Film > The Amazing Spider-Man
Segui la storia  |       
Autore: Marvel Architect    31/12/2017    0 recensioni
Cosa è successo a Peter Parker dopo la morte di Gwen in " The amazing Spiderman 2 " ?
Che ne è stato del piano di Harry Osborn ormai dietro le sbarre di un manicomio?
La città ha ancora bisogno di eroi dopo l'ultimo scontro tra i due vecchi amici?
Come sarebbe andata se la saga di " The amazing Spiderman " non fosse finita?
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Osborn, Peter Parker, Un po' tutti
Note: AU, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
"Devi cercare di tenerlo a freno ragazza: continua a minacciare i miei uomini" disse Testa di Martello a Felicia, sorseggiando un bicchiere di scotch.
"Non è sempre facile: non è sotto il mio controllo" rispose la ragazza.
Testa sorrise e disse:"Allora morirà: il nostro patto era chiaro.
Io l'avrei salvato ma tu avresti dovuto tenerlo a freno, non ci stai riuscendo quindi toccherà a me metterlo a tacere per sempre.
So che mi odi, so che lo aiuteresti a farmi fuori ma so anche che hai paura di me e che lo tieni sotto controllo perché hai paura che io lo sconfigga: fai bene".
Felicia strinse i pugni e senza neanche rispondere all'uomo davanti a lei se ne andò.
A Testa non importava come sarebbe finita: lui teneva in vita i due ragazzi solo per divertirsi, solo per farsi due risate e per non annoiarsi.
Fu un attimo e quella risata sparì: senza neanche accorgersene, un uomo si avvicino alle sue spalle e in poche mosse lo spinse in ginocchio.
ll criminale non riuscì neanche a guardare il suo avversario dritto negli occhi perché questo lo prese subito per la gola e lo uccise buttandolo dal balcone.
Lo scotch, ora, era finito per terra.
 
Felicia non era ancora riuscita a riprendersi dalle parole di Testa di Martello quando, entrata in casa, vide Kraven, ferito e ansimante, sul suo divano.
"Tuo padre è tornato" disse l'uomo.
Bastarono quattro parole per farlo svenire.
 
Peter ormai ci aveva fatto l'abitudine: era un po' che andava a trovare ogni giorno Connors.
Arrivava alla prigione in costume, si cambiava di nascosto e, entrato nella struttura, i due iniziavano a parlare.
Connors si era redento, l'aveva aiutato ed era la cosa più vicina ad un padre che aveva.
Come ogni giorno, quindi, stavano parlando quando, senza essere avvertita dal suo senso di ragno,  la prigione esplose.

Peter riaprì gli occhi a fatica.
La polvere portata dall'esplosione rendeva l'aria pesantissima e difficile vedere qualsiasi cosa.
Il giovane tentò di rimettersi in piedi senza molta convinzione: non riusciva minimamente a formulare un pensiero coerente.
Per la prima volta dopo tanto Peter si ricordò che cosa volesse dire "confusione".
Le poche forze che aveva lo abbandonarono e si ritrovò in un lampo per terra vicino a Connors completamente incosciente.
"Dottore..." Peter riuscì solo a dire questa parola prima di vedere dei piedi sconosciuti avvicinarsi.
"Ah eccoci qui: Peter Parker.
Mia figlia non ci ha mai presentato ma io so già tutto di te ragazzino.
Io sono il padre di Felicia, Walter e spero che questo ti insegnerà a non intrometterti nei miei affari".
Dopo queste parole conficcò un coltello nel cuore di Connors davanti agli occhi di Peter che, senza forze, non poteva fare nulla se non piangere.
"Non sforzarti: ad esplodere è stato Electro e l'impulso elettrico ti ha messo fuori gioco.
Povero povero mostro: non voleva morire in fin dei conti".
Walter Hardy fece dietro front e se ne andò lasciando Peter Parker a guardare il corpo senza vita di una delle persone più care che aveva.


