breve sarebbe iniziato il processo di Nicolae Lovinescu e rischiavo di tardare. Corsi in camera a cambiarmi e mandai velocemente un messaggio a Dimitri.

“Il cacciatore di taglie non è più un problema. Spero che non ti venga in mente di andare a visitare Roma in questo periodo, altrimenti gli salteresti direttamente fra le braccia. Mi ringrazierai quando sarai di nuovo un uomo libero ;)”

Corsi in corridoio mentre cercavo di annodarmi la cravatta e la vidi da lontano. Era bellissima, regale e spietata. Il suo incedere marziale incuteva timore a tutti. Mi avvicinai a passo di carica e l'afferrai dolcemente per un braccio.
-Serena.
Mi riservò uno sguardo gelido, ma all'inizio non ci feci caso. Era illesa, stava bene e camminava sulle proprie gambe. Ero felice e sollevato di vedere che stava bene.
-Ero così preoccupato. Te ne sei andata all'improvviso e nessuno sapeva dove fossi, nemmeno i tuoi genitori.
La strinsi in un tenero abbraccio, infischiandomene altamente di Wilhelm, che faceva finta di non guardarci. Era rigida fra le mie braccia e mi chiesi il perché. La liberai dall'abbraccio e la osservai incoraggiante.
L'ultima volta che Serena aveva partecipato a un processo, era stata costretta a distruggere l'imputato e dopo era scoppiata in lacrime disperata. Quel giorno avrei impedito a Lucian di farle una cattiveria del genere.
-Andrà tutto bene. A fine processo non dovrai ucciderlo tu, ma lo farò io. Non permetterò a Lucian...
-Non ti ho chiesto di proteggermi. Posso cavarmela da sola.- mi interruppe con un tono glaciale che mai le avevo sentito prima.
Mi allontanò da sé lentamente, ma con mano ferma. Con lo sguardo mi stava intimando di non toccarla, ma non capivo il perché.
-Serena, che cosa ti è successo? Sei strana.- dissi provando ad accarezzarle una guancia, ma con un movimento velocissimo mi afferrò il polso e rimasi stupido.
-Dobbiamo andare al processo.- rispose lapidaria, dirigendosi verso la sala delle udienze.

Il processo di Nicolae Lovinescu durò meno di un'ora. Le prove che erano state raccolte contro di lui erano numerose e tantissimi testimoni avevano assistito all'omicidio di Ruben Vidrean. Ovviamente fu condannato alla morte immediata.
-Principessa Serena, a voi l'onore e l'onere di punire questo assassino.- affermò Lucian, guardandola con uno sguardo maligno.
Stavo per oppormi, ma mi bloccai quando vidi l'espressione di Serena. Lo osservava con occhi colmi di sfida e gli sorrise altrettanto malignamente. Pensai che stesse per avere una delle sue solite visioni, ma i suoi occhi non erano girati all'indietro.
Senza battere ciglio e con passo deciso, si avviò verso il servo che reggeva il paletto sul cuscino di velluto rosso. Serena lo prese e guardò negli occhi l'accusato, che stava tremando come una foglia davanti alla mia principessa. Con un movimento da professionista, piantò il paletto nel petto di Nicolae addirittura più in profondità di quanto necessario. Ero sbigottito, senza parole.
Serena estrasse il paletto con un altro movimento deciso e si lavò le mani con estrema calma, come se si trovasse a suo agio a giustiziare un colpevole. La sua maschera fatta di gelida calma era terrificante.
-L'udienza è tolta.- disse gelida e in rumeno più che perfetto.
Fece un cenno col mento al corpo di Nicolae e i servi si affrettarono a portarlo via dalla sala. Lentamente si diresse verso l'uscita e Wilhelm la seguì, sbigottito tanto quanto me.
Senza dar tempo ai miei parenti di raggiungermi, corsi verso la camera che era stata assegnata a Serena per i preparativi del processo. Non sapevo cosa pensare. Tutta quella situazione era assurda.
“Quella non è la mia principessa. No. Ci dev'essere qualcosa sotto.” pensai preoccupato.
Entrai in camera di Serena senza nemmeno preoccuparmi di bussare, anche perché avevo già visto tutto ciò che c'era da vedere. La guardai a occhi sbarrati, ancora sconvolto dalla scena di pochi minuti prima.
-Serena, ma che ti è successo? Ti sei completamente trasformata quando Lucian ti ha chiesto di ucciderlo. Sembrava quasi che...
-Mi piacesse?- mi anticipò gelida. -E' vero, non mi è dispiaciuto affatto.
“Cosa ti è successo, Serena? Dov'è quella donna che odia la violenza, che veste in modo orribile, che ascolta musica classica e metal e che sa essere una principessa quando la situazione lo richiede? Dov'è la Serena della quale mi sono innamorato?” pensai.
-E' successo qualcosa? Prima scappi dal cottage, poi ti comporti come se fossi infuriata col mondo intero. Vorrei capire che cosa ti sta succedendo.- dissi guardandola negli occhi.
-Voglio che non ti intrometta nella mia vita e mi lasci in pace, chiaro?- affermò duramente.
-Ma cosa...
-Lasciami in pace. Non voglio più che mi ronzi intorno.- rispose duramente, spiazzandomi.
Dopo tutto ciò che avevamo passato e dopo tutto ciò che avevamo condiviso, lei mi diceva di starle lontano. Come poteva pretendere una cosa del genere?
-Come diavolo faccio? Dopo che ti ho morso, come faccio a non starti vicino?
-Vedi di mettere i canini e qualcos'altro nell'acqua fredda, così ti si calmano i bollenti spiriti. Lasciami in pace. Ti costa tanto non intrometterti nella mia vita per cinque minuti?
A quella risposta mi sentii malissimo. Mi aveva forse usato? Aveva finto? Per la prima volta in vita mia avevo aperto il mio cuore a qualcuno e adesso me lo ritrovavo spezzato e calpestato. Non riuscivo a credere che proprio lei potesse farlo, la mia dolce principessa. Non riuscivo ancora a capire il perché di quel cambiamento repentino.
Senza darmi tempo di rispondere, Serena mi passò accanto e uscì dalla camera senza degnarmi di uno sguardo. Wilhelm mi guardò negli occhi dispiaciuto, ma notai anche un'altra emozione. Senso di colpa? Sì, era quello. Lui sapeva cosa stava succedendo ed era dalla mia parte. Se avessi provato a mettermi in contatto con lui, forse sarei riuscito ad avere informazioni.