"Io di lui non so davvero nulla sai?
Se ne è andato via quando ero una ragazzina, ricevevamo i soldi e mia madre mi faceva fare quello che lui ordinava, come i corsi di autodifesa, ma non ho mai davvero visto il suo volto.
Come fai a conoscerlo?" chiese Felicia a Kraven il Cacciatore.
"Ci siamo conosciuti in guerra o meglio: è lui che è venuto a conoscere me.
Io ero un ottimo soldato, gli insegnamenti di mio padre mi sono stati utili sul campo di battaglia, e lui era un agente segreto americano.
Non so bene da che agenzia venisse tuttavia andava cercando soldati pronti a tutto per combattere, capaci di fare qualsiasi cosa e mi trovò.
In poco tempo creammo qualcosa di diverso e di fuori dalla legge e io divenni uno dei suoi più cari amici o, quantomeno, lo pensavo.
Commerciavamo e investivamo su qualsiasi cosa potesse essere utile in guerra come il piccolo scherzo che ha reso il tuo amico l'eroe che è adesso.
Tuo padre non mi ha mai perso di vista e ha sempre finto: non ha mai abbassato la guardia e mi ha tenuto vicino come si tengono vicini i nemici.
Io ero solo il suo secondo e allo stesso tempo un suo avversario: io credevo di essere al suo stesso livello ma non lo sono mai stato.
Prima di venire qui, prima di cercare di prendere il sangue di Peter, io e lui abbiamo avuto una discussione.
Voleva che venissi qui per farti tornare sotto controllo e per prendere il sangue di Spiderman, io non volevo essere trattato come un semplice soldato e mi sono rifiutato.
Non mi ha lasciato scelta: non avevo mai capito quanto fosse pericoloso.
Immagina Felicia, se voi avete perso contro di me che cosa vi fa pensare di essere in grado di sconfiggerlo?
Sono venuto da te perché l'unico modo per non farmi uccidere per il mio fallimento è sconfiggerlo". 
 Felicia entrò nell'ufficio che era stato di Norman Osborn poi del figlio Harry poi di Kraven il Cacciatore e che ora era di suo padre.
Lei aveva lavorato in quell'azienda per un po' di tempo, proprio perché suo padre l'aveva mandata lì.
Quell'azienda era la Oscorp e, ora, aveva un nuovo nome: Hardy.
Suo padre si era messo davanti alle telecamere, aveva fatto un bel discorso per il pubblico che lui stesso aveva portato e aveva annunciato che l'azienda che teneva in mano la città avrebbe preso il suo nome.
Walter però, il padre di Felicia, non era un semplice uomo d'affari: era un ex agente segreto a capo di uno dei più grandi imperi criminali al mondo.
Loro avevano mosso le fila della Oscorp per molto tempo, erano loro che avevano finanziato la ricerca che aveva reso Peter ciò che era e che avevano ucciso i suoi genitori.
A Felicia bastarono pochi passi per ritrovarsi davanti a quel mostro con cui condivideva il sangue e che faceva terribilmente fatica a ricordare.
"Sei venuta alla fine" disse Walter fissando la finestra, senza girarsi per vedere la figlia.
"Certo che sono venuta: sei comunque mio padre" rispose Felicia.
"Mi fermerai comunque però vero? Ti ho osservata Felicia. Anche se non sono stato vicino a te ti ho osservata per anni e ti ho visto crescere. Ho visto ogni tua scelta e so che cosa farai adesso.
Tu rubi ma lo fai solo a chi aveva già rubato. Sei una bella persona e cercherai di fermarmi" Walter finalmente si voltò.
Felicia lo guardò dritto negli occhi e se ne andò: era arrivato il momento.
 
"Come stai?" chiese Felicia, in costume, sul tetto dell'ospedale in cui Peter era stato per una giornata intera.
"Tuo padre ha ucciso l'unica persona che conosceva i miei genitori davanti ai miei occhi e mi ha anche minacciato. Come pensi che stia?" Peter si voltò e Felicia, per la prima volta, vide la tristezza sul suo volto.
"Mi dispiace" rispose la ragazza.
"La colpa non è tua e lo sai.
Che cosa ci fa lui qui?" chiese Peter riferendosi a Kraven che, in quel momento, si fece avanti.
"Ci aiuterà: dobbiamo eliminare mio padre". disse Felicia.
 Kraven, Felicia e Peter si mossero nell'ombra.
Veloci, velocissimi.
Senza mai fermarsi, senza mai parlare come se sapessero, a memoria, ognuno i movimenti dell'altro.

Felicia usò le sue abilità per aprire un varco dove Kraven aveva indicato, infondo lui conosceva il posto, e, insieme a Peter, tutti entrarono nella Hardy pronti per portare a termine la loro missione.
 
Purtroppo però, il padre di Felicia non si faceva mai trovare impreparato e, in mattina e di nascosto, aveva fatto entrare un buon numero dei suoi uomini nell'azienda.
Tutto accade in un secondo e con estrema violenza: gli eroi si trovarono accerchiati e furono costretti a dividersi.
Ognuno ne prese una parte, ognuno con il proprio stile.
Felicia iniziò a volteggiare tra un nemico e l'altro, Kraven rimase fermo a subire e a tirare colpi mentre Peter univa entrambe le cose.

Più ne buttavano giù più ne arrivavano: non sembrava esserci una fine.
In poco tempo le forze del trio vennero a mancare e gli uomini di Walter, in breve, riuscirono a bloccarli e a portarli dal loro capo.
È lì che si svegliarono: davanti alla loro fine.
 
"Sapete, non siete stati affatto male semplicemente i miei erano troppi.
Succede sempre così in queste cose no?" chiese, ridendo, il padre di Felicia ai tre eroi inermi davanti a lui.
"Comunque" continuò l'uomo passeggiando "fate come se foste a casa vostra, anzi faccio io gli onori di casa: vieni Kraven mettiti comodo".
Walter prese il Cacciatore e lo sbattè al muro all'altro capo della stanza.
 
Felicia, approfittando della cosa, si buttò sul padre senza però riuscire a toccarlo: l'uomo la prese al volo e la tenne ferma per il volto guardandola dal basso verso l'alto.
"Mi hai deluso figlia mia ma sapevo che avresti fatto questa scelta" senza pensarci due volte anche Felcia venne scagliata contro un altro muro della stanza battendo la testa.
 
"E ora parliamo di te ragazzino" disse Walter avvicinandosi a Peter.
"Ti avevo avvisato, ti avevo promesso che ti avrei fatto male se avresti provato a fermarmi ed è quello che farò: prima di tutto ucciderò i tuoi amici e poi mi occuperò di tua zia.
Allora, solo allora ti ucciderò".
 
In quel singolo istante, per via di quelle parole, Peter scattò.
Aveva perso un amico, aveva perso la ragazza che amava e aveva perso una figura paterna.
Non era riuscito, da solo a sconfiggere Kraven o i Sinistri Sei.
Sino a quel momento, lui, da solo, non era stato in grado di fare nulla ma si promise, in quel singolo momento, che avrebbe risolto, almeno questo problema, da solo. 
 Iniziò con un pugno e poi un altro e poi un altro ancora.
Senza mai fermarsi senza mai cedere terreno.
Ormai non c'era più nulla che potesse fermarlo.
Walter cercò di farlo cadere a terra ma Peter schivò il suo attacco e gliene restituitì uno con altrettanta forza.
Per la prima volta il padre di Felicia si trovò a terra, incapace di rispondere e, probabilmente, impaurito: non pensava che il ragazzo potesse svegliarsi dal torpore, potesse farcela da solo.
Le informazioni che aveva su di lui erano molto chiare: sino a quel momento aveva sempre avuto bisogno d'aiuto con chi era più forte di lui e ora..
 
Walter non fece in tempo a finire il pensiero che Peter lo colpì ancora una vola e lo prese per il collo per finire la questione.
"Peter!" disse Felicia.
"Peter so che eravamo d'accordo ma non possiamo, non puoi farlo: non sei quel genere di persona".
Peter guardò la ragazza, un lato della maschera era completamente venuto via così da permettergli una visione più chiara, e poi l'uomo che l'aveva fatto sentire debole come non mai.
 
Con un tonfo per terra, Walter capì di essere stato risparmiato e Felicia tirò un sospiro di sollievo.
Nella mente di suo padre iniziarono a passare una serie infinita di pensieri bloccati però da un colpo di pistola alla testa.
Peter e Felicia si girarono sorpresi e videro Kraven davanti al corpo di Walter soddisfatto.
"Tu non potevi farlo ragazzo, ma io si".
L'uomo guardò Peter e Felicia e, in un lampo, se ne andò.
Era finita.
Avevano vinto. 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Amazing Spider-Man / Vai alla pagina dell'autore: Marvel Architect