Rimasi in quella stanza per minuti, o forse ore. Non sapevo quanto tempo fosse passato fino a quando Adrian non mi trovò.
-Principe Stefan, vi sto cercando da ore. Lucian e i vostri parenti desiderano vedervi per una riunione.- spiegò.
-Che tipo di riunione?- domandai atono.
-Le solite che tengono loro. Vi consiglio di non farli attendere oltre o potrebbero irritarsi.
Sospirai stanco e amareggiato, ma seguii ugualmente Adrian nella sala delle udienze, che si era svuotata dopo il processo. Il sangue di Nicolae era stato ripulito a dovere e tutti gli anziani sedevano al lungo tavolo.
-Dobbiamo discutere di alcune faccende urgenti. Siediti.- ordinò Lucian e io feci come mi disse.
“Be', almeno non è una punizione” mi consolai.
-Non credo che la principessa non conosca l'arte del combattimento. Oggi ha usato il paletto come se non avesse fatto altro per tutta la vita.- constatò Octavian visibilmente preoccupato.
-Quella è una stupida ragazzina e la state sopravvalutando troppo. Sono sicuro che la principessa...
-Horatiu, non dobbiamo sottovalutare il nostro avversario.- lo interruppe Lucian. -Oggi era compiaciuta di aver distrutto un Lovinescu e l'ha fatto senza mostrare il minimo rimorso. Ha impugnato il paletto e l'ha usato come se avesse ricevuto un addestramento. Sospetto che Wilhelm c'entri qualcosa.
Anche a me era sembrato strano che Serena fosse in grado di maneggiare così bene un paletto. Anche il giorno prima, al cottage, avevo notato che l'aveva impugnato come un'arma e non come un giocattolo. In quel momento mi ricordai la frase che mi disse tempo addietro, alla nostra prima riunione del Consiglio.

“-No, io sono diffidente di natura, non solo con i Lovinescu.
-Ah sì? E allora perché hai un paletto nella tasca dei pantaloni? Allora spiegami questo, Serena. Sto aspettando una tua risposta.
-Mi alleno.”


Si era davvero allenata all'uso del paletto? Da come lo impugnava e da come aveva colpito in modo deciso sia Alin che Nicolae, capii che si era allenata da quel giorno. Ero sorpreso, ma mi ritrovai a sorridere.
“La mia principessa è una guerriera” pensai dolcemente.
-Cos'hai tanto da ridere, Stefan?- domandò Lucian sprezzante.
-Sono d'accordo. Non dobbiamo sottovalutare il nostro avversario, perciò direi di cambiare le carte in tavola.- affermai.
-Ucciderai la principessa dopo il matrimonio, ma dovrai fare in modo che si fidi completamente di te. Ucciderla subito dopo, desterebbe sospetti e lei sarebbe perennemente in guardia, quindi dovrà innamorarsi di te.- disse Lucian e tutti i miei parenti annuirono.
“Troppo tardi. Lei è già innamorata di me, ma non la ucciderò come vuoi tu. Le dirò tutto e poi sarai tu a essere ucciso.”
  
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